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Ivan Scalfarotto
Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno nel Governo Draghi. Deputato di Italia Viva. Mi occupo di democrazia, di diritti e libertà, di enti locali, impresa e affari internazionali.
Ho fondato Parks - Liberi e Uguali.
44 risposte a “Perché abbiamo perso?”
biagio di lernia TRANi ex provincia di Bari adesso si dovrebbe fare la BAT(barletta andria trani =bat)
altro motivo perchè avete perso?
Te lo dico io:
Per la prima volta nella storia italiana, è stata fatta una finanziaria che ha falcidiato le pensioni, parlo di quelle medie,
dalle mille alle 2000 al mese, con un aumento perequativo dell’1,6% ow…dico 1,6%…quando la tassazione è stata aumentata,le detrazioni sparite,e ciulatura totale inoltre addizzionali irpef comunali e regionali applicate…
Insomma un pensionato si è visto RIDURRE la sua pensione, caso mai successo nella storia pensionistica italiana.
Solo il Tuo amato Prodi, con Visco e Marina Sereni, potevano fare questo….
Come , tutti beccano aumenti con il contratto collettivo,premi vari, rinnovi contrattuali e via cantando..non parliamo degli aumenti della CASTA…e i pensionati….vanno a prendere di meno dell’anno precedente!!
Una manovra da tagliarsi i voti con…..le paxxe insieme….è come quello che per fare un dispetto alla moglie se lo taglia!
Ecco caro ivano Scalfarotto perchè avete ed abbiamo perso…io un sacco sulla pensione..
ben vi sta!
condivido l’argomentazione ma non la scelta della Toscana come emblema di tale sconfitta. Sì è vero a Massa, Viareggio e Pisa, ma per larga parte della Regione il PD si è dimostrato forte, comparativamente meglio di ogni altra regione in Italia! I problemi sono in altre regioni! Magari che il risultato fosse stato quello di Pisa anche a Roma!
Ripartiamo, comunque, dalle Primarie, vere e per sempre! (per inciso è proprio in Toscana che si sono fatte per la prima volta!)
condivido l’argomentazione ma non la scelta della Toscana come emblema di tale sconfitta. Sì è vero a Massa, Viareggio e Pisa, ma per larga parte della Regione il PD si è dimostrato forte, comparativamente meglio di ogni altra regione in Italia! I problemi sono in altre regioni! Magari che il risultato fosse stato quello di Pisa anche a Roma!
Ripartiamo, comunque, dalle Primarie, vere e per sempre! (per inciso è proprio in Toscana che si sono fatte per la prima volta!)
qualche commentino ai post Li puoi anche fare…lo so poi non si finirebbe mai….
Adesso vado in skype..a sentire e vedere Mio Figlio lontano…
a presto..
Avremmo perso lo stesso, ma penso anch’io che se si fossero fatte le primarie sarebbe andata un pò meglio. La gente, specie il “popolo della sinistra” (a destra ci sono altre dinamiche su cui non mi soffermo) aveva (ed ha) un gran bisogno di sentirsi accolta, ascoltata, fatta partecipare.
‘E anche vero che i tempi brevi imposti dalla caduta del governo rendevano più difficile organizzare qualcosa del genere. Almeno così avevo pensato io, che mi sento spesso quasi in colpa ritenendomi troppo critico, ma che poi tutto sommato mi ero bevuto su tante questioni un sacco di “giustificazioni”, ed alla fin fine l’ho anche votato sto pd.
Con il senno del poi, e, soprattutto, con l’osservazione dei fatti del poi, cioè delle mosse e dei comportamenti tenuti dai dirigenti pd dopo la débacle elettorale, comincio a pensare che forse il tempo era proprio una scusa e che se si voleva davvero rinnovare e dare una scossa forte si poteva fare (oddio…ma non era lo slogan di qualcuno?). Forse la verità è che i dirigenti del partito non erano affatto pronti alla scossa e ragionavano con la collaudata mentalità gattopardesca italiana: ci diamo una vernice di novità con la faccia e i modi di Veltroni, ma poi si contunua tutto come prima.
Semmai il trempo si può invocare in un altro senso; e cioè è vero che il pd era appena nato, era ancora troppo fragile e poco radicato rispetto alle appertenenze di provenienza, dunque, appunto, era difficile imporre sul serio uno stacco, e cioè una delegazione parlamentare basata sulla scelta dei simpattizzanti, ossia di un nuovo soggetto “unitario”= l’elettore del pd, e non invece “pesata col bilancino” per tener conto di tutte le varie componenti di provenienza (partiti, correnti…).
Certo all’indubbio e coraggioso taglio col passato sul fronte esterno (coalizione), non è corrisposto nulla di significativo sul fronte interno.
