25 Settembre 2007

Fare, dire e pensare

Diario, Laicità

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“I vescovi contro i giudici”
, titola Repubblica. Ci mancava solo Monsignor Betori a dare lezioni di diritto ai nostri tribunali. La velocità della reazione e la mancanza di pudore nel perpetrare quest’ennesima invasione di campo (nemmeno prendersi la briga di lasciar parlare una delle numerose teste di legno sedute nel nostro parlamento) la dice lunga sulla paternità dell’orrida legge 40.
Leggevo proprio quest’oggi un piccolo ma perentorio pezzo di Fabrizio Rondolino su Vanity Fair che mi sembrava dire cose assolutamente condivisibili: “Si può credere o non credere in Dio, e ciascuno si regola come meglio preferisce. Ma ogni etica pubblica non può che essere strutturalmente e programmaticamente a-religiosa, perché non può che fondarsi su un unico principio: la libertà dell’individuo di fare, dire e pensare tutto ciò che vuole, purché non rechi danno ad altri. La Chiesa ragiona in direzione opposta: vorrebbe decidere da sola che cosa gli altri fanno, dicono e pensano”.

15 risposte a “Fare, dire e pensare”

  1. Anellidifumo ha detto:

    Rondolino dice cose sacrosante. Vagliele a spiegare a quelli dell’Opus Dei nel tuo partito, ora.

  2. Filippo ha detto:

    Glielo spiegheremo, Sciltian. Anche per te.

  3. Emidio Picariello ha detto:

    Se sono impegnato in prima persona per il partito democratico è proprio perché non voglio il rigurgito della balena bianca. Il PD lo voglio colonizzare, dipingere di rosso e poi voglio che governi in modo riformista.

  4. l'oste ha detto:

    Mi pare che Rondolino dica cose superficiali, almeno su questo argomento.
    Sostiene che l’unico limite alla libertà consista nel non recare danno ad altri. Ok; tralasciamo il fatto che questo possa essere discutibile, e che sia pure da precisare il concetto di “danno”.
    Ma chi sono gli altri? E in che momento lo diventano “altri”? Bisognerà prendere una decisione su questo, o no? E come se non con gli strumenti democratici?
    Quale è l’alternativa?
    Magari il partito democratico favorisse il dibattito sereno su questi problemi…

  5. l'oste ha detto:

    Mi pare che Rondolino dica cose superficiali, almeno su questo argomento.
    Sostiene che l’unico limite alla libertà consista nel non recare danno ad altri. Ok; tralasciamo il fatto che questo possa essere discutibile, e che sia pure da precisare il concetto di “danno”.
    Ma chi sono gli altri? E in che momento lo diventano “altri”? Bisognerà prendere una decisione su questo, o no? E come se non con gli strumenti democratici?
    Quale è l’alternativa?
    Magari il partito democratico favorisse il dibattito sereno su questi problemi…

  6. l'oste ha detto:

    Mi pare che Rondolino dica cose superficiali, almeno su questo argomento.
    Sostiene che l’unico limite alla libertà consista nel non recare danno ad altri. Ok; tralasciamo il fatto che questo possa essere discutibile, e che sia pure da precisare il concetto di “danno”.
    Ma chi sono gli altri? E in che momento lo diventano “altri”? Bisognerà prendere una decisione su questo, o no? E come se non con gli strumenti democratici?
    Quale è l’alternativa?
    Magari il partito democratico favorisse il dibattito sereno su questi problemi…

  7. l'oste ha detto:

    Mi pare che Rondolino dica cose superficiali, almeno su questo argomento.
    Sostiene che l’unico limite alla libertà consista nel non recare danno ad altri. Ok; tralasciamo il fatto che questo possa essere discutibile, e che sia pure da precisare il concetto di “danno”.
    Ma chi sono gli altri? E in che momento lo diventano “altri”? Bisognerà prendere una decisione su questo, o no? E come se non con gli strumenti democratici?
    Quale è l’alternativa?
    Magari il partito democratico favorisse il dibattito sereno su questi problemi…

  8. Fabio ha detto:

    A me pare che la frase di Rondolino esprima un concetto di libertà e di etica pubblica che ha come conseguenza necessaria il vecchio, caro principio liberale del “minimo etico”. Qualcuno potrebbe osservare che quanto espresso da Rondolino sia “razionale” e, in quanto tale, destinato a scontrarsi frontalmente con la “razionalità” dei cattolici (cosiddetti) intransigenti, come se fosse poi possibile un cattolicesimo non intransigente, a meno di non essere scismatico. Contro le conseguenze della temibile deflagrazione ci viene in soccorso il buono e pio Giorgio Tonini – uno dei fondatori dei Cristiano Sociali e, pare, tra i più ascoltati da Veltroni – il quale alla logica degli opposti razionalismi suggerisce di sostituire la “ragionevolezza”, concetto un po’ sfuggente – per non dire viscido – e, sembrerebbe, a tutta prima, fratello di altre “perle” come la mitica “diligenza del buon padre di famiglia” o il celeberrimo “comune senso del pudore”. D’altronde, chi può dubitare che Tonini, padre di sette figli, padroneggi bene questo tipo di concetti? Altro che diligenza… E, dunque, come individuare questo sarchiapone chiamato “ragionevolezza”? Ma è logico, stupidini: è l’opinione della maggioranza! La “ragionevolezza”, tanto per capirci, è quella che ha permesso al legislatore di contemplare la famigerata obiezione di coscienza nell’applicazione della 194 e di trasformare perciò un diritto in una possibilità sempre meno garantita. Tonini, quindi, ci indica – http://www.giorgiotonini.it/intervento.php?id=16 – la cosiddetta “terza via”, quella dei cattolici “buoni”, che vedono la Binetti come una mutazione genetica deforme, creatura sfuggita alla grazia salvifica del Vaticano II, e le dichiarazioni rondoliniane come segno del laicismo esasperato, di chiara marca satanica. Per farla breve, sarà l’interpretazione – distorta in un senso incomprensibilmente progressista – del Vaticano II a segnare la strada per i temi “eticamente sensibili” nel futuro PD. E dovremo pure ringraziare, ci mancherebbe… Con buona pace di Rondolino.

