8 Marzo 2008

Tutta la vita davanti

Diario

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Qualche giorno fa, a Lodi, alla fine del mio intervento mi ha avvicinato una ragazza che – tra una tartina e un calice di prosecco – mi ha raccontato della sua vita da praticante in uno studio legale, 6 anni di lavoro a 250 euro al mese, della sua cinquecento scassata del 1969, dell’esame da praticante procuratore legale superato allo scritto ma naufragato all’orale e della totale assenza di prospettive, di soldi, di diritti, di dignità. “Menomale che ci sono ancora i miei”, ha concluso con un sorriso amaro.


A Roma, il pomeriggio del giorno dopo, mentre ricordavo ad una platea di democratici che nella scorsa legislatura un solo parlamentare eletto su 945 aveva meno di trent’anni e che i parlamentari con meno di 40 anni erano solo il 5% del totale, un signore sui sessanta mi ha interrotto per dirmi che, suvvia!, la rappresentanza non deve necessariamente essere diretta e che non è necessario avere trent’anni per rappresentare degnamente i giovani in parlamento.
Devono essere state docce scozzesi come questa, che mi sono diventate abituali da quando giro il paese, ad accompagnarmi durante tutta la visione di “Tutta la vita davanti”, il nuovo e bellissimo film di Paolo Virzì che esce a fine mese nelle sale e che ho avuto la fortuna di vedere in una proiezione privata in questi giorni a Roma. Un film poetico, intelligente e tosto che racconta le vicende di questa enorme e dimenticata parte d’Italia, quella dei giovani adulti, quella che chiunque crede di poter rappresentare anche in sua assenza, quella che le Università laureano e abbandonano come se studiare fosse un puro fine e non anche un mezzo per trovarsi un lavoro e vivere, quella che anche la sinistra ha colpevolmente abbandonato tutta presa com’era dalle spinte demografiche e dai baby boomers che invecchiano, quella che non sa cosa sia l’articolo 18, quella che il sindacato pensa di parlarle in italiano articolando alle sue orecchie con effetto involontariamente comico l’italiano letterario e anacronistico di Vincenzo Monti.
Io che faccio parte di quella generazione saltata sulla barca proprio un attimo prima che salpasse – ma che da quella barca ormai inesorabilmente in moto ha potuto benissimo vedere la generazione successiva restare sulla banchina barcamenandosi tra co.co.co. e lavori a progetto, e a dover scegliere tra catene fraudolente di contratti a tempo determinato o aprirsi una partita iva – mi sono commosso parecchio a vedere il film di Virzì. Ho anche riso e sorriso, certo, ma la verità è che mi ha fatto un’enorme tenerezza già solo il vedere che di questa generazione fosse alla fine fatto un ritratto così affettuoso e preciso ad un tempo, che le fosse finalmente concessa la parola e, con la parola, la dignità di esistere e di essere rappresentata. Anche noi privilegiati quarantenni a dire la verità non ne veniamo fuori benissimo, costretti ad un giovanilismo spinto e a mantenere a tutti costi un successo che in fondo sappiamo benissimo essere precario, proprio come precari sono i nostri più giovani amici e fratelli.
Paolo Virzì alla fine perdona un po’ tutti e lascia aperta la porta ad un raggio di sole. Alla fine la luce si è accesa in sala, io ho tirato un po’ su col naso e ho pensato che quest’anno di parlamentari di quella generazione noi del PD da soli ne eleggiamo forse 60, cinque volte quelli della scorsa legislatura. E’ forse il primo passo verso un’Italia dove un’avvocata dopo sei anni di lavoro può finalmente affrancarsi dalla schiavitù senza fare esami per essere ammessa ad un ordine professionale che ha tutto l’interesse a lasciarla fuori, dove la flessibilità si coniuga con la dignità e la sicurezza come nel resto d’Europa, dove un’intera generazione di persone di trenta o trentacinque anni potrà finalmente e con orgoglio rivendicare di non essere giovane ma adulta e come in tutto il resto del mondo ottenere tutte le relative responsabilità: lavorare, costruire il proprio progetto di vita, e perché no, anche governare.

