Partiamo dal fatto che alla prima conta dei presenti venerdì pomeriggio eravamo in 74 e che al voto finale siamo arrivati in 58. L’effetto di questa selezione è stato evidentissimo soprattutto dal momento in cui si sono cominciati a votare gli emendamenti “tosti” proposti rispetto testo-base: soglie per le candidature a segretario nazionale, numero di liste collegabili ai candidati segretari, numero massimo di mandati per gli eletti, primarie o meno per la selezione delle candidature alle cariche elettive, partecipazione alle primarie di coalizione.
Si è trattato di una riunione lunghissima, cominciata di venerdì pomeriggio e finita dopo le 22.30; ripresa dei lavori alle 9 di mattina il sabato e finita verso le quattro di pomeriggio. Una maratona del genere non era sopportabile da nessuno che non avesse una motivazione forte a parteciparvi. E così i 58 commissari che hanno resistito erano solo quelli che avevano una motivazione fortissima ad esserci e che potevano anche permettersi di esserci: in sostanza, a parte me, soltanto i politici “puri” – giovani e vecchi – preoccupati di cambiare il mondo il meno possibile con buona pace degli esterni e della società civile. Indifferenti all’insofferenza generale, ai tre milioni di votanti del 14 ottobre e al 7% di cui sono accreditate le liste Grillo alle prossime elezioni, indifferenti al resto del mondo come l’orchestrina del Titanic, i miei colleghi di commissione hanno provato a chiudere come e quanto fosse possibile la porta spalancata dalle primarie del 14 ottobre.
Cosicché durante le due giornate il testo base, che rappresentava un compromesso lungi dall’essere perfetto ma che era comunque, considerato tutto, in qualche modo accettabile è stato completamente orientato nel senso della chiusura e nel senso della conservazione, in un’ottica insomma tutta legata alla visione della politica da parte degli insiders, dei professionisti. Ad un certo punto abbiamo cominciato adirittura a scherzarci su: io ero finito seduto in un gruppetto di integralisti e il tormentone è diventato che Scalfarotto votava sempre al contrario. Una collega ad un certo punto ha detto ridendo: “Se mi distraggo, mi basta guardare come vota Scalfarotto e fare esattamente l’opposto”.
Scherzi a parte, quella che ho potuto osservare è stata come la rottura di un patto: il compromesso che era giunto a noi da parte di Vassallo e Contri, che la presidenza si aspettava sarebbe rimasto – proprio perché alla fine accettato da tutto il comitato di redazione – sostanzialmente indenne (e infatti in apertura il presidente ha subito detto che erano giunti un numero di emendamenti di molto superiore alle attese) è stato in realtà emendato in modo unidirezionale verso un partito il meno “liquido” e più tradizionale possibile.
Così è successo che le primarie per la scelta dei candidati alle elezioni si faranno in alternativa ad altri metodi (definiti di “ampia consultazione democratica” che francamente non si capisce che cosa voglia dire); si è stabilita una soglia per partecipare alle primarie di coalizione che già preannuncia che le primarie non avranno più senso (per parteciparvi come candidato del PD bisognerà raccogliere un tale numero di consensi nel partito che sarà possibile esprimere soltanto un unico nostro candidato e soltanto se fortemente supportato dalle gerarchie e dagli apparati: considerata la forza dei DS addio primarie in Toscana, Umbria, Marche ed Emilia Romagna); si è stabilito – alla faccia di Beppe Grillo che starà già brindando alla nostra salute – che i nostri parlamentari potranno fare un massimo di tre mandati (più eventuali deroghe) invece di due; è stata eliminata in barba alla presidenza (che pare non se ne sia accorta) la norma che i tre più votati candidati segretari nazionali avrebbero avuto diritto a partecipare alle primarie nazionali indipendentemente dalla soglia di consenso ricevuta durante la Convenzione nazionale (che sarebbe la nuova denominazione del vecchio congresso del Partito), cosicché al 90% avremo d’ora innanzi un candidato unico alla segreteria nazionale, e quando il candidato è unico si sa che le primarie non è necessario indirle; si è persino stabilito che ogni candidato segretario nazionale potrà avere più di una lista collegata, cosicché finiremo permanentemente – come giustamente ha detto Michele Salvati – nella situazione nella quale già ci troviamo, e cioè con un sacco di delegati che sono stati eletti con o per Veltroni ma che non fanno assolutamente capo a Veltroni, e quindi con un segretario nazionale sempre debole e dipendente dai vari capi corrente del partito che lo sceglieranno con buona pace delle primarie e del cittadino elettore.
