“Come si vede non esito a riconoscere le mie responsabilità. Anche nel silenzio dei tanti che hanno ricoperto, prima e dopo di me, ruoli importanti in questa partita. La priorità oggi è dare soluzioni durature al problema. Se le mie dimissioni potessero servire a questo, non avrei la minima esitazione. Ma in questo momento sento il dovere di portare avanti con fermezza la battaglia di civiltà condivisa da tutti gli italiani onesti.” (Antonio Bassolino, Repubblica, 7 gennaio 2008).
Fa veramente specie dover spiegare a Bassolino, come si farebbe con una persona poco intelligente o in cattiva fede, che le sue dimissioni servirebbero, come in ogni paese normale, a sostituire uno che non è stato oggettivamente capace di raggiungere un obiettivo con uno che vuol provarsi a raggiungere l’obiettivo. Si chiama principio di responsabilità, muove il progresso delle (altre) nazioni, e sta ai perpetui come una collana d’aglio al Conte Dracula.
34 risposte a “L'aglio di Bassolino”
Complimenti per la foto che correda la tua nota.Il favoloso Nosferatu di Herzog conosce il tempo che scorre sempre uguale e monotono.Il vampiro cerca disperatamente la felicità e la morte.Le dimissioni per fortuna appartengono ad altre epoche e ad altre culture.
oddio, non e’ solo Bassolino che dovrebbe dimittersi, ma anche tutta la squadra di assessori, consiglieri e capoccioni in genere che aveva voce, possibilita’ e responsabilita’ e non ha fatto nulla. E poi dovrebbero riassegnare in maniera trasparente la gestione dell’affare rifiuti a chi ha le competenze per farlo, con ridiscussione del mandato a seconda di metodi implementati e risultati ottenuti. Accountability, non farebbe male dar primo esempio di come funziona cacciando chi ha fallito il suo compito dopo 15 anni di mandato.
“Sento il dovere”. Tipica espressione del cuore retorico degli italiani peggiori. Il dovere non si sente, si ha. Qui la grammatica va a braccetto con l’etica. Bassolino: perché deve fare il politico a vita? Perché? Ma perché sente il dovere, è ovvio.
Bassolino, certo, se ne dovrebbe andare. Ma lui sente il dovere . . .
Ma, prima e dopo di Bassolino? Come la mettiamo? Ma avete mai parlato di questo con un Napoletano? Uno della Napoli bene, intendo. Quando gli si fanno questi ragionamenti, i Napoletani, anche quelli della Napoli bene, si offendono. Dicono che queste cose non succedono solo a Napoli. Che praticamente è una città come le altre.
Due morti a capodanno, perché qualcuno, anziché sparare fuochi d’artificio – pericolosi finché volete – sparava colpi di pistola verso le finestre. Uno a Napoli città e uno a Torre Annunziata. In casa, mentre uno (9 anni) brillava una stellina di natale, e uno (30 anni, moglie e un bambino) giocava in tavola a tressette.
Bassolino, certo, se ne dovrebbe andare. Non è stato capace. Ma che capacità ci vuole a dare un ordine sensato? Credete che Bassolino non fosse capace di dire: costruire un termovalorizzatore lì, lì e lì. Ma veramente credete che non serebbe stato più contento di riuscire a pulire Napoli? Che non l’abbia voluto fare per sadismo?
Ma com’è che Napoli e Caserta, con le rispettive province affogano nella monnezza, e Salerno molto meno? E Sorrento niente? e Capri niente? e Amalfi niente? e niente a Positano? A Torre del Greco e perfino a Pompei sono sommersi. Tutti in Campania, sotto Bassolino.
Il terremoto a Gemona, in Friuli, quando è stato? Certo prima del 1970. Tutto ricostruito da una vita. A Napoli i terremotati del 1980 sono ancora nelle roulottes o negli alberghi, a carico della comunità, e quelli a cui non toccava niente si sono arricchiti.
E’ il tessuto umano che è marcio.
Voglio vedere Gianni De Gennaro che sa fare: che PUO’ fare. Come il prefetto Mori che doveva risolvere la mafia.
Ma quella è Napoli. E chi non è contento, deve andarsene. Chi resta, è contento, e butta la monnezza alla strada.
Non siamo a Lisbona.
Da piangere.
