“La partecipazione al governo dei radicali italiani non è più stata una circostanza ‘tattica’, come potevano far temere i precedenti, ma un reimpianto saldo dentro la vicenda della miglior sinistra. Si deve soprattutto a loro il bel voto per la moratoria della pena capitale.”
“…l’unico veto accettabile all’interno di un partito che si voglia nuovo nella stessa concezione della politica, è quello contro chi pretenda di imporre veti. I radicali non si sognano di farlo. E suona surreale sentire rispettabili esponenti di Opus Dei spiegare a nome del Partito democratico l’incompatibilità dei radicali.”
Leggo degli approcci tra PD e Italia dei Valori e non potrei essere più d’accordo con quanto scrive Adriano Sofri oggi su Repubblica. Se apparentamenti devono esserci, ebbene, che sia assicurata ad Emma Bonino e ai suoi la presenza in Parlamento mediante una lista radicale e libertaria alleata col PD.
43 risposte a “Emma con noi”
Concordo in tutto e per tutto con questa prospettiva, tanto che, capitato per caso sul blog di Gianni Vernetti (http://www.giannivernetti.it/), ex sottosegretario agli Esteri, ho risposto al suo sondaggio dicendo che se il PD vuole allearsi con qualcuno, e non correre solo come ha proposto finora Veltroni, quel qualcuno devono essere i Radicali, non certo Di Pietro!
Almeno non vi sentireste soli voi millini nel controbilanciare il conservatorismo (chiamiamolo così!) dei vari Bobba, Binetti e “compagnia flagellante”…
Concordo in tutto e per tutto con questa prospettiva, tanto che, capitato per caso sul blog di Gianni Vernetti (http://www.giannivernetti.it/), ex sottosegretario agli Esteri, ho risposto al suo sondaggio dicendo che se il PD vuole allearsi con qualcuno, e non correre solo come ha proposto finora Veltroni, quel qualcuno devono essere i Radicali, non certo Di Pietro!
Almeno non vi sentireste soli voi millini nel controbilanciare il conservatorismo (chiamiamolo così!) dei vari Bobba, Binetti e “compagnia flagellante”…
Si incomincia a ragionare…
La vedo dura. La gran parte degli elettori del PD credo non sia d’accordo. Inoltre, Veltroni accoglierebbe (storcendo il naso) la Bonino ma non Pannella. E probabilmente un'”offerta” di questo genere sarebbe irricevibile per la Bonino. Logicamente.
Io sarei ovviamente per espellere (in senso fisiologico, non politico) le frange oltranziste di centro (ormai ben rappresentate dalla Binetti) e integrare i Radicali, ma come per Di Pietro si pone il problema: o si fondono nel PD (e Pannella è da sempre un sostenitore del bipartitismo e del maggioritario secco) o il presupposto del “andiamo da soli” viene un po’ a cadere.
Lo stesso di Pietro non voleva sciogliersi nel PD? Non sarà che con questa legge gli conviene andare da solo?
Per la serie: i puntini sulle i (l’amiamo per questo, d’altronde, no?):
1) “Non se ne parla proprio, non sono un’accattona”. Il ministro delle Politiche europee Emma Bonino, oggi a Catania per presenziare ad un convegno sulle donne, boccia cosi’ la proposta di candidatura nel Pd formulata da Piero Fassino in un’intervista a “La Stampa”. Bonino ha aggiunto: “Quelle di Fassino sono parole offensive e sconcertanti per le menzogne adottate nelle sue argomentazioni.” (da Repubblica.it)
Ma che ha detto Fassino?
«Sui radicali sono più prudente. Spesso si confonde Emma Bonino col Partito radicale. Vede, i radicali al suo tempo hanno proposto di togliere qualsiasi tutela ai lavoratori, introducendo la libertà di licenziamento, nonché l’assoluta liberalizzazione del sistema televisivo, che avrebbe avuto come effetto il rafforzamento del monopolio di Berlusconi. E certo, sui temi etici sono laicisti e non laici (ndr. AAAAAAAAARGHHHHHHHH!!!!). Su cosa siamo d’accordo? Le culture sono diverse (ndr.: capito?!?). Ma colgo l’occasione per dire che siamo pronti a candidare Bonino nel Pd, ha collaborato egregiamente con Prodi»
Si commenta da solo, credo. Per la banalità, l’inesattezza, i luoghi comuni, l’ignoranza e l’arroganza. Quanto basta per metterlo definitivamente a riposo. Ma Fassino non l’avevano spedito in Birmania?
2) “Io non apprezzo operazioni trasformistiche per cui i partiti si sciolgono per telefono, o sul predellino. Questa versione caudillista mi spaventa, e non sono fatti solo della destra.” Lo dice la radicale Emma Bonino. (da Repubblica.it)
Io adoro questa donna. E se continua così, e dovesse candidarsi OVUNQUE – sottolineo ovunque – la voterò. Di nuovo.
Le ultime affermazioni della Bonino e della leadership dei Radicali sono ammirevoli e espressioni di altissima politica. La cultura del PD è un’altra, ha ragione Fassino: loro sono “laici” e noi radicali siamo laicisti?? Il PD si tenga pure la Binetti, D’Alema e compagnia. Io il 14 aprile darò il mio voto senza esitazione ai Radicali. Il PD rimanga pure nella sua convinzione di essere il miglior partito possibile, contenti loro…..
beh ma candidano rutelli a sindaco di roma no? in fondo lui è un ex-radicale, ex-verde, ex-laico e ex-cellent in inglish!