Questa è stata una discrepanza fondamentale: infatti va bene rompere con quelli che venivano dipinti come i pletorici, riottosi, inconcludenti,”vetifacienti” ecc. alleati, ma se poi, rimasto solo, non cambio io per primo, perchè qualcuno dovrebbe votarmi?
Cmq tutte ste cose sono state dette e stradette. Sull’analisi non credo ci sia più molto da aggiungere. Ma ora, da qui in avanti, che si fa? che si sta facendo?
Ecco il guaio è che, appunto, il pd pare non aver capito affatto la lezione (basti per tutte la storia di Rutelli).
Avremmo perso lo stesso, ma penso anch’io che se si fossero fatte le primarie sarebbe andata un pò meglio. La gente, specie il “popolo della sinistra” (a destra ci sono altre dinamiche su cui non mi soffermo) aveva (ed ha) un gran bisogno di sentirsi accolta, ascoltata, fatta partecipare.
‘E anche vero che i tempi brevi imposti dalla caduta del governo rendevano più difficile organizzare qualcosa del genere. Almeno così avevo pensato io, che mi sento spesso quasi in colpa ritenendomi troppo critico, ma che poi tutto sommato mi ero bevuto su tante questioni un sacco di “giustificazioni”, ed alla fin fine l’ho anche votato sto pd.
Con il senno del poi, e, soprattutto, con l’osservazione dei fatti del poi, cioè delle mosse e dei comportamenti tenuti dai dirigenti pd dopo la débacle elettorale, comincio a pensare che forse il tempo era proprio una scusa e che se si voleva davvero rinnovare e dare una scossa forte si poteva fare (oddio…ma non era lo slogan di qualcuno?). Forse la verità è che i dirigenti del partito non erano affatto pronti alla scossa e ragionavano con la collaudata mentalità gattopardesca italiana: ci diamo una vernice di novità con la faccia e i modi di Veltroni, ma poi si contunua tutto come prima.
Semmai il trempo si può invocare in un altro senso; e cioè è vero che il pd era appena nato, era ancora troppo fragile e poco radicato rispetto alle appertenenze di provenienza, dunque, appunto, era difficile imporre sul serio uno stacco, e cioè una delegazione parlamentare basata sulla scelta dei simpattizzanti, ossia di un nuovo soggetto “unitario”= l’elettore del pd, e non invece “pesata col bilancino” per tener conto di tutte le varie componenti di provenienza (partiti, correnti…).
Certo all’indubbio e coraggioso taglio col passato sul fronte esterno (coalizione), non è corrisposto nulla di significativo sul fronte interno.
Questa è stata una discrepanza fondamentale: infatti va bene rompere con quelli che venivano dipinti come i pletorici, riottosi, inconcludenti,”vetifacienti” ecc. alleati, ma se poi, rimasto solo, non cambio io per primo, perchè qualcuno dovrebbe votarmi?
Cmq tutte ste cose sono state dette e stradette. Sull’analisi non credo ci sia più molto da aggiungere. Ma ora, da qui in avanti, che si fa? che si sta facendo?
Ecco il guaio è che, appunto, il pd pare non aver capito affatto la lezione (basti per tutte la storia di Rutelli).
Pergiorgio, mi sorprendo della tua analisi: non avevi detto che “i programmi sono l’ essenza della politica”? Se e’ cosi’, l’ unica conseguenza che dovresti trarre e’ che il programma della destra era miglire del nostro. Probabilmente cinquanta milioni di elettori hanno letto entrambi i programmi, li hanno confrontati, e hanno deciso di votare in maggioranza per la destra. O no?
Comunque l’ analisi di Guadagni e’ contradditoria, oltre che singolarmente disinformata (ma lo ha letto nessuno lo statuto?). In realta’, come faceva notare Sofri, si e’ vinto proprio dove si e’ cambiato poco: in Emilia, in Toscana e nei soliti luoghi, dove i due partiti costituenti sono forti e presenti, e forniscono una classe dirigente giovane e affidabile (questo l’ aggiungo io).
Vado a leggere il post che indichi, ma intanto vorrei sapere se condividi questo post fascistoide di Francesco Costa, che è o dovrebbe essere il tuo spin doctor:
“La libertà di espressione è salva
8 commenti » – May, 20, 5:34 pm
Alla fine l’Unità l’ha comprata Soru: auspichiamo che torni a farne un giornale decente mettendo alla porta Travaglio, la Oppo e quelli che ne fanno l’equivalente di sinistra (sic) di Libero, con parecchio sense of humour in meno”.
http://www.francescocosta.net/2008/05/20/la-liberta-di-espressione-e-salva/
Al di là che volere il licenziamento dei giornalisti che non si gradiscono è in sé un atto fascista, come si fa ad andare contro Marco Travaglio? Ma lo legge, lo ascolta mai a Travaglio, il signor Costa? E se lo legge, se lo ascolta, come fa a dirne male? E tu, cosa ne pensi? Certo che con spin doctor così, non servono nemici.