  9. Anellidifumo ha detto:

    Filippo, aspetto con impazienza il giorno in cui la Binetti si dirà d’accordo con Rondolino.
    Secondo me è più facile che la Binetti esca dal PD, o che ci esca Rondolino. Nel primo caso, il PD sarà tornato a essere i Ds, meno Mussi più Bindi, per cui dei Ds più cristiani e meno socialisti. Se invece esce Rondolino (o forse non è mai entrato?) il PD sarà una specie di Dc, ma meno laica. E guarderà non a sinistra, ma alla sua destra.
    Perché trovare un punto d’intesa con chi è integralista religioso NON E’ POSSIBILEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!

  10. Filippo ha detto:

    cheppalle Sciltian, sei peggio di un disco rotto.

  11. Lorenzo ha detto:

    Io credo che la Binetti e i suoi seguaci siano peggio di un disco rotto.
    Sciltian e gli altri laici ripetono spesso una frase intelligente, non brani a casaccio. Loro dicono che se non ci sono delle fondamenta etiche condivise tra laici e integralisti è perché mentre i primi rivendicano la libertà di scelta, i secondi ribattono che non c’è libertà di scelta perché la Verità è da una parte sola.
    La prima posizione è liberale, la seconda è illiberale, dunque non coerente con l’attuale Costituzione della Repubblica Italiana. Quando il Pd binettizzato andrà al governo (SE ci andrà, e io mi auguro proprio di no), farà bene a cambiare la Costituzione. Il nuovo Art. 1 reciterà: “L’Italia è una repubblica fondata sul cattolicesimo. La sovranità appartiene al Papa, che di volta in volta graziosamente la delega a chi vuole lui”.
    Ma, a questo punto, tanto vale chiedere in prestito Ahamdinejad all’Iran, quando decideranno di rottamarlo… Sarà altrettanto antidemocratico, ma almeno lui lascerà in pace i chierichetti.

  12. Filippo ha detto:

    Dopo “occhio alla penna”, vedremo di girare “occhio all’incenso”. Cosi’, per far contenti grandi e piccini. Un successone di Natale.

  13. Anellidifumo ha detto:

    Filippo, quando non sai cosa rispondere sei meno interessante di un disco rotto.
    In ogni caso, nessun timore: il PD al governo non ci andrà presto. Prima avremo una decina d’anni di governo della Cdl e nessuno mi toglierà dalla testa che la responsabilità maggiore sarà stata proprio di questa bella pensata che avete avuto di fare un partito con l’Opus Dei. D’altro canto, se oggi l’astensionismo di sinistra è stimato nel 33% del voto complessivo di sinistra, ci saranno pure delle cause, o vogliamo dire che questi milioni di “compagni” sono solo degli elitari con la puzza sotto al naso e sempre scontenti?
    Quando penserete che riportare a casa i voti di quelli come me (e come Vecuvia, come Elfobruno, come Lorenzo, come Moltitudini ecc.) sarà una cosa che tutto sommato vi interessa – ma magari non solo per cercare di vincere le elezioni – fateci un fischio. Cambiando i leader e le politiche, noi altri si potrebbe di nuovo credere in un programma politico comune. Anche se abbiamo visto come viene considerato l’attuale programma dell’Unione: carta straccia.

  14. Filippo ha detto:

    Sciltian, di 10 commenti che scrivi 9 sono da “cuorista contro il PD” e 1 sulle tue preferenze (il neoPSI). Da mesi, oramai. Te l’avevo gia’ detto tempo fa che sentirti ripetere all’ossessione sempre le stessa nenia non ti rende merito alle tue capacita’.

  15. Anellidifumo ha detto:

    Filippo, meno male che almeno tu hai capito come voterò alle prossime elezioni. Pensa che io non l’ho ancora capito. Al momento, credo che mi asterrò. Il Psi o si richiama seriamente al PSE e presenta un programma e dei candidati di livello europeo, guardando al domani e non a Bettino, o non avrà il mio voto.
    In ogni caso io non mi limito a parlare male del PD. Ti dico anche come andranno a finire le cose: saremo all’opposizione tutti quanti, oppure voi sarete al governo con Udc, Udeur e magari anche Fi, perché no.