Ho rilasciato un’intervista a Chiara Lalli per LibMagazine.
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Ivan Scalfarotto
Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno nel Governo Draghi. Deputato di Italia Viva. Mi occupo di democrazia, di diritti e libertà, di enti locali, impresa e affari internazionali.
Ho fondato Parks - Liberi e Uguali.
15 risposte a “LibMagazine”
La sinistra non ha perso alle elezioni, ha perso nei due anni di governo precedenti. Le promesse non mantenute, il fare il contrario di ciò che ci si aspettava, permettersi ciò che neppure il più becero governo di destra non avrebbe mai osato fare… ecc. ecc. Il problema non sono solo gli uomini (magari fosse così) o la loro età, ma i loro risultati e ciò che fanno. La sinistra ha perso quando ha pensato alla gente che li ha votati nel 2006 non come elettori o persone da rispettare cui fare riferimento, ma come sudditi incapaci di comprendere “le stravolgenti” novità di una politica dissennata e senza senso. La necessità di dover sempre “far capire” il perchè o il percome delle cose si è scontrata con la volontà di non capire degli elettori in oggettiva difficoltà per i sacrifici imposti loro. La sinistra invece di interessarsi del sesso degli angeli o di battaglie, utili e necessarie del tipo dei diritti degli omosex o degli extracomunitari, farebbe bene anche ad interessarsi di quelli “ormai pochi”, ancora normali, che faticano ad arrivare a fine mese con il loro onesto e duro lavoro. La gente non ne può più di chiacchiere e di analisi, vuole solo vivere tranquilla ed in pace e magari veder crescere figli e nipoti con la speranza di un lavoro e di un mondo migliore. Credo sia questo che la sinistra non riesce più a vedere.
Dopo più di dieci anni di testa a testa tra centrodestra e centrosinistra, anni di Travaglio, oggi Berlusconi (l’aveva detto, in fondo…) ha dieci punti percentuali di vantaggio. Mellio cambiari, no?
Scusa l’OT ma la notizia è importante, qualcosa si muove all’orizzonte!!
http://www.corriere.it/politica/08_giugno_16/veltroni_contro_governo_8078ff40-3b8e-11dd-b4fb-00144f02aabc.shtml
Vorrei solo dire che al potere ci sono persone e non ideali e quindi non sono le idee che non sono giuste ma le persone intese come esseri umani che si fanno prendere dalla propria oscurità, e oscurità più oscurità e più oscurità…finiamo nel buio perso…, ma laddove c’è il buio perso qualcuno diceva è più vicina l’alba, e sinceramente voglio essere li a guardarla questa alba anzi sinceramente voglio aiutare questo sole a sbucare da dietro i monti, fino a che respiro, tra la monnezza e le falsità voglio ESSERE ; scusate io cerco di esprimermi un pò più realisticamente ma non mi viene bene. ciaooooooooooooo
Belle domande e belle risposte.
Bravi ad entrambi.
L’unico piccolo punto sul quale non mi trovo in completa sintonia e’ quello in cui parli della “generazione dei sessantenni”. So gia’ che se per caso stai leggendo questo mio commento stai pensando “che palle” :-)))
Pero’ io non userei l’espressione “generazione dei sessantenni”. Lo so che c’e’ una casta composta in parte da persone vicine a questa eta’ ma non penso che il problema sia l’eta’ quanto invece il fatto che, appunto, sia una casta.
E poi a me questa casta non sembra composta solo di sessantenni. Gli esponenti di spicco delle due anime del PD hanno entrambi 54 anni (Veltroni e Rutelli) e tante altre persone che contano nel PD hanno questa eta’ o meno.
Penso che il goal sia arrivare alla apertura del partito a prescindere dalla eta’, dal sesso, dall’orientamento sessuale, dalla religione ecc… (e’ chiaro, idealmente la situazione migliore e’ che tutte le “categorie” siano raprensentate ma questo deve avvenire sulla base di criteri meritocratici)
Puntare al “nuovismo” e al “giovanismo” puo soddisfare l’appetito di parte dell’elettorato ma sarebbe un po populistico e non di spessore intelettuale.