Qui il video di Travaglio di ieri, giusto come campione di ciò che fa questo giornalista:
http://it.youtube.com/watch?v=qQMmt2AiebU
Sì, condivisibile ciò che ha scritto Davide.
Ma perche’ chiedi a Ivan spiegazioni sul pensiero di Francesco Costa, invece di chiederle a Francesco Costa stesso?
Gianni, semmai (limitandomi a stare al tuo para-ragionamento) potrei concludere non che il programma della destra fosse migliore di quello del pd, ma che chi ha votato la destra l’ha ritenuto migliore.
Ovviamente, invece, non vale la pena di soffermarsi a dimostrare che non c’è nessun rapporto di necessaria consequenzialità fra le due affermazioni: dire che i programmi sono essenziali, significa solo riconoscere il valore dei contenuti, dunque, l’importanza che dovrebbero avere sia per chi elabora una proposta politica, sia per coloro ai quali è destinata, coloro cioè che la dovrebbero recepire. Resta,ovviamente, impregiudicata la possibilità che tanto chi elabora la proposta svaluti l’importanza dei contenuti, tanto chi la recepisce non faccia conto di quelli e si basi su tutt’altro (fede, carisma del “capo”, motivi identitari, senso di appartenenza ideologico o territoriale ecc. ecc.). Se ci sono persone, dentro e fuori il pd, che pensano che impegnarsi su determinati contenuti sufficientemente chiari e precisi sia inutile o indifferente, io non ci posso fare niente.
Venendo, invece, al mio punto di vista è ovvio rilevare che, se i programmi sono essenziali, essi tuttavia non si realizzano da soli; i programmi camminano sulle gambe degli uomini. E nemmeno si elaborano da soli. Dunque la qualità e la selezione della classe dirigente è altrettanto fondamentale. Non solo, anche l’organizzazione che essa si da, dunque la forma e la struttura del partito, la democrazia interna, l’apertura, la partecipazione ecc. Anche il metodo è essenziale, benchè poi sia sempre funzionale al merito. Sono, del resto, banalità, nè troverai un mio post in cui io abbia mai negato l’importanza di questi aspetti.
Ma perchè perdere tempo a dare spiegazioni per cose che io non ho mai detto, né pensato? lascio perdere, dunque.
________________________
Nel merito. Lascio ad altri, i tecnici di queste cose che hanno la competenza e il tempo, l’analisi precisa dei dati e dei flussi elettorali. Mi limito a quattro considerazioni “aperte”, solo come stimolo alla discussione. 1) Andare bene in Toscana e in Emilia…bè ci siamo capiti 2) In verità ci sono state significative affermazioni della “destra” (precisamente della lega) anche in zone dell’emilia tradizionalmente rossissime, il che è particolarmente significativo. Magari è vero che contemporaneamente il pd ha avuto successo nelle medesime zone, ma ciò potrebbe essere dovuto al voto utile che ha cannibalizzato “l’altra” sinistra. Tanto è vero che una delle ragioni della vittoria “totale” del berlusca è stato il fatto che la sa, nemmeno nelle regioni rosse, ha raggiunto il quorum per il senato, come invece era ragionevole aspettarsi. Come sapete, infatti ( a causa dei meccanismi astrusi della legge elettorale) per il senato, dove il pd era sicuro di arrivare primo (Toscana, Emilia, Umbria ecc.) e quindi di intascare il premio di maggioranza regionale, sarebbe stato importante che un altra forza, oltre ovviamente alla pdl, avesse passato il quorum: in tal modo, infatti, la pdl avrebbe dovuto dividere i “posti” residui con l’altro “perdente”. Invece, poichè appunto la sa non ha superato il quorum da nessuna parte, la pdl oltre a intascare i premi regionali dove ha vinto lei, ha intascato pure gli interi seggi residui delle regioni “vinte” dal pd.
Dunque il “successo” del pd nelle regioni tradizionalmente rosse, potrebbe essere, in realtà, un pò una vittoria di pirro. E cioè una sorta di illusione “ottica” dovuta all’effetto ingannevole della rivoluzione delle alleanze: il pd da solo, come tale, magari ha preso qualcosa di più dei 2 vecchi partiti, ds e margherita, ma in realtà, perfino nelle regioni rosse, l’area del centro-sinistra, unitariamente considerato, si è ristretta, ha perso terreno rispetto alla destra. Dunque un poco di sollievo per il pd grazie al voto utile, ma solo a spese (momentanee) dei restanti partiti di sinistra.
