8 Giugno 2008
Biutiful cauntri
Ho visto un paio di giorno fa un film uscito credo l’anno scorso nelle sale, ma da qualche settimana venduto anche in DVD nelle librerie (e quindi facilmente trasportabile a Mosca), che si chiama “Biutiful cauntri”. Il film credo lo ricordiate tutti, è un documentario straziante sulla questione rifiuti in Campania.
Cosa si vede in “Biutiful cauntri”? Presto detto: pecore deformi imbottite di diossina che muoiono come mosche, fanghi tossici scaricati da camion ribaltabili e subito rimescolati da diligentissimi trattori con il terreno agricolo sul quale crescono i pomodori che mangiamo, bidoni di rifiuti industriali lasciati arrugginire all’aperto, distese monumentali di ecoballe – per niente eco in verità – di cui non si sa assolutamente cosa fare, laghetti di percolato che dire putrido è un complimento ed altre amenità del genere. Un giudice intervistato dice chiaramente che il disastro è assolutamente paragonabile a Chernobyl, che ormai ci sono specie animali che stanno manifestando mutazioni.
A rendere lo spettacolo ancora più penoso avevo in testa i dolenti temi di
“Contro i giovani”, il libro di Tito Boeri e Vincenzo Galasso (sottotitolo: “Come l’Italia sta tradendo le nuove generazioni”) che ho letto in questi giorni e che racconta con parole semplici e spietate come si sia stato scientemente costruito nei decenni il disastro finanziario e organizzativo del nostro Paese: il debito pubblico, il crack pensionistico venturo, le corporazioni imperanti, il progressivo impoverimento delle famiglie, la enorme generosità degli italiani verso i propri figli e il sistematico calpestamento dei diritti dei figli degli altri.
Insomma, con Boeri nella testa e le pecore agonizzanti davanti agli occhi ho finalmente elaborato il pensiero che mai nessun politico dovrebbe elaborare, e soprattutto confessare di aver elaborato. Ho pensato: “E’ finita”. Ho pensato: “Non c’è più niente da fare”. E poi: “Anche se per disgrazia entro in Parlamento non potrò mai fare nulla per arginare questo disastro e stando lì dentro sarò – oggettivamente – corresponsabile di questo macello”. La visione di mio nipote Angelo (classe 2005) che tra vent’anni puntandomi in faccia un dito accusatore mi dice con voce concitata: “Ma insomma, zio, tu eri là, stavi seduto in parlamento, che cosa avete fatto, che cosa hai fatto tu per evitare tutto questo?” è stata la mazzata finale. Mi son detto che non c’era altro da fare che chiamare Federico, dirgli di rimettere il gatto nella sua gabbietta di chiudere il gas e di venire subito via (come la famosa Carmencita del caffè). Mi son detto che avrei fatto un bel post per annunciare l’avvenuto affondamento dell’Italia agli ignari compatrioti. Mi sono anche detto che avrei dovuto chiamare zia Mariolina, che vive ad Aversa (in piena zona Gomorra) e convincerla ad espatriare pure lei.
E’ stato solo un secondo. Lunghissimo, ma un secondo. Poi ho pensato che in questa catastrofe avere una voce – per quanto flebile – e non usarla sarebbe, quella sì, una responsabilità imperdonabile. Parlare, dire le cose, comunicare: se c’è ancora una piccola speranza di evitare il naufragio è non arrendersi all’idea – nonostante l’evidenza – che tutto sia perduto e, se non si può fare altro, almeno parlare, parlare, parlare. Per non dimenticare, per non abituarsi, per non pensare che tutto questo sia normale, per non perdere mai la capacità di indignarsi. La ricetta è tutta qui.
12 risposte a “Biutiful cauntri”
Anche io ho comprato il DVD di “Biutiful cauntri”, ma non ho ancora trovato il tempo di vederlo. In compenso, ho visto “Gomorra”, che forse è meno sconvolgente del libro, anche se trasmette la stessa sensazione: la mia regione d’origine, la Campania, è senza speranze.
Ieri, parlando con mio fratello, che vive a Roma (io, invece, sto a Bologna), ho sentito parole simili alle tue circa il futuro dell’Italia. Io non sono così pessimista, anche se mi rendo conto che la situazione è difficile. Sempre più famiglie si scoprono povere. La mia generazione (ho 34 anni) fatica a farsi largo nel mondo del lavoro anche se mette in campo competenza e voglia di fare ed innovare. La destra domina puntando sulle paure degli Italiani, la sinistra, invece, fatica a trovare una sua lettura della società. Allora, potresti chiedermi, da cosa nasce il tuo non pessimismo. Risposta: dalla convinzione, forse un po’ ingenua, che dopo la tempesta in genere spunta il sole. In fondo, Barack Obama non è emerso dopo otto anni di presidenza Bush?
Pio, fa piacere il non pessimismo e fa piacere la conclusione di ivan però….obama viene fuori in un “paese” dove il concetto di meritocrazia è sicuramente applicato in maniera diversa dal nostro, l’innovazione e la ricerca esistono e sono sostenuti dal paese (magari privatamente, ma sostenuti), dove la corruzione ha il senso del pudore, dove esiste giornalismo indipendente, dove lo spirito calvinista si contrappone al nostro familismo amorale (per riprendere i temi del libro letto da ivan)…… io non riesco proprio a trovare spunti per essere non pessimista…
Hai ragione: fare riferimento agli Stati Uniti è un errore. Forse dovrei rileggermi “L’etica protestante e lo spirito del capitalismo” di Max Weber… Io lavoro in una scuola primaria, a stretto contatto con i bambini, cioè con il futuro del nostro paese. Non posso raccontare loro di un paese che sta andando in malora. Devo provare ad essere un po’ ottimista.