🙁
beh ma candidano rutelli a sindaco di roma no? in fondo lui è un ex-radicale, ex-verde, ex-laico e ex-cellent in inglish!
🙁
Allora questa vicenda del rifiuto dell’alleanza coi radicali mi ha fatto talmente INCAZZARE (scusate il tono ma…) che non voglio nemmeno spendere le mie sacrosante energie a spiegare il perchè: ci sarà tempo per farlo. D’altronde tutte le persone intellettualmente oneste sanno che è una vergogna indecente senza bisogno di stare a spiegare l’evidenza.
Già ero indiginato per questo…poi ho letto le parole di Fassino! Basito. ma come ci si può fidare di gente così?
NO, no stavolta è troppo. E la goccia che fa traboccare il vaso.
Se il PD non si allea con i radicali addio.
Una scelta diversa sarebbe inspiegabile e inconciliabile con tutto quanto dichiarato dal leader e con tutti i presunti “valori” sbandierati e proclamati del nuovo partito. Non solo sbagliata nel merito, dunque, ma anche in grado di riverberare una luce di strumentale falsità su tutto il resto e di pesante inaffidabilità e ipocrisia sul leader.
Meglio Berlusconi sul serio a sto punto, comincio quasi a pensare che in fondo quelli della destra, nella loro pur ributtante tronfiaggine, sono, su un certo piano, fondamentalmente più onesti.
Scusate il post sopra è mio. Non so perchè era sparito dalla memoria il nome e indirizzo mail.
Scusate il post sopra è mio. Non so perchè era sparito dalla memoria il nome e indirizzo mail.
subito emma nel pd con il resto dei radicali.
quanto alla fase liberista radicale essa ha corrisposto con un momento ben particolare: nella seconda metà degli anni ‘980 la politica economica radicale fu data in “appalto” a Benedetto Della Vedova, che non avendo condiviso la scelta della RNP e del centro sinistra ora é deputato FI.
la verità storica, é che l’ex PCI é sempre stato geloso dell’attività dei Radicali, che negli anni ’70 si definivano “nuova sinistra”. A botteghe oscure avevano paura che con tanto attivismo e con tante idee gli rubassero il primato. Da li’ il sospetto con cui gli ex-PCi hanno sempre guardato i Radicali (perché a ben vedere i radicali alla fine sono piu’ a sinistra di molti ex-DS). I radicali rappresentevano la rottura dello Status Quo, ragione in piu’ per tenerli fuori.
Ricordo che la RnP a differenza di Mastella, si dovette fare il mazzo per essere accettata da Prodi. Non li volevano. Solo perché Boselli sbatte i pugni sul tavolo alla fine furono accettati.
Hai capito Ivan? I grandi strateghi del centro-sinistra che non esitarono a far entrare Mastella,invececon i radicali fecero i difficili. Grandi Strateghi questi perpettui!
Eppure i radiclai sono gente tosta, che crede in quello che fa, e sopratutto ragione in termini di bene del paese e non della poltrona come Ceppaloni and CO. Sono i marziani del sistemi politico italiano, che all’Italia non fanno male.
subito emma nel pd con il resto dei radicali.
quanto alla fase liberista radicale essa ha corrisposto con un momento ben particolare: nella seconda metà degli anni ‘980 la politica economica radicale fu data in “appalto” a Benedetto Della Vedova, che non avendo condiviso la scelta della RNP e del centro sinistra ora é deputato FI.
la verità storica, é che l’ex PCI é sempre stato geloso dell’attività dei Radicali, che negli anni ’70 si definivano “nuova sinistra”. A botteghe oscure avevano paura che con tanto attivismo e con tante idee gli rubassero il primato. Da li’ il sospetto con cui gli ex-PCi hanno sempre guardato i Radicali (perché a ben vedere i radicali alla fine sono piu’ a sinistra di molti ex-DS). I radicali rappresentevano la rottura dello Status Quo, ragione in piu’ per tenerli fuori.
Ricordo che la RnP a differenza di Mastella, si dovette fare il mazzo per essere accettata da Prodi. Non li volevano. Solo perché Boselli sbatte i pugni sul tavolo alla fine furono accettati.
Hai capito Ivan? I grandi strateghi del centro-sinistra che non esitarono a far entrare Mastella,invececon i radicali fecero i difficili. Grandi Strateghi questi perpettui!
Eppure i radiclai sono gente tosta, che crede in quello che fa, e sopratutto ragione in termini di bene del paese e non della poltrona come Ceppaloni and CO. Sono i marziani del sistemi politico italiano, che all’Italia non fanno male.
subito emma nel pd con il resto dei radicali.
quanto alla fase liberista radicale essa ha corrisposto con un momento ben particolare: nella seconda metà degli anni ‘980 la politica economica radicale fu data in “appalto” a Benedetto Della Vedova, che non avendo condiviso la scelta della RNP e del centro sinistra ora é deputato FI.
la verità storica, é che l’ex PCI é sempre stato geloso dell’attività dei Radicali, che negli anni ’70 si definivano “nuova sinistra”. A botteghe oscure avevano paura che con tanto attivismo e con tante idee gli rubassero il primato. Da li’ il sospetto con cui gli ex-PCi hanno sempre guardato i Radicali (perché a ben vedere i radicali alla fine sono piu’ a sinistra di molti ex-DS). I radicali rappresentevano la rottura dello Status Quo, ragione in piu’ per tenerli fuori.
Ricordo che la RnP a differenza di Mastella, si dovette fare il mazzo per essere accettata da Prodi. Non li volevano. Solo perché Boselli sbatte i pugni sul tavolo alla fine furono accettati.
