13 Giugno 2008

Primarie sempre

Diario

in coda.jpgCiò che davvero ha caratterizzato l’idea stessa del Partito Democratico, addirittura prima della sua fondazione, è stato il coinvolgimento diretto degli elettori nei processi decisionali più importanti, dall’investitura di Prodi nel 2005 a quella di Veltroni nel 2007. In un’epoca di disaffezione alla politica milioni di cittadini hanno potuto e voluto cogliere l’opportunità di esprimersi e di affermare il proprio ruolo attivo: senza bisogno di iscriversi ad un partito hanno voluto partecipare e assumersi la responsabilità di essere protagonisti e non semplici spettatori delle vicende politiche del paese.


Le primarie hanno caratterizzato il PD come “il” partito aperto. Non so quante volte mi sono sentito dire durante l’ultima campagna elettorale che il PD aveva reso nuovamente le sezioni e i circoli dei luoghi inclusivi, dove il nuovo arrivato era il benvenuto e non un intruso da guardarsi con il sospetto con il quale si guarda un pericoloso concorrente. Insomma il PD è nato come l’antitesi del “meno semo e mejo stamo” che è stato il principio guida della politica italiana negli ultimi decenni. 

Tuttavia chi è nato e cresciuto nella filosofia del “meno semo e mejo stamo” continua sicuramente a pensarla in quel modo. L’ho visto bene io durante le riunioni della Commissione Statuto, dove per ogni passo avanti che con Vassallo, Contri, Barbera e Salvati cercavamo di fare per aprire il partito ce n’erano due indietro che i vari capobastoni dei partiti ci facevano fare per chiuderlo. 
Il punto è che se il PD è nato è proprio perché qualcuno si era accorto che la politica del “meno semo e mejo stamo” era alla frutta e che il partito nuovo, un partito aperto al Paese, era l’unica possibilità di portare a casa la pelle: evidentemente però non tutti erano in buona fede, o soltanto si illudevano di curare una febbre da cavallo con un pannicello caldo, se oggi qualcuno già scalpita e non ce la fa più a stare in un partito che – non a caso – si chiama democratico. 
Veltroni dice che tornare indietro sarebbe un suicidio, ma questa è la storia dello scorpione e della rana: ti pungo e ti ammazzo mentre mi porti in spalla dall’altra parte del fiume anche se questo mi costerà la vita; e se mi chiedi perché, ti risponderò che non posso farci niente, che questa è la mia natura.
A noi democratici non può bastare quindi pensare che questa classe politica sarà salvata dall’istinto di sopravvivenza e vivere tranquilli. Dobbiamo attivamente proteggere quello che di più profondo ed essenziale il nostro partito ha, il carattere di un partito aperto e fondato sulla consultazione degli elettori. Siamo il partito delle primarie, e questa è la nostra natura. 
Se il segretario di un partito è costretto a commentare lo scioglimento di quel partito significa che l’ipotesi non è più soltanto una fantasia di qualche giornalista. Ma il PD non si può chiudere semplicemente perché non appartiene soltanto ai suoi dirigenti, il partito appartiene ai milioni di persone che lo hanno adottato assumendo una partecipazione attiva tutte le volte che sono state chiamate a farlo. 
Siamo chiaramente in un momento molto delicato, che contrappone non tanto le posizioni politiche su questo o quel tema, su questa o quella riforma, ma il concetto stesso di democrazia e partecipazione nel nostro paese. E’ per questo motivo che ho aderito con un senso non solo di convinzione ma di urgenza all’appello “primarie vere, primarie sempre”, lanciato dal Circolo del PD Barack Obama che ha già avuto l’adesione di altri 16 circoli del Partito Democratico e di oltre 300 persone in pochi giorni. E’ con il medesimo senso di urgenza che chiedo a tutti voi che leggete questo blog di sottoscrivere l’appello. E’ un modo semplice e diretto che abbiamo per proteggere non solo il nostro partito ma anche il nostro futuro, anche il nostro paese.

