Molte persone mi hanno chiesto cosa io pensi della vicenda Travaglio-Schifani. Da noi la moglie di Cesare è lungi dall’essere una candida e rispettabile signora e in una situazione così imbarbarita ci stanno anche i proiettili vaganti che, come noto, generalmente colpiscono il cittadino inerme.
Come ha detto giustamente Giuseppe D’Avanzo nel suo articolo su Repubblica di oggi: “In questa storia, si può stare soltanto con i lettori/spettatori che meritano, a fronte delle miopie, opacità, errori, inadeguatezze della classe politica, un’informazione almeno esplicita nel metodo e trasparente nelle intenzioni.”
21 risposte a “Proiettili vaganti”
Sì Ivan, ma D’Avanzo stavolta non mi è piaciuto fino in fondo. Ha dato un colpo al cerchio e uno (o più d’uno) alla botte.
Perlomeno, la sensazione che ho tratto è che Travaglio non gli garba poi tanto.
E questo mi ha stupito. Perchè il punto è sempre quello: è vero o non è vero ? Schifani era o non in società con mafiosi ?
Nel secondo caso Travaglio si gratterà le sue croste, ma dal primo possono discendere solo due ipotesi: a) è vero ma a quell’epoca Schifani non sapeva/mafiosi lo sono diventati dopo; b) è vero e sapeva.
In entrambe queste due ipotesi con la sua querela Schifani non ci fa certo una bella figura, come non ce la fanno tutti quelli che si sono affannati a parlare di gogna mediatica , di mancanza di contraddittorio e tutte le altre fregnacce. Omettendo scientemente di rispondere alla domanda di cui sopra.
Però io non ho capito la tua posizione (nè cosa c’entri la moglie di Previti in tutto questo).
Il pezzo di D’Avanzo che linki è un (secondo me ridicolo!) attacco frontale a Travaglio.
Hai letto i pizzini del presidente alle deputate?Hai letto la risposta delle deputate?Ma di che stiamo discutendo?Hai sentito il discorso di Fassino?Non voglio pensare al discorso di domani di Veltroni.Ma io che sono? Un piddino?Dovrei diventare Pidduino? No grazie.
L’articolo di D’Avanzo è interessante, e occorre leggerlo con attenzione. Non dice che i fatti citati da Travaglio siano falsi. Ricorda semmai che erano già venuti alla luce su Repubblica nel 2002. D’avanzo dice che Travaglio racconta una verità parziale, ossia che Schifani è stato socio di Nino Mandalà dal 1979 al 1994, e che nel 1998 questo Nino Mandalà viene processato come capomafia di mandamento di Villabate.
Ora, D’Avanzo dice: non siamo riusciti a provare che Schifani sapesse nel 1979 o nel 1994 chi fosse Nino Mandalà, e non sappiamo se Nino Mandalà fosse mafioso già dal 1979.
Beh io dico questo: se uno è giudicato capomafia di mandamento nel 1998 sarà ben difficile che abbia passato una vita da onesto cittadino fino al 1994, anno in cui finisce la società con Schifani, e poi si sia concentrato nella sua carriera di mafioso in soli 4 anni, no? Anche considerando che il Mandalà e lo Schifani nel frattempo erano compagni dello stesso partito politico: Forza Italia (Mandalà aveva fondato un circolo di FI a Villabate).
Poi vorrei andare a leggere la sentenza su Mandalà, mi pare strano che abbiano trovato elementi della sua mafiosità solo relativi a partire dal 1994, in tutta onestà.
In ogni caso, per leggere alcune parti della deposizione di Schifani al giudice sulla sua amicizia con Mandalà si può andare su internet. Io ho trovato tra gli altri un buon articolo dell’Unità: http://www.unita.it/view.asp?idContent=75382
mah…c’è (o ci potrebbe essere) del vero in quello che scrive D’avanzo però, però…sono andato a vedere su youtube l’intervento di Travaglio che mi ero perso per sentire esattamente quello che aveva detto. Bè, francamente, anche le parole di Travaglio vanno riportate nel loro esatto contesto. A sentire la vera intervista, non si può non notare che Travaglio descrive correttamente alcune fondamentali disfunzioni dell’ “informazione” in Italia, e non vedo come si possa dargli torto; tantomeno lamentarsi del fatto che finalmente qualcuno dica apertamente queste cose.
