Ho ricevuto un commento molto interessante al mio post precedente in cui parlavo di una giovane praticante procuratrice legale, di precari e del nuovo film di Virzì. Lo copio qui sotto, con la mia risposta di seguito.
“Dispiace da matti per questa ragazza che sono certa che sarà bravissima.
Leggo questo blog da qualche tempo, ma non ho mai voluto scrivere perché ho sempre sentito molto lontana la politica.
Mi interessa il PD e mi piace la sfida che ha fatto Scalfarotto, ma io dal PD mi aspetto che si occupi anche per sbaglio di me e dei tanti come me e non sia solo il catalogo delle disgrazie come è troppo spesso stata la sinistra in italia.
Vengo da una famiglia normale, impiegati, benessere onesto e vacanze tranquille.
Per studiare ho fatto anche mille lavoretti come del resto mio fratello. Mi sono laureata con lode in Giurisprudenza, ho fatto il praticantato all’inizio gratis come quasi tutti, poi chiedendo qui e li, mandando curriculum, telefonando, ho trovato uno studio che mi pagava almeno delle spese minime. Ho fatto il mitico esame impossibile e l’ho passato. Ho cambiato più studi e una volta città per cercare sempre cose migliori e più interessanti. Ho 42 anni, faccio l’avvocato, sono pagata degnamento e amo da matti il mio lavoro. Ho un bel marito, due figlie meravigliose, una casa con un mutuo che abbiamo calibrato bene e che riusciamo a pagare e (orrore?) abbiamo comprato anche la macchina nuova!!!
Posso votare per il PD senza sentirmi una estranea?
lo ammetto: si, sono felice e francamente penso di essermi meritata tutto questo.
Vedo che si guarda sempre al caso storto, alla situazione più drammatica, a chi sopravvive con 200 euro, a chi non trova lavoro o è precario da anni e anni. Non voglio sembrare stronza e far finta di non vedere che tante tante, troppe persone fanno tanta fatica, ma mi piacerebbe davvero tanto che ci sia una politica nuova che guarda anche a chi c’è la sta facendo, a chi ha lavorato tanto in questi anni e continuerà a farlo, a chi ama quello che fa e che rischia per farlo, che si sposta, che cambia.
Non fatemi pensare che sono di destra e che lo siano tutte le persone che leggendo hanno pensato ‘ma perché questa ragazza non cambia lavoro, città, prova un altro studio, un’altra situazione?’
Io non sono di destra, non lo sono mai stata, come non lo sono mai stati i miei genitori che hanno votato Berlusconi tranquillamente in questi anni (io no, ma neppure Prodi lo dico serenamente, anche se magari qui fa scandalo)
Vi prego non lasciateci di nuovo soli adesso che dopo anni e anni forse anche una come me potrà andare a votare sapendo che crede un pochino a quello che sta facendo.”
Cara Cinzia,
non rispondo spesso ai commenti perché penso che in genere quello che ho da dire lo dico nei post. Eppure il tuo messaggio aggiunge un elemento importante e mi dà un’importante possibilità di chiarire il mio pensiero.
Chi scrive viene da una situazione simile alla tua e si trova in una situazione simile alla tua. Senza arroganza, posso dire di essere contento di quello che ho costruito anche se, per dire, come te ho dovuto girovagare parecchio e andare a prendere le mie opportunità invece di aspettare che mi arrivassero addosso. Eppure, cara Cinzia – e forse rispetto a te ho avuto il vantaggio di vivere per qualche anno la prospettiva dell’Italia vista dall’estero – non mi sfugge che le storie come la mia e la tua che sono in Italia non rarissime non sono nemmeno assolutamente normali, soprattutto, perdonami, per le generazioni che sono venute dopo la nostra: se di anni ne avessimo 32 e non 42 io credo le cose sarebbero state un pochino più complicate anche per te e per me.
Che insomma esistono dalle nostre parti una serie di ostacoli che potrebbero essere abbastanza facilmente rimossi per rendere la vita un pochino più semplice e le storie di ordinario successo un po’ meno rare. Sono contento di leggere dei tuoi successi professionali. Posso chiedere però se questa forca caudina dell’esame di stato per l’esercizio delle professioni – sconosciuta al resto d’Europa – sia proprio indispensabile? Ora può darsi che tu saresti comunque un avvocato infinitamente migliore dal punto di vista tecnico e professionale della ragazza di Lodi, ma posso chiedere perché non può essere il mercato, e cioè i vostri clienti, a deciderlo invece della corporazione dei vostri colleghi?