Hai capito Ivan? I grandi strateghi del centro-sinistra che non esitarono a far entrare Mastella,invececon i radicali fecero i difficili. Grandi Strateghi questi perpettui!
Eppure i radiclai sono gente tosta, che crede in quello che fa, e sopratutto ragione in termini di bene del paese e non della poltrona come Ceppaloni and CO. Sono i marziani del sistemi politico italiano, che all’Italia non fanno male.
subito emma nel pd con il resto dei radicali.
quanto alla fase liberista radicale essa ha corrisposto con un momento ben particolare: nella seconda metà degli anni ‘980 la politica economica radicale fu data in “appalto” a Benedetto Della Vedova, che non avendo condiviso la scelta della RNP e del centro sinistra ora é deputato FI.
la verità storica, é che l’ex PCI é sempre stato geloso dell’attività dei Radicali, che negli anni ’70 si definivano “nuova sinistra”. A botteghe oscure avevano paura che con tanto attivismo e con tante idee gli rubassero il primato. Da li’ il sospetto con cui gli ex-PCi hanno sempre guardato i Radicali (perché a ben vedere i radicali alla fine sono piu’ a sinistra di molti ex-DS). I radicali rappresentevano la rottura dello Status Quo, ragione in piu’ per tenerli fuori.
Ricordo che la RnP a differenza di Mastella, si dovette fare il mazzo per essere accettata da Prodi. Non li volevano. Solo perché Boselli sbatte i pugni sul tavolo alla fine furono accettati.
Hai capito Ivan? I grandi strateghi del centro-sinistra che non esitarono a far entrare Mastella,invececon i radicali fecero i difficili. Grandi Strateghi questi perpettui!
Eppure i radiclai sono gente tosta, che crede in quello che fa, e sopratutto ragione in termini di bene del paese e non della poltrona come Ceppaloni and CO. Sono i marziani del sistemi politico italiano, che all’Italia non fanno male.
piu’ marziani per tutti!
piu’ marziani per tutti!
piu’ marziani per tutti!
piu’ marziani per tutti!
Andrò parzialmente controcorrente, nonostante desideri anch’io un’alleanza con socialisti e radicali.
Condivido molti dei valori portati avanti dai radicali (tanto che votai RnP al Senato) ma non ne condivido i modi (tanto che votai listone alla Camera).
Benchè sia una brutta parola, se qualcuno si mette in bocca “laicismo” un motivo ci sarà.
Per esempio io sono a favore della legalizzazione delle droghe tutte, ma non distribuisco hashish per strada nè bevo urina.
Avere Pannella in squadra significa esporre il fianco agli attacchi deliranti degli oscurantisti e aumentare il rischio di travagli interni per un partito che, come ben sappiamo, non è ancora nato.
Se i radicali e i socialisti fossero meno gelosi delle loro storie, si scioglierebbero per entrare nel PD (così come fu correttamente richiesto a Pannella quando espresse il desiderio di candidarsi alle primarie del PD). Se lo facessero contribuirebbero a rafforzare la laicità del PD e offrirebbero ai propri valori una casa più grande.
Se ciò non avverrà, non diamo la colpa alla miopia di Veltroni ma alla gelosa lotta di retroguardia di un paio di partitini da 1,5%.
Gavagai, non entro nel merito di tutto ciò che dici, ma sostenere che avere Pannella in squadra significa “esporre il fianco agli attacchi deliranti degli oscurantisti e aumentare il rischio di travagli interni per un partito che, come ben sappiamo, non è ancora nato” è – proprio perchè il partito non è ancora nato – fobia pura. Aver paura di Pannella e non aver paura della Binetti si commenta da sé. Anzi, no: lo commento. Il motivo per cui la Binetti sarà candidata e capolista, ma Pannella no, è che la Binetti è (considerata) “funzionale” al partito, sia ideologicamente (si rifà la sinistra DC, no?), sia in termini di atteggiamento verso le istituzioni (leggi: mi frega solo del mio straccio di potere). Pannella distribuiva hashish perchè ci credeva, ben sapendo di compiere un atto contro la legge ed, anzi, invocando l’arresto più e più volte, al fine proprio di sollevare la questione a livello politico e parlamentare. I radicali “sovversivi” sono stati i più fedeli alleati di Prodi, a riprova del fatto che loro, e non altri, credono nelle istituzioni, nella lealtà, e nella logica dell’alternanza, prima che nella logica del potere fine a sé stesso o in una qualche ideologia “migliore” di un’altra. I radicali credono realmente nei diritti civili, e non strumentalmente, parzialmente, forsechesiforsecheno, come tutta la storia del PCI, PDS e DS magistralmente insegna. Di tutto questo il partito democratico ha paura o, per meglio dire, terrore. Perchè come diceva bene qualcuno, da un certo punto di vista, un partito oggi può sopravvivere – forse – solo se è partitocratico, cioè l’esatto opposto di ciò che i radicali dicono di volere. Io non sono pannelliano, e trovo inquietante che un signore ottantenne possieda in tutto e per tutto un partito (ma forse la responsabilità non è del tutto sua, no?). Ma la limpidezza, la chiarezza e l’onestà intellettuale dei radicali, a paragone con gli altri, è tale che il PD dovrebbe stracciarsi le vesti per averli dentro, se solo certi discorsi con scenografia fiabesca, verdi prati e incantevoli colline fossero realmente intenzioni per il futuro e non puro maquillage. La Bonino, che cretina non è, sa bene da dove parte il PD e dove, probabilmente vuole arrivare. Dunque l’operazione è in salita. Ma, se ad una missione difficile si aggiunge il discorso indecente di Fassino – per il quale io come simpatizzante PD provo profonda vergogna – la missione diventa impossibile. Esattamente ciò che i capoccia del PD desideravano: incassare un no, cercando di sviare le responsabilità. Il che è ancora più indecente, se possibile.