L’accennno a Schifani è nel contesto di una risposta sul modo in cui si crea “l’agenda” dell’informazione. Travaglio parla della “sudditanza” dei giornali rispetto ai telegiornali (lo constatiamo tutti i giorni), e dell’influenza dela politica, tale per cui le notizie “sono” quelle che i politici commentano, su cui rilasciano “esternazioni”, di guisa che poi il giornale possa riportare più che il fatto l’elenco dei commenti dei politici su quel tema (vogliamo negare quest’evidenza? avete mai visto un tg rai o mediaset che sia?). Infine, dice, lo spazio per certe notizie scomode si apre, talvolta, se c’è una polemica che interessa ad una parte politica contro l’altra, se invece ad entrambe le parti non interessa lo “scontro”, allora il giornalista rinuncia alla notizia: non avrebbe il sostegno di nessuna parte politica, e cmq la notizia non interessa a nessuna parte politica per cui…e qui fa l’es. dei trascorsi di Schifani.
A me pare appropriato. ‘E vero come dice D’avenzo che se ne era già scritto, negli anni scorsi, e difatti correttamente Travaglio lo dice citando proprio il libro di Abbate. Però nel momento in cui uno diventa la seconda carica dello stato (abbiamo ancora un minimo senso dell’importanza delle istituzioni? o è tutto uguale?) è ovvio che i giornali debbano riportarne la biografia, il curriculum vitae. Ciò che in precedenza poteva avere un’importanza relativa, o destare minore interesse per un semplice esponente di partito, deve essere messo (rimesso) all’attenzione dell’opinione pubblica quando quella persona assume un ruolo istituzionale di quell’importanza. Non è forse corretto questo concetto? Dunque qui toppa D’avanzo nel limtarsi a dire che di quelle cose si era scritto a suo tempo volendo con ciò dimostrare che l’informazione aveva “già” fatto il suo dovere. Mi pare invece che l’es. di Travaglio regga. Sono eventi lontani ma importanti per l’evoluzione della carriera di un “giovane” ambizioso, e sicuramente riguardano la sua moralità pubblica, proprio il modo, appunto, di costruire una carriera. Schifani non si è mai peritato di rispondere al riguardo e dunque quantomeno chiedergliene conto mi pare corretto. Se oggi tutti hanno taciuto effettivamente non è stato un buon esempio di informazione al servizio del cittadino (e non di interessi politici di parte).
Naturalmente D’Avanzo ha ragione a dire che non si può mandare il messaggio subliminale che Schifani è un mafioso, ma appunto tutto dipende da come si espongono le cose. Travaglio si limita a criticare i giornali che nel ricostruire la carriera di schifani hanno “omesso” fatti, appunto già noti alla stampa, su cui l’interessato non aveva mai ritenuto di dover rilasciare dichiarazioni, e che, invece, almeno un approfondimento lo meriterebbero. Non c’è nessuna accusa, nè esplicita ovviamente, ma nemmeno implicita, di essere o essere stato mafioso: semplicemento il riscontro di un inizio di carriera costruito anche in rapporto con ambienti affaristici a loro volta legati al malaffare (o addirittura alla criminalità) che, senza comportare di per sè ovviamente”mafiosità”, tuttavia è qualcosa che, per un pubblico rappresentante, meriterebbe quantomeno un’operazione trasparenza.
Quello che invece è assolutamente certo è che la sinistra non ha nulla da guadagnare dai Travaglio. E difatti lui se ne mostra perfettamentre consapevole nell’intervista. Agli italiani della moralità pubblica dei loro rappresentanti non gliene può fregare di meno. Tuttavia trovo stucchevoli quei commentatori che continuano imperterriti a parlare della “sinistra” quando Travaglio, o qualche giornalista serio, se ne esce con inchieste, denunce ecc.
La “sinistra” intesa come partiti di sinistra è stata quasi più realista del re, si è subito precipitata a condannare il “giornalista” e a solidarizzare con il “presidente”. Scontato.