Spezzo il post: troppo lungo
Piergiorgio, io rispetto il tuo diritto a cambiare idea. Ma la frase “i programmi sono l’ essenza della politica” che tu avevi scritto, non e’ ambigua. Rilevo che ora consideri anche l’ importanza delle persone, che e’ un progresso, ma la politica e’ anche altro. Come primo passo proverei a risolvere la confusione tra “programmi” e “contenuti”.
Continuo.
3) Il problema non è tanto la “quantità” del cambiamento, poco o tanto. Il problema è il come si cambia, la qualità. E cioè: io ignoro totalmente la realtà dei dirigenti tosco-emiliani, vedo che ci sono opinioni diverse in merito, probabilmente anche lì ci sarà caso e caso, cmq prendo per buona l’opinione di gianni che siano giovani e affidabili; bene, se così è, allora vuol dire che già c’è stato un ricambio generazionale e con frutti buoni. Ma a livello nazionale? Anche la Madia era (o avrebbe dovuto essere) “nuova”…ma da dove è venuta? come è stata scelta? cosa e chi rappresentava? (idem dicasi per Calearo, DelVecchio ecc. ecc.) Tutta gente “cambiata” si, ma che cambiamento è stato? Una cooptazione di vertice, e quanto alle qualità personali e politiche, alla rappresentatività lascio giudicare a voi.
Insomma può darsi che dove il partito era più radicato, più vicino al territorio, alla gente, e dove, anche, maggiore è la partecipazione attiva di quest’ultima,si sia riusciti, anche senza primarie, ad avere una maggiore interlocuzione con la base; e che, sia per questo migliore rapporto colla base, sia per altri motivi (maggiore capacità e coraggio delle nuove leve? maggiore “saggezza” delle vecchie? in generale maggiore “vitalità” di una politica non ancora completamente sclerotizzata come altrove?) si sia riusciti pure a selezionare talvolta una buona classe dirigente. Questo però non significa che sia un fenomeno “riproducibile” altrove, nè altre volte, semplicemente non toccando nulla.
In altri termini ciò che avvenuto lì, quand’anche buono, può essere avvenuto NON grazie alla conservazione o al conservatorismo, ma NONOSTANTE la conservazione.
Ma, se si vogliono non dei casi fortunati, bensì un metodo per un buon rinnovamento, allora vanno bene le primarie.
4) L’accenno di Gianni ai due pariti “forti e presenti” mi pare importante, in considerazione di una delle note lezioni della tornata elettorale.Solo che, anche qui, non si dovrebbero vedere come contrapposte, “presenza” sul territorio e “rinnovamento” . Bisognerebbe cercare di conciliarle: è possibile un partito “forte e presente”, ma con una classe dirigente e con un funzionamento rinnovati? “presenti” come? “forti” come? è possibile essere “presenti” senza essere una casta di burocrati? è possibile essere “forti” senza invadere in modo clientelare, ogni spazio civile e sociale? Ecco le domande e le scommesse per il pd.
Filippo, premesso che le spiegazioni a Costa le ho chieste subito (e non solo io) ma lui nel suo blog non si abbassa a spiegare il suo pensiero fascista, lo chiedo a Ivan perché – pare – che Costa sia lo spin doctor di Ivan. Trovo interessante e rilevante sapere se quelle posizioni fasciste sono condivise o no da Ivan. Avevi bisogno della spiegazione per capirlo, e io te l’ho data. Hai visto che ogni tanto ho ancora pazienza con te?
Ai tempi di IO PARTECIPO ricordo uno scambio di email molto stizzito tra me e Davide Guadagni, però stavolta non posso che dargli ragione. Ha detto quello che pensiamo in molti, che i politici di centro-sinistra risultano più “casta” di quelli di centro-destra.
Abbiamo perso anche perche’ troppo servili al potere cattolico, NON VOGLIO MORIRE CATTOLICO APOSTOLICO ROMANO.
Abbiamo perso perche’ in italia non abbiamo uno Zapatero.
E adesso e giusto che il signor Berlusconi si scateni, e vai con rete 4 e aborto , con la CEI che detta l’agenda politica.
Quando incominciate a buttar fuori dal partito i cattolici !!!!!!
Non so perché Ivan abbia scelto di eleggere questa cosa, scritta un paio di settimane fa, come riferimento per l’analisi del voto. Lo ringrazio, naturalmente. Rimane il fatto che sia stata scritta su un quotidiano toscano per la Toscana e quindi la lettura si incentri su quella regione.
