Domani si riunisce la commissione Statuto per la seconda volta in plenaria. Quest’oggi su L’Unità è uscito questo mio articolo.
E il futuro del Pd s’incagliò nello Statuto
Ho ricevuto l’ultima bozza del documento che il Comitato di Redazione che sta materialmente redigendo lo Statuto del Partito Democratico sottoporrà alla Commissione nella riunione plenaria di sabato prossimo, 12 gennaio. E’ una bozza che molto mi preoccupa, e non solo per i nodi ancora da sciogliere e le spinte a ricreare una forma-partito quanto più strutturata e potente possibile. Il tentativo di creare un partito leggero, privo di di nomenklature, basato sul consenso degli elettori invece che sulla gestione del potere da parte di un apparato strutturato è messo gravemente in pericolo dalle medesime nomenklature che – in maniera anche comprensibile, dal loro punto di vista – non intendono in alcun modo cedere spazio.
Così, mentre un nero ed una donna si contendono la candidatura a presidente degli Stati Uniti grazie ad un sistema in cui i partiti sono poco più che comitati elettorali destinati praticamente a sciogliersi dopo ciascuna elezione, da noi un ceto politico immutabile fatto sostanzialmente di sessantenni (quelli che io chiamo i “perpetui”: tutti maschi, tutti bianchi, tutti religiosissimi o in cerca di spiritualità, tutti perfettamente abili e, ça va sans dire, tutti sedicenti eterossuali) si gioca, con discrete probabilità di vittoria, la sua battaglia per la conservazione del posto e per l’occupazione delle istituzioni. Non deve stupire, in un paese, l’Italia, gestito da una classe politica giurassica, dove – in barba ad ogni elementare principio di responsabilità – il presidente di una regione sepolta dai rifiuti può essere ospitato in prima pagina su uno dei maggiori quotidiani nazionali per spiegare che ha fallito su tutta la linea e che quindi non si dimetterà.
Ma il problema non sta solo nella prevedibile resistenza degli apparatchiki. Il problema è che la bozza di statuto che il Comitato di Redazione ha partorito per la nostra discussione di sabato disegna un partito vecchio, farraginoso, obsoleto, anche lui totalmente indifferente al fatto che questo Partito ha l’età di un bambino appena nato e che – come un neonato – ha molto più bisogno di prospettive e di speranze che di un pignolissimo regolamento condominiale. E’ brutto da leggere, peraltro, il nuovo statuto. Avevo chiesto, nella prima e unica riunione della commissione tenutasi finora, che il partito fosse semplice, che si desse dei tempi compatibili coi tempi della vita dei propri aderenti, che fosse basato anche nella quotidianità sul rispetto dell’altro, e che parlasse una lingua certamente non piatta ma semplice, comprensibile. “Scrivete lo statuto nella lingua della nostra Costituzione”, avevo chiesto, “che la Costituzione del 48 può leggerla ed amarla anche un adolescente”. E invece la bozza è scritta in una lingua circonvoluta, da iniziati, piena di termini perentori messi là solo per normare minuziosamente lo svolgimento di interminabili catene di atti di ordinaria burocrazia e la tessitura di efficientissime reti finalizzata alla paralisi operativa.
Lo Statuto si poi è dimenticato della rete. Insieme al gruppo de “iMille” (www.imille.org), avevo sottoposto al Comitato di Redazione un primo emendamento che prevedesse che le sezioni del Partito Democratico potessero essere costituite non solo sul territorio, ma anche on-line e che se proprio iscritti dovessero esserci, che ci si potesse iscrivere al PD anche aderendo ad una sezione on-line. Avevo poi suggerito che il PD si dotasse di un “Sistema per la partecipazione” che, utilizzando tutti gli strumenti messi a disposizione dalla rete, consentisse il massimo dell’interscambio di idee ed informazioni all’interno del partito. Di questi due emendamenti non è rimasta traccia. Qui credo si siano sommate sia la forza di chi sostiene l’idea del partito come di un’entità tutta territoriale e basata su un micro consenso locale e sia la totale indifferenza alla rete e alle sue potenzialità presenti e future da parte della politica italiana. Fatto sta che il bambino nasce nel 2008, e, senza che nessuno se ne stupisca, si dota per il futuro di una carta fondamentale che non parla della rete e del web, se non in modo estremamente marginale. Normale, nel paese dei Perpetui.