Alla fine, nonostante l’assemblea abbia votato il mio emendamento anti-omofobia nell’evidente tentativo di addolcirmi la pillola, proprio non ce l’ho fatta. E’ stata una decisione difficilissima da prendere, come dicevo. Perché a questo impegno ho dato tanto (in termini di cuore, di tempo, di energie, di soldi, di voli e quant’altro) e concludere un lavoro di gruppo senza assumersi a pieno la paternità del risultato finisce con l’essere doppiamente frustrante; perché ho compreso il tentativo di venirmi incontro che, nella loro ottica, i miei colleghi hanno fatto concedendomi obtorto collo cose oggettivamente interessanti: le sezioni on-line, la norma anti-omofobia, il Sistema per la Partecipazione, anche la nuova formulazione dell’articolo relativo all’impegno per i giovani del nuovo partito. Eppure io – consapevole delle mie forze limitate dal fatto di essere fuori dai giochi e di non essere parte di un gruppo – non avevo presentato nessun emendamento sui nodi politici proprio perché in sostanza avevo capito (ed accettato) il compromesso costituito dalla bozza Vassallo-Contri e avevo posto in quel punto preciso il mio limite invalicabile di tollerabilità.
Se il testo-base non fosse stato sostanzialmente modificato sui temi più prettamente politici il mio voto sarebbe stato alla fine positivo anche se quel testo-base era già ben lontano dalla mia idea di partito, quella – come disse Walter Veltroni a Rho durante l’inaugurazione della Costituente – di un partito basato sul cittadino-elettore e sull’assunzione della responsabilità di decidere. Ma la riunione di questo fine settimana ha disegnato un partito di stampo sostanzialmente tradizionale, non sufficientemente aperto alla società e non dotato di una leadership sufficientemente forte e indipendente, in grado di prendere decisioni e di essere resa responsabile (“accountable”) di quelle decisioni.
E per questo che quando la meravigliosa personalità di Fernanda Contri, che pure ha ovviamente votato a favore del testo, ha detto di essere solo moderatamente soddisfatta del risultato finale, ho concluso che – nonostante tutto il lavoro, nonostante quello che avevo personalmente raccolto, nonostante lo straordinario onore che comunque è stato per me essere parte di questo gruppo e di questo sforzo in qualche modo storico – non avrei potuto dire che quello statuto era il “mio” statuto. Ho capito che non avrei potuto assumerne la responsabilità e difenderlo serenamente come fosse cosa mia, magari di compromesso, ma comunque cosa mia. E così, abbastanza dolorante, alla fine mi sono astenuto.
32 risposte a “Le ragioni di un'astensione”
Bravo Ivan. Di più non si poteva fare e non si poteva fare nulla di meglio di quello che hai fatto: astenerti.
Ti sono grato del coraggio e della dedizione. Ora, però, non pensare che sia finita.
C’è ancora bisogno di te e di quelli come te.
Perché non hai votato contro?
Non ho preso in considerazione nemmeno per un minuto l’idea di votare contro, Riccarù. Se l’avessi fatto mi sarei dimesso dal partito un minuto dopo. Lo statuto non mi ha convinto al punto di votare a favore, ma resta uno statuto che contiene (anche grazie al contributo de iMille) oggettivi elementi di innovazione. Se hai tempo di leggere i due post precedenti magari ti fai un’idea.
Ben detto e ben fatto.
Non ho ancora avuto modo di leggere la bozza finale – sul sito del PD trovo solo il ‘Testo base per l’esame da parte della Commissione Statuto nella seduta dell’1-2 febbraio’ – ma, fatti salvi i successi che hai indicato (emendamento ‘anti-omofobia’, sezioni on-line, etc) il risultato finale mi sembra abbastanza deprimente.