Le mie posizioni sul bisogno di meritocrazia mi paiono note, ma mi chiedo se sia sempre necessario, per aver successo nella vita, superare le assurde gimkane che ti portano ad Harvard a fare ricerca perché avere una cattedra a Boston in età ragionevole è molto più semplice, per uno bravo, che avere una cattedra a Roma. Salvo poi scoprire che nelle nostre università gira gira i cognomi sono sempre gli stessi. Mi chiedo se sia proprio necessario dover scegliere tra lavori che ti garantiscono l’inamovibilità blindata a vita (ormai estinti in natura) oppure la schiavitù in un call center; mi chiedo se essere di sinistra non significhi tutelare seriamente il lavoratore invece che il posto di lavoro.
Avercela fatta, per uno come me, significa sì pensare che “si può fare”, che i meritevoli e i volenterosi possono arrivare più o meno dappertutto. Ma significa anche pensare a chi non ce la fa, agli ostacoli assurdi che uno deve inspiegabilmente superare; al fatto che le probabilità per il figlio di un operaio di migliorare la propria posizione sociale sono oggi infinitesime rispetto a trenta o a cinquant’anni fa; che se cominciavi a lavorare in un giornale quando noi avevamo vent’anni c’era la possibilità di avere un contratto giornalisti che nessun editore offre più a chi ha oggi vent’anni; al fatto che certe rigidità sono responsabilità di una sinistra che per proteggere tutti i diritti di certuni ha abbandonato al suo destino certi altri; al fatto che in un sistema pieno di rigidità e di ostacoli ha più probabilità di farcela chi si attrezza per aggirare l’ostacolo “all’italiana” di chi invece prova con le sue sole forze a superarlo. Al fatto insomma che premiare il merito significa anche creare condizioni oggettive che agevolino l’espressione dei talenti di ciascuno senza dimenticare di proteggere chi quei talenti semplicemente non ha.
Un caro saluto, e grazie per il tuo commento.
Ivan
13 risposte a “Buonvento”
Cinzia ha infinite ragioni
Caro Scalfarotto, sai perché ad Harvard è più facile per uno giovane rispetto a Roma?
Perchè li se uno a successo è un successo di tutti, in Italia no, per la sinistra poi è pure uno stronzo.
Ho 36 anni faccio il commercialista e ho tra i clienti almeno 20 imprenditori sotto i 40, credo 5 o 6 sono sotto i 30 anni. Sono bravi e infatti stanno facendo bellissime cose.
L’Italia c’è, e anche se è difficile, qui si può fare molto e bene.
Basta lamentarsi
Basta
Veltroni mi pare, dopo secoli, una persona presentabile, ma è ancora più rappresentativo il sopravvisuto (con il massimo rispetto, che merita per il lavoro duro che fa, per la disgrazia immensa che ha passato, SIA CHIARO, l’ex fidanza pariolina, il figlio di
e questo per me è un dramma perché i miei giovani clienti continuano votare per un progetto vecchio e senza più aspettative come quello di Berlusconi, che mai come questa volta è impresentabile, o a stare a casa pensando di farsi gli affaracci propri fregandosene di tutto e tutti…
ed io continuo a sentire che non hanno poi tutti questi torti e che forse anch’io se non avessi avuto le storie di mio nonno partigiano, se non venissi da una famiglia che mi ha impostato in un certo modo potrei benissimo andarmene al mare invece che a votare.
Ti stimo tanto, come stimo davvero tanto tutti i giovani che stanno provando a fare qualcosa in politica nell’Italia di oggi.
con 100 Cinzie in Parlamento si cambia il paese
speriamo bene
Innanzi tutto, 100 Cinzie in parlamento non ci potrebbero stare per il semplice fatto che le elette saranno di meno (per lo più soubrettes e figlie d’arte).
Questa Cinzia mi ricorda il mio fratellastro, che ha il padre professionista e professorone e che ha vinto ogni concorso e competizione giuridica finora.
Perché è bravo, certo.
Ma se suo padre fosse stato un ciabattino (o semplicemente fosse morto, come il mio), sarebbe stato altrettanto rispettato?