31 risposte a “Tutta la vita davanti”

  1. monicaborgonovo ha detto:

    Aspettando di vedere il film di Virzì, quando uscirà nelle sale, noi ce la mettiamo tutta a girare il nostro.
    O, almeno, a dare una mano a quelli come te a farlo…ma no: a girarlo anche noi! E da co-protagonisti!
    Perchè quel raggio di sole entri da quella porta che, con fatica, ma insieme, cerchiamo di spalancare.
    mo

  2. monicaborgonovo ha detto:

    Aspettando di vedere il film di Virzì, quando uscirà nelle sale, noi ce la mettiamo tutta a girare il nostro.
    O, almeno, a dare una mano a quelli come te a farlo…ma no: a girarlo anche noi! E da co-protagonisti!
    Perchè quel raggio di sole entri da quella porta che, con fatica, ma insieme, cerchiamo di spalancare.
    mo

  3. davide ha detto:

    liberaimo questo paese. non se ne può più.
    ciao
    davide

  4. davide ha detto:

    liberaimo questo paese. non se ne può più.
    ciao
    davide

  5. Maio ha detto:

    che brutta cosa, questa schiavitù moderna.

  6. ilbellodelweb ha detto:

    Forza ragazzi, coraggio e speranza, cambiamo questo mondo del caz….!!

  7. piero filotico ha detto:

    Ciao Ivan. Ieri ero al circolo PD portuense a seguire te e Moni Ovadia sui diritti negati.
    Non vorrei andare off-topic, ma il tuo intervento mi ha fatto venire in mente altri diritti negati di altre minoranze, di cui nessuno parla ma che talvolta le cronache portano a galla.
    E poichè. come tu hai detto, anche i diritti di uno solo sono i diritti di tutti, vorrei indicare qualche caso dove, a mio avviso, sarebbe necessario dire (ma soprattutto fare) qualcosa.
    Cominciamo dalle donne, per restare in tema 8 marzo, e partiamo dall’aspirazione di una ristretta minoranza di donne che, nella loro vocazione, sono emarginate dall’ufficio superiore cui molte di loro ambirebbero. Sto parlando delle religiose , suore e monache, cui è interdetta la celebrazione dei sacramenti. Per disciplina e per obbedienza alla regola queste donne tacciono (mica tanto, però, basta sollecitarle e gli interrogativi emergono): ma la domanda da porsi è se sia “giusto”, non ti pare ? Mi aspetto l’osservazione: è una cosa interna alla Chiesa, non ci riguarda.
    “Non mi riguarda”: allo stesso modo rispondeva l’egoismo di molti che, all’epoca del referendum sul divorzio, venivano interrogati sulla questione. Nascondendo o ignorando sotto la coperta di un matrimonio felice – almeno in apparenza – l’esigenza di un istituto fondamentale di uno stato di diritto e il diritto alla felicità di tanti altri.
    E i sacerdoti, poi? Condannati al celibato. Per loro scelta si dirà. No, rispondo: è una scelta obbligata, forzata, tra il poter soddisfare la vocazione o non poterlo fare, se non a determinate condizioni. Le quali sempre di più li estraniano dalla vita sociale, dai tempi in accelerata evoluzione, dai costumi che mutano, impedendo loro di ‘capire’ il mondo che li circonda e le sue esigenze vitali. Proviamo a immaginare una Chiesa che si limiti a raccomandare il celibato ai suoi pastori a confronto con una che li obbliga. Non sarebbe una Chiesa più, passami il termine “naturale”?
    Stesso discorso per la verginità imposta. Altro aspetto innaturale.
    E infatti altre chiese cattoliche consentono sia la celebrazione dei sacramenti alle donne che il matrimonio ai loro pastori.
    Mi sto dilungando. Io credo, in conclusione, che parlare anche dei diritti negati che non appaiono sia un dovere.
    E poi, sotto sotto, non posso negare che ricambiare questa insopportabile invadenza vaticana mi diverte non poco.
    Tu, cosa ne pensi?

  8. piero filotico ha detto:

    Ciao Ivan. Ieri ero al circolo PD portuense a seguire te e Moni Ovadia sui diritti negati.
    Non vorrei andare off-topic, ma il tuo intervento mi ha fatto venire in mente altri diritti negati di altre minoranze, di cui nessuno parla ma che talvolta le cronache portano a galla.
    E poichè. come tu hai detto, anche i diritti di uno solo sono i diritti di tutti, vorrei indicare qualche caso dove, a mio avviso, sarebbe necessario dire (ma soprattutto fare) qualcosa.
    Cominciamo dalle donne, per restare in tema 8 marzo, e partiamo dall’aspirazione di una ristretta minoranza di donne che, nella loro vocazione, sono emarginate dall’ufficio superiore cui molte di loro ambirebbero. Sto parlando delle religiose , suore e monache, cui è interdetta la celebrazione dei sacramenti. Per disciplina e per obbedienza alla regola queste donne tacciono (mica tanto, però, basta sollecitarle e gli interrogativi emergono): ma la domanda da porsi è se sia “giusto”, non ti pare ? Mi aspetto l’osservazione: è una cosa interna alla Chiesa, non ci riguarda.
    “Non mi riguarda”: allo stesso modo rispondeva l’egoismo di molti che, all’epoca del referendum sul divorzio, venivano interrogati sulla questione. Nascondendo o ignorando sotto la coperta di un matrimonio felice – almeno in apparenza – l’esigenza di un istituto fondamentale di uno stato di diritto e il diritto alla felicità di tanti altri.
    E i sacerdoti, poi? Condannati al celibato. Per loro scelta si dirà. No, rispondo: è una scelta obbligata, forzata, tra il poter soddisfare la vocazione o non poterlo fare, se non a determinate condizioni. Le quali sempre di più li estraniano dalla vita sociale, dai tempi in accelerata evoluzione, dai costumi che mutano, impedendo loro di ‘capire’ il mondo che li circonda e le sue esigenze vitali. Proviamo a immaginare una Chiesa che si limiti a raccomandare il celibato ai suoi pastori a confronto con una che li obbliga. Non sarebbe una Chiesa più, passami il termine “naturale”?
    Stesso discorso per la verginità imposta. Altro aspetto innaturale.
    E infatti altre chiese cattoliche consentono sia la celebrazione dei sacramenti alle donne che il matrimonio ai loro pastori.
    Mi sto dilungando. Io credo, in conclusione, che parlare anche dei diritti negati che non appaiono sia un dovere.
    E poi, sotto sotto, non posso negare che ricambiare questa insopportabile invadenza vaticana mi diverte non poco.
    Tu, cosa ne pensi?

  9. unLaicoLiberaleRadicale ha detto:

    ABOLIZIONE DEGLI ORDINI PROFESSIONALI….Valter, Ivan che ne dite…???
    I 9(?)Radicali nelle liste del PD lo propongono da anni !

  10. Filippo ha detto:

    Oggi da BSev, una bella lettera da un italians:
    http://www.corriere.it/solferino/severgnini/08-03-09/10.spm

  11. Ale ha detto:

    Ivan,
    questo che leggerai sul link è quello che mi sono dovuto inventare per non emigrare… ti aspetto…
    http://www.lbunder40.ilcannocchiale.it
    Ciao

  12. Ale ha detto:

    Ivan,
    questo che leggerai sul link è quello che mi sono dovuto inventare per non emigrare… ti aspetto…
    http://www.lbunder40.ilcannocchiale.it
    Ciao

  13. Ciao Ivan,
    Aspettando di vedere il film, ho una domanda per te. Ma se il PD è veramente il partito nuovo e del cambiamento, perché dovrei votare un partito che candida insieme a te le stesse persone che erano nei DS e nella Margherita?

  14. Ciao Ivan,
    Aspettando di vedere il film, ho una domanda per te. Ma se il PD è veramente il partito nuovo e del cambiamento, perché dovrei votare un partito che candida insieme a te le stesse persone che erano nei DS e nella Margherita?

  15. Riccardo Russo ha detto:

    Finito di vedere Report sui rifiuti: ma Bassolino è ancora nel PD?
    Che aspetta Veltroni ad invitarlo a dimettersi da ogni carica?

  16. Luigi Ruggeri ha detto:

    Opera meritoria battersi per l’ingresso dei quarantenni nel mondo del lavoro e della politica. Bella l’immagine della nave che salpa. Un popolo in banchina che resta in emergenza esistenziale.
    E’ tempo allora di aprire ai trentenni ed ai venticinque e ventetenni. Una società guista ed intelligente non pone tetti anagrafici alla maturità delle persone per dare il proprio contributo di sviluppo politico, economico e culturale.
    Fintantochè ci dovremo preoccupare di tenere spinte e aperte le porte alle generazioni entranti con un occhio al certificato di nascita vorrà dire che il problema culturale non sarà ancora risolto.
    Dobbiamo andare più in là e volare alto verso la parità dei diritti delle persone senza distinzione di genere, di razza, di appartenenza politica, di fede, e di età.
    Luigi.