Gavagai, non entro nel merito di tutto ciò che dici, ma sostenere che avere Pannella in squadra significa “esporre il fianco agli attacchi deliranti degli oscurantisti e aumentare il rischio di travagli interni per un partito che, come ben sappiamo, non è ancora nato” è – proprio perchè il partito non è ancora nato – fobia pura. Aver paura di Pannella e non aver paura della Binetti si commenta da sé. Anzi, no: lo commento. Il motivo per cui la Binetti sarà candidata e capolista, ma Pannella no, è che la Binetti è (considerata) “funzionale” al partito, sia ideologicamente (si rifà la sinistra DC, no?), sia in termini di atteggiamento verso le istituzioni (leggi: mi frega solo del mio straccio di potere). Pannella distribuiva hashish perchè ci credeva, ben sapendo di compiere un atto contro la legge ed, anzi, invocando l’arresto più e più volte, al fine proprio di sollevare la questione a livello politico e parlamentare. I radicali “sovversivi” sono stati i più fedeli alleati di Prodi, a riprova del fatto che loro, e non altri, credono nelle istituzioni, nella lealtà, e nella logica dell’alternanza, prima che nella logica del potere fine a sé stesso o in una qualche ideologia “migliore” di un’altra. I radicali credono realmente nei diritti civili, e non strumentalmente, parzialmente, forsechesiforsecheno, come tutta la storia del PCI, PDS e DS magistralmente insegna. Di tutto questo il partito democratico ha paura o, per meglio dire, terrore. Perchè come diceva bene qualcuno, da un certo punto di vista, un partito oggi può sopravvivere – forse – solo se è partitocratico, cioè l’esatto opposto di ciò che i radicali dicono di volere. Io non sono pannelliano, e trovo inquietante che un signore ottantenne possieda in tutto e per tutto un partito (ma forse la responsabilità non è del tutto sua, no?). Ma la limpidezza, la chiarezza e l’onestà intellettuale dei radicali, a paragone con gli altri, è tale che il PD dovrebbe stracciarsi le vesti per averli dentro, se solo certi discorsi con scenografia fiabesca, verdi prati e incantevoli colline fossero realmente intenzioni per il futuro e non puro maquillage. La Bonino, che cretina non è, sa bene da dove parte il PD e dove, probabilmente vuole arrivare. Dunque l’operazione è in salita. Ma, se ad una missione difficile si aggiunge il discorso indecente di Fassino – per il quale io come simpatizzante PD provo profonda vergogna – la missione diventa impossibile. Esattamente ciò che i capoccia del PD desideravano: incassare un no, cercando di sviare le responsabilità. Il che è ancora più indecente, se possibile.
Pannella che ne dice?
Pannella se la prende con Benedetto Veltroni: http://www.radicali.it/view.php?id=115998
E non so dargli torto.
Pannella se la prende con Benedetto Veltroni: http://www.radicali.it/view.php?id=115998
E non so dargli torto.
Binetti capolista? Ma stiamo scherzando? Pannella, al di là di tutto, mi pare alquanto rimbambito da un po’ di tempo. Dovrebbe avere il buon gusto di andarsene in pensione, alla sua età. Ormai è da tempo che fa molto più male che bene ai Radicali! Prenda atto e se ne vada… anzi mò gli rispondo alla mail che ha mandato a tutti gli iscritti ai siti radicali dicendoglielo in faccia… a suo dire le legge tutte le risposte.
Tornando in tema: stra-sì ai Radicali col PD, appunto per equilibrare la Binetti. In caso negativo, ho, finalmente, la via d’uscita: se mi ritrovo la Binetti in lista, il mio voto passerà automaticamente verso i Radicali in solitaria. E tanti saluti a Veltroni.
e se lasciassimo a casa il vecchissimo pannella e la signora bonino che da 25 anni è sempre li
sono meno laici della binetti con i loro assolutismi perenni, sempre conto, sempre al lamento
hanno devastato il loro partito e tutti i giovani che c’erano li e fanno battaglie da anni sempre e solo per il posto loro.
da quella brodaglia si recuperi capezzone caso mai e un paio di bravi giovani che sono passati di li e annientati dal vecchio trombone
lasciamo stare il merito: già sappiamo tutto. Ma guardiamo almeno la convenienza pratica. Io non so se veramente questa deriva clericale degli ex-ds gli servirà a qualcosa.
Io la vedo così: proprio in un momento di grande disaffezione verso tutta la politica, proprio in un momento in cui c’è bisogno di un grande collante ideale, di una grande consonanza con il proprio elettorato per ricuperare fiducia, proprio in questo momento loro continuano consapevolmente a liquidare il collante ideale di almeno due generazioni di persone “di sinistra” (chiamiamole pure così per brevità, anche se non si usa più). Vanno dritti dritti allo “scollamento” ideale con il loro popolo.
Bè forse non proprio con tutto iloro “popolo” nel senso economico-sociale nonchè quantitativo del termine: e forse è proprio questo il calcolo che – scioccamente a mio avviso – fa la dirigenza.
Ma il vero “popolo”- così dovrebbero invece ragionare – è fatto di quella minoranza corposa (non piccola o minuscola) che è attiva, che è influente, che crea opinione nella società, che ti segue perchè crede in certi valori di fondo così da creare quel fenomeno che chiamiamo “identificazione”. Gli altri seguono.
