“Il Papa non è stato sconfitto. Ho compiuto un gesto di grande delicatezza verso il Paese e nei confronti del governo Prodi. Perché se fosse andato all’Università e si fossero avute le contestazioni, il governo sarebbe stato responsabile – oltre che della monnezza nazionale – anche di questa vergogna internazionale.
E’ poi la grande vittoria del popolo del popolo dell’Unione. I 67 professori della Sapienza che hanno promosso la contestazione al Pontefice sono quasi tutti del Pidì o simpatizzanti. Infatti, né Prodi né Veltroni hanno espresso una condanna. E ora possono legittimamente far festa nel loft del Pd con gli Odifreddi e i Rusconi.
Una curiosità: che cosa ci faccia la sopranumeraria dell’Opus Dei Paola Binetti in siffatta compagnia? Mi ritornano in mente le parole di Pio XI quando disse che “Per il Bene della Chiesa tratterei anche col Diavolo”.
43 risposte a “Cossiga dixit”
Vedi Ivan, francamente non riesco proprio a capire. Forse per opportunità politica era meglio che Ratzinger arrivasse alla Sapienza senza l’ombra di una contestazione, magari facendo la sua solita ramanzina anche ai docenti e agli studenti dell’Università. Indubbiamente la real politik del PD tutto – vecchi e giovani – avrebbe ringraziato. Ma siamo così sicuri che una tale “vittoria” non sarebbe stata “di Pirro” almeno tanto quanto lo è stata l’aver ottenuto l’annullamento della visita? I Mille si stracciano le vesti e parlano di “oscurantismo”, di Università che non garantisce più il confronto dei saperi e che non consente la manifestazione delle diverse idee e del dissenso, e non mancano evocazioni di crani frantumati e barricate sulle strade. A me pare che, seguendo le strumentalizzazioni della politica e il servilismo della carta stampata e dei tiggì, si stia perdendo veramente il lume della ragione. Il discorso, invece, è molto semplice: il Papa è stato invitato, diversi docenti hanno espresso, sia prima che dopo l’invito, il proprio legittimo dissenso e alcuni gruppi di studenti hanno chiesto di ottenere degli spazi dove manifestare la propria protesta. Il Papa, che evidentemente crede di poter disporre del territorio dello Stato Italiano come di quello Vaticano, ha deciso di annullare la visita dopo che gli è stato fatto presente che avrebbe potuto ricevere, al massimo, qualche pernacchia e qualche insulto scomposto. Nessuna minaccia, ovviamente, per la sua sicurezza: d’accordo che la sinistra è masochista, e quelli di estrema di sinstra rasentano l’idiozia tafazzista, ma nessuno, veramente nessuno, ha voglia di rivivere a breve il senso di nausea del “santo subito”. Perchè e per come, in tutto questo, lo stesso Veltroni ravvisi i segni di “una sconfitta della cultura liberale e di quel principio fondamentale che è il confronto delle idee ed il rispetto delle istituzioni”, non è dato sapere.
Il Papa avrebbe preferito che il dissenso non si manifestasse. Curioso questo erede di Cristo in terra che, di fronte alle difficoltà, alle divisioni ed anche alle derisioni, decide di voltarsi dall’altra parte. Un po’ come quando celebra messa. D’altronde, è ben difficile dialogare con qualcuno che ti gira le spalle. Se, dunque, è quantomeno inusuale come erede di Cristo, non possiamo aspettarci che sia un campione del dialogo e, perciò, nessuna sorpresa di fronte alla sua rinuncia.
