25 Gennaio 2008

Una nota di ottimismo

Diario

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Quella notte del 2006 in cui “vincemmo” le elezioni i risultati non arrivavano mai, a Mosca – con i due fusi orari che ci separano da Roma – la notte era ancora più fonda che da voi. Non si capiva davvero come sarebbe andata a finire, la mia gioia pomeridiana in ufficio si era stemperata e poi smorzata e si era poi tramutata in inquietudine, prima, ed angoscia, poi. Il giorno dopo sarei comunque dovuto andare a lavorare e quindi dovetti decidermi ad andare a dormire senza sapere se mi sarei svegliato ancora come uno che per secondo lavoro ha quello di spiegare ai colleghi stranieri come si fa ad scegliersi per primo ministro un miliardario eccentrico oppure no. Decisi di affrontare la notte e rimandare la suspance al sorgere del sole e per aiutarmi a prendere sonno mi dissi che, in fondo, le alternative erano due: se vincevamo, bene. E se perdevamo sarebbe stata sì una bella botta, ma che il disastro di un’elezione persa quando sembrava già vinta avrebbe sicuramente avviato quel rinnovamento radicale della nostra classe dirigente che era stato il motivo per il quale, solo pochi mesi prima, io e la mia banda di visionari ci eravamo imbarcati nell’avventura delle primarie sfidando nientemeno che Romano Prodi e tirandoci dietro, in sole otto settimane e senza avere un soldo, la bellezza di 27 mila italiani, evidentemente visionari pure loro.