La sinistra, pur fra mille lotte intestine e traversie, ha goduto in passato della grande forza rappresentata da questa identificazione.
Oggi per me questa dirigenza va costruendo una frattura profonda fra élite e il popolo della sinistra inteso come ho spiegato or ora.
Ripeto: si stanno buttando a mare, liquidando con una disinvoltura impressionante, berlusconiana direi, la cultura di due generazioni. Ma può funzionare sul serio un’operazione così? Soprattutto poi con gli uomini e le donne “di sinistra”: cioè gente, mi viene da dire, indocile. Ossia: non lobotomizzati abituati a seguire una cosa solo perchè lo dice il capo per intenderci. A questi qua mica puoi dirgli su due piedi: abbiamo scherzato, ora dovete cambiare idea!
Mah…Davvero si può tornare indietro così? La chiesa ci crede e ci prova: bè, certo, fa il suo interesse.
Ma il centro sinistra? fa il suo interesse?
5 anni fa la parola “laicismo” nemmeno esisteva (perlomeno nel lessico comune, fuori da contesti specializzati). Non si capisce cosa voglia dire, salvo essere un modo per qualificare in maniera spregiativa le posizioni laiche, ma lasciamo stare. La chiesa, con tutta la potenza del mondo cattolico (università, giornalismo, scuole, associazioni, editoria, media) ha cominciato ad usarla. Invece di rintuzzarla la sinistra (=quelli a sinistra che potevano cioè quelli dotati di potere mediatico) l’ha lasciato fare. Risultato: ora addirittura la usa Fassino (per definire i suoi fedeli alleati fino a pochi giorni fa), così dandole ulteriore cittadinanza e rilanciandola.Una mutazione genetica! Ormai usano persino le stesse parole: è questo è già tutto. Quando si usano le parole dell’altro (=i concetti elaborati da altri) vuol dire che si è culturalmente subalterni, incapaci di elaborare un proprio pensiero.
Chi vince la guerra delle “parole” ha già vinto. Attenti!
Caro Fabio,
mi auguro che quando faremo il congresso i nodi verranno al pettine, e che qualche Bobba e Binetti -non approvando valori e statuto- scivolino nella rosa bianca o quel che sarà: bene così.
In tal caso saranno loro ad autoescludersi decidendo di non aderire ad alcuni principi, come si sono autoesclusi Boselli e Bonino non aderendo al PD.
Non dovesse avvenire significa che la signorina Binetti avrà approvato l’articolo uno comma tre dello statuto, il che mi parrebbe un bel passo avanti per il riconoscimento di quei diritti civili che il nostro paese ancora ha paura di riconoscere.
Chi vuole aderire al PD deve mettersi in gioco, e questo significa aprirsi a cambiare idea, aprirsi ad un incontro con tendenze e culture politiche diverse.
Il PD si propone come luogo di mediazione tra Binetti e Bonino, ma per mediare ci devi entrare, non puoi cavartela con l’appoggio esterno (ed in quest’ottica non voglio nemmeno Tonino).
Insisto, sono ottimi i valori dei socialisti e dei radicali, ma una difesa ad oltranza della propria specificità è del tutto contraria all’apertura e all’inclusività del PD e senza scioglimento è già grasso che cola che qualcuno offra una candidatura alla Bonino, destinata altrimenti a sparire per autistico orgoglio.
Scusa gavagai ma:
1) che il pd aspiri ad espandersi è legittimo; questo non significa che chi non è d’accordo di sparire nel calderone sia un fanatico coltivatore di “autistico orgoglio”. Mò siamo già arrivati alle contumelie agli altri!
2) legittima la scelta del pd di aprirsi alla “vocazione maggioritaria” (salvo vedere poi se realmente si può mediare tra cose troppo diverse o se invece mediazione significherà solo conservazione dello status quo ante)
legittima altrettanto la scelta di chi ha altri progetti politici.
3) ai socialisti e ai radicali non fu chiesto di partecipare alla formazione del pd. Vogliamo rivangare cose già note? Lo sappiamo tutti come si è formato il pd: dirigismo del vertice dei due azionisti, con una spolverata di bagno popolare (le primarie, cosa ottima naturalmente) ma solo dopo l’avvenuta fusione a freddo, quando la crisi n. 1 del governo prodi, il calo pauroso del consenso registrato dai sondaggi e le sconfitte elettorali nelle amministrative avevano messo la dirigenza con le spalle al muro.
Troppo comoda dire che gli altri non ci stanno: quando si invita qualcuno non a partecipare ma ad aggiungersi a qualcosa di già fatto è come chiedergli di farsi auto-annettere.
4) Qua stiamo parlando di elezioni. Veltroni e con lui tutti i leader hanno dichiarato: soli non vuol dire soli in assoluto, vuol dire non far più le alleanze contro qualcuno mettendo insieme dall’a alla z, bensì vuol dire fare le alleanze intorno ad un programma, con chi ci sta quindi.
Queste le promesse e le proclamazioni.
Inutile commentare i fatti invece.
Senza nemmeno non dico averlo proposto, ma nemmeno averlo fatto sto programma, si lanciano veti e anatemi pregiudiziali.
Oppure si pretende l’autoscioglimento nel contenitore. Ma allora che alleanza è? NOn sei alleato sei un unico partito. Addirittura si tenta la disgregazione dell’eventuale concorrente con il tentativo di assorbimento di “pezzi” pregiati (Bonino)!
5) In conclusione: una totale e palese sconfessione di quanto appena proclamato ai 4 venti. Ma come ci si può fidare di gente così? ma che faccia hanno?