I laici hanno perso? No, i laici hanno vinto. I cittadini si sono confrontati e hanno dialogato, a volte anche aspramente, come spesso capita in democrazia e come, per fortuna, succede ancora in molte Università. E a Ratzinger questo non piace. Tuttavia, la vittoria per la laicità non consiste nella rinuncia di Ratzinger, ma nell’esercizio libero del confronto, nell’ottenimento di spazi ove esprimere il dissenso, nella possibilità di dire: “io non sono d’accordo”. Se a Benedetto XVI tutto questo non garba, affari suoi. Non credo che se a rifiutare fosse stato Ahmadinejad saremmo ancora qui a discuterne. E non penso che, in una tale eventualità, Veltroni avrebbe parlato di una “sconfitta per la cultura liberale”. Ma è solo una fantasiosa opinione, per carità. Forse l’avrebbe detto lo stesso.
@Fabio
chi ha usato il termine “oscurantismo” sono stato io, a nome mio. Riconosco che “oscurantismo” non e’ un termine felice per l’idea che volevo esprimere -non si impedisce a qualcuno di parlare solo perche’ non se ne condividono le idee, vale per il Papa come per noi-. Perdonami l’imprecisione dovuta alla fretta. La prossima volta cerchero’ di trovare piu’ tempo per i commenti.
D’accordo, ora tocca al dibattito sulla “brutta figura internazionale”. Ma di questo si occupano soprattutto i giornali. il papa ha perso un’occasione per creare scompiglio e ne ha guadagnata una per riflettere sui sentimenti che provoca. Ora gli tocca scegliere se fare il martire censurato (chi gli crederà?) oppure avviare un confronto più misurato col mondo. Quest’ultima opzione dovrebbe risultargli più conveniente.
Filippo, è indifferente, a mio avviso, chi e perchè abbia utilizzato il termine oscurantismo. E continuo a dire che in una Università pubblica è del tutto legittimo, lecito e persino sacrosanto protestare contro la presenza di un capo di stato straniero, autorità religiosa e, per giunta, monarca assoluto che, un giorno sì e l’altro pure, offende, insulta e stigmatizza milioni di persone. Peraltro, nessuno gli ha concretamente impedito di parlare e di tenere la sua lectio o che diavolo era. Nessuno: né gli studenti, né il Rettore, né i 67 pericolosissimi, sovversivi, terroristi e antidemocratici professori. Ma insomma: ma stiamo veramente scherzando? Ragazzi, per favore: ripigliatevi! Non so se è chiara la differenza che passa tra una protesta e un atto terroristico: forse l’abbiamo smarrita. Io sono, piuttosto, profondamente indignato dalle parole di Prodi, Veltroni, e compagnia. Profondamente. Si può ancora fare o è lesa maestà? E’ un pericoloso attentato alle magnifiche sorti e progressive del partito democratico? Si può ancora sostenere, da parte di chi, comunque, in quel partito, sempre più a stento, cerca di riconoscersi, che i suoi illustrissimi capi un giorno ogni due non perdono occasione di esprimere sonore sciocchezze? Se lo fanno per opportunità politica fanno benissimo a farlo, ma ciò non toglie inconsistenza e banalità alle loro affermazioni e non cercherò di sicuro di articolare arzigogolati ragionamenti al fine di accomodare e adattare tali incredibili esternazioni al mio pensiero. Spero per lo meno che sia chiaro che nessuno ha impedito a nessun altro di parlare: il Papa ha fatto marcia indietro da solo perchè non vuole essere contestato (sai la figura del piffero, in mondovisione, che ci va a fare con gli ayatollah o gli imam talebani, uno che vuole accreditarsi come minimo al loro stesso livello di autorevolezza…). E il profluvio di scuse che, a valanga, tutti i nostri politici stanno producendo a ritmo serrato, altro scopo non ha che di rassicurare il Ratzinger dalla imponente figura di cui sopra. Si chiama riduzione del danno (di Ratzinger). E’ un gioco fra loro, nel quale i cittadini, la libertà e il liberalismo c’entrano meno di zero.