Il PD resta ben lontano da ciò che i Mille si proponevano di ottenere: “un partito che incentivi la partecipazione dei cittadini, un partito che liberi le energie delle persone, un partito ‘scalabile’, senza baroni e baronati.” Mi pare infine che le considerazioni che hai espresso nel tuo intervento e l’amarezza che traspare stonino alquanto con l’entusiasmo del comunicato ufficiale (qui: http://www.partitodemocratico.it/cgi-bin/adon.cgi?act=doc&doc=105352&sid=14)
Comprendo la ragion di stato, ma forse sarebbe stato meglio spiegare chiaramente la situazione anche sui siti ‘istituzionali’. In ogni caso, complimenti per l’impegno e per i risultati che hai raggiunto.
Nicola
argh! vedi i gattopardi ci sono sempre e sopratutto non hanno età (ventenni o cinquantenni che siano).
ma perché? perché? che ci guadagna il paese da un nuovo partito macchinoso e lento e dannatamente burocratico?
se non vogliono aprire un partito come pretendere che aprano l’italia?
detto questo é giuto continuare a battersi foss’anche contro i mulini a vento. avanti ronzinante!
argh! vedi i gattopardi ci sono sempre e sopratutto non hanno età (ventenni o cinquantenni che siano).
ma perché? perché? che ci guadagna il paese da un nuovo partito macchinoso e lento e dannatamente burocratico?
se non vogliono aprire un partito come pretendere che aprano l’italia?
detto questo é giuto continuare a battersi foss’anche contro i mulini a vento. avanti ronzinante!
argh! vedi i gattopardi ci sono sempre e sopratutto non hanno età (ventenni o cinquantenni che siano).
ma perché? perché? che ci guadagna il paese da un nuovo partito macchinoso e lento e dannatamente burocratico?
se non vogliono aprire un partito come pretendere che aprano l’italia?
detto questo é giuto continuare a battersi foss’anche contro i mulini a vento. avanti ronzinante!
argh! vedi i gattopardi ci sono sempre e sopratutto non hanno età (ventenni o cinquantenni che siano).
ma perché? perché? che ci guadagna il paese da un nuovo partito macchinoso e lento e dannatamente burocratico?
se non vogliono aprire un partito come pretendere che aprano l’italia?
detto questo é giuto continuare a battersi foss’anche contro i mulini a vento. avanti ronzinante!
ancora complimenti per i risultati che hai ottenuto, anche se tu li chiami “contentino” e ancora di più per la coerenza che dimostri sempre nei tuoi comportamenti.
ho anche una domanda da farti, come mai siete arrivati alla votazione solo in 58?
26 sono scappati prima che iniziasse la fase più dura, ma ne mancavano altri 26 all’appello visto che la commissione era formata da 100 persone.
una dimostrazione di scarsa responsabilità quanto meno…
Bravo Ivan. Capisco il travaglio con cui sei arrivato all’astensione. Da quello che ho capito a fronte di alcune novità si conferma un impianto pesantemente tradizionale: un vero mastodonte. Io non ho partecipato alle primarie del 14 e sono ancora alla ricerca delle ragioni per aderire al PD, ma il risultato sullo statuto non aiuta. Credo, infatti, che sia un risultato molto distante dalle aspettative di vedere un partito leggero, aperto dove il ruolo degli elettori è quello che conta.
dici di “non essere parte di un gruppo”, forse sarebbe il caso di cominciare ad organizzarci, magari con candidati riconoscibili, magari alle prossime politiche, visto che si dovrebbe decidere la rosa dei candidati con le primarie….
Scusa Ivan, scusate tutti ma non riesco ad associarmi alla soddisfazione,seppur moderata, che circola nel blog.
Nè riesco ad accettare di tenere duro e andare avanti comunque.Come se niente fosse.
Io dalla cronaca che ci fa Ivan( grande stima,un grandissimo grazie) ricavo che il partito NUOVO è vecchissimo nei metodi e nella fame di potere e di controllo. Chiaramente non è quello che ci prometteva Veltroni &C.
