Una cosa che la nuova Russia nella sua rincorsa al mondo occidentale non ha ancora abbandonato è l’attaccamento ad un’idea assolutamente anni ’50 della burocrazia. Qui non c’è computer che tenga: il potere è saldamente nelle mani di chiunque abbia un modulo o, preferibilmente, un timbro da brandire. Esiste addirittura una parola per indicare l’atteggiamento prevaricatore, ostruzionistico e vagamente minaccioso del burocrate: in russo si dice “savòk“. Per la legge nessun record elettronico è valido e il potere del timbro è tale che anche nei ristoranti di lusso ogni singola pagina del menu dev’essere rigorosamente timbrata e firmata dal direttore del locale.
Potete immaginare cosa stia succedendo da queste parti in queste ore, all’immediata vigilia dell’entrata in vigore (già in precedenza rinviata di sei mesi proprio per venire incontro alla Russia) della norma della IATA – la federazione mondiale delle compagnie aeree – che prevede dal primo giugno l’eliminazione dei biglietti cartacei in tutto il mondo in favore dei mille volte più comodi ed economici biglietti elettronici: la Duma ha naturalmente bocciato una legge che consentiva di riconoscere valore alle ricevute degli e-tickets e così ad Aeroflot e compagni non resterà d’ora innanzi altra soluzione che emettere sia biglietti elettronici che biglietti cartacei, come riportato da questo paradossale articolo del Moscow Times.
3 risposte a “Carta canta”
Finalmente ti sento parlare del posto in cui vivi e lavori. La burocrazia è solo uno degli aspetti deteriori, vogliamo accennare alle pari opportunità ? O a come viene vissuta l’omosessualità, depenalizzata di recente ? Ma immagino che il tuo sia un blog dedicato all’Italia, e che tu ti aspetti commenti sulla nostra burocrazia, che ancora soffre della “sindrome da autocertificazione”……………
ho sognato di un mondo
Io sto aspettando al varco il buon Brunetta che ha promesso di “abolire la carta” dalla PA entro 18 mesi!