Così credo di rispondere anche alla giusta obiezione di Scrooge. Ma a lui vorrei rispondere anche nel merito delle cose che sostiene sui buoni esiti toscani. In Toscana non si è “tenuto” perché il partito si è aperto al cambiamento, ma proprio per il motivo opposto. Qui ha vinto la conservazione, delle abitudini, degli affetti, del potere, degli affari. Qui comandiamo noi, perbacco. Anche ora. I forti scricchiolii e i cedimenti sono stati Ignorati per l’ennesima volta. Ma credo, anche se non lo spero, che sia l’ultima possibile.
Per Gianni che mi dà, singolarmente, del disinformato attacco qui l’incipit dell’articolo 18 comma 4 dello statuto del PD, che recita: “Vengono in ogni caso selezionati con il metodo delle primarie i candidati alla carica di Sindaco, Presidente di Provincia e Presidente di Regione”. Come ho scritto ci sono delle prudenti eccezioni che riguardano gli uscenti, e, al comma 8, un’ambigua dichiarazione in cui si sostiene: “Non si svolgono le elezioni primarie nel caso in cui, nei tempi prescritti dal Regolamento, sia
stata avanzata una sola candidatura alla carica oggetto di selezione”. Come gli esiti hanno ampiamente dimostrato non erano questi i casi.
A Puiatti, che rileggo con sorpresa, rammento che non gli ho mai scritto email stizzite. Cercai solo di sottrarmi a un linciaggio.
Grazie ancora per l’ospitalità.
Ok davide,
ora siamo d’accordo
Ok davide,
ora siamo d’accordo
OT: Premetto, scusate il disturbo.
Ivan qualche giorno fa si paralva del neo-ministro delle pari opportunità e delle sue recenti “boutades” mediatiche non proprio gay friendly. ( Dico “mediatiche” perché se non dubito che lei pensi quelle cose, non dubito neanche che dice quelle cose sopratutto per attirare i media: in fin dei conti nasce o no come showgirl?). Ecco questo articolo cada a fagiolo:
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=4573&ID_sezione=&sezione=
OT: Premetto, scusate il disturbo.
Ivan qualche giorno fa si paralva del neo-ministro delle pari opportunità e delle sue recenti “boutades” mediatiche non proprio gay friendly. ( Dico “mediatiche” perché se non dubito che lei pensi quelle cose, non dubito neanche che dice quelle cose sopratutto per attirare i media: in fin dei conti nasce o no come showgirl?). Ecco questo articolo cada a fagiolo:
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=4573&ID_sezione=&sezione=
OT: Premetto, scusate il disturbo.
Ivan qualche giorno fa si paralva del neo-ministro delle pari opportunità e delle sue recenti “boutades” mediatiche non proprio gay friendly. ( Dico “mediatiche” perché se non dubito che lei pensi quelle cose, non dubito neanche che dice quelle cose sopratutto per attirare i media: in fin dei conti nasce o no come showgirl?). Ecco questo articolo cada a fagiolo:
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=4573&ID_sezione=&sezione=
OT: Premetto, scusate il disturbo.
Ivan qualche giorno fa si paralva del neo-ministro delle pari opportunità e delle sue recenti “boutades” mediatiche non proprio gay friendly. ( Dico “mediatiche” perché se non dubito che lei pensi quelle cose, non dubito neanche che dice quelle cose sopratutto per attirare i media: in fin dei conti nasce o no come showgirl?). Ecco questo articolo cada a fagiolo:
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=4573&ID_sezione=&sezione=
Ringrazio Davide per aver voluto informarsi leggendo con attenzione lo statuto, e per avere ammesso che la sua affermazione sul fatto che le primarie non si facciano se “gli uscenti se hanno ben governato” e’ una sua invenzione. Di conseguenza, anche la successiva domanda che si pone Davide (“chi lo giudica?”) e’ evidentemente senza senso.
Ringrazio Davide per aver voluto informarsi leggendo con attenzione lo statuto, e per avere ammesso che la sua affermazione sul fatto che le primarie non si facciano se “gli uscenti se hanno ben governato” e’ una sua invenzione. Di conseguenza, anche la successiva domanda che si pone Davide (“chi lo giudica?”) e’ evidentemente senza senso.
Credevo che la sua obiezione fosse altra, comunque Gianni alla lettera ha ragione, l’indicazione di non fare le primarie per gli uscenti non è scritta nello statuto. E’ contenuta in un direttiva successiva, che di fatto lo emenda, inviata a tutti i segretari regionali e provinciali del Pd, dal responsabile nazionale enti locali Andrea Causin e dal capo dell’organizzazione Andrea Orlando in cui si può leggere:
«Per quanto riguarda sindaci e presidenti di provincia che abbiano svolto il primo mandato si ritiene, salvo avvenimenti straordinari, di non sottoporre alla verifica delle primarie la ricandidatura per il secondo mandato, bensì alla ratifica della stessa da parte del coordinamento del Pd, comunale o provinciale, di livello territoriale competente».