E per di più vogliono anche gettare la colpa sugli altri! meschini.
Scusa gavagai ma:
1) che il pd aspiri ad espandersi è legittimo; questo non significa che chi non è d’accordo di sparire nel calderone sia un fanatico coltivatore di “autistico orgoglio”. Mò siamo già arrivati alle contumelie agli altri!
2) legittima la scelta del pd di aprirsi alla “vocazione maggioritaria” (salvo vedere poi se realmente si può mediare tra cose troppo diverse o se invece mediazione significherà solo conservazione dello status quo ante)
legittima altrettanto la scelta di chi ha altri progetti politici.
3) ai socialisti e ai radicali non fu chiesto di partecipare alla formazione del pd. Vogliamo rivangare cose già note? Lo sappiamo tutti come si è formato il pd: dirigismo del vertice dei due azionisti, con una spolverata di bagno popolare (le primarie, cosa ottima naturalmente) ma solo dopo l’avvenuta fusione a freddo, quando la crisi n. 1 del governo prodi, il calo pauroso del consenso registrato dai sondaggi e le sconfitte elettorali nelle amministrative avevano messo la dirigenza con le spalle al muro.
Troppo comoda dire che gli altri non ci stanno: quando si invita qualcuno non a partecipare ma ad aggiungersi a qualcosa di già fatto è come chiedergli di farsi auto-annettere.
4) Qua stiamo parlando di elezioni. Veltroni e con lui tutti i leader hanno dichiarato: soli non vuol dire soli in assoluto, vuol dire non far più le alleanze contro qualcuno mettendo insieme dall’a alla z, bensì vuol dire fare le alleanze intorno ad un programma, con chi ci sta quindi.
Queste le promesse e le proclamazioni.
Inutile commentare i fatti invece.
Senza nemmeno non dico averlo proposto, ma nemmeno averlo fatto sto programma, si lanciano veti e anatemi pregiudiziali.
Oppure si pretende l’autoscioglimento nel contenitore. Ma allora che alleanza è? NOn sei alleato sei un unico partito. Addirittura si tenta la disgregazione dell’eventuale concorrente con il tentativo di assorbimento di “pezzi” pregiati (Bonino)!
5) In conclusione: una totale e palese sconfessione di quanto appena proclamato ai 4 venti. Ma come ci si può fidare di gente così? ma che faccia hanno?
E per di più vogliono anche gettare la colpa sugli altri! meschini.
Piergiorgio,la scelta è stata fatta da tempo e le “due generazioni” che tu ricordi stentano moltissimo a riconoscersi in questo PD che giorno dopo giorno va svelandosi.
Come puoi leggere anche in questo blog le parole magiche che si sentono sempre più spesso sono”inclusività” e “contaminazione”.Che poi ,fuori di magia ,significa sempre di più andare dove sono i voti dei cattolici e dove si può dispiacere meno alle gerarchie.
La strategia per me è chiara da qualche tempo.In un certo modo si completa in chiave attuale il percorso del compromesso storico.Con le forze che vengono da quella tradizione( in molti casi anche esperienza diretta)che hanno chiuso il cerchio addirittura fondendosi in un unico partito.
Si potrebbe aggiungere che per una sinistra che voglia governare molto probabilmente si tratta di una strategia e di un percorso obbligato.I fatti,inclusi quelli recenti,hanno dimostrato che nel nostro Paese non c’è uno spazio (i voti) per governare da sinistrasinistra.Solo la “contaminazione” può permetterlo.
Ma non a tutti i costi.Questo è il punto.E su questo temo che il PD farà un grande scivolone perchè hai ragione ,Piergiorgio , non si possono ignorare un paio di generazioni di elettori che intendono in modo diverso progressismo,laicità e modernità. Potrebbe essere sbagliato il calcolo,quello che perdo a sinistra lo prendo dai cattolici.I quali,secondo me, continueranno ad andare verso destra.Lasciando al PD solo quelli che già votavano DL.
Lo schiaffone dato alla Bonino è una schifezza,amarissima da digerire.Potrebbe costare molto politicamente.
Personalmente,mi fa riflettere assai. Ciao,un saluto a tutti.
Grazie per l’attenzione antonio. Aggiungo: il problema fondamentale ,secondo me, (e lo dico in termini proprio di utilitarismo, al di là della mia ovvia personale opposizione di merito) è che non solo rischi di non guadagnare più di tanto nel mitico centro nel breve, ma soprattutto ti precludi la possibilità di gareggiare per costruire la cultura politica delle prossime generazioni e così ti prosciughi il bacino elettorale futuro. Vogliamo dirla in termini aziendal-mercatistici? Rischi di perdere il rapporto di fidelizzazione con la clientela.
E ancora: non solo rischi lo scollamento “interno” con la cultura politica del tuo “popolo”, ma anche quello “esterno” cioè quello nei rapporti con gli altri grandi partiti progressisti europei. All’interno per tener buone le curie si vorrà esprimere in certi termini, e poi all’estero cosa farà? cosa farà nelle istiotuzioni europee? cosa andrà a dire a Zapatero, Brown, ecc. ecc. ? come si intenderà sulle grandi sfide della modernità con questi soggetti? che lingua (politico-culturale ovvio) parlerà con questi? Finiremo per avere una schizofrenia culturale del pd che dovrà parlare in modi diversi qui e là.
Oppure ad un suo mesto isolamento nell’arretratezza, questa si autarchica italiana.