Quest’oggi, pensando e ripensando alle drammatiche scene di ieri in Senato, pensando e ripensando alla caduta del governo e a Berlusconi incombente mi è tornato in mente di nuovo e ripetutamente quel pensiero là, che questa indecorosa sconfitta in fondo, forse, è più un’opportunità che un problema per il nostro Pease. Ho letto da molte parti, questo blog incluso, messaggi disperati di cittadini terrorizzati da un ulteriore quinquennio di governo delle destre. Devo dire la verità, questa onda di panico – che pure ricordo bene di aver provato sia nel 1994 che nel 2001 – questa volta proprio non la sento. Ieri ascoltavo il discorso pronunciato al Senato dall’ineffabile Renato Schifani, uno dei peggiori personaggi del Circo Barnum di nonno Silvio, ed ero veramente stupito. Schifani nel suo usuale delirio accusava tra le altre cose il Governo Prodi di essersi fatto affibbiare dal Financial Times il titolo di peggior governo del Continente. Non è così, naturalmente. Il Financial Times ha detto che l’Italia è il paese peggio governato d’Europa, senza fare nessuna differenza tra Brlusconi e Prodi, tra D’Alema e Calderoli, e questo è ciò che è veramente triste. Questa è stata secondo me la peggiore sconfitta del nostro governo, quella di non essere riuscito a rappresentare una discontinuità con il passato.
Ma sì questi sono gli inglesi, si sa che ce l’hanno con noi“, ha scritto qualcuno commentando l’articolo del FT su questo blog. Ma non è così, secondo me. E’ solo che a guardare l’Italia da fuori si perde quella visione da entomologo che noi italiani, da dentro le nostre trincee, abbiamo acquisito: quella che ci rende capaci di distinguere le sfumature che distinguono il comunismo di Diliberto da quello di Turigliatto e le nuances che separano la democristianitudine di Casini da quella di Rotondi, per capirci. Eppure proprio quella vista da orologiai, da collezionisti di francobolli, che ci fa vedere benissimo le viti e le rotelle dei nostri sessanta e passa partiti e che ci fa apprezzare la trama della filigrana della nostra politica, poi ci impedisce di vedere – e basterebbe fare soltanto un passo indietro – quale inestricabile, indefinibile e generalizzato garbuglio sia diventata la politica italiana e l’Italia stessa.
A volerla mettere giù facile basterebbe fare un elenco dei provvedimenti che aspettavamo e che non sono stati assunti: per tutti la legge elettorale (sarebbe bastato ripristinare il mattarellum e buona notte, no?) e quella sul conflitto di interessi. Basterebbe indicare le cose che non sono state fatte per farsi venire in mente che, in fondo, la differenza tra gli anni di Berlusconi e questi diciotto mesi non è che alla fin fine si sia vista. Poi è chiaro che ad avere Padoa-Schioppa al governo invece di Tremonti si fa presto a fare meglio di Berlusconi. Però, diciamoci la verità, quante occasioni di discontinuità si sono perse? Quante occasioni per dare un segnale di novità? Essersi imbarcati nella coalizione – e come Ministro di Grazia e Giustizia! – uno come Mastella, uno che alle primarie del 2005 si presentò improvvisamente con 50 mila firme di presentazione senza aver fatto un solo banchetto di raccolta per le strade, uno che prese lo 0,4% dei voti a Milano e lo 0,7% a Torino e il 56,4% a Benevento e il 26,6% a Trapani (non è, si badi, questione di nord e sud: a fronte del’exploit di Trapani, Mastella a Messina prese il 2,4% dei voti e a Ragusa il 2,9%) avendo gridato a viva voce fino al giorno prima delle votazioni che gli altri avrebbero fatto dei brogli. L’aver rimpinzato il parlamento e la maggioranza di gente come De Gregorio, Pallaro, Cusumano, Turigliatto e poi mogli, fratelli, amanti e compari. L’aver fatto un governo di 100 e passa persone, e averne poi anche aggiunte altre tre dopo nemmeno una settimana di vita dell’esecutivo. Aver mortificato le donne e i giovani, dando pochi e secondari ministeri alle prime e nessuno spazio ai secondi. E soprattutto essere crollati così, ancora una volta. Come dieci anni fa, e come dieci anni fa consegnandoci ancora a Berlusconi, un Berlusconi che ha 14 anni di più di quanti ne avesse nel 1994 e che ha già dato ampiamente prova di non essere capace di governare questo paese. Ha avuto cinque anni e una maggioranza schiacciante e, allora come oggi, l’Italia era the least-well governed country in Europe e tale serenamente rimarrà.
Ed è per questo che oggi come non mai io spero in Veltroni. Perché credo che questa crisi di governo sia capitata non solo dopo la decisione dell’Alta Corte sul referendum, ma soprattutto dopo che il PD è nato, e dopo che Walter ha molto chiaramente indicato come e perché il PD è nato. Un partito a vocazione maggioritaria, che si assume la responsabilità di decidere, che si presenta agli elettori in forza di un programma e che non si coagula con altri solo “per differenza” per poi buttarla in rissa un minuto dopo aver vinto le elezioni, un partito aperto, che valorizza le donne, diretto da facce giovani, da gente che non abbia ancora raggiunto l’età per la pensione di vecchiaia. Un programma così è l’esatto contrario di ciò che abbiamo visto negli ultimi 14 anni, quelli della seconda repubblica. Sarebbe un’Italia non più in balia di un Mastella qualunque, governata per 5 anni da qualcuno che avrebbe alla fine la piena responsabilità davanti agli elettori, qualcuno che potrebbe davvero sfidare le corporazioni, le mafie e le rendite di posizione, qualcuno che potrebbe avere finalmente il coraggio e la possibilità di decidere.
E’ chiaro che questo non piace a nessuno lì dentro. In fondo, in questa situazione così instabile esiste una stabilità, che è quella della classe politica più inamovibile d’Europa, seconda solo forse al Giappone. Che le elezioni si vincano o si perdono il potere resta sempre là, incardinato in una classe politica capillare e professionale che senza la politica morirebbe. Che i nostri maggiorenti siano al governo o all’opposizione fa forse la differenza per noi cittadini ma certamente non per loro che non si scansano mai. Berlusconi ha perso le elezioni per due volte ma è sempre stato lì a correre la volta successiva. Rutelli e Fassino persero malamente nel 2001 e furono prontamente promossi segretari dei rispettivi partiti, invece di essere chiamati a rendere conto della dèbacle.
E’ per questo che la prospettiva di cinque anni con Berlusconi non mi spaventa francamente più di tanto. Sappiamo bene a cosa andiamo incontro (un disastro, ma ora sappiamo anche cosa abbiamo saputo costruire mentre Berlusconi governava: un’alternativa vecchia e debole completamente inidonea a guarire un sistema intimamente e gravemente malato) ma abbiamo questa volta l’occasione per utilizzare questi cinque anni per costruire la classe dirigente dell’Italia nuova, dell’Italia che appartiene pienamente al novero delle democrazie mature, un’Italia la cui dialettica politica e i cui meccanismi istituzionali assomiglino a quelli che vedi in Francia, nel Regno Unito, in Spagna, in Germania. Un’Italia che finalmente non sia più il paese peggio governato d’Europa.
So benissimo che dentro e fuori dal partito faranno di tutto per evitare che questo accada, gli attacchi a Veltroni che ho sentito risuonare in Senato (da sinistra, manco a dirlo) ne sono il prodromo più evidente. Questi cinque anni di opposizione che ci aspettano saranno la prova della virtù del Partito Democratico, non ci potranno essere più trucchi né inganni. A questo punto io spero Veltroni non torni indietro, che sotto gli attacchi dei notabili non rinculi ma che al contrario scatti in avanti. Un condottiero che si ritira finisce col trovarsi tra l’avversario che non lo perdonerebbe e il proprio esercito che pure non lo perdonerebbe. Il dado è tratto. Con questa crisi di governo c’è la possibilità di provare a cambiare il sistema e se Veltroni vorrà provare a farlo io sarò lì con lui. Sull’Independent di oggi si parlava – guarda un po’ – dell’Italia e la frase conclusiva diceva testualmente che la situazione è disperata. Non sono gli inglesi che ce l’hanno su con noi, è proprio che abbiamo toccato il fondo. Se non intendiamo cominciare a scavare, possiamo soltanto risalire.

37 risposte a “Una nota di ottimismo”

  1. Paolo ha detto:

    Sottoscrivo al 1000%!

  2. Giuseppe Romeo ha detto:

    D’accordo.Passa all’azione.No a governi tecnici o governicchi.Elezioni subito.Tre idee guida.Recupero dell’unità nazionale,liberalizzazioni con ammortizzatori sociali,diritti civili come in Europa.Tagliare tutte le clientele all’udeur sopratutto nel meridione.Pretendere le dimissioni di Cuffaro.Non avere paura gli italiani capiscono ed apprezzano il coraggio e la novità.