@Fabio. Contestare il Papa si puo’, come con tutti i capi di stato. Ma se contesti il Papa perche’ i nostri politici sono sempre cosi’ pronti a genuflettersi, mi pare che hai sbagliato bersaglio. Quella che poi tu chiami “marcia indietro” per paura di essere contestato, e’ stato il colpo partita. Ora dal Vaticano potranno tuonare ad libitum contro i facinorosi che hanno impedito al Papa di parlare, e ne minacciavano l’incolumita’. Come giustamente fai notare tu, 67 pericolosissimi professori di fisica non costituivano certo pericolo. Gia’, come se al Vaticano non lo sapessero.
Cossiga ha ragione nel primo capoverso. Cmq non si è mai visto un professore che in nome della libertà di scienza nega la parola ad un altro professore. Se l’università italiana è in mano a questa gente non lamentiamoci del declino del paese…
Gigi, tu hai mai visto un professore che non accetta le critiche da altri professori o dagli studenti? E ancora: nessuno ha negato la parola ha nessuno. Nemmeno quei professori. Lasciamo stare le ricostruzioni da tiggì della gleba per favore…
Io ringrazio i professori e gli studenti di Fisica de La Sapienza. Hanno, finalmente, dimostrato che si può vincere e far valere le proprie ragioni contro l’oppressione vaticana. Sento un’aria di libertà che si era persa, sotto la coltre oppressiva della CEI. Da oggi si può e si deve resistere.
E sbrigatevi a buttar fuori la Binetti, che il PD se non si decide ad essere laico sul serio, fa una bruttissima fine!
Ma quale “Brutta figura internazionale”? Ma internazionale di che? Di Frascati rispetto a Roma? Ma vi rendete conto che del Papa non frega nulla a nessuno fuori dall’Italia? Che nessun quotidiano o TG estero ne riporta mai frasi o discorsi? Che, detto brutalmente, non se lo cagano nemmeno di pezza?
Siamo rimasti solo noi italiani a degnarlo d’ascolto. E’ un flop di pubblico ovunque vada, infatti all’estero Ratzinger non ci va.
Ma dove vivete? Uscite dal vostro borghetto italico vaticano-dipendente? …figura internazionale… ma va là va là!
Cossiga ha torto, chiaramente. Contestare chiunque è un diritto.
E finalmente qualcuno ha iniziato ad urlare “il re è nudo”!.
In una cosa, però, il nostro Senatore a vita ha ragione: che c’azzecca la Binetti “in siffatta compagnia?”. bella domanda….
In effetti ha ragione Upanisad..all’estero stamattina la BBC riporta la notizia solo nella sottopagina “Europe”, sotto e con minor enfasi del reportage sulla retata contro la mafia nigeriana fatta dalla nostra polizia,il NYT la mette tra le “varie dal mondo” in fondo alla schermata, idem El Pais, mentre il Times, le Figaro e la FAZ non hanno traccia della storia e parlano della monnezza napoletana….proviamo magari sul Corriere del Ticino????
Penso che anche in un sistema liberale ci debbano essere pesi e contrappesi. In un sistema liberale bisogna far parlare quante piu’ voci possibili. Allo stesso tempo bisogna cercare di non dare troppo spazio ad una singola voce.
Ecco, proprio in questa ottica potrei vedere di buon occhio la contestazione della Sapienza.
Penso infatti che sia stata una contestazione anche per dire che il papa in Italia di spazio ne ha gia’ tanto.
Penso che sia stata una contestazione anche per dire che non c’era bisogno di dare ancora una volta la parola al papa, che tanto puo parlare come e quando gli pare al Tg1, Tg2, Tg3, Tg4, Tg5 e Studio Aperto (esiste ancora Studio Aperto?).
Certo, la cosa migliore sarebbe stato decidere democraticamente tra i ragazzi della Sapienza. Ma non sempre e’ possibile (per ragioni tecniche) votare.
Spero a tal proposito che le contestazioni si siano svolte in modo pacifico e senza arroganza. In altre parole spero che non ci siano stati facinorosi che abbiano tappato la bocca a chi il papa invece lo voleva.