Il problema nostro, invece, di cittadini, è un altro. Come elettore interessato alle sorti della sinistra anch’io so benissimo che i Travaglio non servono a nulla, anzi “scocciano”, e mi guardo bene dal pensare ad un uso “politico” di denunce di questo genere. Ma come cittadino interessato alla fondamentale liberttà di informazione non posso che difenderlo. Che altro posso fare? Non posso anteporre il mio interesse politico ad un bene tanto prezioso e negletto in italia.
Insomma: non mi interessa combattere esponenti della destra su questo piano perchè sarebbe fallimentare e cmq altra cosa sono le battaglie politiche; ma Travaglio ha ragione e devo difendere la libertà d’informazione.
nel suo pessimo articolo sulla Repubblica D’Avanzo finge di ignorare la ragione per cui la biografia di Schifani e’ giustamente tornata di attuale rilevanza! o il giornalista non e’ a conoscenza del recente incarico istituzionale affidato a Schifani?
nel suo pessimo articolo sulla Repubblica D’Avanzo finge di ignorare la ragione per cui la biografia di Schifani e’ giustamente tornata di attuale rilevanza! o il giornalista non e’ a conoscenza del recente incarico istituzionale affidato a Schifani?
Lo sapevo. Davvero. Appena ho letto l’articolo di D’Avanzo mi son detto: “Ora Scalfarotto lo farò proprio”. Speravo di sbagliarmi perché apprezzo molto Ivan. Ed il pessimo articolo di D’Avanzo è solo un regolamento dei conti con Travaglio (chi si deve occupare della cronaca giudiziaria su Repubblica)? D’Avanzo è molto a senso unico sulla giustizia… vedere caso Unipol… Travaglio invece è bipartisan nel dire la verità e quindi è no-partisan 🙂
Lo sapevo. Davvero. Appena ho letto l’articolo di D’Avanzo mi son detto: “Ora Scalfarotto lo farò proprio”. Speravo di sbagliarmi perché apprezzo molto Ivan. Ed il pessimo articolo di D’Avanzo è solo un regolamento dei conti con Travaglio (chi si deve occupare della cronaca giudiziaria su Repubblica)? D’Avanzo è molto a senso unico sulla giustizia… vedere caso Unipol… Travaglio invece è bipartisan nel dire la verità e quindi è no-partisan 🙂
Mi spiace Ivan ma anch’io ho trovato odioso l’articolo di D’Avanzo.
Il suo prendere le parti del povero spettatore disinformato e raggirato , oltre che fuoriluogo e paradossale se pensiamo a quello che ci viene quotidianamente propinato su tv e quotidiani, non è altro che un maldestro tentativo di dissimulare una evidente antipatia nei confronti di Travaglio e nel contempo di assolvere ai suoi obblighi di servilismo partitico.
Beh, lascio perdere l’articolo di D’Avanzo perché c’è di peggio.
A quanto pare il governo Prodi ha ampliato il segreto di stato alla costruzioni delle centrali elettriche:
http://www.carta.org/campagne/ambiente/13698
Questa cosa va diffusa e chiarita…
Beh, lascio perdere l’articolo di D’Avanzo perché c’è di peggio.
A quanto pare il governo Prodi ha ampliato il segreto di stato alla costruzioni delle centrali elettriche:
http://www.carta.org/campagne/ambiente/13698
Questa cosa va diffusa e chiarita…
Piu’ che un proiettile vagante da parte di Travaglio mi pare un plotone di esecuzione contro Travaglio. non aspettavano altro, da destra a sinistra. Agghiacciante.
ecco si, andrea ha centrato benissimo: Travaglio è no-partisan. Dunque non controllabile, ed eventualmente disfunzionale agli interessi anche dei partiti di centro-sinistra, dunque pericoloso.
Che dobbiamo fare, invece, noi cittadini in coscienza? L’unica scelta giusta, in vicende così, è appunto quella di essere anche noi no-partisan, esclusivamente pro informazione libera,indipendente, utile (ai cittadini non ai partiti od agli schieramenti).
In altri termini l’errore è guardare alla vicenda, più o meno consapevolmente, con la coda dell’occhio rivolta agli interessi della propria parte politica. Sappiamo tutti, infatti, come ripeto, che questo rigore nei confronti di esponenti della destra non giova affatto alla sinistra, anzi è spesso controproducente (specie per le strumentalizzazioni che poi l’altra parte riesce a fare, scaricando colpe sulla sinistra).