Le dimissioni di Bassolino sarebbero un gesto nobile, ma non cancellerebbero l’immagine devastante che stiamo dando come paese. A Napoli e dintorni il problema dello stoccaggio dei rifiuti è un evento periodico e prevedibile, altro che emergenza. Quanto sta accadendo in Campania dimostra almeno tre evidenti e sgradevoli realtà. La prima è la colpevole assenza di programmazione e di gestione strategica, una incomprensibile indifferenza di fronte ad un disastro annunciato. La seconda l’inesistente coordinamento tra i diversi livelli di governo, ovvero la totale mancanza di sussidiarietà. Le amministrazioni, anzi, si accusano a vicenda. La terza il dominio assoluto degli interessi personali e il disprezzo per il bene comune. Picchetti davanti agli impianti di raccolta, roghi ai cumuli di rifiuti, stasera persino aggressioni a pompieri che cercavano di spegnerli. Poveri noi.
Le dimissioni di Bassolino sarebbero un gesto nobile, ma non cancellerebbero l’immagine devastante che stiamo dando come paese. A Napoli e dintorni il problema dello stoccaggio dei rifiuti è un evento periodico e prevedibile, altro che emergenza. Quanto sta accadendo in Campania dimostra almeno tre evidenti e sgradevoli realtà. La prima è la colpevole assenza di programmazione e di gestione strategica, una incomprensibile indifferenza di fronte ad un disastro annunciato. La seconda l’inesistente coordinamento tra i diversi livelli di governo, ovvero la totale mancanza di sussidiarietà. Le amministrazioni, anzi, si accusano a vicenda. La terza il dominio assoluto degli interessi personali e il disprezzo per il bene comune. Picchetti davanti agli impianti di raccolta, roghi ai cumuli di rifiuti, stasera persino aggressioni a pompieri che cercavano di spegnerli. Poveri noi.
Le dimissioni di Bassolino sarebbero un gesto nobile, ma non cancellerebbero l’immagine devastante che stiamo dando come paese. A Napoli e dintorni il problema dello stoccaggio dei rifiuti è un evento periodico e prevedibile, altro che emergenza. Quanto sta accadendo in Campania dimostra almeno tre evidenti e sgradevoli realtà. La prima è la colpevole assenza di programmazione e di gestione strategica, una incomprensibile indifferenza di fronte ad un disastro annunciato. La seconda l’inesistente coordinamento tra i diversi livelli di governo, ovvero la totale mancanza di sussidiarietà. Le amministrazioni, anzi, si accusano a vicenda. La terza il dominio assoluto degli interessi personali e il disprezzo per il bene comune. Picchetti davanti agli impianti di raccolta, roghi ai cumuli di rifiuti, stasera persino aggressioni a pompieri che cercavano di spegnerli. Poveri noi.
Le dimissioni di Bassolino sarebbero un gesto nobile, ma non cancellerebbero l’immagine devastante che stiamo dando come paese. A Napoli e dintorni il problema dello stoccaggio dei rifiuti è un evento periodico e prevedibile, altro che emergenza. Quanto sta accadendo in Campania dimostra almeno tre evidenti e sgradevoli realtà. La prima è la colpevole assenza di programmazione e di gestione strategica, una incomprensibile indifferenza di fronte ad un disastro annunciato. La seconda l’inesistente coordinamento tra i diversi livelli di governo, ovvero la totale mancanza di sussidiarietà. Le amministrazioni, anzi, si accusano a vicenda. La terza il dominio assoluto degli interessi personali e il disprezzo per il bene comune. Picchetti davanti agli impianti di raccolta, roghi ai cumuli di rifiuti, stasera persino aggressioni a pompieri che cercavano di spegnerli. Poveri noi.
Sono giorni che lo dico…
l’unica soluzione è Chuck Norris!
Io ho votato Bassolino facendo una scelta, quella che si fa esercitando il diritto/dovere del voto.
Lui ora dovrebbe dimettersi, esercitando il dovere che tutti i politici che non sono stati in grado di raggiungere un obiettivo dovrebbero esercitare…come avviene in tutti i paesi normali.