12 risposte a “Primarie sempre”

  1. santa ha detto:

    Ok….. ci vuole energia perchè un’idea diventi obiettivo, ci vuole solidarietà perchè un’obiettivo diventi una meta. Ho aderito a primarie vere… è tempo di ricominciare. Ivan ti seguo, sono con te

  2. Andrea Ballabeni ha detto:

    Bel post Ivan
    Bravo
    Andrea
    ps ho firmato appello per le primarie

  3. Marco ha detto:

    Fatto!!

  4. Riccardo Marchionni ha detto:

    Ivan, ti seguo con affetto da quando eri candidato alle primarie. Ammiro il tuo impegno e la tua determinazione, tuttavia non posso non chiederti come puoi continuare a sperare in un partito che ha già ampiamente dimostrato di non meritare la fiducia che tutti noi gli abbiamo concesso.
    Io sono sicuro – se vuoi scommettiamo – che non vi ascolteranno neppure stavolta, che le primarie – anche nel caso improbabilissimo che la vostra iniziativa avesse successo – serviranno soltanto a ratificare le decisioni prese dalle segreterie, a tutti i livelli, proprio come è stato fino ad ora. Il PD non è un partito aperto, nessuna delle sue cariche è liberamente contendibile, e non lo sarà mai fino a quando saranno le attuali oligarchie a dettar legge.
    Per quanto mi riguarda ho perso OGNI speranza. Dopo anni di voto pds – ds – pd, alle europee voterò per l’attuale (unica) opposizione, Di Pietro. Lascio il PD ai suoi tormenti, alle sue discussioni surreali su fondazioni e correnti, alla sua inettitudine politica. Tornerò a considerarlo un’alternativa praticabile quando gli attuali dirigenti se ne saranno andati, a spanne, direi fra 20, 30 anni.
    Riccardo

  5. Daniele Mazzini ha detto:

    Riccardo, io non posso sicuramente rispondere per Ivan. Però, come coordinatore della campagna “primarie sempre”, ti posso dire che se c’è un momento per spingere il partito democratico al cambiamento, il momento è questo. In questa fase la confusione regna sovrana, le cose sono ancora tutte in evoluzione e, se quelli che vogliono il cambiamento si ritirano disgustati, a decidere rimarranno solo gli altri, che vogliono la conservazione.
    E’ vero che fino ad ora di primarie “vere” ce ne sono state poche, ma già in alcuni casi – il più famoso è quello di Vendola, ma non è l’unico – questo strumento ha scombinato i piani prestabiliti dall’alto: proprio per questo alcuni stanno cercando di evitarne l’affermazione definitiva. E proprio per questo noi dobbiamo mettere più pressione possibile perché non ce la facciano! Perdendo il potere di stabilire con certezza le candidature a tavolino gli apparati si troveranno in difficoltà, e vedrai che ci saranno sempre più spesso vere sorprese. Non lasciamogli partita vinta proprio ora!

  6. Daniele Mazzini ha detto:

    Riccardo, io non posso sicuramente rispondere per Ivan. Però, come coordinatore della campagna “primarie sempre”, ti posso dire che se c’è un momento per spingere il partito democratico al cambiamento, il momento è questo. In questa fase la confusione regna sovrana, le cose sono ancora tutte in evoluzione e, se quelli che vogliono il cambiamento si ritirano disgustati, a decidere rimarranno solo gli altri, che vogliono la conservazione.
    E’ vero che fino ad ora di primarie “vere” ce ne sono state poche, ma già in alcuni casi – il più famoso è quello di Vendola, ma non è l’unico – questo strumento ha scombinato i piani prestabiliti dall’alto: proprio per questo alcuni stanno cercando di evitarne l’affermazione definitiva. E proprio per questo noi dobbiamo mettere più pressione possibile perché non ce la facciano! Perdendo il potere di stabilire con certezza le candidature a tavolino gli apparati si troveranno in difficoltà, e vedrai che ci saranno sempre più spesso vere sorprese. Non lasciamogli partita vinta proprio ora!