Lascia stare Weber e leggi Himanen, “L’etica hacker e lo spirito dell’età dell’informazione“, si può andare oltre il protestantesimo (che comunque ha prodotto questo capitalismo, con tutte le sue pecche che non sono solo in Italia) e pensare a un mondo diverso e migliore, a partire dalla rete
Caro Ivan, ho 56 anni e credo di averne viste e vissute di tutti i colori; se il popolo per l’ennesima volta ha deciso di votare per il Sig. Berlusconi capisci che, al di la degli errori della sinistra ,che sono tanti, per questo paese non c’è più niente da fare, siamo destinati al declino, al naufragio, l’unica speranza (forse) è che il popolo arrivato alla fame si ribelli…ora si tratta di capire quanto manca perchè questo si avveri , considerando la totale incompetenza di chi ci governa e il terremoto finanziario globale non credo che manchi molto.
Credo che l’ottimismo ed il pessimismo, per una volta, vadano lasciati stare.
Proviamo a privilegiare il principio di realtà; la situazione è davvero molto brutta. Basta leggere cosa pensa Amnesty International del nostro paese, tanto per dirne una. Una volta compreso fino in fondo quanto la situazione sia brutta, però, è possibile darsi da fare. Tentiamo, come minimo, di fare controinformazione.
@Marco; un’ottantina di anni fa la maggior parte degli italiani appoggiava il governo di un tal signor Benito Mussolini. Eppure i nostri padri ne sono venuti fuori…
@LucaGambetti. Eppure i nostri padri ne sono venuti fuori…
Certo che ne sono venuti fuori, a parte i pochi che avevano resistito fin dall’inizio gli altri, la maggior parte, si è ben guardata dal contestare il duce anzi l’ha seguito alla grande fino a quando ha capito, ma ormai la frittata era fatta, che il paese era distrutto. Caro Luca i nostri connazionali sono così, siamo sempre stati così ,l’italiano medio è così e il Sig Berlusconi incarna perfettamente questa immagine. Noi sappiamo delle varie leggi ad personam perchè ci informiamo, del disastro annunciato di Alitalia, della corte europea su rete 4 e ora la legge sulle intercettazioni (uolter ha dato segni di vita), dicevo, noi sappiamo perchè ci informiamo ma prova a fare in giro ( a chi ti confessa di aver votato il Berlusca) qualche domanda su questi argomenti ,otterrai come risposta cose sorprendenti ! Ecco perchè dico che tocca aspettare che la nave affondi per convincere il paese che è ora di cominciare a nuotare!
Ivan sembrerà un OT, ma ho appena letto questo documento:
http://www.margheritaonline.it/stampa/scheda.php?id_stampa=33722
E mi chiedo, come pensi di fermare questa gente che balla mentre il titanic affonda?
E soprattutto continui a credere che incitare i suonatori sia un buon modo per evitare che la nave affondi?
Francesco
OT, secondo me questo discorso è da ascoltare:
http://it.youtube.com/watch?v=VOSfXq2MHqc
Si tratta dei primi 5 minuti di Rossana Praitano, presidente del Mieli, al termine del Roma Pride 2008. Eravamo 80mila persone.
@Marco. Io credo che dovremo dare dei giudizi un po’più pacati, perché io credo che la situazione sia più grave di come la dipingi.
L’Italia è un paese in declino dalla fine degli anni ’60, cioè dalla fine del boom legato alla ricustruzione. Non è che la gente vota B e quindi il paese è in declino, il paese è in declino e la gente vota B. Anzi, vorrei aggiungere, e la gente da fiducia a B e non a noi. Tornando a’monnezz’… non ho visto biutiful cauntri e dai racconti non credo ce la farei a vederlo, ma ho visto Gomorra e da quel giorno penso che:
a. tra noi e un paese canaglia del sudamerica degli anni ottanta ci sono poche differenze (per la precisione due: non siamo negli anni ottanta e non siamo in sudamerica),
b. tutto quello che stiamo facendo è fuffa pura di un’elite che conversa a cena di talento e di merito mangiandosi microgrammi su microgrammi di schifezze.
Detto questo, oltre ad essere sinceramente preoccupata per quello che collaboro a introdurre attraverso il cibo, le bevande e l’aria nel corpo delle mie figlie, ma proprio per loro e perchè io alla lo amo proprio questo nostro paese straziato, non mollo – devo solo (si fa per dire) trovare un modo per andare al cuore delle cose importanti.
E se davvero fosse meglio – più razionale, più salutare, e senz’altro più liberatorio – arrendersi all’evidenza e lasciar perdere?
@luca. Ogni tanto ci penso anche io ma non ci riesco perchè ho un terribile difetto ovvero di farmi sempre i fatti della mia vita, mi impiccio della vita mia e delle cose che gli stanno intorno e poi non riesco a stare ferma e a stare zitta. Quella cosa di arrendersi è provare un senso di liberazione è proprio qualcosa che non fa parte della mia natura.
Aggiungo: ho due figlie, mi sono presa degli impegni con il futuro che non posso mancare.