Ma niente affatto, caro Davide. A parte che per emendare lo statuto non e’ sufficiente una circolare di Orlando, come dovrebbe essere ovvio a chiunque, la circolare suddetta e’ perfettamente in linea con lo statuto: che all’ articolo 18, comma sei, specifica con didascalica chiarezza come comportarsi verso sindaci o presidenti uscenti che si intendano ricandidare. E delle modalita’ per chiedere le primarie anche in quel caso.
Per cui, come mi duole ribadire, non esiste alcun automatismo per la ricandidatura degli ufficiali uscenti, rimane una tua invenzione il criterio che debba essere cosi’ “se hanno governato bene”, e rimane quindi senza senso la tua domanda successiva (su chi doverbbe giudicare se hanno governato bene).
Nice try.
Ma niente affatto, caro Davide. A parte che per emendare lo statuto non e’ sufficiente una circolare di Orlando, come dovrebbe essere ovvio a chiunque, la circolare suddetta e’ perfettamente in linea con lo statuto: che all’ articolo 18, comma sei, specifica con didascalica chiarezza come comportarsi verso sindaci o presidenti uscenti che si intendano ricandidare. E delle modalita’ per chiedere le primarie anche in quel caso.
Per cui, come mi duole ribadire, non esiste alcun automatismo per la ricandidatura degli ufficiali uscenti, rimane una tua invenzione il criterio che debba essere cosi’ “se hanno governato bene”, e rimane quindi senza senso la tua domanda successiva (su chi doverbbe giudicare se hanno governato bene).
Nice try.
Come già avvenne, di fronte a una così pertinace, gratuita, inutile, indisponente puntigliosità: mi arrendo. Come “dovrebbe essere ovvio a chiunque”.
Lascia perdere i vittimismi, Davide: eri disinformato, hai detto una stupidaggine (anzi, due), e io te lo ho fatto notare, tutto qua. A volte succede anche di avere di avere torto. Alcuni ci riescono anche con dignita’.
Lascia perdere i vittimismi, Davide: eri disinformato, hai detto una stupidaggine (anzi, due), e io te lo ho fatto notare, tutto qua. A volte succede anche di avere di avere torto. Alcuni ci riescono anche con dignita’.
Non so, Gianni, quale delirio ti faccia pensare di poter esprimere valutazioni sulla dignità di persone che magari non hai nemmeno mai guardato in faccia. Quello che però posso dire con certezza, come padrone di casa e quindi continuo osservatore delle cose di questo blog, è che ogni qual volta tu partecipi ad un dibattito qui dentro la rissa è assicurata.
Le provocazioni, le punzecchiature, le offese personali – impertinenti e gratuite come in questo caso – non mancano mai. Lo schema è sempre lo stesso: quello di un qualsiasi Sgarbi, Zecchi, Mussolini o di altri polemisti di professione di cui, ti assicuro, qui dentro non sentivamo la mancanza. Nel caso volessi d’ora in poi astenerti dal visitarci credo non sentiremo nemmeno la tua. Grazie.
Non so, Gianni, quale delirio ti faccia pensare di poter esprimere valutazioni sulla dignità di persone che magari non hai nemmeno mai guardato in faccia. Quello che però posso dire con certezza, come padrone di casa e quindi continuo osservatore delle cose di questo blog, è che ogni qual volta tu partecipi ad un dibattito qui dentro la rissa è assicurata.
Le provocazioni, le punzecchiature, le offese personali – impertinenti e gratuite come in questo caso – non mancano mai. Lo schema è sempre lo stesso: quello di un qualsiasi Sgarbi, Zecchi, Mussolini o di altri polemisti di professione di cui, ti assicuro, qui dentro non sentivamo la mancanza. Nel caso volessi d’ora in poi astenerti dal visitarci credo non sentiremo nemmeno la tua. Grazie.
Perchè abbiamo perso è scritto anche in un profetico libretto a firma Gianfranco Pasquino, “Critica della sinistra italiana”, uscito – nota bene – nel 2001, alla vigilia della sconfitta di Rutelli. Da leggere e far leggere, nonostante i sette anni passati dalla pubblicazione: è angosciante notare quanto siano attuali le critiche mosse all’Ulivo (oggi PD), segno che da più di un lustro il partito soffre degli stessi mali ed è guidato da una classe dirigente assolutamente incapace di porvi rimedio. Pasquino immagina anche la fase post-elettorale, descrivendo anche in questo caso scene di tremenda attualità.
