18 Marzo 2008

La dura realtà

Diario

alifrance.jpg
Per esperienza diretta e per quello che sento dire dai molti colleghi che viaggiano per i cinque continenti per lavoro l’Alitalia è senza dubbio una delle peggiori compagnie aeree del mondo. L’offerta AirFrance è l’unica speranza che resta. E la dura realtà non è certamente colpa dei francesi ma di decenni di cattiva amministrazione, di una gestione clientelare e di relazioni industriali demenziali. L’alternativa è il fallimento: ci sono passati già Sabena e Swissair, non sarebbe certo una novità. Certo, il denaro in cassa è quasi finito, l’Unione Europea vieta – giustamente – gli aiuti di stato, di frontiere non ha oggi più senso parlare e, effettivamente, i francesi non hanno nessun obbligo di acquistare.

8 risposte a “La dura realtà”

  1. Andrea Ballabeni ha detto:

    Bravissimo Ivan,
    questa e’ la politica che deve fare il PD.
    Speriamo solo che chi a destra si riempie la bocca con la parola “liberismo” si renda presto conto che Berlusconi, Tremonti e quasi tutti quelli del PdL stanno al liberismo piu’ o meno come il cardinal Bertone sta ai matrimoni gay.
    Avanti tutta su questa strada, liberismo e mercato coniugati a sinistra e laicita’.
    Andrea

  2. dan969 ha detto:

    Starei attento a parteggiare così acriticamante per i francesi. Tra le condizioni poste da Air France – Klm ce n’è una che va nella direzione esattamente opposta a quella del mercato e della concorrenza. E’ quella che pretende la garanzia da parte del governo di non toccare i “diritti di traffico”. Concretamente significa che non devono essere in alcun modo modificati gli Accordi bilaterali tra Stati che regolano molto rigidamente i collegamenti intercontinentali.
    Provo a essere breve. Il mercato aereo intercontinentale è tutt’altro che libero, aperto e concorrenziale. Ogni relazione è infatti regolata da un preciso accordo che definisce da quali aeroporti si parte e in quali si può arrivare, quale tipo di traffico è ammesso (passeggeri, cargo, linea, charter), con quale frequenza (p.es. giorni alla settimana), quali veivoli e soprattutto quali compagnie possono operare quella specifica rotta.
    Gli accordi bilaterali stretti dall’Italia sono un centinaio e i primi risalgono al dopoguerra. Tradizionalmente, nel compelsso, gli accordi privilegiano sistematicamente Alitalia come compagnia e Fiumicino come aeroporto.
    Cosa significa? Semplicemente che nel momento in cui Alitalia sarà rifocalizzata su Fiumicino liberando spazi operativi a Malpensa su molte rotte intercontinentali nessuno potrà sostituirla. E questo vuol dire che il famoso e tanto decantato mercato non potrà dispiegarsi.
    In buona sostanza i francesi si dicono disposti a comprare la scassatissima Alitalia a condizione che Malpensa – come hub o anche come aeroporto intercontinentale point-t-point – muoia.
    Non è un problema solo di Milano e della Lombardia (e comunque già sarebbe rilevante, visto che la sola Milano genera il 33% dell’intero traffico aereo italiano), ma del paese, perché significa blindarne il mercato in condizione sostanzialmente monopolista, blocacndone ogni potenziale crescita.
    Secondo me, questa condizione è semplicemente irricevibile e fa pensare che piuttosto che bloccare l’intero mercato sia forse meglio vedere fallire una compagnia che peraltro è tecnicamente fallita da anni. E’ già capitato altrove senza che sia crollato il mondo, l’Italia ha già gestito fallimenti e ristrutturazioni anche più pesanti e non si capisce perché non dovrebbe gestire poter gestire anche questa. In cambio potrebe – avendo la disponibilità piena dei “diritti di traffico” oggi in capo ad Alitalia – aprire davvero il mercato. Non mi sembra un’opzione da buttare via.
    Se anziché ragionare col manicheismo bipolare si ragionasse sui problemi, forse sarebbe più semplice trovare un accordo.
    Saluti,
    daniele, milano

  3. dan969 ha detto:

    Starei attento a parteggiare così acriticamante per i francesi. Tra le condizioni poste da Air France – Klm ce n’è una che va nella direzione esattamente opposta a quella del mercato e della concorrenza. E’ quella che pretende la garanzia da parte del governo di non toccare i “diritti di traffico”. Concretamente significa che non devono essere in alcun modo modificati gli Accordi bilaterali tra Stati che regolano molto rigidamente i collegamenti intercontinentali.
    Provo a essere breve. Il mercato aereo intercontinentale è tutt’altro che libero, aperto e concorrenziale. Ogni relazione è infatti regolata da un preciso accordo che definisce da quali aeroporti si parte e in quali si può arrivare, quale tipo di traffico è ammesso (passeggeri, cargo, linea, charter), con quale frequenza (p.es. giorni alla settimana), quali veivoli e soprattutto quali compagnie possono operare quella specifica rotta.
    Gli accordi bilaterali stretti dall’Italia sono un centinaio e i primi risalgono al dopoguerra. Tradizionalmente, nel compelsso, gli accordi privilegiano sistematicamente Alitalia come compagnia e Fiumicino come aeroporto.
    Cosa significa? Semplicemente che nel momento in cui Alitalia sarà rifocalizzata su Fiumicino liberando spazi operativi a Malpensa su molte rotte intercontinentali nessuno potrà sostituirla. E questo vuol dire che il famoso e tanto decantato mercato non potrà dispiegarsi.
    In buona sostanza i francesi si dicono disposti a comprare la scassatissima Alitalia a condizione che Malpensa – come hub o anche come aeroporto intercontinentale point-t-point – muoia.
    Non è un problema solo di Milano e della Lombardia (e comunque già sarebbe rilevante, visto che la sola Milano genera il 33% dell’intero traffico aereo italiano), ma del paese, perché significa blindarne il mercato in condizione sostanzialmente monopolista, blocacndone ogni potenziale crescita.
    Secondo me, questa condizione è semplicemente irricevibile e fa pensare che piuttosto che bloccare l’intero mercato sia forse meglio vedere fallire una compagnia che peraltro è tecnicamente fallita da anni. E’ già capitato altrove senza che sia crollato il mondo, l’Italia ha già gestito fallimenti e ristrutturazioni anche più pesanti e non si capisce perché non dovrebbe gestire poter gestire anche questa. In cambio potrebe – avendo la disponibilità piena dei “diritti di traffico” oggi in capo ad Alitalia – aprire davvero il mercato. Non mi sembra un’opzione da buttare via.
    Se anziché ragionare col manicheismo bipolare si ragionasse sui problemi, forse sarebbe più semplice trovare un accordo.
    Saluti,
    daniele, milano