Come normale è, per il paese dei perpetui, indicare nello Statuto la costituzione di un’organizzazione giovanile senza definire chi siano i giovani: la tecnica perfetta per impedire ogni ricambio generazionale per l’eternità e riservare ai nostri sessantenni e settantenni la gestione del potere fino all’intervenuta estinzione biologica. Con quest’organizzazione giovanile, i nostri giovani (si immagina anche gente di trentacinque anni, gente perfettamente in grado di gestire una multinazionale, per capirci, o di fare il primo ministro in paesi non lontani dal nostro) avranno un perfetto kinderheim nel quale sfogare i loro bollenti spiriti e i loro desideri di innovazione, lasciando il campo libero agli adulti, che sanno come si fa il lavoro. E lo stesso vale per le donne, che non avevano uno spazio nella primissima bozza, ma che invece sono state promosse ad avere una “Conferenza permanente” di genere nelle bozze successive: anche loro, che restino ai loro ministeri senza portafoglio, mi raccomando, e che non disturbino il maschio manovratore anche quando parla a vanvera della vita delle donne, vedi legge 194.
Chi invece non è degno di una conferenza permanente sono i gay, le lesbiche, i bisessuali e i transessuali del PD. Di loro non si parla mai, in nessuna bozza, né in quelle della Commissione Statuto, né in quelle della Commissione Valori. Per loro si è scelta la strategia mussoliniana, (oggi assai in voga anche nell’Iran di Ahmadinejad) per la quale, semplicemente, i gay non esistono e come tali non meritano nemmeno di essere nominati. Come i bambini, del resto, cui un gruppo di autorevoli persone sta chiedendo – senza il minimo ascolto da parte dei miei colleghi – che sia attribuito il diritto di voto (www.unatestaunvotoancheperibambini.org), mediante delega ai genitori, nella speranza, magari anche un po’ utopistica, che questo faccia della politica una cosa un po’ più permeata di speranze e di senso del domani. Ma, ad oggi, questo è uno Statuto che corre il rischio di chiudere invece di aprire, di tutelare le rendite di posizione invece che diluirle, che sembra voler più fotografare il presente, per quanto sgradevole sia, che progettare il futuro. Condivido con i miei 99 colleghi, non c’è che dire, una grande responsabilità: speriamo bene.
36 risposte a “Commissione Statuto, 2”
mmmmmm….
Mi pare del tutto conseguente al Manifesto dei Valori: una vaccata pazzesca. Non si può dire che non siano coerenti.
Mi pare del tutto conseguente al Manifesto dei Valori: una vaccata pazzesca. Non si può dire che non siano coerenti.
Caro Ivan, condivido la rabbia e la delusione che traspare da queste righe. Ma non mollare, per favore.
E, se puoi, facci sapere i nomi di questi geni della redazione. Anche questa è accountability, o no?
Oh: in ultima pagina….per farsi notare di più! Arrivata alla pagina ‘sport’ ho temuto che nella mia copia non l’avrei trovato! Comunque, ci si è ‘dimenticati’ delle sezioni on line, del partito leggero, della semplicità, del rispetto, della partecipazione…la Costituzione è un ricordo di pochi, di conseguenza. Invece dei GLBT non ci si è ‘dimenticati’, perchè si è stabilito che non esistono. Va bene? ‘Dimenticarsene e far finta che non esistano’ sono sport molto praticati. Anche dal PD. Sì: bisogna fare casino – contiamo su di te senza alcun dubbio – perchè non se ne può più.
Scalfa è la tua occasione dacci dentro.Il nuovo sei tu.Adinolfi è in videoconferenza con Ferrara e il Papa.Gli altri candidati a segretario PD erano politici navigati.Non ti arrendere.Trova forme di dissenso anche clamorose.Chiama in aiuto il popolo italiano,non ce la facciamo piu’.Ricordati:unità nazionale,diritti civili come in Europa,liberalizzazioni.Il tutto con un partito moderno fatto di sezioni territoriali e di rete.In bocca al lupo.Se hai bisogno chiamaci verremo tutti.