E se avesse ragione Bossi? L’unico modo di responsabilizzare chi opera è accettare le conseguenze delle proprie scelte, come cittadino, lavoratore, politico: federalismo in cui non si aspetta che altre Regioni risolvano i propri problemi, non si aspetta che altri prendano in casa loro i propri rifiuti.
riccaru
A Ricca’, non scherzare please.
il federalismo c’era prima di bossi…magari lui l’ha divulgato un po’ “ad minchiam”. Ma tanto non si fara’ mai in italia. Manco si applica quello che dice la costituzione sul regionalismo. Pero’ non dimentichiamoci, se bassolino si toglie dalle balle non lo fa solo federalisticamente in campania ma a livello nazionale…
Non sto scherzando, a parte ovviamente per la citazione di Bossi.
Mi riferisco per es. al federalismo di Carlo Levi in “Cristo si è fermato ad Eboli”.
E poi concordo con carcamanno, Bassolino si è dimostrato incompetente, cambi lavoro.
riccaru
@sandra: eh si riccardo ha proprio ragione. altro che scherzo!
quando vedi che non c’é nessuno che pensa a te inizi a fare qualcosa, per forza.
guarda come hanno utilizzato i fondi europei gli altri paesi.
se sei nella merda fino al collo e devi cavartela da solo
allora forse impari a sbrogliartela, ad utilizzare i fondi europei come dio vuole.
cosi si cresce.
l’unione europea nel suo piccolo cerca di educare le regioni (meno utilizzi i soldi che ti do, meno ne avrai)
il federalismo esiste da prima di Bossi, già prima dell’unità d’Italia.
Poi Bossi gli ha dato il suo tocco speciale (ad michiam appunto)
@sandra: eh si riccardo ha proprio ragione. altro che scherzo!
quando vedi che non c’é nessuno che pensa a te inizi a fare qualcosa, per forza.
guarda come hanno utilizzato i fondi europei gli altri paesi.
se sei nella merda fino al collo e devi cavartela da solo
allora forse impari a sbrogliartela, ad utilizzare i fondi europei come dio vuole.
cosi si cresce.
l’unione europea nel suo piccolo cerca di educare le regioni (meno utilizzi i soldi che ti do, meno ne avrai)
il federalismo esiste da prima di Bossi, già prima dell’unità d’Italia.
Poi Bossi gli ha dato il suo tocco speciale (ad michiam appunto)
@sandra: eh si riccardo ha proprio ragione. altro che scherzo!
quando vedi che non c’é nessuno che pensa a te inizi a fare qualcosa, per forza.
guarda come hanno utilizzato i fondi europei gli altri paesi.
se sei nella merda fino al collo e devi cavartela da solo
allora forse impari a sbrogliartela, ad utilizzare i fondi europei come dio vuole.
cosi si cresce.
l’unione europea nel suo piccolo cerca di educare le regioni (meno utilizzi i soldi che ti do, meno ne avrai)
il federalismo esiste da prima di Bossi, già prima dell’unità d’Italia.
Poi Bossi gli ha dato il suo tocco speciale (ad michiam appunto)
@sandra: eh si riccardo ha proprio ragione. altro che scherzo!
quando vedi che non c’é nessuno che pensa a te inizi a fare qualcosa, per forza.
guarda come hanno utilizzato i fondi europei gli altri paesi.
se sei nella merda fino al collo e devi cavartela da solo
allora forse impari a sbrogliartela, ad utilizzare i fondi europei come dio vuole.
cosi si cresce.
l’unione europea nel suo piccolo cerca di educare le regioni (meno utilizzi i soldi che ti do, meno ne avrai)
il federalismo esiste da prima di Bossi, già prima dell’unità d’Italia.
Poi Bossi gli ha dato il suo tocco speciale (ad michiam appunto)
1) Bassolino dovrebbe dimettersi (e anche la Jervolino ed altri) per il semplice principio di responsabilità così bene richiamato da Ivan
2) è però vero che il maggiore responsabile non è lui, e ha ragione in buona parte anche Omar Supio qui sopra. Leggetevi magari questo.
3) il problema però è risolvere il problema. Mi sono piaciuti questi interventi:
– Antonio Cavaliere
– Terenzio Longobardi
– Beppe Caravita sulle compensazioni
– Beppe Caravita sulla speranza di Napoli
Tanto adesso arrivera’ quelcuno che vi dara’ dei razzisti, e che non e’ colpa dei meridionali ecc ecc ecc.
