Dedico alla compagna che a 26 anni rimane serenamente abbarbicata alla sua seggiola di giovane, un pezzo dell’interessante riflessione che il sito lavoce.info fa in tema di giovani e rappresentatività in Italia. “Se si torna al voto con le regole attuali rimangono in vigore le ‘quote grigie’, ovvero i vincoli di 25 e 40 anni per poter essere eletti rispettivamente alla Camera e al Senato, e di 25 anni per poter votare al Senato.
Da notare che i limiti di età sono ancora quelli fissati nel lontano 1948, inseriti espressamente nella Costituzione, agli articoli 56 e 58. L’unico vincolo relativamente meno rigido, che non richiede cioè una riforma costituzionale per essere ritoccato, è quello generico della ‘maggiore età’ (articolo 48) per votare alla Camera dei deputati. Può essere interessante, nonché istruttivo, capire la genesi di queste soglie anagrafiche. Il limite di venticinque anni alla Camera fu imposto non senza polemiche: il dibattito fece emergere proprio l’iniquità di una norma che escludeva dalla possibilità di essere eletti tutti i cittadini tra i ventuno e i venticinque anni (la maggiore età fu abbassata a diciotto anni solo nel 1975). La posizione della commissione fu però quella di uniformarsi al criterio diffuso, perlomeno a quei tempi, di una differenza tra le età di elettorato attivo e passivo. Discorso analogo per il Senato, cui si aggiunse l’esigenza che questa camera fosse composta ‘di elementi che, anche per la loro età, [dessero] garanzia di serenità, di obiettività e soprattutto di maggior ponderatezza’. Indicazione che appare drammaticamente ironica alla luce degli ultimi avvenimenti.”
10 risposte a “Quote grigie”
Ho precedentemente lasciato un commento sulla rappresentativita’ delle eta’ in politica.
Eccolo qui…
http://www.ivanscalfarotto.it/2008/02/la_norma_ammazzaperpetui.html#comment-387711
Sono favorevole a dare a tutti (sopra i 18 anni) la possibilita’ di essere eletti. Sono favorevole a cercare di avere liste dove tutte le eta’ sono minimamente rappresentate.
Sono un po meno favorevole ad imporre quote “young” fisse nelle liste. Non penso sia una buona cosa avere nelle liste una ripartizione delle eta’ proporzionale alle eta’ nella popolazione generale.
In un sistema ideale non dovremmo avere ne quote rosa, ne quote “young” ne quote di altri tipo.
Visto pero’ che non siamo in una situazione ideale capisco che bisogna cercare di forzare alcuni concetti. Ma penso sia sbagliato, mi ripeto, arrivare a fissare quote fisse nelle liste. Cerchiamo solo di metterci dentro qualche giovane in piu’ rispetto ai pochi che ci sono ora. Se il giovane e’ bravo vincera’ sul meno giovane.
Ho sempre pensato (lo pensavo anche quando avevo 20 anni) che avere piu’ di 35/40 anni aiuti a fare certi mestieri che richiedono esperienza, come ad esempio il parlamentare.
Vorrei avere un parlamento con qualche giovane in piu’ perche’ i giovani portano comunque qualcosa di diverso, un altro punto di vista. Ma diffiderei (solo per fare un esempio) di un parlamento fatto per un terzo di under-30.
Vedo qualche giornale italiano osannare Obama perche’ ha il voto degli under-30. Ma perche’ il voto degli under-30 dovrebbe essere migliore di quello degli over-40 e over-60 della Clinton?
Se proprio dovessi scegliere a scatola chiusa io sceglierei il voto degli over-40 a quello degli under-30
Ciao
Andrea
Ho precedentemente lasciato un commento sulla rappresentativita’ delle eta’ in politica.
Eccolo qui…
http://www.ivanscalfarotto.it/2008/02/la_norma_ammazzaperpetui.html#comment-387711
Sono favorevole a dare a tutti (sopra i 18 anni) la possibilita’ di essere eletti. Sono favorevole a cercare di avere liste dove tutte le eta’ sono minimamente rappresentate.
Sono un po meno favorevole ad imporre quote “young” fisse nelle liste. Non penso sia una buona cosa avere nelle liste una ripartizione delle eta’ proporzionale alle eta’ nella popolazione generale.
In un sistema ideale non dovremmo avere ne quote rosa, ne quote “young” ne quote di altri tipo.
Visto pero’ che non siamo in una situazione ideale capisco che bisogna cercare di forzare alcuni concetti. Ma penso sia sbagliato, mi ripeto, arrivare a fissare quote fisse nelle liste. Cerchiamo solo di metterci dentro qualche giovane in piu’ rispetto ai pochi che ci sono ora. Se il giovane e’ bravo vincera’ sul meno giovane.
Ho sempre pensato (lo pensavo anche quando avevo 20 anni) che avere piu’ di 35/40 anni aiuti a fare certi mestieri che richiedono esperienza, come ad esempio il parlamentare.