Il Papa alla Sapienza non sia mai.Opponiti.Opponiti.Opponiti.Bastaaaaaaaa.Nessun laico partecipi a questo processo medievale al sapere.Indici una controconferenza.Fai qualcosa.Mobilita la rete.Facciamoci sentire.Il sindaco di Roma nonchè segretario del PD deve pretendere che il pontefici chieda scusa per quello che ha detto su Galileo.Mussi non deve presenziare.Tutta l’Italia libera si ribelli a questa vergogna.
Il lato oscuro si avvicina Luke….
Caro Ivan, ho ripreso il tuo articolo anche nel mio blog. Ottimo lavoro, continua così. M
Bravo Ivan. Sempre attento e puntuale.
Caro Ivan, io spero che il nostro Partito Democratico non sia un partito americano che come dici tu è una sorta di comitato elettorale, ma sia qualcosa di ben radicato e visibile nella società, partecipato, vissuto. Non un partito leggero, ma un partito che richieda presenza e partecipazione ai suoi militanti ma che permetta anche una partecipazione più distaccata a chi non se la sente di impegnarsi tanto.
Partecipazione, radicamento, sono concetti vecchi, da nomenklatura!? Io voglio che le sezioni del Pd siano aperte e che dentro si parli di politica, non voglio una cosa del tipo abbiamo vinto ci rivediamo tra 5 anni a scegliere la nuova guida.
Quanto alla rete, la vedo come un mezzo per raggiungere più persone, ma non credo si possa concepire come a sè stante. Uno la politica la deve fare nel posto in cui vive, nella propria zona nella propria città, non solo nei blog!
Passa a trovarci ;-), http://pdgiovanimb.splinder.com
Perché stupirsi. Era chiaro fin dall’inizio che il PD era è e sarà la solita vaccata all’italiana. Non si fa il nuovo con il vecchio. Né ci sarà mai vero progresso dando spazio a visioni clericali della vita.
Che bello, ma c’è Ferrara anche domani?
Ivan, devi avere il coraggio di uscire da quell’organizzazione del male e formare una nuova realtà politica.
Se fra poco non ti dimetterai come davvero puoi chiedere le dimissioni di un bassolino qualsiasi?
Qui non stiamo parlando di alcune differenze d’impostazione. Qui vi stanno proprio raggirando. Non c’è una cosa che vada nella direzione tracciata inizialmente.
Ah bè, c’è da redigere lo Statuto e come abbandonare la nave adesso?
OK. Vediamo quello che esce dallo Statuto e poi sentirò le tue motivazioni a continuare a rimanere dentro il PD (perchè già lo so che ci rimarrai). Attento che il discorso di bassolino me lo sono salvato e sarò pronto a confronti…
Scusa la mia vena polemica ma è veramente allucinante continuare a vedere questo stillicidio masochistico. Certe volte sembra che qualcuno ci goda a farsi trattare così.
E’ davvero un peccato vedere la tua mente sprecata così.
Sei emigrato ma continui a volerti far del male nella patria natia.
Propongo di chiedere a Veltroni di espellere il Comitato di Redazione dello Statuto del partito. Via tutti, compresi la Binetti e Bassolino!
Caro Ivan sottoscrivo ogni parola del tuo intervento. Purtroppo, però, temo che le cose andranno male. Ciò che è accaduto oggi alla commissione Manifesto conferma che siamo di fronte a politici che non hanno più nulla da dire e da fare se non danni. Hanno fatto entrare Ferrara! Un provocatore della peggior specie, e Veltroni e Reichiln ne fanno un interlocutore politico. Per non dire dell’offesa a tutti gli elettori delle primarie a cui vengono lesinate le informazioni su quanto si discute nella commissione Manifesto perchè di fatto non sono degni e all’altezza per comprendere gli alti pensieri di cui loro sono portatori. Siamo veramente alla frutta.
Caro Ivan,
è la prima volta che scrivo sul tuo blog anche se ti seguo da quando ti sei candidato alle primarie. E, pur vivendo a Bruxelles, seguo con molta attenzione – e preoccupazione – tutto quello che sta succedendo in Italia e nella politica italiana. Come la grande maggioranza di chi segue questo forum, sono anch’io sempre più pessimista sull’evoluzione della situazione, malgrado avessi sperato che il Partito Democratico potesse smuovere un po’ le acque e dare una vera svolta alla politica italiana.