Oramai in italia per dietrologie, berlusconismi, sospetti non e’ piu’ possibile esprimere dei pensieri intellettualmente onesti. I fatti sono che in 13 anni si sono bruciati 2 miliardi di euro. E questi i risultati. Basta?
L’ultima cosa a cui penso e’ di dare del razzismo a qualcuno. Il punto e’ che mentre l’Unione Europea pensa di mettere insieme anche i paesi dell’est, in Italia si pensa di farla a pezzi.
Ho creduto anche io che dividerla potrebbe risolvere i problemi. Puo’ darsi, in un paio di secoli (posso dirlo visto che sono calabrese). Se ti viene un cancro al braccio, tagliarlo ti salva la vita certo. Ma uno si puo’ chiedere se esistono soluzioni meno dolorose e anche piu’ rapide. Evidentemente si’, ma non c’e’ la volonta’.
Sandra scusa non era riferito a te, il mio era un discorso generale. Pero’ come vedi quando si parla di federalismo anche a te passa per la testa la parola “divisione”. Se le nostre menti non fossero inquinate forse dovremmo parlare di “responsabilizzare”.
Appunto sempre per l’inquinamento delle menti…sulle ragioni umanitarie che porta la UE ad annettere i paesi dell’est ho qualche dubbio. ciau
Carcama’, capisco i dubbi, ma per me vale comunque la pena. Parlo dell’Europa dell’Est. Uno puo’ pensare che alla fine succedera’ quello che e’ successo con l’Italia dopo l’unificazione. Comunque e’ un fatto positivo. Unire e’ meglio che dividere.
nessuno parla di dividere l’Italia, ne tantomeno farla a pezzi. Nessuno sta usando termini come “cancro” rispetto a Napoli o alla Calabria.
L’Italia non è l’unico stato che ha avuto problemi di aree meno sviluppate ed efficenti di altre, ma altri paesi hanno risolto o stanno risolvendo i problemi al contrario del nostro.
Evidentemente occorre cambiare politica; penso che il federalismo regionale, presente anche in altri stati europei, sia una possibilità da tenere presente.
Perché non può essere preso in considerazione come serio progetto di sviluppo?
Inoltre se non sbaglio un principio della legge sui rifiuti è quello dell’autosufficenza territoriale.
Riccarù
Eco dalle Città, la newsletter diretta da Paolo Hutter, lancia un’idea molto interessante, proponendo una tre giorni di solidarietà per superare l’emergenza rifiuti in Campania. Lo scopo è quello di ridurre i nostri rifiuti per far spazio alla “munnezza campana”.
Comunque la si pensi sugli inceneritori, comunque la si pensi su Bassolino, comunque la si pensi sui comitati, in Campania giacciono per le strade migliaia di tonnellate di rifiuti che da qualche parte dovranno essere conferiti. Inevitabilmente per buona parte di questi la destinazione immediata sarà un impianto di smaltimento o una discarica oltre i confini campani.
Secondo gli ultimi dati disponibili (Rapporto Apat 2006 – dati del 2005) ogni italiano produce in media 1.47 kg di rifiuti al giorno, 539 kg all’anno, per un totale di 31 milioni 677mila kg di rifiuti all’anno prodotti in Italia.
Se in tre giorni evitiamo di produrre 2 kg a testa di indifferenziato che va a finire in discarica, se lo facciamo in 10 milioni di italiani, risparmieremmo spazio per 20 mila tonnellate. Un contributo “dal basso” alla risoluzione della crisi, ma anche una sperimentazione collettiva. E un modo per migliorare l’Italia senza sacrifici, solo attraverso comportamenti personali virtuosi.
Per tre giorni impegnamoci a conferire la minor quantità possibile di indifferenziato. Separiamo come non abbiamo mai fatto e riduciamo al minimo i nostri rifiuti.
I tre giorni proposti sono sabato 12 domenica 13 lunedì 14. Ma si possono anche scegliere altre date, soprattutto a livello locale.
Proposte e adesioni vanno mandate a 2kgdimeno@ecodallecitta.it.
Eco dalle Città, la newsletter diretta da Paolo Hutter, lancia un’idea molto interessante, proponendo una tre giorni di solidarietà per superare l’emergenza rifiuti in Campania. Lo scopo è quello di ridurre i nostri rifiuti per far spazio alla “munnezza campana”.