  7. Lorenzo ha detto:

    Se ti candiderai a sfidare l’attuale mummificata leadership del PD, tornerò a votare alle vostre primarie, e farò anche campagna per te. E naturalmente, se vinci, voterò PD e farò campagna per voi. Il discorso vale, naturalmente, anche se invece di candidarti in prima persona appoggerai una candidatura convincente.
    Ma se poi le Primarie le dovesse vincere un vecchio dinosauro ex figicciotto o democristo, lasciali e crea qualcosa di nuovo, me lo prometti?
    Il paese infatti non può aspettare che l’attuale classe dirigente piddina si estingua, anche perché i loro figli, fidanzati e amanti cooptati nel Partito spesso sono anche anagraficamente più giovani di te e di me (che ho 35 anni). Ma sono infinitamente più vecchi, in realtà, proprio perché nella vita non si sono mai guadagnati nulla. E’ questa la gente che squalifica il PD. Più ancora della Binetti, che è una fanatica integralista, certo, ma anche un medico competente.
    Ti suggerisco dunque di creare oggi un movimento e domani forse un partito “PS” (primarie sempre)! Questoè un PS che voterei sempre con piacere.

  8. Luca ha detto:

    @Daniele e Ivan
    Perdonate la brutalità: lo spirito della vostra iniziativa al solito è lodevole ma nella pratica risulta inutile. Anche se passasse la regola delle ‘primarie sempre’, gli apparati troverebbero comunque il modo di instradare il risultato, come è già avvenuto più e più volte in passato, e come sta avvenendo tuttora. Non discuto, esisteranno anche primarie ‘vere’ ma si tratta di eccezioni, dovute più che altro al mancato accordo fra i vertici locali dei partiti coinvolti (vedi Vendola).
    Condivido in toto il pessimismo di Riccardo. Se la classe dirigente nazionale è ancora al suo posto dopo quasi vent’anni di disastri (si salva l’esperienza dell’ulivo del 1996, e nient’altro), non saranno le primarie a scalzarla: se perfino un gruppo come iMille, nato pensando che “It’s time for them to go”, si è trovato costretto (per non sparire) in una lista carrozzone con la Melandri, in quale apertura si potrà mai sperare?
    Aggiungo: il fatto che siamo ancora qui a mendicare che si istituzionalizzano le primarie, non vi sembra la prova più evidente della malafede e/o dell’inettitudine dei dirigenti PD?
    Infine un consiglio: per non suonare come una banale supplica, la vostra iniziativa dovrebbe essere accompagnata dalla minaccia di una sanzione credibile. Primarie sempre, o stracciamo la tessera del partito (tessera che non esiste, ma vabbè). Primarie sempre, o votiamo Di Pietro alle europee (come farò io). Insomma, qualcosa.
    Comunque sia, in bocca al lupo da un ex-DS/PD.
    Luca

  9. Luca ha detto:

    A conferma di quanto scritto sopra, riporto un passaggio di un post apparso sul blog di un PD di Napoli. (http://www.leftorium.too.it)
    ===
    Purtroppo, in questa logica sembra che si inseriranno le prossime “primarie”
    nella provincia di Napoli per eleggere i gruppi dirigenti locali. Primarie
    di nome ma non di fatto. Le geniali “teste d’uovo” del Pd napoletano, in
    queste ore, stanno facendo girare una bozza di regolamento che, de facto, fa
    propria la “porcata” rinfacciata per anni alla destra. Liste bloccate come
    nel “porcellum” di Calderoli; ripartizione proporzionale dei resti col
    metodo d’Hont con relativa proliferazione delle liste “civetta”, nessuna
    elezione diretta dei nuovi segretari e, siccome bisogna fare in fretta,
    propongono di farle nel più breve tempo possibile. L’intento appare chiaro.
    Trovare un accordo ex ante tra le varie “fazioni” in campo e normalizzare
    così la situazione con gestioni, almeno apparentemente, unitarie. Unità
    evidentemente di facciata in attesa di tempi migliori. Laddove, poi, questo
    non fosse possibile si potrà sempre dire che avrà trionfato la “democrazia”.
    In realtà, temo, che in questo caso a trionfare saranno soltanto criteri di
    mera appartenenza “correntizia” o, peggio ancora, clientelare. Infine, per
    votare, sarà necessario iscriversi al “partito nuovo”, sborsando 5 Euro.
    ===