Io ho scelto una carriera diversa, e senza padre a me le bastardate non sono mancate: ho sudato per riuscire a diventare ricercatore, passati i trenta, e lontanissimo dalla mia sede.
A quelli come Cinzia, alle fortunate coincidenze, alla retorica del “basta rimboccarsi le maniche”, personalmente non credo più. Se statisticamente voi Mary Poppins dell’economia italiana siete così poche un motivo ci sarà?
Aggiungo che anche mio fratello voterà da PD, da bravo giovane progressista integrato, il che francamente è un motivo in più per me per non votarlo.
Il PD è lo specchio fedele di un paese che usa gli Scalfarotti come specchietti per le allodole, ma poi elegge i Colaninno. E’ un paese per vecchi.
O almeno vecchi dentro, come Gianni Letta.
Innanzi tutto, 100 Cinzie in parlamento non ci potrebbero stare per il semplice fatto che le elette saranno di meno (per lo più soubrettes e figlie d’arte).
Questa Cinzia mi ricorda il mio fratellastro, che ha il padre professionista e professorone e che ha vinto ogni concorso e competizione giuridica finora.
Perché è bravo, certo.
Ma se suo padre fosse stato un ciabattino (o semplicemente fosse morto, come il mio), sarebbe stato altrettanto rispettato?
Io ho scelto una carriera diversa, e senza padre a me le bastardate non sono mancate: ho sudato per riuscire a diventare ricercatore, passati i trenta, e lontanissimo dalla mia sede.
A quelli come Cinzia, alle fortunate coincidenze, alla retorica del “basta rimboccarsi le maniche”, personalmente non credo più. Se statisticamente voi Mary Poppins dell’economia italiana siete così poche un motivo ci sarà?
Aggiungo che anche mio fratello voterà da PD, da bravo giovane progressista integrato, il che francamente è un motivo in più per me per non votarlo.
Il PD è lo specchio fedele di un paese che usa gli Scalfarotti come specchietti per le allodole, ma poi elegge i Colaninno. E’ un paese per vecchi.
O almeno vecchi dentro, come Gianni Letta.
Che nel 2008 ci si possa ancora chiedere se si possa essere felici votando a sinistra mostra quanto male abbia fatto al riformismo italiano il pauperismo arcobaleno, però sempre meglio il vecchio moralismo comunista dell’anarco liberismo berlusconiano.
Mi spiego: votare per la propria felicità è sacrosanto, identificare la propria felicità col benessere individuale scisso da quello generale è miope; l’equazione “ce l’ho fatta io, ce la puoi fare anche tu” non funziona e non solo perchè cambiano le persone, ma perchè cambiano i contesti.
Allora è al contesto che dobbiamo guardare, non alle nostre pur fondamentali esperienze personali, e il contesto è una società chiusa, vecchia, timorosa, gelosa delle proprie conquiste e avara di speranze, tanto da mortificare ogni talento, ogni imprenditorialità, ogni scheggia di futuro.
Per questo sto con Ivan, con Walter e col PD, perchè -parafrasando il Buon Vecchio Carlo Marx- ciascuno possa far fruttare al meglio le proprie abilità in modo da soddisfare al meglio le proprie necessità.
Una cosa solo per Lorenzo, ma sarebbe meglio direi per i tantissimi lorenzi che spesso siamo tutti noi:
perche devi dubitare di cinzia? perche deve essere raccomandata? perche non può essere una normalmente brava avvocata che dannandosi l’anima è riuscita a trovare un lavoro soddisfacente?
perche c’è l’abbiamo sempre con chi vicino a noi fa qualcosa di buono? perche siamo siamo sempre sospettosi?
NON E’ ASSULTAMENTE VERO CHE NON SI RIESCE A FARE NIENTE SENZA UNA SPINTA.
è vero che altrove si premia di più il merito, è vero che c’è poca predisposizione a credere nell’innovazione, ma adesso non giriamo tutto il mondo in una continua notte fonda.
