“…il Partito democratico sa quel che deve fare. Innanzi tutto deve liquidare il potere dell’apparato tradizionale che ancora oggi vuole dire la sua, poi mettere a punto le procedure per scegliere i suoi nuovi quadri evitando ogni alchimia di provenienza, infine mandare in pensione tutti quei riti, simboli, formule e linguaggi che appartengono al passato.”
Non mi era mai capitato di essere così d’accordo con Galli della Loggia come mi è successo ieri leggendo il suo editoriale, intitolato “Uccidere il padre”, in prima pagina sul Corriere. E, comunque, di questo tipo di parricidio bisognerebbe fare un uso più largo non solo nel PD ma nelle università, nelle redazioni dei giornali, nelle professioni e ovunque (cioè quasi dappertutto) si pratichi la cooptazione in Italia.
3 risposte a “Il mito di Crono”
… e invece qui impera la matusallemmite cronica…
PS) come va il menisco?! baci
Attenzione, non dimenticatevi della “gggiovane” Marianna Madia!
Se il rinnovamento significa la cooptazione di figlie, amanti e fidanzate, forse dovreste valutare se non sia il caso di tenervi i vostri vecchi gerarchi. Meglio una decrepita Bindi o Pollastrini ad una giovane Carfagna o Madia, non credi?
Lorenzo, è esattamente quello che volevo dire io. E cioè che il rinnovamento non si fa con i padri che cooptano i figli che gli paiono più comodi e duttili, il cambiamento si verifica solo quando i figli più scomodi sfidano e sconfiggono i padri, come fece Zeus con suo padre Crono. Né Carfagna né Madia mi sembrano minimamente intenzionate a sfidare e sostituire quelli che le hanno messe dove stanno…