  3. monicaborgonovo ha detto:

    L’onda di panico non la provo nemmeno io: talvolta è bene toccarlo il fondo, ma tutti e per davvero, per sapere dove si vuole andare. Se devo dire, sono più che altro molto arrabbiata, questo sì, e anche un po’ annoiata da questo modo di procedere. Ma ormai non si può più procedere. Quindi, bene così: all’Indipendent e al FinancialTimes toccherà scrivere un’altra pagina.

  4. Giulia ha detto:

    Questo non è proprio ottimismo, Ivan: questa è speranza. Speranza in uno scatto in avanti che il PD, perdonami, non mi dà l’idea di voler fare. Non è nell’interesse del gruppo dirigenziale, né degli affiliati più in vista. Finora il PD si è dato una bella vernice di novità, ma di fatto ha riprodotto modalità e furberie di qualsiasi altro partito. Marginalizzando le voci più interessanti e innovative.
    Il pericolo del Berlusconi-bis è un crollo totale. Un crack all’Argentina, per capirci. Non sono capaci: al di là del disgusto provocato dalle loro figure umane, non sono proprio capaci. Fanno stupidaggini, fanno leggi assurde, fanno propaganda, non sanno gestire i soldi, raccontano balle. Se va male, in ogni caso, possono sempre scappare alle Cayman (Hammamet è passé) e da lì gridare che sono stati perseguitati.
    Sono molto depressa.

  5. Matteo ha detto:

    il problema è che scaveremo per altri 5 anni. altro che risalire! cmq visto come stanno mesi di la non è detto che arrivino alal fine dei 5 anni nemmeno loro…

  6. riccarù ha detto:

    Son d’accordo. Che dire?
    In questo caso subito elezioni e PD da solo, liste elettorali maschi/femmine 50/50, e non chi ha già perso occasioni su occasioni, una lista dei ministri possibile in caso di vittoria e pochi punti base chiari e semplici con i tempi di attuazione.

  7. pier ha detto:

    Volevo dire che i commenti che mi precedono sono proprio belli! lo spirito c’è! Ora tocca a noi tradurlo in azione, facendo in maniera che il processo per la creazione del PD, di un partito moderno, competente, basato sulla meritocrazia non vada a putta…
    Sugli attacchi a Veltroni, che in realtà sono iniziati da un bel po’ prima della sfiducia a Prodi, concordo totalmente con quanto scritto: sanno tanto di “difensivi”, e gaurda caso provengono da quelli che sono invece totalmente colpevoli del fallimento, come forza di governo, di questo centrosinistra.

  8. pier ha detto:

    aggiungo una cosa: questo è un discorso da leader. Il primo che ho letto (o sentito), da un esponente dl PD.

  9. Lunar ha detto:

    Ivan,
    intanto non mi fascerei la testa prima che sia rotta. Che si perda le elezioni è tutto da dimostrare e ci sono buone probabilità che si pareggi. L’Italia è spaccata in due come una mela e nonostante gli errori del centro sinistra, alla resa dei conti, alla chiama elettorale il centro sinistra sarà compatto. Il bandana non si faccia illusioni soprattutto se Mastella e Dini saranno sulla loro barca. Ora è vero che nel centro destra sono di bocca buona ma anche da quelle parti c’è gente per bene che detesta i traditori. Per la nascita e la crescita di una nuova classe dirigente sono d’accordo ma se il sistema rimane questo la vedo dura. Con l’attuale sistema sei costretto ad imbarcare anche chi porta in dote 50.000 voti visto che per vincere ne bastano 24.000.. Prima di pensare a nuove elezioni occorre riformare non solo la legge elettorale ma i regolamenti parlamentari. Senza queste riforme non si va da nessuna parte. Mi chiedo con poca convinzione, esiste in questo parlamento una maggioranza numerica per fare queste riforme?

  10. gerri ha detto:

    effettivamente siamo vaccinati, lo schifo resta, ma siamo meno disperati di beccacerli per altri 5 anni.
    Aggiungerei però che se si riuscisse a passare per un governo di transizione che riuscisse a far passare una legge elettorale più bipolare prima di perdere le prossime elezioni dopo l’impresa di ricostruire in 5 anni sarebbe aiutata anche da fattori esterni, no?