Mi crescono dentro ancora di più iMille dubbi sul sostegno da dare a questa deludente realtà.
E ho paura che anche iMille farebbero bene a trovare strade alternative di fare politica e partecipare.Non ha senso piluccare qui e là delle mollichelle in un pastone indigesto.
Allora si prova a fare da soli,non so come,ma certamente con più successo e maggiore soddisfazione. Ciao
beh, complimenti per il coraggio e la fatica. non augurerei a nessuno di far parte di queste commissioni pesantissime.
su quel che dici, mi pare che alla fine hanno dato le molliche all’innovazione e si sono tenuti le cose importanti che volevano loro.
che dire? speriamo che non facciano liste indecenti per le elezioni…
Aspetto di leggere la versione finale per rendermi conto di quanto sia stato snaturato il testo base, che almeno rappresentava un punto di mediazione accettabile.
Ora partirà la maratona degli statuti regionali e vedremo se ci sarà qualche spazio di miglioramento specie nelle regioni che non sono dominate dagli apparati dei burosauri.
Davvero un peccato per l’ennesima occasione perduta.
Mi auguro che Veltroni riesca ad imporsi almeno in questa fase elettorale per farsi una squadra credibile.
Grazie per il tuo impegno e per quanto sei riuscito a conquistare.
Anche qui c’è qualcuno che sostiene le primarie: bene!
Come ti ho già detto di là, Ivan, dentro questo post c’è tutto il tuo cuore, c’è il tuo pensare, il tuo agire, la tua coscienza.
Ti si sente benissimo. Così come l’altra sera al telefono: si sentiva la tua stanchezza dopo ore di riunione, la soddisfazione per aver lavorato e – soprattutto – in coscienza, l’amarezza anche. Anzi, la fatica dell’amarezza.
Così come ti si sente sempre, del resto.
Per questo si nota di più, come ha fatto Nicola, il contrasto con i toni nel sito ufficiale.
Perchè sei (anche) intellettualmente onesto. Cosa che, con la coerenza e l’entusiasmo, con l’impegno e la dedizione, fanno di te e di quelli come te (anche se pochi non importa) uno di quelli per cui e con cui vale la pena spendersi, crederci, essere ottimisti. Grazie per questo. Anche.
Andiamo.
mo
Volevo ringraziarti per il tuo impegno e la tua coerenza, starci attivamente cogliendo anche dei risultati e accettare dei compromessi che ahimè in questa fase erano da mettere in conto, non è per niente facile.
Io, in questa fase di spinto disincanto ( ma poi passa … ) non ce l’avrei fatta ad ingoiare il rospo e li avrei mandati democraticamente, pacatamente a farsi fottere.
Ma non è un caso che tu sia lì ( menomale!) ed io quì a scrivere un commento sul tuo blog.
Continua così se puoi e se hai bisogno di aiuto noi siamo a un click di distanza.
non ho capito la storia del candidato unico segretario e di segretari votati dalla convenzione …. magari quando si avrà lo statuto finale online ….
ma domani ho il super tuesday, mi consolo così, con qualcosa che in italia non succederà mai, purtroppo.
Bravissimo Ivan, faccio mie le parole di Piero e le ripeto:
“Bravo Ivan. Di più non si poteva fare e non si poteva fare nulla di meglio di quello che hai fatto: astenerti.
Ti sono grato del coraggio e della dedizione. Ora, però, non pensare che sia finita.
C’è ancora bisogno di te e di quelli come te”
E’ vero, c’e’ bisogno di gente come te dentro al PD.
E se quando sei la dentro ti senti solo (o quasi) sappi che appena fuori da quella stanza la maggior parte degli elettori PD e’ con te.
Ragazzi, fuori da quelle stanze SIAMO MAGGIORANZA. Ricordiamocelo sempre.
Ivan ci ha raccontato delle cose deprimenti. Ma non dobbiamo deprimerci in alcun modo. Continuiamo (ognuno nel suo piccolo) a lavorare, diffondere una cultura ed un modo di pensare. Continuiamo ad appoggiare gente come Ivan. Non facciamoci impressionare dal muro. Il muro c’e’ ma lo tireremo giu’. Ci dobbiamo credere. Scusate la retorica ma in questo momento penso che quello che serve e’ motivazione, rabbia, determinazione, perseveranza e presa di coscienza delle proprie forze.