Caro Gavagai,
quasi invidio la tua visione utopistica, ma davvero non la posso condividere. La Bonino non si è autoesclusa da niente, è stata esclusa in modo apparentemente goffo e involontario, ma realmente e cinicamente intenzionale. Il PD ha ritenuto di poter decidere chi far entrare e chi no, dei radicali, nel PD. Quasi come novelli Ratzinger, i cardinali del PD hanno diviso i radicali in buoni e cattivi: quelli buoni con noi, quelli cattivi all’inferno. Il fine teologo post comunista Fassino – può gareggiare con Ratzinger in quanto a banalità – ha detto che “si confonde la Bonino con i radicali”. Dietro questa frase c’è veramente un mondo, di cui è auspicabile la prossima estinzione. Io – pensa un po’ che sbadato – ricordavo che la Bonino è radicale, dove con “è” si intende “essere” in senso fenomenologico – esistenziale – cioè vivere, essere-nel-mondo – e non appartenere, aderire, più o meno opportunisticamente, più o meno “professionisticamente” come Fassino, D’Alema o Veltroni. “Er Baracca de’ noantri” riusciva a dire, dopo trent’anni di militanza nel PCI, robe del tipo: “Io non sono mai stato comunista”. Non avverti la vertigine dell’orrido? Il senso di mancamento, lo sbandamento che ti fa oscillare quando ti sporgi dall’orlo di un baratro? Io si. Per essere come i cardinali del PD io credo che si debba aver attraversato una modificazione genetica di una qualche consistenza, bisogna cioè appartenere, antropologicamente parlando, ad un ceppo umano che è altro da quello al quale, per dire, io sento di appartenere. Perchè non è questione di buona o cattiva fede, è un fatto di alterità sostanziale.
Di fronte ad un atteggiamento arrogante e che, come dice giustamente la Bonino, esprime profonda (sottolineato) disistima nei suoi confronti, che doveva rispondere la Bonino stessa? Ad uno che le ha detto: “dai Emma, tu che non sei una radicale vera, chè i radicali a noi ci fanno schifo, a te ti facciamo entrare. Contenta?” che doveva rispondere? Io trovo che la reazione della Bonino sia stata di grande signorilità. Io non ci sarei riuscito. Io l’avrei mandato, letteralmente.
“Chi vuole aderire al PD deve mettersi in gioco, e questo significa aprirsi a cambiare idea, aprirsi ad un incontro con tendenze e culture politiche diverse”. Ma sta un po’ a vedere, caro Gavagai, che ci si mette in gioco unilateralmente. I Radicali si devono scindere, perchè Pannella non lo vogliono – a torto o a ragione non importa ora – e allora la Bonino, rinnegando sé stessa e tutta la sua storia, può entrare. Questo è “mettersi in gioco”? A me, più che un accogliere o un comprendere o un comporre, ricorda i processi giudiziari del Vaticano contro i sacerdoti dissidenti. Tu ti inginocchi a noi e fai penitenza, e noi ti prendiamo, che siamo buoni, noi. Questo non è dialogo; o meglio: è il dialogo “à là Binettì”. E infatti Binetti è dentro – guarda un po’ – e Bonino fuori. Ma guarda tu che cose strane che succedono, eh?
Il problema è che volevate comprarvi Emma Bonino chiedendole di abbandonare “i suoi”, da Pannella in giù. Non riesco a immaginare nulla di più inaudito. L’avete presa per un Giovanardi, per un Pierferdy. Bah. Indovina cosa ha risposto Emma? E così anche i Socialisti.
Risiko politico
Binetti diventa segretaria dei radicali e sostituisce l’hashish con l’incenso. Per il resto, tutto uguale. Si fa solo stringere un po’ di più il cilicio da Pannella ogni mattina, in nome della libertà assoluta di ognuno (davanti e dentro e sotto e sopra).
La Bonino capisce di essere una di destra in fondo in fondo e salta nel Pdl, riempiendo di sberle politiche le varie veline di Berlusconi, a cominciare dalla Brambilla. Berlusconi se ne innamora, va in pensione a coltivare le rose (insieme a Turigliatto), e la lancia come capo del Pdl. il Pdl stravince alle elezioni con i famosi voti dei 3 milioni di omosessuali italiani. Prima legge: il Papa non può più indossare scarpette Prada né avere segretari boni.
Pannella diventa comunista.
Veltroni raccoglie il suo 30% e lo tiene tutto per sé, stretto stretto.
Casini diventa insegnante di dizione e stretching labiale.
E Bertinotti esce allo scoperto con il suo fidanzato, quello che gli regalava i gilet fantasia, e tutti e due si fanno fotografare a Barcellona mentre firmano il contratto di matrimonio. Colà, aprono un pastificio.
Io sono laico e mi trovo piuttosto bene nel PD. Sono ormai mesi che frequento quotidianamente esponenti del PD milanese e non mi è mai capitato di incontrare una voce anche lontanamente vicina alla Binetti.
Certo, lei c’è, e così la necessità di difendere certi valori di fronte ad un nemico aggressivo. Per questo, credo, iMille ed Ivan sono nel PD: per cambiarlo dall’interno.
Chi si pone fuori fa il gioco dei disturbatori cattolici, sparuta minoranza amplificata dalla grancassa “laicista”.
E allora continuiamo così, facciamoci del male.
Most certainly, Gavagai. E’ per questo che siam qui e non con i radicali. Anche se la tentazione di votarli è forte. Però Pannella c’ha un milione di anni e fa il padre padrone nel suo partito, un partito personale ante litteram.
