Sono spesso a Kiev per lavoro, e non mi scordo mai che Chenobyl è là, a pochi chilometri di distanza. Parlavo qualche giorno fa con una mia collega russa non più giovanissima che mi raccontava di quando seppe di Chernobyl dal suo capo straniero che le allungò di nascosto un giornale occidentale che lei nascose nella borsa e lesse a casa di nascosto. Qui la gente non sapeva nulla, il vento trasportò le radiazioni prima da questa parte, poi verso la Scandinavia ed allora da Stoccolma si scoprì il casino, nonostante i tentativi delle autorità sovietiche di continuare a tenere nascosto il disastro. Nel frattempo la gente era stata esposta, i soldati erano stati mandati ad immolarsi verso la centrale. Le conseguenze si misureranno in secoli. I miei colleghi ucraini mi dicono con un’aria di apparente normalità che da quelle parti i tumori, le malformazioni, sono entrati a far parte della loro quotidianità e di quella dei loro amici e delle persone che amano.
Leggendo l’Espresso ho scoperto l’iniziativa di Soleterre, una ONLUS che lavora nei reparti di Oncologia Pediatrica e Neurochirurgia del principale ospedale di Kiev. Stanno raccogliendo fondi per i bambini ricoverati lì nel modo più semplice possibile: mandando un sms al numero 48587 si può donare un euro. C’è tempo fino al 27 novembre. Facciamolo. Subito.
6 risposte a “Un euro per Chernobyl”
fatto ed inoltrato a tutti.
pisella
fatto.
ok. fatto.-
Ivan, perché non ci racconti qualcosa sugli scontri a Mosca, di prima mano?
Perché sono a Milano…
Vabbè, Ivan, una risposta un po’ veloce eh?