Coraggio, coraggio, coraggio.
Grazie Ivan
Ti leggo spesso, Scalpha, anche perché sono interessato da semplice cittadino a ciò che sta avvenendo nel PD.
La mia domanda (perché non il voto contro) era una semplice curiosità: sono convinto che in una commissione/gruppo dirigente/partito sia utile il voto chiaro, senza astensioni, a favore o contro, fermo restando l’estrema convinzione di partecipare all’azione di quel gruppo.
Forse è solo un diverso punto di vista sul “gergo comportamentale”, e quindi capisco che l’astensione è più che sufficente per significare quello che era la tua intenzione.
In effetti apprezzo gli emendamenti che hai presentato e sono stati approvati.
Leggerò lo statuto e seguirò l’evoluzione del PD, sperando che ci sia il coraggio di lasciare spazio anche a nuove persone con nuove idee (in fin dei conti chi perde, sbaglia, non coglie le possibilità per 2 o 3 volte di seguito è giusto lasci spazio ad altri).
Buon lavoro.
riccardo russo
Ti ringrazio per l’impegno, la serietà, la chiarezza di visione, la coerenza di comportamenti.
E ti faccio i complimenti per i parziali risultati ottenuti: con l’ostinata dedizione, nonostante tutto, qualche volta si riesce a smuovere un poco gli altri.
Tuttavia, certo, nel complesso il risultato finale è sconfortante, tanto più nella situazione attuale.
Io mi sento un pò come un…pendolo. Hehehe si perchè oscillo…vorrei, davvero vorrei potermi sentire rappresentato da un grande partito “democratico” serio, moderno, laico, progressista ecc.; a nessuno, in fondo, piace sentirsi solo, isolato, senza rappresentanza politica, in un paese disgregato come l’Italia poi…, e quindi ci ho provato, e periodicamente ci provo ad avvicinarmi a questa realtà del PD che poteva (potrebbe?) essere una grande speranza. Solo che poi, puntualmente, ogni volta che provo ad avvicinarmi, la classe dirigente del pd fa sempre del suo meglio per respingermi, sembra quasi lo facciano apposta!
Così seguii la nascita del pd, pur dubbioso, ma presto rimasi deluso dai metodi adottati nelle primarie (ricordate le famigerate liste bloccate?); nonostante tutto volli andare lo stesso, alla fine, a votare (per Veltroni) ma ben presto fui “freddato” dai comportamenti di questo leader in materie fondamentali come quella della laicità e dei diritti civili, per non parlare del resto della dirigenza…e poi il manifesto dei valori con le sue incertezze e ambiguità, col suo scambiare un partito non ideologico con un partito senza chiare idealità…e poi il subitaneo riprendere vigore, dopo la breve parentesi post-primarie, delle correnti e delle lotte di potere interne, il vedere il “salvatore della patria” sfruttato per il bagno di folla popolare delle primarie già quasi messo in stato di accusa, e poi…e poi…
Ora, dopo la caduta di Prodi,e quindi il definitivo, ineluttabile tramonto della formula politica dell’unione, di fronte alla necessità di una proposta politica fortemente innovativa per ricostruire, in prospettiva, un nuovo centrosinistra, mi stavo ri-avvicinando e pensavo che forse, data anche la situazione di urgenza, per non dire di emergenza, avrei potuto votarlo sto pd in quest’ottica… Ma ecco che poi leggi ste cose sullo statuto e ti fanno proprio incazzare…Insomma nemmeno di fronte ad una situazione critica emerge un minimo di responsabilità e allora veramente ti viene voglia di mandare tutti a quel paese e di darti al tanto peggio tanto meglio!
Ma come? ci hanno fatto una testa così con sta storia delle primarie!…ed ora? primarie OPPURE non meglio identificati metodi di “ampia consultazione democratica”!! Ma dai fa ridere! Possibile che non si rendano conto dell’effetto gambero? che è molto peggio di non essersi mai mossi: così infatti fai la figura dell’incoerente e dell’ipocrita che fa finta di fare un passo avanti per poi in realtà farne due indietro.