  4. marco ha detto:

    straquoto dan969:
    troppo facile appellarsi al libero mercato quando di libero non c’è proprio nulla.
    Mi spiace, ma sulla vicenda Alitalia non ti seguo…

  5. Ugo ha detto:

    …e quali sarebbero le soluzioni? AirOne e un altro bel monopolio sulla tratta Roma-Milano? I banchieri italiani a governare l’Alitalia insieme ai sindacati? Certo, il mercato aereo è quello che è ma mi pare, per esempio, che Ryan Air avesse fato una gran bell’offerta per Malpensa… che ne è stato?

  6. Ugo ha detto:

    …e quali sarebbero le soluzioni? AirOne e un altro bel monopolio sulla tratta Roma-Milano? I banchieri italiani a governare l’Alitalia insieme ai sindacati? Certo, il mercato aereo è quello che è ma mi pare, per esempio, che Ryan Air avesse fato una gran bell’offerta per Malpensa… che ne è stato?

  7. dan969 ha detto:

    Ugo, per me il punto è che il governo ha gestito malissimo la vicenda, anche se gli va riconosciuto il coraggio di averla affrontata dopo 20 anni 20 di ricapitalizzazioni (la prima è del 1988).
    Prima hanno fatto una gara finta, con talemnte tanti paletti da far scappare tutti.
    Poi hanno fatto una gara su misura per i francesi. I tedeschi hanno rinucniato all’ultimo minuto e quello sarebbe stata sì – secondo me – un’ottima soluzione.
    AirOne è messa malissimo, ma tieni conto che se l’avessero presa loro, la quota di mercato interno in capo a AirOne-Alitalia sarebbe tornata ad essere quella che in tutti gli altri paesi è in mano alle (ex) compagnie di bandiera e consente loro di offrire un servizio decisamente migliore di quello che Alitalia offre in un mercato frantumato come quello italiano. Tra l’altro Toto sarebbe stato costretto a mollare slot proprio sulla Milano_Roma dall’anti-trust, duqnue zero rischi di monopolio.
    L’offerta di Rayan per fortuna è stata rifiutata. i low-cost non operano sull’intercontinentale e nessun full service carrier sarebbe venuto a Malpensa se gli irlandesi vi si fossero basati. Quelli vanno bene per aeroproti regionali point-to-point come Orio, non per hub né per intercontinentali point-to-point. Portarlo a Malpensa avrebbe significato tagliare le gambe allo sviluppo intercontinentale dell’aeroporto.
    Così come sarebbe accettare la clausola di blocco del emrcato e della concorrenza che hanno posto i francesi. Davvero irricevibile.
    daniele, milano.

  8. dan969 ha detto:

    Ugo, per me il punto è che il governo ha gestito malissimo la vicenda, anche se gli va riconosciuto il coraggio di averla affrontata dopo 20 anni 20 di ricapitalizzazioni (la prima è del 1988).
    Prima hanno fatto una gara finta, con talemnte tanti paletti da far scappare tutti.
    Poi hanno fatto una gara su misura per i francesi. I tedeschi hanno rinucniato all’ultimo minuto e quello sarebbe stata sì – secondo me – un’ottima soluzione.
    AirOne è messa malissimo, ma tieni conto che se l’avessero presa loro, la quota di mercato interno in capo a AirOne-Alitalia sarebbe tornata ad essere quella che in tutti gli altri paesi è in mano alle (ex) compagnie di bandiera e consente loro di offrire un servizio decisamente migliore di quello che Alitalia offre in un mercato frantumato come quello italiano. Tra l’altro Toto sarebbe stato costretto a mollare slot proprio sulla Milano_Roma dall’anti-trust, duqnue zero rischi di monopolio.
    L’offerta di Rayan per fortuna è stata rifiutata. i low-cost non operano sull’intercontinentale e nessun full service carrier sarebbe venuto a Malpensa se gli irlandesi vi si fossero basati. Quelli vanno bene per aeroproti regionali point-to-point come Orio, non per hub né per intercontinentali point-to-point. Portarlo a Malpensa avrebbe significato tagliare le gambe allo sviluppo intercontinentale dell’aeroporto.
    Così come sarebbe accettare la clausola di blocco del emrcato e della concorrenza che hanno posto i francesi. Davvero irricevibile.
    daniele, milano.