Putroppo tu mi confermi che, come del resto traspare dalla lettura quotidiana dei giornali (anche oggi su Repubblica un articolo sul tentativo dei laici del PD di riaffermare il tanto vituperato principio di laicità, che dovrebbe essere self-evident in uno stato democratico, ma tant’ è..), tutte le peggiori previsioni negative si stanno avverando….Veltroni sinceramente mi spiazza: a volte mi sembra qualcuno molto in gamba, forse l’unico che possa essere se non nuovo, almeno in grado di cambiare le cose (o di provarci); altre volte dice delle banalità tali (la storia di Veronica Lario !) o prende delle posizioni (difendere immediatemente la Iervolino e Bassolino, dire una cosa e poi il suo contrario, comme sulla legge elettorale) che non capisco se c’è o ci fa….tu che lo conosci personalmente, che dici?
Io non so come fai a non mandare tutti a quel paese (devi essere una persona molto paziente, ma forse hai un ‘training’ particolare a causa del tuo lavoro :-), comunque grazie di farlo, continua a lottare finché puoi, e sappi che tante persone come me ti stimano moltissimo per questo…ci vorrebbero tanti Scalfarotto nella politica italiana, e allora forse si’ che cambierebbe qualcosa…come vedi tutte le speranze non le ho perse!
In bocca al lupo, e continua cosi’
A presto,
Laura
Insomma hanno già creato i due ghetti: giovani e donne. Via dal ponte di comando, giù in coperta a non distrubare i manovratori. Meno male che alle Primarie ho versato un solo euro. Soldi buttati, per un partito che non voterò. Quantomeno la perdita è irrisoria.
Io lo dicevo che bisogna creare un partito per gli under-50. Il resto è tutto tempo perso.
Ciao Ivan, ho letto l’articolo su l’Unità. Me lo ha segnalato Carlo “Pennarossa”.
Molto bello… speriamo che le tue idee, quelle di Adinolfi e di altri che la pensano come noi riescano anche ad avere spazio all’interno della Commissione, e del PD in generale.
Nel nostro piccolo continuiamo a fare il possibile.
Ciao
non mollare, ivan.
Ottimo articolo di Piergiorgio Odifreddi su Repubblica di oggi:
http://www.uaar.it/news/2008/01/11/nuovo-intervento-odifreddi-repubblica/
@Andrea,
sara’… a me quella di Odifreddi sembra l’ennesima risposta in questo eterno ping pong sulla 194, costruito dal nulla su provocazioni, polemiche e dichiarazioni offese da una parte e dall’altra fino a farla diventare reale e gigantesca, inutilmente.
A me invece sembra puntuale ed efficace…
@Francesco
puntuale ed efficace per continuare a discutere su una argomento nato dal nulla (qualcuno degli italiani ne sentiva l’esigenza?), ingigantirlo a piu’ non posso e non concludere niente come al solito. Contenti voi…
@Francesco
puntuale ed efficace per continuare a discutere su una argomento nato dal nulla (qualcuno degli italiani ne sentiva l’esigenza?), ingigantirlo a piu’ non posso e non concludere niente come al solito. Contenti voi…
@Filippo
Non mi pare, quello di Odifreddi, un intervento che ha come tema l’aborto; piuttosto affronta ancora una volta il tema della laicità, ateismo, fede, religione e politica.
La richiesta con cui termina l’articolo è commovente tanto semplice e utopistica, visto lo stato delle cose: chiedere che i politici non si inginocchino davanti al papa..
Purtroppo mi verrebbe da dire “come volevasi dimostrare” ma la rivoluzione no eh? Questo paese con questa classe politica è destinato ad una lenta e triste agonia…la rivoluzione no eh?? magari anche violenta… no eh??
Ciao,
vi segnalo questo tentativo di Denuncia, Analisi, Sintesi, Azione nel post su
http://www.lbunder40.ilcannocchiale.it
per l’incontro con Peter Gomez il prossimo 6 febbraio a Garbatella.
Ciao
Fab
Ciao,
vi segnalo questo tentativo di Denuncia, Analisi, Sintesi, Azione nel post su
http://www.lbunder40.ilcannocchiale.it
per l’incontro con Peter Gomez il prossimo 6 febbraio a Garbatella.
Ciao
Fab
Il nuovo partito somiglia tanto alla fusione tra il PSi e il Psdi del 1966. Peccato che durò meno di tre anni…
Anche a livello locale i vecchi segretari di sezione stanno facendo i furbi. Vogliono tutti essere confermati.