Malino anche le altre cose da te segnalate.
Ma la peggiore è certamente quella dell’ammissione di liste molteplici apparentate al singolo candidato segretario per i motivi da te ben evidenziati. Del resto basta l’esperienza concreta dell’elezione di Veltroni!
In questo modo tutti quelli che non sono abbastanza forti da poter vincere da soli, o sono abbastanza furbetti da non volersi battere apertamente in un confronto democratico di valori, progetti e programmi, potranno comunque “sfruttare il traino” del probabile vincitore, pur non condividendone veramente la leadership, per poi tornare a dividersi il giorno dopo le primarie. E in tal modo riusciranno cmq a far “pesare” le loro posizioni minoritarie, sul leader eletto che sarà così sempre “dimezzato” e, naturalmente, pretenderanno sempre la loro quota di posti di potere nei vari organi del partito o nelle varie cariche pubbliche “di spettanza” al partito. Non vi ricorda qualcosa? Ma certo, è l’uovo di colombo! E esattamente quello che è accaduto nella coalizione di centro-sinistra col porcellum. Complimenti!
rispondo soprattutto ad antonio g.
Il “dove” stare e il “come cambiare” é una domanda che ci siamo posti fin dall’inizio e che ci poniamo sempre (soprattutto il “come cambiare”). Non possiamo credere di cambiare questo sistema in due mesi o in un anno.
Oltre a Ivan, quasi tutti noi (iMille ma non solo: anche molti che la pensano come noi) sono candidati nei coordinamenti dei circoli del PD. Sai cosa significa? che anche nei nuclei elementari del PD possiamo dire la nostra e dimostrare un modo diverso di fare politica. E’ un processo che potrà fare vedere i suoi frutti fra qualche mese (probabilmente ci vorrà un’intera legislatura).
Ivan, ho una proposta. Dato che le elezioni sono alle porte e che ho letto da qualche parte che si pensa ad una lista “A sinistra x Veltroni” perchè non farne anche un’altra tipo “Innovazione x Veltroni” che racchiuda tutte le forze laiche, liberali, progressiste? In fondo col Porcellum non ci viene data la possibilità di scrivere un nome ed io a votare lo stesso partiti della Binetti ancora ho delle perlessità.. Tra l’altro spero non venga ricandidata, non tanto x le sue idee ma x il suo voto contrario a Dicembre.
Se si vuole un partito coeso, chi vota contro non si ricandida, secondo me, indipendentemente da quali siano i motivi. Ed infatti capisco il motivo della tua astensione, invece di voto contrario.
Se si volesse essere ancora piú demagogici perchè non “I giovani x Veltroni”?
Certo farebbe un po’ riserva indiana, ma il ritorno d’immagine e di voti, giustificherebbe i mezzi. Una bella lista con candidati sotto i 45 (a dire la verità pensavo sotto i 40, ma poi al Senato sarebbe un casino e volevo che tu ne potessi far parte)….
Buon lavoro,
Francesco
Scusa Francesco ma non ho capito: che significa una lista “I giovani per Veltroni”? Mica stiamo alle Primarie, qui si tratta di stare dentro al PD o fuori. E noi da tempo abbiamo deciso di stare dentro e cercare di cambiarlo.
Altrimenti “loopiamo” e ricominciamo a parlare di correre da soli (0,0001 %), Questa eventualità credo l’abbiamo ormai definitivamente esclusa.
no, stando dentro. L’idea mi è venuto leggendo di un’ipotetica lista PD-A sinistra per Veltroni, collegata alla lista PD, pensata x togliere voti alla Sinistra Arcobaleno, ed in coalizione col PD. Che poi presentarsi da soli e ad avere piú di una lista (cosa cmq consentita dal Porcellum) possa venire avvertito come una presa in giro è un’altro discorso…
Mi domando cosa ci stai ancora a fare in quel contenitore privo di senso ….
L’articolo porta tutto tranne che fiducia…non per questo però credo che chi ha deciso di lottare debba smettere.