Vorrei avere un parlamento con qualche giovane in piu’ perche’ i giovani portano comunque qualcosa di diverso, un altro punto di vista. Ma diffiderei (solo per fare un esempio) di un parlamento fatto per un terzo di under-30.
Vedo qualche giornale italiano osannare Obama perche’ ha il voto degli under-30. Ma perche’ il voto degli under-30 dovrebbe essere migliore di quello degli over-40 e over-60 della Clinton?
Se proprio dovessi scegliere a scatola chiusa io sceglierei il voto degli over-40 a quello degli under-30
Ciao
Andrea
La perpetua di cui parlate ha 26 anni? Ma è una bimba!! Basti pensare che la responsabile di Forza Italia giovani, Barbara Lorenzin (che tra l’altro consoco bene perchè nel secolo scorso frequentavamo lo stesso liceo) è del 1971, quindi va per i 37..
La perpetua di cui parlate ha 26 anni? Ma è una bimba!! Basti pensare che la responsabile di Forza Italia giovani, Barbara Lorenzin (che tra l’altro consoco bene perchè nel secolo scorso frequentavamo lo stesso liceo) è del 1971, quindi va per i 37..
Continuare a proporre “quote” su tutto è assurdo. La meritocrazia non prevede quote di alcun genere. Se si è bravi, si è bravi e basta, a prescindere da età, sesso, orientamenti sessuali, politici, religiosi e quant’altro.
Occorre piuttosto mettere mano alla riforma dei regolamenti parlamentari fin dai primi giorni della nuova legislatura, impedendo la formazione di gruppi che non siano quelli che si sono presentati alle elezioni. Occorre mettere fine al bicameralismo perfetto, dando funzioni diverse al Senato, abolire le provincie, abolire i consigli municipali in ogni città.
Purtroppo abbiamo visto che non bastano i buoni propositi.
Servono regole chiare e che assicurino la rappresentanza di donne e giovani.
Basti vedere che in Parlamento gli unici che rispettano questa equità siamo noi.
Se non ci fossero state le quote rosa per i circoli, ilcoordinamento sirmionese di cui faccio parte, non sarebbe al 50% rosa.
un saluto andrea
Purtroppo abbiamo visto che non bastano i buoni propositi.
Servono regole chiare e che assicurino la rappresentanza di donne e giovani.
Basti vedere che in Parlamento gli unici che rispettano questa equità siamo noi.
Se non ci fossero state le quote rosa per i circoli, ilcoordinamento sirmionese di cui faccio parte, non sarebbe al 50% rosa.
un saluto andrea
Capisco quello che dice Andrea Volpi e in parte condivido.
Quando dico che non vorrei quote fisse intendo dire (mi accorgo di non essermi spiegato bene nel prcedente commento) che non vorrei quote che rispecchiano la esatta frequenza di una categoria (ad esempio i ventenni o le donne) nella popolazione generale.
C’e’ chi propone infatti di avere quote che rispecchiano esattamente la ripartizione nella popolazione generale e su questo non dono d’accordo.
Sono d’accordo invece con quote che garantiscano una “rappresentanza minima” in ogni fascia di eta’. Queste quote minime rappresenterebbero un buon compromesso tra la situazione ideale (in cui non dovrebbero esistere quote di alcun tipo) e la situazione attuale (che e’ ben lontano dall’essere ideale).
Stessa cosa vale per le quote rosa. Imporre il 50% mi sembra una forzatura.
Esistono tanti tipi di categorie (eta’, sesso, etnia, orientamento sessuale, professione, religione ecc…). Facciamo quote per tutto in modo da garantire proporzionalita’ a tutte le categorie?
Lo chiedo non per provocazione ma per avere altri punti di vista
Un abbraccio
Andrea
Nel comune di Lewisham, che è parte di Londra (ed è sconosciuto ma ci vivono 250000 persone), dal 2004 i ragazzi di età tra gli 11 e i 18 anni eleggono il “sindaco giovane” (*Young Mayor”), che resta in carica per un anno, ha ruolo di consigliere per il sindaco “adulto” sulle questioni giovanili (coadiuvato da un comitato di altri giovani), e ha un budget proprio di 25,000 sterline.
Il primo eletto, nel 2004, aveva 15 anni; l’età per essere eletti è 11-17 anni, per votare 11-18.
La percentuale di partecipazione non è alta (45% di aventi diritto nel 2007) ma intanto c`è un 45% di giovani (di quelli veri!) che comincia a partecipare alla vita politica e civile della propria comunità – e magari a 19 anni si sente pronto per il parlamento nazionale.
Non so in quanti altri comuni qui esista una cosa simile, ma… Ivan, visto che alle riunioni esci sempre con idee rompiballe (:-)), perché non lo proponi?
Propongo di presentare liste col 50% di persone con Q.I. minimo di 120 su 168 e il restante 50% con un quoziente fra 75 (minimo) e 120.
Poichè mi sembra che nel parlamento italiano ci sia una quota di idioti vicina all’80% sarebbe iun bel passo avanti!