Riporto un paio di passaggi, giusto per curiosità.
“Se i Democratici (di sinistra) non sanno acquisire ed esercitare il potere di proposta e di governo è colpa loro, delle loro incertezze, delle loro divisioni, della mancanza di una strategia condivisa e convincentemente formulata, della loro chiusura a critiche, suggerimenti, sfide, del loro essere troppo spesso conservatori piuttosto che innovatori.”
[Dopo la sconfitta] “Tutti parleranno di crisi della politica e della partecipazione, ma nessuno di loro cercherà neppure per un attimo di comprendere le ragioni dell’insoddisfazione di un elettorato tagliato sistematicamente fuori dalle scelte che contano.
Seguiranno, anzi sono già seguite, appassionanti sedute di autocoscienza, spiritosamente definite da un politologo anglosassone di agonizing reappraisal, nelle quali agonizzanti dirigenti di partito riveleranno contriti di ‘non avere saputo parlare alla società civile’ oppure di ‘non aver saputo ascoltare la società civile’, ma non sapranno affatto dire come intendono rimediare a queste carenze.
Tutti hanno peraltro ’sentito’ che cosa diceva la società civile; molti dei politici di mestiere hanno però, pensato di saperne di più. Nessuno si rimprovererà di non avere costruito e fatto funzionare gli strumenti per quella comunicazione e di non avere neppure utilizzato i canali esistenti per l’ascolto.
Rapidamente, tutto tornerà come prima in attesa di qualche altra delusione e della successiva seduta di autocoscienza collettiva, naturalmente in condizioni di pathos decrescente e crescente disaffezione.”
Una profezia su D’Alema e gli Italianieuropei.
“Con buona pace dell’ultimo D’Alema, non saranno le fondazioni, neppure quella ‘Italianieuropei’, da lui presieduta per acclamazione, a surrogare compiti e funzioni dei partiti. Se la sinistra arriva a pensare che l’affidamento della sua politica e della sua immagine a una fondazione sia uno sbocco praticabile e vincente ha davvero smarrito la bussola.”
Ivan, non c’e’ proprio nessuna rissa e non faccio il polemista, ma una professione molto piu’ bella e interessante, per fortuna. E’ che quando uno ha torto dovrebbe avere la dignita’ di ammetterlo, o, come faccio io, semplicemente smettere di intervenire. Non e’ mica che uno abbia per forza ragione solo perche’ e’ un tuo caro amico, eh.
Prendo atto del tuo invito, ma io continuero’ ad intervenire ovunque lo ritenga appropriato, grazie, senza comunque mai essere il primo ad avanzare considerazioni personali sui miei interlocutori, come invece hanno l’ abitudine di fare ospiti che gradisci meglio.
Se tu ritieni di farlo, censurami:non credo avra’ un grosso impatto sul tuo curriculum di politico democratico.
Ivan, non c’e’ proprio nessuna rissa e non faccio il polemista, ma una professione molto piu’ bella e interessante, per fortuna. E’ che quando uno ha torto dovrebbe avere la dignita’ di ammetterlo, o, come faccio io, semplicemente smettere di intervenire. Non e’ mica che uno abbia per forza ragione solo perche’ e’ un tuo caro amico, eh.
Prendo atto del tuo invito, ma io continuero’ ad intervenire ovunque lo ritenga appropriato, grazie, senza comunque mai essere il primo ad avanzare considerazioni personali sui miei interlocutori, come invece hanno l’ abitudine di fare ospiti che gradisci meglio.
Se tu ritieni di farlo, censurami:non credo avra’ un grosso impatto sul tuo curriculum di politico democratico.
che brutta parola, censura. Basta ridirezionare l’IP di Gianni quale indesiderabile verso altri blog – magari svizzeri – dove il nostro potra’ scrivere quel che vuole, e il gioco e’ fatto.
Guadagni, quello che ha costruito a pagamento un fenomeno da 26000 voti (0,6%), con l’appoggio di Repubblica. Ma che si è rivelato bravissimo nel cabaret, come i colleghi più anziani.
Ora il massmediologo ci spiega perché abbiamo perso le elezioni. Ma ci facci il piacere. Resti pure all’estero che, politicamente parlando, nessuno sentirà la sua mancanza.
Antonio
Guadagni, quello che ha costruito a pagamento un fenomeno da 26000 voti (0,6%), con l’appoggio di Repubblica. Ma che si è rivelato bravissimo nel cabaret, come i colleghi più anziani.
Ora il massmediologo ci spiega perché abbiamo perso le elezioni. Ma ci facci il piacere. Resti pure all’estero che, politicamente parlando, nessuno sentirà la sua mancanza.