  11. LauraBrux ha detto:

    Caro Ivan,
    riflessioni interessanti, le tue, ma sinceramente non mi sento di condividere il tuo ottimismo in questo momento.
    Forse perché mi ricordo come fosse ieri la scena di Berlusconi che insulta Schulz al Parlamento europeo dandogli del kapo’ (con Fini, livido e sconvolto, al suo fianco…) e pensavo come avrei fatto il giorno dopo ad andare in ufficio (lavoro nelle Istituzioni europee) senza vergognarmi davanti ai colleghi, soprattutto tedeschi…No, pietà, non foss’altro almeno il Governo Prodi aveva restitutito un minimo di dignità internazionale all’Italia, e non ci toccava vergognarci ad ogni vertice internazionale, quando i giornali di tutto il mondo facevano vedere Berlusconi che faceva le corna a qualche altro Capo di governo…senza contare quello che hanno fatto a livello nazionale, e non penso di aver bisogno di ricordarti i dettagli…no, io cinque altri anni di governo berlusconiano proprio non li posso reggere (e si, temo che purtroppo si possa anche scavare dopo aver toccato il fondo)!
    Per carità, sono cosciente che non si poteva neanche andare avanti cosi’, tirando a campare e subendo i ricatti di ogni partitucolo della coalizione; e anch’io spero che il PD possa, prima o poi, contribuire a cambiare il modo di fare politica in Italia.
    Detto questo, non so cosa sia la cosa migliore da fare adesso (spero lo sappia Napolitano..): sicuramente, si dovrebbe cambiare la legge elettorale, si dovrebbero fare un minimo di riforme nell’interesse del Paese (abbiamo dimenticato il conflitto di interessi e la riforma del sistema radiotelevisivo?), gestire l’economia, l’emergenza rifiuti, ma francamente non credo che questo parlamento abbia interesse a farle (certamente non Forza Italia…l’atteggiamento di Fini mi stupisce di più, dopo tutte le cose che ha detto di Berlusconi, dopo che appoggiava il referndum; ma si sa, la coerenza non è una virtu’ dei politici, non dei nostri, almeno).
    Insomma, la situazione mi sembra talmente incasinata che non vedo troppi sbocchi positivi per l’Italia, almeno non nel breve/medio termine; nel lungo chissà…
    Comunque Ivan, come altri ti prego di non mollare e andare avanti, e continiuamo a sperare che prima o poi l’Italia possa diventare un paese più o meno ‘normale’…
    Laura

  12. fabio ha detto:

    L’ottimismo ha senso, ma solo nella misura in cui Veltroni o chi per lui sarà veramente in grado, in questi pochi mesi che ci separano dalle elezioni ( tre o sei o nove poco importa) di imporre un cambiamento radicale nel partito democratico, a livello di persone e ruoli dirigenti prima di tutto. Dare spazio a facce presentabili credo che sia una necessità urgentissima. Se questo non avverrà, scommetterei su una disfatta anche abbastanza consistente. E lo stesso Veltroni dovrà necessariamente farsi da parte. Non si può pensare di avviare il rinnovamento una volta persa la battaglia: bisogna muoversi prima e sinora si è perso abbastanza tempo. Bisogna fare in fretta, anzi, in frettissima.

  13. lucio ha detto:

    euanasia…
    è finita la lunga agonia di questo governo, iniziata il giorno stesso della sua nascita.
    l’importante è che i 5 anni di berlusconi che ci aspettano non portino alla morte del paese ma siano solo il proseguimento della lunga agonia iniziata non so quando…
    nel 92?
    con craxi?
    con la prima DC?
    malgrado tutto sono ottimista anche io, e continuerò a dare il mio minimo impegno per un rinnovamento che parta PD
    PS caro Ivan, abbiamo iniziato a scavare da un pezzo, stiamo per uscire in nuova zelanda, gran bel posto 🙂

  14. lucio ha detto:

    dimenticavo…
    un rinnovamento vero nel PD in questo momento non è possibile e sarebbe controproducente
    la resistenza interna è troppo forte perchè veltroni possa superarla
    presentarsi alle elezioni con il partito già cambiato inquesta direzione porterebbe solo a farsi dire: “visto che senza i politici navigati non si ottiene niente?”, perchè è scritto che le elezioni si perderanno

  15. Gianni ha detto:

    Se c’e’ una cosa che mi colpisce in tutti i discorsi di Scalfarotto, che pure mi sta molto simpatico, e’ la totale assenza di visione. Come funziona questa societa’, quali sono i principali meccanismi inceppati, quale e’ il progetto, come si dovrebbe vivere tra cinque o cinquant’ anni? Niente. Nessuna idea nuova. La macchina dovrebbe andare meglio semplicemente perche’ si mette alla guida uno nuovo. Insomma, una specie di berlusconismo di sinistra: visto che non abbiamo niente da dire, diciamolo sorridendo.
    Mah.
    Quindi, continua Ivan, per favorire il ricambio della classe dirigente sosteniamo Veltroni. Uno (che ho sostenuto e continuo a sostener anche io, sia ben chiaro, ma per ragioni diverse) che e’ in politica da 35 anni, che ha la stessa eta’ che aveva Clinton quando …termino’ il doppio mandato presidenziale e che in politica ha gia’ fatto tutto, ma proprio tutto, e non tutto benissimo. Alla faccia del ricambio, delle nuove leve, di Adinolfi, di Letta, di Schettini, dei trenta-quarantenni che evidentemente Ivan ritiene non siano ancora affidabili e debbano maturare ancora un po’ Fino ai mid-fifties, diciamo, o perlomeno fino a garantire un po’ piu’ di posti in lista alle primarie o alle elezioni.
    Faccio proprio un po’ fatica a capire. Sara’ l’eta’.