@wpro153;
credo che con l’attuale situazione nazionale ed internazionale chiunque prometta alla gente di “vivere tranquilla ed in pace e magari veder crescere figli e nipoti con la speranza di un lavoro e di un mondo migliore” la stia semplicemente prendendo in giro e/o rimbambendo di TV e pubblicità. Il che è appunto quello che sta facendo l’attuale governo…
Caro Ivan come al solito condivido ciò che esprimi. Tuttavia c’è un punto dell’intervista che voglio riprendere.
“Ti confesso che mi sono chiesto anche che senso abbia fare politica se non farti diventare corresponsabile di questa metastasi ormai incontrollabile. Poi ho pensato che chi ha la voce, anche una voce non particolarmente potente come la mia, ha il dovere morale di usarla. Anche soltanto per parlare del vestito nuovo dell’imperatore.”
Che il paese sia malato e con lui anche la politica e il PD è evidente, purtroppo, da molto tempo. Le speranze che il PD rappresentasse l’inizio di una rinascita è andata delusa velocemente. Certo, il PD è pure un partito del 31% e il sistema politico si è semplificato, ma le positività finiscono qui. Il PD è nato e si sta sviluppando in piena continuità con i partiti storici del ‘900 e il gruppo dirigente si muove come un pugile suonato, incapace di imboccare la via che porta agli spogliatoi per rigenerarsi e combattere il successivo incontro. Fuori da metafora il PD ha al suo interno tutte le ragioni della impossibilità di guidare il paese al cambiamento. Infatti è stato costruito come la fotocopia dei partiti presistenti, dal punto di vista della cultura politica è stato redatto un Manifesto dei valori che definisce il partito come se fosse il proseguimento di un cammino iniziato nel secolo precedente, penso, per esempio, al tema della laicità: definita come se fossimo ancora al “compromesso storico”. D’altro canto il personale politico –a tutti i livelli- tiene saldamente nelle mani tutte le dinamiche interne. Gli spazi del partito aperto non esistono e lo Statuto impedisce quelle dinamiche “competitive” che potrebbero aprire a forze fresche e non compromesse.
Quando capita di trovarsi fra democratici, nei circoli, in rete, al bar si sentono solo esopressioni negative sullo stato del partito e le critiche al gruppo dirigente si sprecano. Facciamo pure la tara a tutto questo considerando la depressione post sconfitta, tuttavia questo malessere rimane diffuso, significativo. Nello stesso tempo però esso denuncia l’impossibilità di “partecipare” alla discussione, alla lotta politica, alle scelte. In altre parole l’elettore, il “semplice costituente” è impotente. E questa impotenza sta allontanando tanti che hanno avuto speranza nel PD. Il gruppo dirigente organizza Fondazioni, Associazioni ( 7?) in nome della necessità di avere luoghi di discussione ed elaborazione, dimenticando di creare dentro al partito le condizioni della partecipazione. In questa situazione hai ragione quando richiami te stesso (ma anche noi tutti) al dovere morale di usare la “voce”. Consentimi però di dire che non basta far sentire la propria voce. Credo che alla voce si debbano accompagnare “atti”, “gesti” .
Ricordavo prima come lo Statuto e la forma partito adottata impediscano nei fatti l’apertura verso l’esterno, eppure proprio dentro ai meccanismi imposti esistono alcuni piccoli spazi da riempire con la lotta politica. Penso all’Assemblea che si riunirà la settimana prossima. Penso di essere facile profeta affermando che si tenterà di uscire da quella Assemblea senza grandi cambiamenti rispetto a ciò che si è fatto fino ad oggi. Veltroni ha bisogno di una conferma della propria leadership e, per questo, le critiche alla linea politica dovranno attenuarsi, dall’altra parte i dissenzienti “non ufficiali” non hanno nessuna intenzione di fare oggi uno scontro aperto (di linea e di learship), che sarà fatto dopo le elezioni europee. Se tutto ciò si avvera allora l’Assemblea risulterà ancora più improduttiva e paralizzante delle precedenti. Ecco è qui che si apre la possibilità di occupare quegli spazi che richiamavo prima. Cioè che in quella assemblea inizi a prendere corpo una opposizione diversa. Una opposizione contro questo gruppo dirigente di “perpetui”, contro il tradimento del popolo delle primarie, contro l’incapacità di definire i contorni di una proposta riformista per fare uscire il paese dalla piano inclinato del declino. Caro Ivan quello che chiedo a te e a tutti quei delegati che in un qualche modo non hanno legami con gli apparati, che sono critici, che avvertono che il PD così è destinato all’implosione è: alzatevi, dichiarate il vostro dissenso e uscite dall’assemblea. Un gesto plateale. Certo, un gesto che non modifica fin da subito la situazione, ma che può far convergere tutti coloro, dentro e fuori al PD, che pensano possa esistere un altro PD.