Comunque la si pensi sugli inceneritori, comunque la si pensi su Bassolino, comunque la si pensi sui comitati, in Campania giacciono per le strade migliaia di tonnellate di rifiuti che da qualche parte dovranno essere conferiti. Inevitabilmente per buona parte di questi la destinazione immediata sarà un impianto di smaltimento o una discarica oltre i confini campani.
Secondo gli ultimi dati disponibili (Rapporto Apat 2006 – dati del 2005) ogni italiano produce in media 1.47 kg di rifiuti al giorno, 539 kg all’anno, per un totale di 31 milioni 677mila kg di rifiuti all’anno prodotti in Italia.
Se in tre giorni evitiamo di produrre 2 kg a testa di indifferenziato che va a finire in discarica, se lo facciamo in 10 milioni di italiani, risparmieremmo spazio per 20 mila tonnellate. Un contributo “dal basso” alla risoluzione della crisi, ma anche una sperimentazione collettiva. E un modo per migliorare l’Italia senza sacrifici, solo attraverso comportamenti personali virtuosi.
Per tre giorni impegnamoci a conferire la minor quantità possibile di indifferenziato. Separiamo come non abbiamo mai fatto e riduciamo al minimo i nostri rifiuti.
I tre giorni proposti sono sabato 12 domenica 13 lunedì 14. Ma si possono anche scegliere altre date, soprattutto a livello locale.
Proposte e adesioni vanno mandate a 2kgdimeno@ecodallecitta.it.
Eco dalle Città, la newsletter diretta da Paolo Hutter, lancia un’idea molto interessante, proponendo una tre giorni di solidarietà per superare l’emergenza rifiuti in Campania. Lo scopo è quello di ridurre i nostri rifiuti per far spazio alla “munnezza campana”.
Comunque la si pensi sugli inceneritori, comunque la si pensi su Bassolino, comunque la si pensi sui comitati, in Campania giacciono per le strade migliaia di tonnellate di rifiuti che da qualche parte dovranno essere conferiti. Inevitabilmente per buona parte di questi la destinazione immediata sarà un impianto di smaltimento o una discarica oltre i confini campani.
Secondo gli ultimi dati disponibili (Rapporto Apat 2006 – dati del 2005) ogni italiano produce in media 1.47 kg di rifiuti al giorno, 539 kg all’anno, per un totale di 31 milioni 677mila kg di rifiuti all’anno prodotti in Italia.
Se in tre giorni evitiamo di produrre 2 kg a testa di indifferenziato che va a finire in discarica, se lo facciamo in 10 milioni di italiani, risparmieremmo spazio per 20 mila tonnellate. Un contributo “dal basso” alla risoluzione della crisi, ma anche una sperimentazione collettiva. E un modo per migliorare l’Italia senza sacrifici, solo attraverso comportamenti personali virtuosi.
Per tre giorni impegnamoci a conferire la minor quantità possibile di indifferenziato. Separiamo come non abbiamo mai fatto e riduciamo al minimo i nostri rifiuti.
I tre giorni proposti sono sabato 12 domenica 13 lunedì 14. Ma si possono anche scegliere altre date, soprattutto a livello locale.
Proposte e adesioni vanno mandate a 2kgdimeno@ecodallecitta.it.
Eco dalle Città, la newsletter diretta da Paolo Hutter, lancia un’idea molto interessante, proponendo una tre giorni di solidarietà per superare l’emergenza rifiuti in Campania. Lo scopo è quello di ridurre i nostri rifiuti per far spazio alla “munnezza campana”.
Comunque la si pensi sugli inceneritori, comunque la si pensi su Bassolino, comunque la si pensi sui comitati, in Campania giacciono per le strade migliaia di tonnellate di rifiuti che da qualche parte dovranno essere conferiti. Inevitabilmente per buona parte di questi la destinazione immediata sarà un impianto di smaltimento o una discarica oltre i confini campani.
Secondo gli ultimi dati disponibili (Rapporto Apat 2006 – dati del 2005) ogni italiano produce in media 1.47 kg di rifiuti al giorno, 539 kg all’anno, per un totale di 31 milioni 677mila kg di rifiuti all’anno prodotti in Italia.