Questo partito puzza tanto di vecchie maniere. Ha ragione la Marina Salomon, mi spiace dirlo.
Il nuovo partito somiglia tanto alla fusione tra il PSi e il Psdi del 1966. Peccato che durò meno di tre anni…
Anche a livello locale i vecchi segretari di sezione stanno facendo i furbi. Vogliono tutti essere confermati.
Questo partito puzza tanto di vecchie maniere. Ha ragione la Marina Salomon, mi spiace dirlo.
non mollare ti seguo…
Ma dai, non mi dire! La nomenKlatura non si fa da parte ed il nuovo non avanza. Sei intelligente, non dirmi che ci avevi creduto. Non cambierà nulla anzi, vedremo la casta del partito raffrozata dall’alleanza dei due apparati che si fondono.
C’è un’ oligarchia che decide tutto per tutti e una dissidenza volenterosa, motivata, capace, che nonostante il consenso della base rimarrà sempre marginale. Come un’onda, che pur nell’impeto della burrasca, si infange sempre sullo scoglio per ritornare nel mare.
Il PD è ogni giorno che passa sempre più l’iconografia di quello scoglio. Come si può fare per spazzare via tutte quelle cozze che stanno lì avvinghiate e non lo mollano?
Partecipare, certo, ma come, dove e con chi? Scusa, ma mi sai che stai nel posto sbagliato. Perchè semmai qualcosa arriverà a scompaginare questo equilibrio di casta, arriverà da fuori, forse con esiti imprevedibili, ma non certo per caso.
Il PD, che nasce con l’obiettivo ambizioso del rinnovamento, ci dà invece la conferma che l’autorigenerazione dei partiti è impossibile. Sia a livello nazionale, che a livello locale, la classe dirigente è ancora tutta lì con le stesse facce, la stessa cultura e le stesse prerogative di sempre.
Anzi peggio. Da quando il PD e stato fondato si sente solo la voce della Binetti, protagonista indiscussa, nel bene e nel male, della scena politica. Lascia interviste quotidiane sui gay, pontifica contro l’aborto, vota contro il governo in parlamento e per un pelo non rischia di affondarlo. E Veltroni cosa fa? Invece di infuriarsi e dare una rotta inequivoca al partito, scrive sulla stampa una specie di tenero sermone, per dire, quasi impaurito, che la Binetti “sbaglia”.
Ma dov’è è il PD? Qual’è, se c’è, la sua anima? Quali sono i valori sui quali si basa la propria azione politica?
Al momento, il partito sembra annichilito dal protagonismo integralista della senatrice e pare totalmente incapace di una reazione energica, perentoria, inequivoca.
Il segretario è talmente concentrato a tendere una mano a Berlusconi, che pare avere lasciato il timone nelle mani della senatrice teodem.
E’ questo il nuovo che avanza? Addirittura in questi giorni si parla di ridiscutere la legge sull’aborto, per non parlare della convergenza del partito sull’idea che le religioni debbeno avere una valenza pubblica. Alla faccia della laicità.
C’è davvero motivo per guardare con grande nostalgia al PCI di Berlinguer.
Ma dai, non mi dire! La nomenKlatura non si fa da parte ed il nuovo non avanza. Sei intelligente, non dirmi che ci avevi creduto. Non cambierà nulla anzi, vedremo la casta del partito raffrozata dall’alleanza dei due apparati che si fondono.
C’è un’ oligarchia che decide tutto per tutti e una dissidenza volenterosa, motivata, capace, che nonostante il consenso della base rimarrà sempre marginale. Come un’onda, che pur nell’impeto della burrasca, si infange sempre sullo scoglio per ritornare nel mare.
Il PD è ogni giorno che passa sempre più l’iconografia di quello scoglio. Come si può fare per spazzare via tutte quelle cozze che stanno lì avvinghiate e non lo mollano?
Partecipare, certo, ma come, dove e con chi? Scusa, ma mi sai che stai nel posto sbagliato. Perchè semmai qualcosa arriverà a scompaginare questo equilibrio di casta, arriverà da fuori, forse con esiti imprevedibili, ma non certo per caso.