Capperi, ma guardiamoci attorno, c’è un grande paese, c’è ricchezza, benessere, tantissime cose che funzionano, proviamo a partire da qui
anche perchè se no lasciamo tutte le persone “normali” a votare per il piccoletto e la sua cordata di vallette e riciclati vari e non mi pare che questo abbia prodotto grosse cose nel paese in questi quindici anni.
tifare per tutte le cinzie è tifare per tutti noi
Una cosa solo per Lorenzo, ma sarebbe meglio direi per i tantissimi lorenzi che spesso siamo tutti noi:
perche devi dubitare di cinzia? perche deve essere raccomandata? perche non può essere una normalmente brava avvocata che dannandosi l’anima è riuscita a trovare un lavoro soddisfacente?
perche c’è l’abbiamo sempre con chi vicino a noi fa qualcosa di buono? perche siamo siamo sempre sospettosi?
NON E’ ASSULTAMENTE VERO CHE NON SI RIESCE A FARE NIENTE SENZA UNA SPINTA.
è vero che altrove si premia di più il merito, è vero che c’è poca predisposizione a credere nell’innovazione, ma adesso non giriamo tutto il mondo in una continua notte fonda.
Capperi, ma guardiamoci attorno, c’è un grande paese, c’è ricchezza, benessere, tantissime cose che funzionano, proviamo a partire da qui
anche perchè se no lasciamo tutte le persone “normali” a votare per il piccoletto e la sua cordata di vallette e riciclati vari e non mi pare che questo abbia prodotto grosse cose nel paese in questi quindici anni.
tifare per tutte le cinzie è tifare per tutti noi
se Cinzia non fosse stata in qualche modo agevolata nella sua vita di studentessa di Giurisprudenza e\o nella sua carriera di avvocato avrebbe gia’ da tempo imparato ad evitare di scrivere “…mi piacerebbe davvero tanto che ci sia una politica nuova che guarda anche a chi c’è la sta facendo…”
Rimane il fatto che sono pochi i trentenni italiani che sono pronti ad andarsene da casa di mamma e papà per cercare fortuna in un’altra città, magari dividendo un appartamento con altri per riuscire a pagare l’affitto (invece che farsi comprare casa quando ci si sposa), magari rinunciando alla macchina e al cellulare di grido per comprarsi da mangiare, e magari stirandosi le camicie da soli invece che farsi servire dai più anziani. Lamentarsi va bene, ma non è abbastanza.
Rimane il fatto che sono pochi i trentenni italiani che sono pronti ad andarsene da casa di mamma e papà per cercare fortuna in un’altra città, magari dividendo un appartamento con altri per riuscire a pagare l’affitto (invece che farsi comprare casa quando ci si sposa), magari rinunciando alla macchina e al cellulare di grido per comprarsi da mangiare, e magari stirandosi le camicie da soli invece che farsi servire dai più anziani. Lamentarsi va bene, ma non è abbastanza.
Quante Mary Poppins!!! Ma davvero il problema, quando si guadagnano 1.500 euro al mese e se ne spendono 800 tra viaggi e alloggi, è comprarsi un cellulare di grido?
Beh, tu Lorenzo dimmi quanti trentenni conosci in Italia che non hanno la macchina a disposizione, o la loro o quella di papà. Qui dove abito, meno della metà dei miei amici trentenni ha la macchina. Io che ho l’abbonamento ai trasporti pubblici sono considerata quasi decadente e spendacciona, perché in genere si va in bicicletta, anche adesso con temperature ben più basse che in Italia; anche con le salite, anche con le distanze da pendolari. Mary Poppins o no, queste persone esistono e non guadagnano tanto più di 1.500 euro al mese. Non è SOLO, ma è ANCHE una questione di mentalità e di pigrizia intellettuale (ma da noi è diverso, ma da noi non si può, ma da noi non funziona…).
Alle affermazioni di Ivan – che condivido – aggiungo che per incrementare le proprie chances di successo è importante la qualità della formazione che si è ricevuta, a scuola, all’Università… e dopo. Sono rimasto fuori (= in mezzo ad una strada) dal mercato del lavoro a 46 anni, oggi sono un piccolo imprenditore ed ancora investo nella formazione tecnica per aprirmi nuove strade ed evitare di essere tagliati fuori.
Alle affermazioni di Ivan – che condivido – aggiungo che per incrementare le proprie chances di successo è importante la qualità della formazione che si è ricevuta, a scuola, all’Università… e dopo. Sono rimasto fuori (= in mezzo ad una strada) dal mercato del lavoro a 46 anni, oggi sono un piccolo imprenditore ed ancora investo nella formazione tecnica per aprirmi nuove strade ed evitare di essere tagliati fuori.