  10. Daniele Mazzini ha detto:

    @Luca
    Purtroppo è vero che anche le primarie possono essere controllate, entro certi limiti. Però si tratta sempre di un rischio per gli apparati, di un granello di sabbia che può inceppare il meccanismo. Non è un caso se in tanti le vogliono evitare a tutti i costi (vedi ad esempio qui: http://www.primariesempre.org/2008/06/10/una-richiesta-di-aiuto-da-taranto/ )
    In teoria poi esse sono già istituzionalizzate nello statuto, la battaglia che stiamo facendo adesso è per assicurarci che dalle parole si passi ai fatti. Quando le primarie saranno assicurate da regole precise – i regolamenti, che ancora mancano – gli accordi preventivi diverranno sempre più difficili. Sai bene che spesso questi accordi si basano su scambi, del tipo un candidato a me a uno a te. Questi scambi diventano molto più difficili se devono poi passare attraverso un voto dei sostenitori del PD; per fare un esempio a caso, tu credi che Rutelli sarebbe stato candidato a Roma se si fossero fatte le primarie?
    Con le primarie “sempre”, chi vuole emergere nel PD avrà di fronte un percorso che non deve passare per forza dalla cooptazione. Vedrai che, se si affermeranno definitivamente – e in questo momento è un risultato raggiungibile – ci saranno anche da noi gli Obama che sorprendono gli apparati del partito e impongono un rinnovamento inaspettato.

  11. ForestOne ha detto:

    E intanto in Trentino, dove lavoro, alla vigilia delle primarie LA SCISSIONE SI E’ CONSUMATA DAVVERO!!! Una fettona della ex Margherita ha rifiutato di confluire nel Partito Democratico (perchè “è troppo a sinistra…” brrrrrrrrrr) ed ha dato vita alla UPT Unione per il Trentino che, almeno nell’intenzione, vuole affiancare il PD alle prossime elezioni…
    L’UPT rischia seriemante di far naufragare completamente il progetto del PD in quanto la guida di Lorenzo Dallai, attuale presidente della provincia autonoma di Trento, può assicurare alla nuova formazione una pesante quota di voti…
    Le esternazioni deliranti di Dallai che va a caccia del voto di destra, qui sul quotidiano L’Adige: http://www.ladige.it/news/a_portale_lay_notizia_01.php?id_cat=4&id_news=6657
    o qui da ADN Kronos http://www.adnkronos.com/IGN/Regioni/TrentinoAltoAdige.php?id=1.0.2234958506

  12. ForestOne ha detto:

    E intanto in Trentino, dove lavoro, alla vigilia delle primarie LA SCISSIONE SI E’ CONSUMATA DAVVERO!!! Una fettona della ex Margherita ha rifiutato di confluire nel Partito Democratico (perchè “è troppo a sinistra…” brrrrrrrrrr) ed ha dato vita alla UPT Unione per il Trentino che, almeno nell’intenzione, vuole affiancare il PD alle prossime elezioni…
    L’UPT rischia seriemante di far naufragare completamente il progetto del PD in quanto la guida di Lorenzo Dallai, attuale presidente della provincia autonoma di Trento, può assicurare alla nuova formazione una pesante quota di voti…
    Le esternazioni deliranti di Dallai che va a caccia del voto di destra, qui sul quotidiano L’Adige: http://www.ladige.it/news/a_portale_lay_notizia_01.php?id_cat=4&id_news=6657
    o qui da ADN Kronos http://www.adnkronos.com/IGN/Regioni/TrentinoAltoAdige.php?id=1.0.2234958506