  16. Andrea Ballabeni ha detto:

    Ivan, sono d’accordissimo con quello che scrivi.
    Sottoscrivo pienamente. Sono impegnato da tanto tempo e continuero’ ad impegnarmi per diffondere questo tipo di mentalita’.
    Non vorrei pero’ che si sparasse a zero (si, lo so, tu non stai sparando a zero) sulla coalizione di centrosinistra appena sconfitta. Nel centrosinistra attuale ci sono persone che vogliono le cose che scrivi. Il fatto e’ che nel 2006 non si vinceva se non prendendo dentro certe persone e certi partitini.
    Ora il PD potra’ costruire una mentalita’ maggioritaria nei prossimi cinque anni. Ma se fra cinque anni per vincere ci sara’ bisogno di un qualche personaggio alla Mastella (spero non lui!) che faremo? Sceglieremo di governare rinunciando ad un po di purezza o faremo altri cinque anni ad insegnare un certo tipo di mentalita’?
    Non ho risposte a queste domande.
    Una cosa invece su cui non ho dubbi e’ che bisogna che tutti noi che la pensiamo in questo modo ci impegnamo a diffondere questo tipo di mentalita’.
    Dobbiamo svecchiare la politica italiana. Bisogna svecchiare la sinistra italiana. Bisogna abbattere le mille corporazioni che tolgono aria al nostro paese. Bisogna parlare di liberismo, soprattutto a sinistra. Bisgona parlare di meritocrazia. Bisogna parlare di una sinistra che sappia prendersi la responsabilita’ di mandare forze armate quando e’ doveroso farlo (come in Kosovo nel 1999). Bisogna avere una sinistra coraggiosa di fare certe scelte. Una sinistra che vada oltre ai sindacati. Una sinistra che vada oltre la sinistra adolescente di tipo no-global e pacifista (cosa vuol dire essere pacifisti? non intervenire quando dall’altre parte dell’Adriatico c’e’ una pulizia etnica in corso???). Una sinistra moderna, non tecnofoba come quella che c’e’ adesso. Una sinistra pragmatica, meno ideologica. Una sinistra come quella che c’e’ in tanti altri paesi europei.
    Voglio una sinistra adulta e non piu’ adolescente.
    La sfida e’ farlo capire a chi (ancora) non la pensa cosi’.
    Vai avanti su questa strada Ivan.

  17. Antonio ha detto:

    L’analisi si può condividere ma siamo sicuri che Veltroni sia la soluzione???
    Mi sembra che Veltroni sia deciso a non fare torto a nessun componente proporzionale del PD e così non favorirà nessuno.
    Se scegliamo di lasciare la conduzione a Weliero Veltroni possiamo solo sperare che il vento tiri da una parte sola.

  18. Francesca P. ha detto:

    Grazie mille, Ivan.
    Io ho comunque paura, ma ho anche tanta fiducia in Veltroni e tutti noi.
    Un bacio

  19. antonio g. ha detto:

    C’è tanta speranza nel post di Ivan, tanta ancora nella gran parte dei commenti.Ma non basta assolutamente.
    Il cambiamento è necessario ma non verrà dall’alto. Veltroni non ce la può fare, se anche ne avesse la capacità e la voglia non gli verrà consentito.In fondo si è preso anche del mezzo folle da D’Alema a proposito di un paio di sortite recenti( rilancio del sistema alla francese e andiamo da soli,mi pare) e ha dovuto fare pippa(gergale per finta di niente)
    La spinta può venire solo dal basso.Dal rinnovamento delle figure che guideranno il partito a livello locale(circoli,comuni,province,regioni) e da una più massiccia partecipazione dei cittadini elettori attivi( definizione ben scelta da Veltroni).
    So benissimo che a livello locale i giochi sono stati in gran parte fatti e siamo ormai alle ultime battute.E da quello che leggo il rinnovamento non c’è stato,almeno non come si doveva.Quindi ciò che va fatto è rimettere in discussione tutto appena possibile e farlo avendo nel frattempo dato vita ad un pensiero ed un movimento che nasca dal basso e sia diffuso sul territorio.
    Questo dovrebbe essere l’obiettivo di Ivan e altri ancora che stanno dimostrando di riuscire a motivare e raccogliere consenso.Si comincia colla Rete,ma si può mobilitare tanta gente già attiva nel PD e tanti cittadini.Ovviamente la gran parte giovani, i più interessati e sensibili al necessario cambiamento.
    Francamente non vedo alternative. La speranza ,secondo me, non è il mood giusto per affrontare i prossimi probabilmente durissimi cinque anni.L’unica è farsi carico personalmente della spinta al cambiamento.Ciao

  20. Cirano ha detto:

    Ivan, il tuo ragionamento e’ senza dubbio sensato e cristallino. Ma, c’e’ un ma. Tu dici, prendiamoci questi 5 anni a venire come l’occasione per costruire finalmente una nuova classe dirigente, che finalmente porti il nostro paese a livello di Inghilterra, Spagna, Germania. Bene. Sono passati 15 anni da quando Berlusconi e’ sceso in politica e allora avevo 19 anni. Ora a 34, le cose anziche’ migliorare sono, in realt’, peggiorate. Da 15 anni si conoscono gli errori, i punti critici su cui si dovrebbe (o si sarebbe dovuto) lavorare e non lo si e’ mai fatto. Cosa ti fa pensare che altri 5 anni cambino qualcosa? Mi spiace, ma io sono stanco. E pensare di dover rimandare di altri 5 anni, arrivando cosi’ alla soglia dei 40, per vedere un po’ di etica, un po’ di professionalita’ in questo carrozzone, mi sembra masochistico.
    Se mi si concede l’analogia, se volete un po’ forzata, mi pare che questo modo di pensare sia molto simile al cattolicesimo che promette un fantomatico paradiso dopo una vita di stenti e sofferenze. Paradiso che, e’ sempre la’ da venire e che nessuno puo’ mai provare. Beh io credo che ci sia anche un tempo per dire no, per dire basta. La vita che viviamo e’ qui e ora. Il paradiso, per me, non puo’ attendere e se 15 anni per averlo non sono un’attesa sufficiente, allora mi sfilo, entro volentieri in quella larga fascia di qualunquismo e tolgo il mio voto a tutti che, tanto, e’ solo una presa per i fondelli.