Se tutto e’ avvenuto in modo pacifico e senza atti di prepotenza vedo positivamemente una parte del messaggio lanciato dai ragazzi della Sapienza: il papa di spazio ne ha gia’ tantissimo, non c’e’ bisogno di dargliene altro, togliendo in questo modo spazio ad altre voci.
In una democrazia, e ancora di piu’ in una Universita’ (per quanto fondata da un papa, anziche’ dal comune come lo fu la laica Bologna) il diritto di parlare dovrebbe essere automatico e naturale, e non assicurato dallo spiegamento delle forze dell’ ordine. Quando questo succede, il diritto a parlare e’ minacciato, ed e’ diritto di chi si sente minacciato decidere se ritirarsi o meno.
Io penso che il papa, che e’ una guida spirituale per una parte significativa di esseri umani, avesse il diritto di parlare indisturbato, e penso che democratici e laici veramente sinceri lo avrebbero ascoltato con interesse ed attenzione: si sarebbe trattato in effeti di un contributo particolarmente autorevole, di indubbio valore intellettuale e largamente
seguito e condiviso su alcuni dei temi centrali che attraversano la storia degli esseri umani in questi decenni. Io, che sono ateo, ma che cerco di capire, vivere ed agire nel mio tempo, se ne avessi avuto l’ opportunita’ sarei andato ad ascoltarlo.
Trovo quindi che la lettera dei professori sia un atto di intolleranza, oltreche l’ espressione di una scoraggiante debolezza culturale, e sia un atto di intolleranza anche la manifestazione e la occupazione degli spazi dell’ universita’ da parte degli studenti. Tra l’ altro non capisco perche’ il papa debba essere ascoltato meno del Dalai Lama, francamente, o di Ahmadinejad alla Columbia. E come dicevo, e’ davvero spettacolare riuscire ad essere (non dico apparire: dico essere) persino meno tolleranti e democratici della chiesa cattolica di questi anni.
Basta inesattezze, per favore. La lettera dei 67 docenti è contro il fatto che il pontefice (chiamatelo almeno laicamente, e non papa, cioè padre) inauguri, cioè dia l’indirizzo, all’anno accademico. Non contro la visita del pontefice alla Sapienza, che può avvenire in un altro momento. E’ la questione dell’indirizzo: un autocrate religioso non può dare l’indirizzo a un’università laica.
Altra è la questione dell’occupazione del rettorato, tipico dei violenti e che secondo me va censurata. D’altra parte però, sembra essere questo uno dei pochi modi di dialogo tra studenti e professori quando l’università è come quella italiana, quasi sempre, una consorteria.
Si appunto, basta inesattezze, come dice giustamente Alessandro. E basta considerare l’Università come una pattumiera dove chiunque può arrivare e scaricare il suo fardello di immondizia ideologica. E’ vero che tutti possono parlare all’Università, persino il pontefice e persino i peggiori dittatori. Ci mancherebbe altro. Nessuno ha vietato a Ratzinger di parlare, nessuno ha ritirato l’invito, nessuno lo ha minacciato fisicamente o altro. Gli è stato solo ricordato che l’Università è il luogo del dialogo e del confronto, della critica e del dubbio, della divulgazione e della contestazione. Tutto questo a Ratzinger non è piaciuto: avrebbe voluto fare come un Ayatollah qualsiasi, e quando è diventato chiaro che non gli sarebbe stato possibile e che le immagini della contestazione avrebbero fatto il giro del mondo, ha deciso di rimanersene a casuccia. L’intolleranza e la censura sono davvero ben altro e, dopo duemila anni di storia, non ci sentiamo certo in grado di dare lezioni in merito alla Chiesa, che le conosce proprio bene, avendole lungamente praticate nel passato e non disdegnandole nel presente.
non diciamo idiozie, è stato chiesto di IMPEDIRE LA VISITA DEL PAPA, nè più nè meno. Un professore deve sapere che le sue parole sono pietre e non può commettere una imprudenza di questo tipo, perdipiù agggrappandosi a una frase che anche il più ateo dei giornalisti ha ormai sbugiardato perchè non era di ratzinger.