Il PD, che nasce con l’obiettivo ambizioso del rinnovamento, ci dà invece la conferma che l’autorigenerazione dei partiti è impossibile. Sia a livello nazionale, che a livello locale, la classe dirigente è ancora tutta lì con le stesse facce, la stessa cultura e le stesse prerogative di sempre.
Anzi peggio. Da quando il PD e stato fondato si sente solo la voce della Binetti, protagonista indiscussa, nel bene e nel male, della scena politica. Lascia interviste quotidiane sui gay, pontifica contro l’aborto, vota contro il governo in parlamento e per un pelo non rischia di affondarlo. E Veltroni cosa fa? Invece di infuriarsi e dare una rotta inequivoca al partito, scrive sulla stampa una specie di tenero sermone, per dire, quasi impaurito, che la Binetti “sbaglia”.
Ma dov’è è il PD? Qual’è, se c’è, la sua anima? Quali sono i valori sui quali si basa la propria azione politica?
Al momento, il partito sembra annichilito dal protagonismo integralista della senatrice e pare totalmente incapace di una reazione energica, perentoria, inequivoca.
Il segretario è talmente concentrato a tendere una mano a Berlusconi, che pare avere lasciato il timone nelle mani della senatrice teodem.
E’ questo il nuovo che avanza? Addirittura in questi giorni si parla di ridiscutere la legge sull’aborto, per non parlare della convergenza del partito sull’idea che le religioni debbeno avere una valenza pubblica. Alla faccia della laicità.
C’è davvero motivo per guardare con grande nostalgia al PCI di Berlinguer.
Scusate, a proposito di PD e di legge elettorali di Veltroni, qualcuno mi spiega questa notizia?
Io ho capito soltanto che non si torna alle preferenze, unica condizione invece secondo me dirimente per mantenere l’assenza di vincolo di mandato ai parlamentari…
http://www.repubblica.it/2008/01/sezioni/politica/legge-elettorale-13/bozza-discussione/bozza-discussione.html
Francesco
Caro Ivan,
sto cercando di capire come il partito democratico si stanno riorganizzando a livello territoriale nella zona di Como.
Ecco cosa ho potuto osservare:
– L’organizzazione in essere è, come giustamente osservi, totalmente occupata dalla generazione di 60enni, con un modus operandi maturato da decenni di militanza… Hanno prassi consolidate, conoscono i vecchi candidati e militanti. Sono conosciti a livello locale e sono sicuri che il loro, in fin dei conti, è il miglior modo di gestire le cose.
– Questi stessi sono offesi dalla mancanza di “adesione” di giovani e donne… i quali (scandalo!) si rifiutano di venire a frotte alle riunioni di partito. Ovviamente le stesse riunioni, nelle stesse modalità e con le stesse persone che, immutate nei contenuti, si svolgono da anni…
– Il tentativo in atto è “cercare persone nuove” (le donne, i giovani…) MA stando attenti a “mantenere una rappresentatività locale” (e, quindi, un tot di militanti della vecchia ora, un tot di sindacalisti, un tot di amministratori locali, etc.). Rimarrà qualche casella?
– Le sedi centrali degli ex-DS diffondono regolamenti pignoli e burocratici (e mai messi in discussione) su come formare le rappresentanze locali del PD.
– Mi è arrivata voce che le future sedi PD si chiameranno “CIRCOLI”: ti prego, dimmi che non è così!!! Ma dobbiamo proprio copiare dalla Brambilla?!?
– Le sedi centrali degli ex-DS sono restie ad iniziative innovative. So, ad esempio, che rifiutano di consegnare gli elenchi di chi ha votato alle primarie alle sedi periferiche, per permettere di ricontattare quei cittadini che si sono recati a votare lo scorso ottobre. [n.d.r. Perché in occasione delle primarie non c’è stata un’esplicita richiesta di raccogliere le mail di chi fosse interessato alla futura attività del PD? Le potenzialità di Internet, come al solito, sono ignorate dalla vecchia guardia…]
– Persone che sarebbero interessate a partecipare a questa fase relativamente “fluida” della creazione del PD, stentano a trovare una qualsivoglia collocazione in questo processo…
Saluti,
Paola
P.S.
Ti prego, resisti! Se persone come te se ne vanno dal comitato per lo Statuto, non c’è proprio più speranza…
Paola, avete provato ad aderire reclamando primarie aperte per la selezione di candidati e dirigenti di sezione?