  21. Benedetto ha detto:

    Il governo e’ caduto. Voltiamo pagina.
    Domani a Milano si vota per i nuovi circoli del PD. Pero’ in rete non esistono liste di candidati ne’ programmi. Insomma, sembra una bella idea ma non mi pare granche’ trasparente. Ivan, per caso, sai se qualcuno dei mille si e’ candidato?

  22. ciriolina ha detto:

    A Roma si voterà il 3 febbraio e ad oggi non esistono liste di candidati, non esiste un posto dove proporsi se non le vecchie sezioni del pci, di programmi manco a parlarne, di schieramenti invece ne trovi tanti: dalemiani, veltroniani, rutelliani, expopolari, mariniani, prodiani, lettiani, ecc ecc
    Tutti che ti cercano solo per regalare loro il voto o la preferenza per cercare poi di inserirsi nelle future liste alle elezioni.
    Ma che razza di partito è mai questo PD?
    Il peggio della vecchia politica…
    Io comincio ad avere qualche dubbio pesante….

  23. Gianni ha detto:

    Sono significativi gli ultmi due interventi, quello di Benedetto e quello di ciriolina: le correnti sono una cosa cattiva, a meno che, naturalmente, non sia la nostra. Mi sembra di notare anche una certa coerenza con l’ approccio di Ivan.

  24. Benedetto ha detto:

    @ Gianni
    non e’ un problema di correnti. Io vorrei votare per delle persone MA nel vuoto pneumatico di questa operazione, mi sembra piu’ logico optare per qualcuno di cui conosco almeno a grandi linee i programmi piuttosto che per dei perfetti sconosciuti. Il PD a Milano ha persino aperto un sito apposito, pecccato che non serva a niente (vedere per credere: http://www.pdmilano.org ). In pratica, l’unico modo per conoscere i candidati e’ alzarsi presto domani mattina, andare a sentire delle presentazioni che saranno per forza di cose brevi, quindi turarsi il naso e votare.
    Francamente la cosa mi spaventa.

  25. Alessandro ha detto:

    Ma avete altri 5 anni della vostra vita, delle vostre speranze, da dare all’Italia di Berlusconi e alle lotte tra questi politici, che è probabile sconquasseranno anche il PD ora?
    Perché pensare che questi nuovi 5 anni di Berlusconi saranno utilizzati in maniera diversa dal centrosinistra? Chi ha una o meglio due o tre ragioni sensate, fondate su ipotesi molto realistiche, me lo dica, per favore.
    Uno non ha tutta la vita per dare chances agli altri: ne dai 1, 2, 3 se c’hai proprio proprio voglia, ma poi basta. Al PD io mi sento di aver dato una lunga chance di 5 anni, per cui mi sento di essere stato preso in giro a mille.
    Poi un’altra adesso, fatto il PD in 4 e 4 otto, e Veltroni che correva e mi sembra di stare a incitarlo ai lati della strada, vai vai, e ora patatrac e non so bene cosa dire, cosa pensare. Mi viene voglia di puntare ancora di più sul PD, ma vedo Veltroni e mi sembra abbia perso le palle. Perché è inutile menarla, ci vogliono le persone giuste, qualcuno o qualcuna in cui possiamo riconoscere caratteristiche da leader vero / vera. E’ Veltroni? In questi prossimi mesi lo marco a vista, voglio vedere se è un leader.
    Andremo ad elezioni anticipate, è scritto nero su bianco, figuriamoci se Berlusconi si ferma per dare chance al PD (e così pure Mastella e compagnia bella, anche quell’eterno bamboccione di Fini).
    Forse sarà più facile ricominciare ad amare questo paese guardandolo da fuori, da un altro posto, come in fondo fanno molti che scrivono qui.