Ieri è stato impedito a un professore di parlare in una università: questa cosa si chiama FASCISMO
Cossiga anche lui fa fumo, e non ce ne sarebbe bisogno.
E’ inopportuno che il Papa inauguri l’anno accademico, se fosse venuto in un altro momento credo sarebbe stato molto diverso, forse.
Siccome l’ha invitato il rettore i professori se la dovevano prendere con il magnifico ed evitare che diventasse una caciara antivaticana. Avessero chiamato il dalai lama o un capo di stato non credo sarebbe successo lo stesso.
Il comunicato stampa vaticano e’ un elemento che ci fa capire come possano aver resistito 2000 anni…
Gigi, a quali fonti di informazione attingi? Se poi il tuo “non diciamo idiozie” è un invito a te stesso con il plurale maiestatis, noi altri si è qui che s’aspetta…
E Benedetto gongola… più che boiate non avrebbe detto. Ora invece la vittima della censura e un ex nazista diventato papa.
cmq sai quanto me ne frega, mediaticamente ha vinto il Papa 10 a 0, ora è una vittima e sono cavoli amari per tutti gli altri.
Era questo quello che volevate? Complimentoni
Non capisco il senso di tanta autoflagellazione a sinistra e di questa squallida corsa del PD a coprirsi al centro ,scomodando libertà di pensiero assassinata e vergogna eterna per la democrazia in Italia.
Purtroppo c’è un gravissimo problema di debolezza e inconsistenza sui valori nel partito NUOVO che apre inevitabilmente delle falle in cui si avventano i meno accondiscendenti e disponibili a prendere ancora sberle e sculaccioni da una Chiesa che continua ad invadere con atti politici territori che la nostra Costituzione gli vieta.
Aggiungerei poi che l’intervento di Benedetto XVI alla Sapienza non può non essere visto come un ulteriore atto di una precisa strategia tesa a far esplodere le contraddizioni evidenti nel PD e quindi indebolirlo creando lacerazioni al suo interno.Questo in un momento delicatissimo del suo sviluppo e in un frangente politico del Paese assai confuso.
Se sgomberiamo il campo dalle nebbie e dalla fuffa vediamo che si stanno compiendo precisi atti politici di cui la Chiesa è parte attivissima e assai determinata.
Gli attentati alla libertà di espressione e il biasimo per l’Italia e le sue istituzioni sono solo strumenti.Non fatevi incantare.Ciao
Ma allora se Ahamdinejad fosse stato professore, la sua visita all’inaugurazione dell’anno accademico sarebbe stata lecita? I clericali sono scatenati, mi è capitato di leggere di tutto, persino che la presenza del papa sarebbe stata a cieco perché c’era una lectio magistralis contro la pena di morte, manco la Chiesa cattolica sia mai stata seriamente contro la pena di morte! Ci assordano di bugie per farci dimenticare il dato di fatto: Ratzinger voleva venire a fare il padrone di casa della Sapienza (che un tempo era ateneo pontificio, non ce lo dimentichiamo) con l’arroganza che lo contraddistingue. Appreso che ci sarebbero state delle contestazioni, ha colto l’occasione per fare la vittima, con grande astuzia, visto che ci sono delle persone (spero in buona fede) persino qua sopra che parlano di “persecuzione” per il dittatore assoluto di una teocrazia che è anche un paradiso fiscale sui conti segreti del quale nessuno può mettere bocca, se ha cara la pelle.
pardon: volevo dire “a ciecio” (modo di dire romano, cioè “a pennello, adeguato, consono”) ho scritto “a cieco”
Solo un’ultima volta per dire che mi sorprende chi valuta l’avvenimento dal punto di vista mediatico e non nel merito: nel voler operare con la logica dei media si apprarirà più bellini ma alla fine non si va da nessuna parte, i media sono conservatori di natura.