  17. Cinzia B. ha detto:

    Dispiace da matti per questa ragazza che sono certo che sarà bravissima.
    Leggo questo blog da qualche tempo, ma non ho mai voluto scrivere perché ho sempre sentito molto lontana la politica.
    Mi interessa il PD e mi piace la sfida che ha fatto Scalfarotto, ma io dal PD mi aspetto che si occupi anche per sbaglio di me e dei tanti come me e non sia solo il catalogo delle disgrazie come è troppo spesso stata la sinistra in italia.
    Vengo da una famiglia normale, impiegati, benessere onesto e vacanze tranquille.
    Per studiare ho fatto anche mille lavoretti come del resto mio fratello. Mi sono laureata con lode in Giurisprudenza, ho fatto il praticantato all’inizio gratis come quasi tutti, poi chiedendo qui e li, mandando curriculum, telefonando, ho trovato uno studio che mi pagava almeno delle spese minime. Ho fatto il mitico esame impossibile e l’ho passato. Ho cambiato più studi e una volta città per cercare sempre cose migliori e più interessanti. Ho 42 anni, faccio l’avvocato, sono pagata degnamento e amo da matti il mio lavoro. Ho un bel marito, due figle meravigliose, una casa con un mutuo che abbiamo calibrato bene e che riusciamo a pagare e (orrore?) abbiamo comprato anche la macchina nuova!!!
    Posso votare per il PD senza sentirmi una estranea?
    lo ammetto: si, sono felice e francamente penso di essermi meritata tutto questo.
    Vedo che si guarda sempre al caso storto, alla situazione più drammatica, a chi sopravvive con 200 euro, a chi non trova lavoro o è precario da anni e anni. Non voglio sembrare stronza e far finta di non vedere che tante tante, troppe persone fanno tanta fatica, ma mi piacerebbe davvero tanto che ci sia una politica nuova che guarda anche a chi c’è la sta facendo, a chi ha lavorato tanto in questi anni e continuerà a farlo, a chi ama quello che fa e che rischia per farlo, che si sposta, che cambia.
    Non fatemi pensare che sono di destra e che lo siano tutte le persone che leggendo hanno pensato “ma perché questa ragazza non cambia lavoro, città, prova un altro studio, un’altra situazione?”
    Io non sono di destra, non lo sono mai stata, come non lo sono mai stati i miei genitori che hanno votato Berlusconi tranquillamente in questi anni (io no, ma neppure Prodi lo dico serenamente, anche se magari qui fa scandalo)
    Vi prego non lasciateci di nuovo soli adesso che dopo anni e anni forse anche una come me potrà andare a votare sapendo che crede un pochino a quello che sta facendo.

  18. Cinzia B. ha detto:

    Dispiace da matti per questa ragazza che sono certo che sarà bravissima.
    Leggo questo blog da qualche tempo, ma non ho mai voluto scrivere perché ho sempre sentito molto lontana la politica.
    Mi interessa il PD e mi piace la sfida che ha fatto Scalfarotto, ma io dal PD mi aspetto che si occupi anche per sbaglio di me e dei tanti come me e non sia solo il catalogo delle disgrazie come è troppo spesso stata la sinistra in italia.
    Vengo da una famiglia normale, impiegati, benessere onesto e vacanze tranquille.
    Per studiare ho fatto anche mille lavoretti come del resto mio fratello. Mi sono laureata con lode in Giurisprudenza, ho fatto il praticantato all’inizio gratis come quasi tutti, poi chiedendo qui e li, mandando curriculum, telefonando, ho trovato uno studio che mi pagava almeno delle spese minime. Ho fatto il mitico esame impossibile e l’ho passato. Ho cambiato più studi e una volta città per cercare sempre cose migliori e più interessanti. Ho 42 anni, faccio l’avvocato, sono pagata degnamento e amo da matti il mio lavoro. Ho un bel marito, due figle meravigliose, una casa con un mutuo che abbiamo calibrato bene e che riusciamo a pagare e (orrore?) abbiamo comprato anche la macchina nuova!!!
    Posso votare per il PD senza sentirmi una estranea?
    lo ammetto: si, sono felice e francamente penso di essermi meritata tutto questo.
    Vedo che si guarda sempre al caso storto, alla situazione più drammatica, a chi sopravvive con 200 euro, a chi non trova lavoro o è precario da anni e anni. Non voglio sembrare stronza e far finta di non vedere che tante tante, troppe persone fanno tanta fatica, ma mi piacerebbe davvero tanto che ci sia una politica nuova che guarda anche a chi c’è la sta facendo, a chi ha lavorato tanto in questi anni e continuerà a farlo, a chi ama quello che fa e che rischia per farlo, che si sposta, che cambia.
    Non fatemi pensare che sono di destra e che lo siano tutte le persone che leggendo hanno pensato “ma perché questa ragazza non cambia lavoro, città, prova un altro studio, un’altra situazione?”
    Io non sono di destra, non lo sono mai stata, come non lo sono mai stati i miei genitori che hanno votato Berlusconi tranquillamente in questi anni (io no, ma neppure Prodi lo dico serenamente, anche se magari qui fa scandalo)
    Vi prego non lasciateci di nuovo soli adesso che dopo anni e anni forse anche una come me potrà andare a votare sapendo che crede un pochino a quello che sta facendo.