Antonio
Mannaggia Filì, io non li so ridirezionare gli IP di certi miei troll, e non mi riferisco di certo a te.
Ivanù, chi tace acconsente?
Un saluto al sor Guadagni, che ricordo con piacere.
Un pensiero OT.
In riferimento di uomini che si occupano di campagne elettorali:
tra Guadagni e Bettini mi fa più schifo Bettini, non so perchè, Bettini ha il fisico che ricorda Giuliano Ferrara, lo stesso sguardo affilato, ma negli occhi c’è qualcosa di più perverso ed assassino.
Un pensiero OT.
In riferimento di uomini che si occupano di campagne elettorali:
tra Guadagni e Bettini mi fa più schifo Bettini, non so perchè, Bettini ha il fisico che ricorda Giuliano Ferrara, lo stesso sguardo affilato, ma negli occhi c’è qualcosa di più perverso ed assassino.
Al di là delle stucchevoli diatribe sui commi e controcommi dello “Statuto”, cio che scrive Guadagni è sacrosanto. E lo dico da elettore PD (quasi pentito ormai…), da toscano e soprattutto da pisano che al seggio ha rifiutato la scheda elettorale per le comunali e al ballottaggio si è astenuto. Dunque so benissimo di cosa parla Guadagni nel suo articolo. E la cosa peggiore è che il sottoscritto, per la prima volta da quando ha il diritto di voto, avrebbe potuto benissimo “votare l’avversario” se il candidato della destra (la candidata nel mio caso) fosse stato un minimo degno di considerazione.
Il motivo? Una amministrazione comunale uscente pessima. Una gestione sciatta e grigia, vissuta come una stanca perpetuazione degli equilibri di potere consolidati. Una incapacità stupefacente di risolvere i problemi, e una altrettanto inusitata arroganza che porta a candidare il sindaco uscente al parlamento in posizione stra-sicura per “premiarlo dei risultati ottenuti” (immagino si riferissero al traffico impazzito e perennemente congestionato, a un parcheggio sotterraneo in pieno centro i cui lavori durano da 5 anni, a uno stato di generale sporcizia e degrado degli spazi pubblici, a una sostaziale stasi di tutti i progetti di trasformazione urbana che non siano le nuove edificazioni generosamente concesse al solito e onnipresente costruttore-amico, etc….).
In Toscana ed Emilia si vince? Beh, qual’è la novita? Io mi preoccuperei di più del fatto che i segnali di cedimento ormai sono numerosi e le vittorie spesso risicate (nei centri capoluogo). E tutto ciò in presenza di un centro-destra che, in Toscana, è di una pochezza inusitata a livello di idee e di personaggi… Il che rende la situazione ancora più grave, a mio giudizio. La rendita di posizione sta per esaurirsi, ne sono più che convinto.
Al di là delle stucchevoli diatribe sui commi e controcommi dello “Statuto”, cio che scrive Guadagni è sacrosanto. E lo dico da elettore PD (quasi pentito ormai…), da toscano e soprattutto da pisano che al seggio ha rifiutato la scheda elettorale per le comunali e al ballottaggio si è astenuto. Dunque so benissimo di cosa parla Guadagni nel suo articolo. E la cosa peggiore è che il sottoscritto, per la prima volta da quando ha il diritto di voto, avrebbe potuto benissimo “votare l’avversario” se il candidato della destra (la candidata nel mio caso) fosse stato un minimo degno di considerazione.
Il motivo? Una amministrazione comunale uscente pessima. Una gestione sciatta e grigia, vissuta come una stanca perpetuazione degli equilibri di potere consolidati. Una incapacità stupefacente di risolvere i problemi, e una altrettanto inusitata arroganza che porta a candidare il sindaco uscente al parlamento in posizione stra-sicura per “premiarlo dei risultati ottenuti” (immagino si riferissero al traffico impazzito e perennemente congestionato, a un parcheggio sotterraneo in pieno centro i cui lavori durano da 5 anni, a uno stato di generale sporcizia e degrado degli spazi pubblici, a una sostaziale stasi di tutti i progetti di trasformazione urbana che non siano le nuove edificazioni generosamente concesse al solito e onnipresente costruttore-amico, etc….).
In Toscana ed Emilia si vince? Beh, qual’è la novita? Io mi preoccuperei di più del fatto che i segnali di cedimento ormai sono numerosi e le vittorie spesso risicate (nei centri capoluogo). E tutto ciò in presenza di un centro-destra che, in Toscana, è di una pochezza inusitata a livello di idee e di personaggi… Il che rende la situazione ancora più grave, a mio giudizio. La rendita di posizione sta per esaurirsi, ne sono più che convinto.