Io non ero a Roma in questi giorni, non so come si sono svolte le contestazioni. So che è un diritto degli studenti esprimersi, e se lo hanno fatto in modo civile NON C’E’ NIENTE DI MALE!!!
Dopotutto l’Università è fatta PER gli studenti!
Poi se J.R. (o B16, se preferite) cambia idea, fatti suoi.
riccardo
Lorenzo, bisogna prendere atto di un’amara realtà: è evidente che in Italia anche la gran parte di coloro i quali si definiscono “laici” ha il cervello talmente trapanato dal pensiero, dai riti e dall’ipocrisia cattolica che appena si leva un alito di vento contrario alla tonaca di turno, si grida alla dittatura, al fascismo e nefandezze affini. Quello che mi inquieta davvero è questo, non certamente che Ratzinger non vada a sproloquiare all’Università. Siamo stati talmente sommersi da 25 e più anni di wojtylismo coatto, che persino una pallida contestazione diventa un’ “inammissibile intolleranza”, per dirla con le parole di quell’altro uomo di chiesa che è il nostro Presidente della Repubblica. E’ incredibile.
Se non vuole essere correre il rischio di contestato in si intrometta – ad ogni piè sospinto – negli AFFARI Italiani.
Ben gli sta.
Giuliana
Errata corrige:
Se non vuole correre il rischio di essere contestato non si intrometta – ad ogni piè sospinto – negli AFFARI Italiani.
Ben gli sta.
Giuliana
Purtroppo non sono stati solo i clericali a scatenarsi… leggo sull’ANSA Napolitano che dice “‘inammissibili manifestazioni di intolleranza e preannunci offensivi che hanno determinato un clima incompatibile con le ragioni di un libero e sereno confronto’ e Prodi che dice ‘Nessuna voce deve tacere in Italia e a maggior ragione quella del Papa’.
A Benedetto XVI viene riconosciuta un’autorità superiore a quella delle altre voci, il che non può essere in uno stato laico e democratico. Il nostro è decisamente uno Stato a sovranità limitata.
Ma perchè in italia c’è sempre bisogno di un disegno oscuro? Il papa è contrario allo sviluppo scientifico. Non solo in quanto esponente di un’istituzione che fa delle FEDE, il concetto + importante, non puó venire realisticamente invitato all’interno di un consesso (l’università) dove si parla di RAGIONE. Che cosa puó inaugurare? Perchè non chiamare Del Piero allora?
E’ stata una pessima idea invitarlo. Professori e studenti l’hanno sottolineato in forme diverse. Lui ha deciso, che l’invito non era + cosí unanime ed ha avuto paura che l’aura infallibile (ricordate che il papa è infallibile per legge? Come puó parlare di ragione e dialogo, un uomo che parte dall’assunzione di essere infallibile?) si infrangesse sommerso dai fischi.
Finita la storia. Ho fatto il giro di parecchi giornali esteri, nessuno riporta la notizia in prima pagina.
Secondo me invece, il fatto che il ministro della giustizia si dimetta, dopo le accuse alla moglie, andrà in prima pagina.
Già immagino il titolo. Guardasigilli mafioso si dimette dopo le accuse del clan rivale…
Come possono Prodi e Veltroni affrettarsi a porgergli Stima ed AFFETTO?
Ma cos’è una battuta?
Ivan, tu che fai, hai + stima ed affetto x le tue idee e x te stesso, o x un PD che nasce morto? Un bell’aborto, visto che non sono neanche passati 9 mesi?
Fra
In sintesi la mia opinione:
1. il papa invitato alla Sapienza per l’apertura dell’anno accademico: potevano risparmiarcela;
2. i professori che contestano sulla decisione: legittimi;
3. gli studenti che manifestano per protesta: FINALMENTE!! Se non protestano gli studenti per primi chi, chi deve protestare allora?