L’articolo di D’Avanzo è concepito, con una certa astuzia, proprio così, cioè con la mira puntata agli interessi della sinistra, e con un target preciso: l’elettore di sinistra serio che ci tiene alla trasparenza ed alla moralità dei personaggi politici. L’obbiettivo si potrebbe riassumere così: i Travaglio fanno “male” alla sinistra, ma l’elettore di sinistra di quel tipo lo apprezza; devo dunque convincere quel tipo di cittadino che travaglio sbaglia, ma senza turbare le sue idee, i suoi valori, senza cioè considerazioni “ciniche” sull’utilità/disutilità politica; devo convincerlo ad attaccare travaglio dandogli la sensazione di essere, anzi di rimanere dalla parte della corretta informazione.
Direi che ha funzionato abbastanza. In fondo, quando troviamo chi argomenta secondo il nostro recondito interesse, e ci da delle “giustificazioni” per perseguirlo, ci facciamo convincere facilmente della giustezza di quelle argomentazioni.
Se posso permettermi, Ivan, prova a riconsiderare la vicenda, cercando il più sinceramente possibile di non pensare agli interessi della sinistra, vedrai che troverai l’articolo di D’Avanzo meno convincente. O meglio convincente nei principi esposti, ma astratto e non molto coerente con la vicenda concreta.
ecco si, andrea ha centrato benissimo: Travaglio è no-partisan. Dunque non controllabile, ed eventualmente disfunzionale agli interessi anche dei partiti di centro-sinistra, dunque pericoloso.
Che dobbiamo fare, invece, noi cittadini in coscienza? L’unica scelta giusta, in vicende così, è appunto quella di essere anche noi no-partisan, esclusivamente pro informazione libera,indipendente, utile (ai cittadini non ai partiti od agli schieramenti).
In altri termini l’errore è guardare alla vicenda, più o meno consapevolmente, con la coda dell’occhio rivolta agli interessi della propria parte politica. Sappiamo tutti, infatti, come ripeto, che questo rigore nei confronti di esponenti della destra non giova affatto alla sinistra, anzi è spesso controproducente (specie per le strumentalizzazioni che poi l’altra parte riesce a fare, scaricando colpe sulla sinistra).
L’articolo di D’Avanzo è concepito, con una certa astuzia, proprio così, cioè con la mira puntata agli interessi della sinistra, e con un target preciso: l’elettore di sinistra serio che ci tiene alla trasparenza ed alla moralità dei personaggi politici. L’obbiettivo si potrebbe riassumere così: i Travaglio fanno “male” alla sinistra, ma l’elettore di sinistra di quel tipo lo apprezza; devo dunque convincere quel tipo di cittadino che travaglio sbaglia, ma senza turbare le sue idee, i suoi valori, senza cioè considerazioni “ciniche” sull’utilità/disutilità politica; devo convincerlo ad attaccare travaglio dandogli la sensazione di essere, anzi di rimanere dalla parte della corretta informazione.
Direi che ha funzionato abbastanza. In fondo, quando troviamo chi argomenta secondo il nostro recondito interesse, e ci da delle “giustificazioni” per perseguirlo, ci facciamo convincere facilmente della giustezza di quelle argomentazioni.
Se posso permettermi, Ivan, prova a riconsiderare la vicenda, cercando il più sinceramente possibile di non pensare agli interessi della sinistra, vedrai che troverai l’articolo di D’Avanzo meno convincente. O meglio convincente nei principi esposti, ma astratto e non molto coerente con la vicenda concreta.
@piergiorgio
interessante
ma non ho capito a quale conlusione vuoi arrivare
Purtroppo il potere politico ha vinto sulla libertà di informazione.
Pochissimi sono quei giornalisti che cercano di informare correttamente i cittadini per ristabilire giustizia e verità (se così si può dire), mentre la maggioranza di loro si è messa a libro paga e difende ciecamente il sistema.