  19. antonio ha detto:

    Ciao Ivan. Ti leggo da parecchio, ma non ti ho mai scritto prima. Volevo segnalarti, a proposito di film interessanti, “Improvvisamente l’inverno scorso” http://www.suddenlylastwinter.com. Il film, scritto e diretto da una coppia di miei amici, racconta dell’epopea della legge dei dico. Ha ricevuto una menzione speciale all’ultimo festival di Berlino, anche se ovviamente in Italia non ha ancora trovato distribuzione…

  20. antonio ha detto:

    Ciao Ivan. Ti leggo da parecchio, ma non ti ho mai scritto prima. Volevo segnalarti, a proposito di film interessanti, “Improvvisamente l’inverno scorso” http://www.suddenlylastwinter.com. Il film, scritto e diretto da una coppia di miei amici, racconta dell’epopea della legge dei dico. Ha ricevuto una menzione speciale all’ultimo festival di Berlino, anche se ovviamente in Italia non ha ancora trovato distribuzione…

  21. Ale ha detto:

    Lo proiettanoa all’Apollo a Roma venerdì 14 marzo

  22. gino ha detto:

    ma non è un pò scoretto dire che solo un parlamentare su 945 è sotto i trenta anni visto che per diventare senatore bisogna avere almeno 40 anni. non sarebbe stato meglio dire che un solo deputato dei 630 eletti era sotto i 30 anni

  23. scalpha ha detto:

    Perché, Gino, ti pare normale avere una camera rappresentativa dove bisogna avere minimo 40 anni per essere eletti?

  24. gino ha detto:

    si, non ci vedo niente di assurdo.
    non è la mia discriminante favorita, ma non ci vedo niente di assurdo nell’avere una camera votata da persone più anziane e votata dai più anziani (il senato appunto).
    comunque non capisco che c’entra questo con l’osservazione che avevo fatto io, sembra un tutti sono uguali tutti rubano alla stessa maniera.

  25. gino ha detto:

    si, non ci vedo niente di assurdo.
    non è la mia discriminante favorita, ma non ci vedo niente di assurdo nell’avere una camera votata da persone più anziane e votata dai più anziani (il senato appunto).
    comunque non capisco che c’entra questo con l’osservazione che avevo fatto io, sembra un tutti sono uguali tutti rubano alla stessa maniera.

  26. scalpha ha detto:

    Beh, leggiti questo.

  27. gino ha detto:

    l’articolo è molto interessante e finisco quì che continuare la polemica mi sembra futile, però magari la prossima volta cerchiamo di fare degli esempi più corretti, a questo punto potevi metterci pure i senatori a vita.

  28. gino ha detto:

    l’articolo è molto interessante e finisco quì che continuare la polemica mi sembra futile, però magari la prossima volta cerchiamo di fare degli esempi più corretti, a questo punto potevi metterci pure i senatori a vita.

  29. ce ha detto:

    Per fare un esempio delle conseguenze delle “quote grigie” (di cui parla l’articolo di lavoce.info richiamato da Ivan) basta ricordare i risultati delle ultime elezioni:
    – al Senato (elettorato attivo dai 25 anni in su) la CdL ha avuto quasi 300 000 voti in più;
    – alla Camera (elettorato sopra i 18 anni) ha vinto l’Unione grazie ai mitici 24 000.

  30. Alex ha detto:

    Il film è ispirato al divertente libro “Il mondo deve sapere” di Michela Murgia. La ditta dove Michela lavorava come centralinista (sottopagata e sottoposta al lavaggio del cervello) vendeva l’aspirapolvere Kirby, e sembra usasse davvero metodi degni di Scientology e Wanna Marchi.
    Cercate su un qualsiasi motore di ricerca “aspirapolvere kirby”: ne leggerete di belle.

  31. Alex ha detto:

    Il film è ispirato al divertente libro “Il mondo deve sapere” di Michela Murgia. La ditta dove Michela lavorava come centralinista (sottopagata e sottoposta al lavaggio del cervello) vendeva l’aspirapolvere Kirby, e sembra usasse davvero metodi degni di Scientology e Wanna Marchi.
    Cercate su un qualsiasi motore di ricerca “aspirapolvere kirby”: ne leggerete di belle.