4. il papa che decide di non andare più all’inaugurazione: la decisione più opportunista che poteva prendere, la figuraccia la fanno gli altri (“l’Università censura il Papa”) e non lui che viene contestato;
5. mi sarebbe piaciuto di più un papa che accetta le contestazioni e i confronti, un papa battagliero che si mette a discutere anche animatamente con studenti e professori ma la strategia (forse vincente) è quella del vittimismo, del farci sentire in colpa perchè non lo facciamo parlare.
Saluti , lara
Saluti, Lara
Oggi, 16 gennaio 2008, tra il PD che applaude mastella
e il PD così solidale col papa ‘perseguitato’,
non so quale PD mi ripugna di più.
sorry.
i professoroni della Sapienza hanno dimostrato in modo lampante tre cose:
– non sanno leggere
– avevano una PAURA FOTTUTA di Ratzinger e delle sue argomentazioni
– che il Papa resta un grande in tutti i sensi, perchè non si è abbassato al loro livello. Siccome non cercavano la discussione, ma l’ostracismo lui li ha assecondati.
Come volevasi dimostrare… altro che “brutta figura internazionale”! La notizia non se l’è filata nessuno! Il Papa interessa solo agli italiani:
http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/esteri/papa-rassegna-stampa/1.html
Andate un po’ all’estero che vi fa bene, gente! Ragionate veramente come provinciali di paese.
Gigi, per tua somma sventura, quei “professoroni” della Sapienza sono tra i più grandi fisici italiani, nonché tra i pochi universitari nel nostro paese ad essere apprezzati ben oltre i ristretti confini nazionali. La facoltà di fisica de “La Sapienza” è una delle migliori d’Europa e non sulla base di astruse classifiche redatte sulla base del numero di cessi presenti in ogni piano dell’edificio, ma in virtù delle pubblicazioni scientifiche e del livello di preparazione degli studenti. I Professoroni che dici tu, i baroni, se ne sono stati tutti ben zitti, in questa come in molte altre occasioni.
Ripeto: quali sono le tue fonti di informazione, Gigi? L’Osservatore Romano? Avvenire?
Per Gigi:
1.il Papa e la curia hanno dimostrato di non avere neanche il coraggio di confrontarsi con chi ha idee diverse da loro;
2.il rettore, una volta invitato il Papa (seppur l’invito era, a mio parere, inopportuno),avrebbe dovuto comunque sostenere la propria decisione e favorire l’incontro tra i giovani manifestanti, i professori che hanno contestato l’invito ed il Papa: sarebbe stata una bella occasione per discutere in modo semplice e diretto. Anche il papa ne sarebbe stato contento.
ciao l
Si mo’ Buonanotte!
Ratzinger prendendo la decisione che ha preso ha fatto goal.
I professori esprimevano delle preoccupazione che avevano diritto di esprimere. Erano preoccupazioni e non ostracismo.
Detto questo trovo una perdita di tempo parlare del papa che in fondo faceva il suo mestiere (dice che “evangelizza”). Il problema non é lui ma gli atei devoti italiani che si genuflottono in nome di un Dio (in cui non credono) e sopratutto in nome del potere da cui realmente sono posseduti (e cosi cercano di inseguire quei fantomatici voti cattolici = tutti ne parlano ma nessun sa esattamente cosa siano e dove siano: sono forse un 70% astensione di una calda domenica di giugno?)
Occupiamoci del paese, del PD. E del modello di convivenza democratico che noi abbiamo in mente
Si mo’ Buonanotte!
Ratzinger prendendo la decisione che ha preso ha fatto goal.
I professori esprimevano delle preoccupazione che avevano diritto di esprimere. Erano preoccupazioni e non ostracismo.