  26. giacomo ha detto:

    Bah a pensare al ritorno di Berlusconi mi viene il rigurgito ma più per noia che per timore dei danni, perché se devo essere sincero sono quasi 15 anni che ce la menano che se non si vota centro-sinistra va su Berlusconi e noi che non sopportiamo quel genere di cultura (più che non il simulacro che la interpreta) sempre diligenti andiamo a votare per il meno peggio, per il male minore. Però adesso basta. Hitler l’ha menata per anni con la scusa del nemico bolscevico e nel frattempo ha fatto le peggio nefandezze, e idem si faceva dall’altra parte con la scusa del nemico borghese e compagnia bella.
    Ricordo ancora il mio professore di liceo che spiegava come dopo la rivoluzione francese e ancor più quella d’ ottobre in Europa si diffonda la percezione dello stato di emergenza, che poi giustificherà qualsiasi cosa…
    Ecco prima ancora dell’ 11/09 in Italia c’era già questo stato di emergenza, son 15 anni che siamo in stato di emergenza (molti di più se ci mettiamo dentro guerra fredda e anni di piombo) e si va avanti ad emergenze di ogni genere sventolate come mantelli da corrida da entrambe le parti a noi poveri cittadini che poi veniamo puntualmente infilzati come spiedi… beh basta!
    In Italia non c’è alcuna emergenza, il problema è la normalità, la prassi quotidiana di una politica clientelare e rapace che ci portiamo dietro dai tempi della Roma antica, è quella che non va, abbiam problemi vecchi di millenni altro che emergenza!

  27. Gianni ha detto:

    Benedetto, certo che bisogna dire che non ce l’avete mai pari. Se sono le facce conosciute vi lamentate perche’ sono sempre quelli, se sono nuovi sono dei perfetti sconosciuti e non riuscite a scegliere….eh, ma allora…
    Il mio consiglio, pacato e sereno, non richiesto ma gratuito, e’ di alzarti presto domattina (lo si fa anche per andare a sciare, no?), andare a sentire delle persone che si sono alzate presto quanto te e sono pagate zero quanto te, sentire che cosa hanno da dire, casomai chiedere loro di qualcosa che ti sta a cuore, e poi votare quello (o piuttosto quella) che ti convince di piu’. Vedrai che troverai almeno qualcuno di loro che ha a cuore i tuoi stessi problemi, si batte con il tuo stesso entusiasmo e si merita la tua fiducia senza che tu ti debba tappare proprio niente. Se cosi’ non fosse, chiamami pure che ti rimborso il viaggio.
    Si chiama democrazia, e’ una bella invenzione, andrebbe praticata con piu’ fiducia.

  28. monicaborgonovo ha detto:

    @ Benedetto
    Vero: non si capisce un tubo dal sito. Ma, per quanto ho visto sia qui in ‘paese’ come pure a Monza (sono andata all’assemblea del Circolo 1, quello in centro, per dire), è uguale: nessuna presentazione, addirittura.
    Una signora si è alzata per chiedere di sapere almeno l’età dei candidati, per orientarsi prima di votare, così un consigliere è andato al microfono per dire nomi e cognomi, età e professioni. E per indicare, se presenti in sala, i candidati.
    Diversi de iMille si sono candidati, alcuni con buone possibilità di essere eletti (come Marella, sezione Caponnetto se non ricordo male), altri meno (come me, che sono certa solo di 3 voti) e un po’ in tutt’Italia.
    Devo dire che qui dove sto io, Lissone-Milano-prossimamenteMonza e Brianza, che è un territorio difficilissimo (Lega, Lega, Lega e FI) ho trovato della bella gente con uno spirito vivace e un bel po’ d’entusiasmo e voglia di ripartire.
    Vediamo.

  29. Qualcuno mi può spiegare come si possa votare questo PD che è la somma dei vecchi DS e Margherita? C’è qualcuno nei vecchi gruppi dirigenziali che è stato estromesso per le elezioni perse del passato? Qualcuno responsabile abbastanza da farsi da parte perché ha perso le elezioni, come per esempio i VECCHI D’Alema e Rutelli?
    Se vogliamo veramente guardare al futuro positivamente non possiamo che iniziare a cacciare le vecchie classi dirigenti di DS e Margherita.
    Ivan il tuo programma mi piace e credo sia molto nobile il tuo impegno politico. Tuttavia in questa nuova esperienza politica non puoi non lottare contro i responsabili degli errori del passato, cioè contro le vecchie classi dirigenti. Se non c’è questo io non vedo nessun motivo per votare PD.

  30. g.andy ha detto:

    Ivan occhio alle PRIORITA’…. credo che quasi tutti dicano cose giuste/giustissime, commoventi gli idealisti, avvincenti le tue analisi Ivan. Forse sono troppo cinico e disincantato ma sento la gente (la GGente!!) in giro, mi faccio un giretto anche sui blog di Grillo, Travaglio & Co, leggo le dichiarazioni di Montezemolo ed i DELIRI utopistici di Veltroni (elezioni fra un anno). Se si va alle ELEZIONI con questa legge il CSx (estremamente frammentato) non perderà solo 5 anni (ai posteri l’ardua sentenza) ma, sia il PD che il paese REGREDIRANNO ….. E tutto ciò per un motivo molto semplice: la prossima disfatta elettorale darà molta più libertà d’azione ad un gruppo accentratore che manovrerà facilmente le MARIONETTE che verranno messe nei punti chiave, ……preferite la metafora delle METASTASI o quella delle ERBACCE per esprimere il concetto?
    L’unica speranza per salvare la situazione sarebbe arrivare ad una riforma elettorale, od al referendum, prima del voto, e …. se mi credi ti consiglio di cercare velocemente(partendo dai vicini) quanti più alleati (di peso), anche esterni all’area politica …..
    P.S. tanto di cappello a Prodi! Di lui non mi sono piaciute molte cose ma sul finale sono stato d’accordo al 100 %…. dopo tutti i rospi ingoiati per cercare le soluzioni meno-peggio, e glissando ed applaudendo…..
    E se ora Vuoi ritirarti sull’Aventino anche Tu Ivan accomodati, Tu, io tanti altri, il nostro orticello l’abbiamo (e come siamo vissuti finora così vivremo) …. PEGGIO PER GLI ALTRI ( e per qualche trombone), e fieno a volontà agli asini che raglieranno a comando !!!