Se in tre giorni evitiamo di produrre 2 kg a testa di indifferenziato che va a finire in discarica, se lo facciamo in 10 milioni di italiani, risparmieremmo spazio per 20 mila tonnellate. Un contributo “dal basso” alla risoluzione della crisi, ma anche una sperimentazione collettiva. E un modo per migliorare l’Italia senza sacrifici, solo attraverso comportamenti personali virtuosi.
Per tre giorni impegnamoci a conferire la minor quantità possibile di indifferenziato. Separiamo come non abbiamo mai fatto e riduciamo al minimo i nostri rifiuti.
I tre giorni proposti sono sabato 12 domenica 13 lunedì 14. Ma si possono anche scegliere altre date, soprattutto a livello locale.
Proposte e adesioni vanno mandate a 2kgdimeno@ecodallecitta.it.
Sorry, già differenzio al mio meglio.
Mah…io pensavo che la raccolta differenziata fosse un “valore acquisito”.
Sandra, poiché siamo europei, abbiamo un modello di cittadino europeo, un insieme circoscritto di qualità che ciascuno può declinare secondo la cultura cui appartiene Possiamo descriverlo: consapevole dei suoi diritti e dei suoi doveri, aperto al dialogo, rispettoso delle leggi, responsabile per le proprie cose e per i beni comuni, partecipe della vita e della cosa pubblica. Questi sono solo alcuni aggettivi, quelli che vengono in mente, e piacciono, a me. Pensare che altri come voi consapevolmente oppure senza pensarci troppo possano essere d’accordo mi permette di camminare per Pordenone, Napoli, Copenhagen con la stessa idea, lo stesso orizzonte: per questo mi posso permettere di dire al militare del sud di raccogliere la ricevuta del bancomat che ha appena buttato per terra, senza pensare di umiliarlo, o educarlo. Anzi, senza neppure pensare che questa mia azione possa essere un problema per qualcuno. Non c’è razzismo quando si riporta qualcuno a un dovere comune.
In Campania ci sono i rifiuti tossici (e radioattivi) dentro le “ecoballe” e nelle discariche della camorra. Meglio, non si sa esattamente cosa c’è dentro. Vi rendete conto? E’ così che la camorra fa i veri soldi, non con l’affitto di qualche terreno. Da Napoli vengono mensilmente inviati vagoni di spazzatura in Germania perché da anni i napoletani non sanno come fare altrimenti. Ma la Germania NON vuole le “ecoballe”. L’inceneritore di Terni le aveva prese ed è rimasto fermo 2 anni perché aveva inquinato tutto il territorio di sostanze radioattive. Ditemi voi se e come De Gennaro può risolvere un problema che neppure la Germania, pur pagata (basterebbe 1 mld e mezzo di euro…), si sente in grado di affrontare. Stiamo assistendo a un’altra recita natalizia. E mi permetto di sostenere che una parte di colpa ce l’hanno coloro che in cambio di un posto di lavoro hanno permesso che gli inquinassero anche l’acqua: si sono girati dall’altra parte, il loro lamento ora mi lascia freddo.
In effetti spesso decantiamo tanto la stabilità politica raggiunta nella Seconda Repubblica con Governi ed Enti locali solidissimi, sicuramente per buona parte un bene per il Paese. Dimentichiamo però di analizzare a fondo la questione, dando i meriti di ciò esclusivamente alle leggi elettorali, tralasciando il fatto che una delle cause primarie di ciò è l’abbassamento del senso di responsabilità di politici e amministratori nei confronti dell’elettorato.
Non sono solidale per nulla con i campani, che incominciano ad aver rispetto dello stato prima di tutto e poi ad aver rispetto di loro stessi.
Incominciano a mandare a quel paese chi fa soldi sulle loro vite, politici e non (vedi camorra)!!!!!
Un esempio lampante che mi e’ rimasto impresso nella memoria e l’alluvione che ha colpito alessandria, bene li vedevo le persone comuni darsi da fare con pale e badili per pulire dal fango le loro cose, mentre in quel paesino alle spalle di napoli dopo la frana e nonostante abbiano costruito abusivamente a pochi passi dal torrente, erano tutti li con le mani fermi ad aspettare l’aiuto dello stato.
E li che noto le differenze di un popolo un po strafottente, sarebbe ora che incominciano a lavorare per loro stessi!!
Soprattutto per loro stessi.