Detto questo trovo una perdita di tempo parlare del papa che in fondo faceva il suo mestiere (dice che “evangelizza”). Il problema non é lui ma gli atei devoti italiani che si genuflottono in nome di un Dio (in cui non credono) e sopratutto in nome del potere da cui realmente sono posseduti (e cosi cercano di inseguire quei fantomatici voti cattolici = tutti ne parlano ma nessun sa esattamente cosa siano e dove siano: sono forse un 70% astensione di una calda domenica di giugno?)
Occupiamoci del paese, del PD. E del modello di convivenza democratico che noi abbiamo in mente
Si mo’ Buonanotte!
Ratzinger prendendo la decisione che ha preso ha fatto goal.
I professori esprimevano delle preoccupazione che avevano diritto di esprimere. Erano preoccupazioni e non ostracismo.
Detto questo trovo una perdita di tempo parlare del papa che in fondo faceva il suo mestiere (dice che “evangelizza”). Il problema non é lui ma gli atei devoti italiani che si genuflottono in nome di un Dio (in cui non credono) e sopratutto in nome del potere da cui realmente sono posseduti (e cosi cercano di inseguire quei fantomatici voti cattolici = tutti ne parlano ma nessun sa esattamente cosa siano e dove siano: sono forse un 70% astensione di una calda domenica di giugno?)
Occupiamoci del paese, del PD. E del modello di convivenza democratico che noi abbiamo in mente
Lorenzo: “Ma allora se Ahamdinejad fosse stato professore..”
Veramente Ahmadinejad E’ professore!!!! Ha fatto il Profe universitario a Ingegneria alla facoltà di Ing. Civile di Teheran. E’ il capo di uno stato teocratico… è titolato quanto Ratzinger! In effetti, fra invitare lui e il Papa non c’è grossa differenza.
a lui lo avrebbero fatto parlare, al Papa no
i professoroni saranno anche dei grandi fisici ma cmq non sanno leggere e hanno fatto una figura da peracottari
A me sarebbe andato benissimo se il Rettore avesse scelto di introdurre papa Ratzinger alla Sapienza con le stesse parole con cui fu presentato Ahmadinejad dal rettore della Columbia, che a mio parere si adattano bene anche in questo caso (“Lei mostra tutti i segni di essere un meschino, crudele dittatore”).
Ad indignarmi è il fatto che l’attuale rettore, ansioso di rifarsi una verginità etica ad ogni costo, volesse invitare il papa come fonte di legittimità di tutti i valori, tra l’altro mentendo. Invitare questo papa a parlare contro la pena di morte è come invitare Pinochet a parlare di difesa della democrazia, come invitare Ahmadinejad e concedergli una patente di democraticità che nessuno ha il diritto di concedere ad un dittatore, perché i fatti parlano da soli.
Chissà se è stato Gigi a scrivere a piazza Verdi, all’indomani dell’elezione del papa in camicia bruna, il seguente cattolicissimo invito: “E ora, Joseph, ammazzali tutti!”
Gigi, ma da che montagna scendi? Ma come “censura”? Ma come “non lo lasciano parlare”? Ma tu li vedi i telegiornali tutti? C’è sempre lui. Quando suona il vdireocitofono, talora ho paura di vedermelo apparire sul monitor.
Berlusconi, subito prima delle scorse elezioni, costituiva una presenza discreta e rara, rispetto a quella che sta tenendo adesso il tetesco.
E tu, mon petit montagnard, ti sei sentito oscurato anche tu oggi, qui? Non sei mica stato censurato e (devo pentirmene?) l’unico che ti ha strattonato sono stato io.
Con delicatezza, osennò Ivan si arrabbia.
io di cossiga ho sentito le dichiarazioni sui Magistrati, che sono molto peggio.
E’ una vergogna che un senatore (tra l’altro non eletto da nessuno e che non rappresenta nessuno se non se stesso), possa esprimersi in tal modo nei confronti della Magistratura