Gavagai, io sono un simpatizzante del PD e, nonostante offerte e profferte di vari radicali locali, intorno al PD gravito e non intorno ai radicali. Ed è per questo che mi incavolo col PD e non con i radicali. Soprattutto quando vedo, all’interno del partito, persone, situazioni, gesti e comportamenti molto più affini alla mafia o alla chiesa che non a un partito che si definisce “democratico”. Quando starò zitto vorrà dire che non avrò più nulla a che vedere col PD. D’altronde, non lesino certo i complimenti a persone come Scalfarotto – che al PD è organico – che seguo fin dai tempi delle primarie del 2005. Sembra però che quando qualcuno prova a toccare Benedetto Veltroni o l’inconsistente Fassino si gridi alla lesa maestà, ai disturbatori, a fare il gioco del nemico e così via. E’ un atteggiamento comprensibile – nella mafia e nella chiesa – ma non paga. Come non ha pagato sopportare Prodi per due anni o ingoiare tutte le sciocchezze fatte e non fatte dal centrosinistra, così è del tutto irreale, artificioso e dannoso – ripeto: dannoso – non far notare, in un modo o nell’altro, che va bene la presa del potere da parte delle varie cricche, ieri quella di Prodi oggi quella di Veltroni (siamo tutti uomini di mondo, ci mancherebbe altro), va bene i carrierismi, il tengofamiglia e tutto quel che volete, ma sino ad un certo punto. E questo punto è la ragione sociale del PD, il motivo per cui si è costituito: non vogliamo “sentire” qualcosa di nuovo, non ce ne frega nulla, a me non me ne frega nulla, dobbiamo “toccare” qualcosa di nuovo, perchè dei blabla inconsistenti ci siamo rotti le scatole. Non si può spacciare per reale una unità che non esiste e che forse non è nemmeno desiderabile, perchè l’unità acritica è morte. Detto questo, se i cardinali del PD fanno stronzate, mi pare il minimo sindacale contestargliele. Il minimo sindacale.
Ivan, mi sfugge qualcosa. Veltroni ha detto “si corre da soli”. Senza alleati riottosi. Va bene non presentarsi con la sinistra radicale (anche se mi sembra + affine della binetti), ma se si va senza i radicali, senza i socialisti e senza di pietro, si perde anche solo il confronto diretto PD/PdL. Ma decide tutto Veltroni o qualcuno puó avanzare critiche?
Preavverto che nel caso si continui cosí, ti conviene candidarti al Senato, che alla Camera io a questo punto seguo le mie idee e voto i radicali-socialisti. E non penso ad essere il solo a pensarla cosí…
Scusa gavagai ma tu continui a voler ignorare come è nato il pd. Altrimenti capiresti che non ha senso dire “chi si pone fuori”.
E continui ad ignorare che qui si sta parlando non delle grandi prospettive di lungo periodo, ma delle alleanze per le elezioni= per governare con un programma per 5 anni.
I radicali come i socialisti non “si pongono fuori”, sono fuori. E sono fuori con una lunga o lunghissima tradizione e storia politica, coi suoi alti e bassi naturalmente, ma certo una storia seria. Non sono Dini o Mastella. Non sono partitini personalistici che non rappresentano nulla se non interessi corporativi. Ha ragione chi si lamenta del pannellismo, ma ha anche ragione chi ricorda le condizioni particolarissime di questo soggetto importante della politica italiana che, per sopravvivere così a lungo in mezzo a difficoltà incredibili mantenendo la sua specificità, ha dovuto aggrapparsi a questa anomalia. Quello che conta, comunque, ai fini del nostro discorso è il fatto che i Radicali non sono un partito personale nel senso che esistono solo come codazzo clientelare del leader senza rappresentare una reale area di pensiero, di cultura, di interessi politici. Anzi se c’è un partito che, nella sua infinitesima minorità , è sempre riuscito a sviluppare proposta ed iniziativa politica in Italia (invece che produrre spartizione di potere) quello è il partito radicale.
Ciò detto non si può fare come Berlusconi la rivoluzione del predellino e dire, così, a campagna elettorale iniziata: sciglietevi dentro di me, se no colpa vostra che volete star fuori! Ma ti pare una cosa seria? Se ci dev’essere una fusione di storie e culture politiche non si fa certo in quattro e quattr’otto solo perchè ci sono capitate tra i piedi le eleziioni!
Invece qua appunto si trattava di vedere le possibili alleanze per queste elezioni. Veltroni e con lui Franceschini e DAlema e Fassino e tutto lo stato maggiore in genere avevano precisato che “soli” andava inteso nel senso politico pregnante (=non più la vecchia e fallita formula prodiana dell’unione), non nel senso assoluto. Andarsi a rileggere giornali e a rivedere video tv. Questo è un fatto. E stato proclamato che erano possibili alleanze in base a precise condizioni di programma. Magari condizioni dettate dal PD, anche prendere o lasciare se vuoi, MA sul programma, su un programma di governo per 5 anni.
Tant’è vero che si tratta con DIPietro.
Invece, per i motivi che sappiamo benissimo, con i radicali c’è stato un veto pregiudiziale (oltre ad un tentativo tanto goffo quanto vergognoso di campagna acquisti). Dunque una palese sconfessione delle proclamazioni della vigilia che getta un’ulteriore pessima luce sull’affidabilità e coerenza dei maggiorenti del PD.
Questa sarà più o meno la proposta di Veltroni ai Radicali:
“Premesso che non vogliamo aggiungere simboli, se i Radicali sono disponibili a stare nelle nostre liste e’ una scelta ottimale”.
Pare che l’abbia detto a Porta a Porta che andrà in onda stasera.
Non si capisce perchè il simbolo dell’Italia dei Valori si, ma quello dei Radicali no. Qualcuno mi spiega?