  31. lucio ha detto:

    hai ragione Ivan, è il momento dell’ottimismo.
    e non è il momento di piangersi addosso e preoccuparsi per i nuovi 5 anni di berlusconi che, probabilmente, ci attendono.
    dobbiamo vivere questo momento di crisi del paese e del centrosinistra come una opportunità da sfruttare.
    l’opportunità di lasciare fuori dalla coalizione mastella che porta i voti dei suoi assistiti ma ne fa perdere il doppio;
    di fare un programma con 10 punti fondamentali, e non di 280 pagine per compiacere gli elettori di 15 partiti diversi;
    di annunciare ben prima delle elezioni i nomi dei 12 (o anche meno) ministri senza vergognarsi e doverli nascondere;
    l’opportunità di fare delle primarie vere per scegliere i candidati migliori;
    di mettere in lista giovani e donne…
    serve continuare?

  32. piero filotico ha detto:

    Sul Forum che sto seguendo è apparso un intervento con cui concordo e che vorrei condividere con voi. In particolare, ho trovato molto convincente la conclusione:
    “Allora appoggiamo veltroni affinchè ci traghetti in questi momenti difficili, ma chiediamogli soprattutto di promuovere un rinnovamento radicale; sarebbe un atto di rispetto verso i propri elettori e di grande responsabilità politica.”
    Quindi, proposte concrete sul futuro, senza archiviare gli errori passati ma traendo insegnamento dall’esperienza. E, soprattutto, guardando alle persone, cioè ai cittadini e ai nuovi protagonisti del PD.
    A me sembrano queste le esigenze più immediate.

  33. tonii ha detto:

    La batosta elettorale che il PD si appresta a ricevere, semplicemente per il fatto che i suoi elettori andranno ovunque tranne che che alle urne, mi fa pensare che molto presto quello che rimane del partito chiedera’ in ginocchio a Ivan di aiutarlo.
    Ma che il PD sia alla Beresina non ci piove.

  34. Giuliana ha detto:

    In genere sono ottimista ma ora penso, invece, che ahimè questa è proprio la fine

  35. Gianni ha detto:

    Ehila’, Benedetto. Allora ci sei andato, come ti avevo consigliato. Bravo, visto che ne e’ valsa la pena di alzarsi presto?
    PD LOMBARDIA:100 MILA PERSONE AL VOTO PER I CIRCOLI TERRITORIALI
    – Milano, 28 gen – Sono stati 100 mila i lombardi che hanno partecipato, sabato 26 e domenica 27 gennaio, alla costruzione dei quasi 1.000 circoli territoriali del Partito Democratico in Lombardia. Alle Primarie dello scorso 14 ottobre votarono in 350 mila persone. “I dati sulla partecipazione alle assemblee fondative dei circoli sono molto significativi – spiega il segretario regionale del Partito Democratico Maurizio Martina -. I 100 mila cittadini che hanno ritirato il certificato di fondatore del Pd rappresentano il doppio degli iscritti ai partiti di provenienza, Ds e Dl. Il Pd vince dunque un’altra sfida per il suo radicamento nel territorio lombardo. A maggior ragione in considerazione della difficile situazione nazionale. I cittadini che hanno partecipato alla nascita dei circoli vogliono aiutarci a reagire a queste difficoltà e il Partito Democratico si conferma essere l’unica grande novità in cui investire con energia e passione”.

  36. altilio pressi ha detto:

    ..ed allora? Che vogliamo fare? Fate la dittatura delle sinistre! Nessun voto e buccia! Andate al governo da soli!
    Ma che pretese avete voi di essere gli unici e soli capaci di governare un paese? Fatevi sotto! Elezioni subito e via!
    Però una cosa bisogna fare da ambo le parti..senza cambiare la legge:
    a) non candidare chi è già stato due volte
    b) non candidare chi ha ricevuto condanne od è sottoprocesso
    c) avere non oltre 60 anni
    d) 30% solo donne
    e) evitare gli odi e le parolacce…di odi tra le parti ce ne sono a bizzeffe..basta sentire Marina Sereni o la Finocchiaro
    che insieme a Schifani ..se ne dicono di santa ragione..
    Mi spiace dirlo, ma lei è un puro nato…ma dove vive..siamo italiani ..no?!

  37. Michele ha detto:

    Caro Ivan,
    leggendo la tua presentazione del partito democratico quasi mi lascio convincere della novità insita in questa formazione politica. poi, penso che si tratta del partito di de mita, loiero, fassino e moglie, bassanini e moglie, di quelli che fanno affari non sempre leciti in campania e calabria (forse non era del pd quel consigliere regionale che è sospettato di essere mandante dell’omicidio fortugno?) ecc… dov’è il rinnovamento???