Mi perdonino quelli del bicchiere mezzo pieno, che qui sono tanti. Però io ripropongo la domanda di Riccarù.
Perchè il punto non è tanto che cosa ci sta a fare lì dentro Scafarotto (o altri simili), ché questo è stato ampiamente spiegato, e faccio i miei migliori auguri di riuscire nella battaglia.
Quello che non capisco, però, è perchè votare contro su una cosa (fosse anche lo statuto) equivale a decidere di dimettersi.
Mi pare evidente che esiste una questione di “soglia delle cose non proprie ma tollerabili” (che ciascuno fissa a modo suo) e che è l’eventuale superamento di quella soglia a far decidere sul dentro/fuori.
Però, anche volendo restare dentro, a proseguire una battaglia (anche di minoranza), perchè è impossibile esprimere singole posizioni contrarie, o “altre”, in modo più netto della astensione?
Per me la soglia è tale che da questa impresa (che pure in teoria mi sarebbe piaciuta) ho da sempre deciso di stare fuori. E dubito perfino di riuscire a votare Pd (ma questo si vede nei prossimi giorni).
Però, se quelli come Ivan sostanzialmente tacciono (si astengono, non si vedono …) allora è proprio certissimo che uno/a del mio tipo (e non credo di essere proprio sola al mondo: gente “di sinistra” che non si riesce a immaginare nella sinistra arcobaleno, ma neppure si ritrova con il partito vecchio e “moderato” a cui sempre più sembra aspirare il Pd) dovrà trovare altre strade, altri modi per … fare testimonianza (altro non mi pare possibile).
Questo ( http://www.unita.it/vignette/staino/20071013.gif ) è quel che auspicava la matita di Sergio Staino alla vigilia delle primarie… sigh!
Ivan, ti faccio anche io i miei complimenti per la tua correttezza e per la coerenza. Ti ammiro molto.
Purtroppo sto ancora cercando anch’io, come Piergiorgio, un motivo per convincermi a votare PD… Ma la vedo dura…
Poi se alle amministrative di Roma, mi ritrovo come candidato Rutelli… te saluto!
Grazie Carlo Traina. Apprezzo il tuo impegno in prima linea e quello di tutti iMille.Le tue parole colpiscono e insultano il mio scettiscismo che però non riesco a sfumare.Almeno non oggi , proprio mentre ci troviamo davanti il muro che la struttura frappone fra una partecipazione “aperta” e quindi veramente democratica e l’apparato che protegge se stesso.
Questo mi pare di capire che emerga chiaramente dalle note di Ivan.Vedremo poi quale sarà la versione finale approvata dall’assemblea.
E vorrei che tu capissi che la ferita all’immagine e al concreto operare di un partito che della “apertura” aveva fatto il segno del suo essere veramente democratico è gravissima.
Soprattutto nei confronti dei cittadini elettori attivi, nuove reclute entusiaste di dare un contributo genuino.Ciao,grazie.
Sto con Carlo, dentro e cercando di cambiare.
Teniamo duro sulle candidature alternate uomo/donna in ogni lista e nei capolista alternati.
Già così sarebbe un grande rinnovamento.
Un passo dopo l’altro.
Grazie Ivan, di avere spiegato qulacosa anche alle persone comuni come me. Certo c è di che scorarsi . E’ un momento in cui tutti gli strumenti che tradizionalmente fanno la democrazia ti si corrompono sotto gli occhi , ti si sfarinano appena provi ad avvicinarti, senza neanche toccarli.
Non vedo alternativa, al momento , se non stare dentro e guadagnare spazi, giorno dopo giorno.
Mi piacerebbe che da qualche parte, su questa rete e su questa coomunity. si raccogliessero le impressioni dell persone comuni, lontane dagli apparati. Creco che parlerò di quel poco che ho potuto notare e capire, in queste due volte che mi sono recata a votare per il Pd. Credo che parlerò di quello che riesco a vedere dalle primare in USA . Forse riuscirò anche a parlare del partito che vorrei. Ma non è facilissimo.
Ivan a te ad ai tuoi il mio apppoggio sincero , il mio affetto e la mia stima.
Chiara