Travaglio in effetti è colpevole: ha raccontato semplicemente dei fatti su un pezzo da novanta della ” casta” e questa si è messa in moto per espellerlo. Con una novità: nell’ opera di difesa del sistema, destra e sinistra diventano un unico corpo e la requisitoria della Finocchiaro ci fornisce le prove che sul versante della censura c’è di una terribile complicità trasversale. D’altro canto anche il PD hai i sui scheletri e Travaglio non fa sconti. Rivoltante.
sono d’accordo con piero filotico. Le affermazioni di Travaglio hanno un grado di verità / falsità che andrebbe approfondito, ricercando e studiando, per farsi un’opinione solida e basata sui fatti e non sulle sensazioni.
I media non possono / vogliono approfondire; l’opinione della maggioranza delle persone si genera quindi sulla base di sensazioni e non di fatti. E’ quindi possibile affermare tutto ed il contrario di tutto. Come se ne esce ? Io non ho idea.
@laura
Bè la conclusione è espressa in entrambi i miei interventi: 1)l’articolo di D’Avanzo, pur dicendo concetti astrattamente giusti, non mi convince applicato al caso concreto; 2) Travaglio ha in gran parte ragione; 3) da cittadino non posso che difendere, nell’interesse mio e della collettività, la libertà e serietà dell’informazione e dunque non condividere gli attacchi di questi giorni da qualunque parte provengano (maggioranza ed opposizione).
Non c’è granchè d’altro da concludere 🙂 Si tratta solo di fare opinione.
allora per “onestà intellettuale”, Andrea, guarda anche la risposta di D’Avanzo alla lettera di Travaglio: http://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/politica/insulti-schifani/fatti-verita/fatti-verita.html
Poi per completezza (che è quello di cui D’Avanzo parla) vedi anche la ulteriore risposta di Travaglio, con commento ancora di D’Avanzo sotto: http://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/politica/insulti-schifani/lettera-travaglio/lettera-travaglio.html
D’Avanzo e Travaglio fanno giornalismo di tipo completamente diverso, e lo concepiscono in modo completamente diverso (e per questo sono allo scontro): chiamiamo, per comodità, “compilativo” quello di Travaglio – va a vedere cose pubblicate e già digerite, e le mette insieme ad effetto, per non farle cadere nel dimenticatoio: in questo è molto bravo, e ci vogliono anche i giornalisti come lui. Quello di D’Avanzo è giornalismo investigativo – di quello vero, di quello in cui si trovano documenti che qualcuno non vuole che si vedano, di quello per cui non può sempre citare le fonti (o non riuscirebbe più a fare in giornalista investigativo): di quello che la polizia ti perquisisce la casa, o ti mettono in galera perché non cedi sul segreto professionale.
Chi qua sopra parla di servilismo di D’Avanzo, faccia un briciolo di ricerca, ma proprio un briciolo, e magari trova che è stato in galera per gli aricoli sulla strage di natale del 1984 (mafia); che con Bonini è lui che ha rivelato che la fonte per la bufala del “Nigergate” (la balla che l’Iraq acquistava materiale radiotattivo dal Niger, informazione usata da Bush per giustificare l’intervento in Iraq) era il SISMI; che ha rivelato di come ancora il SISMI era dietro, insieme alla CIA, al rapimento di Abu Omar; e ha portato alla luce un mare di altre cose molto buie della storia recente italiana…
Si può pensare che abbia ragione D’Avanzo a criticare certi metodi, per il danno che fanno alle istituzioni; si può pensare che la situazione delle istituzioni italiane è tale che di Travaglio c’è bisogno. (Certo non c’è bisogno di Schifani). Ma per favore non diciamo sciocchezze ignoranti su chi rischia costantemente di persona per trovare verità nascoste. D’Avanzo, con la sua tenace ricerca delle più piccole prove, che richiede tanta pazienza e poco schiamazzo, alla fine rischia molto di più di Travaglio, che si appoggia la popolarità (dovuta anche a una buona dose di populismo) di quello che le cose te le grida in faccia.
Beh, della storia passata di Schifani se ne è occupato di recente anche El Paìs..
http://www.elpais.com/articulo/internacional/Schifani/colaborador/Berlusconi/nuevo/presidente/Senado/italiano/elpepuint/20080429elpepuint_17/Tes