Caro Ivan so bene che tu dei “gesti” importanti ne hai gia fatti, ma credo che la gravità della situazione necessiti di atti straordinari. Scusa poi se ho utilizzato il blog per questo appello, ma qui come fuori troverai tanti sostenitori: c’è l’urgenza, per il paese e per ciascuno di noi, di avere un PD in grado di contrastare questo governo e la sua maggioranza con una proposta finalmente credibile e liberà da un personale politico che non ha più nulla da dare al paese.
Un caro saluto.
Ivan riuscirai anche tu a fare gesti eclatanti d’azione come ha dichiarato l’adinolfi o Travaglio sul possibile arresto? Quando arriverà il momento per te? Quando sarà la soglia limite della resistenza per te?
Pensi che la Resistenza italiana l’abbiano fatta dalla Russia o dall’estero?
Non è che anche per te vale la metafora della rana e lo scorpione? Non è che a parole bravo ma a fatti pratici…
Ivan riuscirai anche tu a fare gesti eclatanti d’azione come ha dichiarato l’adinolfi o Travaglio sul possibile arresto? Quando arriverà il momento per te? Quando sarà la soglia limite della resistenza per te?
Pensi che la Resistenza italiana l’abbiano fatta dalla Russia o dall’estero?
Non è che anche per te vale la metafora della rana e lo scorpione? Non è che a parole bravo ma a fatti pratici…
Ivan riuscirai anche tu a fare gesti eclatanti d’azione come ha dichiarato l’adinolfi o Travaglio sul possibile arresto? Quando arriverà il momento per te? Quando sarà la soglia limite della resistenza per te?
Pensi che la Resistenza italiana l’abbiano fatta dalla Russia o dall’estero?
Non è che anche per te vale la metafora della rana e lo scorpione? Non è che a parole bravo ma a fatti pratici…
Scusami se sembro cinico, ma credi davvero che se anche questi tizi lasciassero il potere, lo catturerebbe uno che parla bene rispetto ad uno che si espone come sta facendo per esempio l’adinolfi (e chi ti parla non è certo un suo ammiratore)?
Cicerone diceva che il potere non te lo lasciano di certo, se lo vuoi te lo devi andare a prendere…
La rivoluzione è adesso caro Ivan, e tu così fai la fine di Mazzini… Adesso è tempo di alzare le barricate, quelle vere però.
Il Manzoni è stato importante, assolutamente… ma lui non voleva arrivare poi a cariche politiche.
Tu vuoi fare l’intelettuale o il politico?
Ale, mi costringi a dover difendere la figura di Mazzini. Per favore, non provocare oltre.
In Sicilia il pdl a valanga….povero paese!!!
Il Sig. Lodesani interpreta perfettamente il mio attuale pensiero e lo ringrazio per averlo scritto così bene!!
Anelli… ormai comicio a rivalutare pure il povero Pisacane…
Non ti dimenticare di includere Marianna Madia nella generazione dei sessantenni, però!
Infatti a questa generazione-casta appartengono di diritto anche i figli, gli amanti, i fidanzati e tutti gli altri raccomandati e raccomandate che questi stessi sessantenni hanno cooptato.
Gente che in un partito veramente democratico (e dunque meritocratico) sarebbero, forse, segretari di una piccola sezione dalle parti di Trino Vercellese.