Non è per niente vero che “siamo tutti omosessuali” come ha esordito Francesco Merlo nel suo commento sabato su Repubblica sulla morte di Domenico Riso nel disastro aereo di Madrid: se lo fossimo davvero, Merlo non avrebbe probabilmente scritto un articolo che rappresenta plasticamente le ragioni per le quali il tema della discriminazione delle persone omosessuali nel nostro paese non ha mai trovato soluzione, nè sul piano giuridico nè su quello culturale.
La dovuta denuncia, compiuta dall’Arcigay, della pudicizia vittoriana con la quale giornali e tivvù hanno cercato di tenere coperta – con un goffissimo equilibrismo tra il dire e il non dire – la relazione omosessuale di Mimmo Riso e del suo compagno francese infatti non aveva nulla a vedere con l’intimità e la sessualità, come suggerito da Merlo. Non si trattava certo di “frugare tra le lenzuola” di Mimmo e di Pierrick, nè di verificare “quanti, tra i sessantenni a bordo usavano il viagra, e quanti avevano pratiche feticiste, e quanti erano i transessuali e i bisessuali, e ancore quante mogli e quanti mariti ha avuto ciascuna vittima, e quante erano le vergini e quanti i sodomiti…”, ma di dire, come si sarebbe fatto con qualsiasi altra famiglia con bambini, che di tale si trattava. Questo sarebbe successo se Mimmo Riso fosse stato a bordo con sua moglie e un figlio, questo sarebbe successo anche se a Mimmo Riso fosse stato consentito di sposare il suo Pierrick in Italia come succede in ogni altro paese europeo.
Non è dunque razzismo dire apertamente che non c’è peggior posto in Europa per vivere per un gay o una lesbica, ma una mera constatazione: “Secondo l’Arcigay, Domenico, se fosse rimasto in Sicilia, avrebbe potuto solo nascondersi e dannarsi. A Parigi, invece: allegria, valori condivisi, fierezza…” . Non è l’allegria o la fierezza che cerca chi va a Parigi o a Londra, ma la regola della legge. Il riconoscimento formale e sostanziale delle pari dignità. La possibilità di vivere in una società nella quale sia possibile costruirsi una vita che non sia basata sulla menzogna e sulla paura.
Di tutto questo in Italia non v’è traccia. Chi è abituato a leggere in grande i fenomeni della società finisce spesso col perdere la visione dei piccoli ma essenziali frammenti della vita. Quanti eterosessuali con famiglia prendono un aereo per le vacanze tenendolo nascosto ai propri genitori? Quanto è statisticamente comune che un aereo cada e che i genitori di una delle vittime vadano a dormire senza avere la più pallida idea del fatto di aver perso un figlio nel disastro? E quanto costa tenere segreta la banale normalità della propria vita, le gioie, i dolori, le preoccupazioni, i progetti per il futuro?
Il New Yorker ha pubblicato ai primi di agosto la storia di Alan Rogers, un valoroso ufficiale americano ucciso in gennaio in Iraq e considerato la prima vittima gay nelle operazioni militari americane in quelle zone, il cui orientamento sessuale fu accuratamente rimosso da tutte le notizie sulla sua uccisione, proprio come nel caso di Domenico Riso. Se Merlo a proposito di questa vicenda dice che “ogni giornale si comporta come crede, ciascuno ha la propria misura di eleganza, ciascuno ha i suoi titolisti e i suoi cronisti, e ciascuno fa ovviamente anche i suoi errori”, il garante dei lettori della Washington Post, definì la decisione di nascondere l’orientamento sessuale di Rogers, presa direttamente dal direttore del giornale, come una decisione “agonizing” (il termine inglese dice ben più e meglio di quanto possa rendere l’italiano “lacerante” o “sofferta”).
La verità è che nel caso di Riso buona parte della stampa italiana – anche quella progressista e di sinistra – ha optato in modo compatto per nascondere una verità che si considera, nella migliore delle ipotesi, inopportuna e impresentabile e che lo stesso Domenico aveva dovuto tenere incontrovertibilmente nascosta a prezzo di dover nascondere alla sua stessa famiglia non tanto e non solo i propri affari di letto, ma cose che avevano molto più a che fare con la sua stessa vita come il semplice andare in vacanza con le persone che amava.
Fare tutt’uno dell’omosessualità con il sesso, pensare di andare a trovare il racconto della storia di Mimmo e Pierrick soltanto tra le lenzuola non è atteggiamento meno pruriginoso di quello che avrebbe chi, incontrando un’amica col pancione per la strada, volesse limitarsi a frugare tra le lenzuola per risalire alle cause del fatto e dargli rilevanza come semplice frutto dell’accoppiamento tra un uomo ed una donna senza nessun’altra implicazione morale, affettiva, sociale e di progetto di vita.
La visione sessuomane della vita che Merlo attribuisce un po’ a tutti, mettendo addirittura insieme Buttiglione, Grillini e l’Arcigay, non è certamente quella dei milioni di cittadini italiani – gay, lesbiche ed eterosessuali – che si sono giustamente indignati per questo voler mettere i pantaloni alle gambe dei tavoli quando si parla di omosessualità in un paese dove un chilo di tette o di gambe non si nega mai a nessuno.
Il fatto che anche a sinistra si dimentichi che la sessualità ha a che fare con cose che vanno molto al di là della camera da letto spiega bene per quale motivo tutti i governi italiani, di destra e di sinistra, siano stati incapaci non solo e non tanto di fare una legge sulle coppie di fatto ma soprattutto di affermare senza tentennamenti – come nella stragrande maggioranza dei paesi d’Europa, ma anche nella nuova e bellissima Costituzione del Sudafrica rinato dall’apartheid – la piena parità di tutti i cittadini davanti alla legge a prescindere dal proprio orientamento sessuale.
4 risposte a “Tutti omosessuali?”
Senza andare in SAF lo dice anche, in modo piu’ generico, l’articolo 3 della nostra costituzione che ha 60 anni.
Provo solo dolore, quanti c’è ne siamo come Domenico, a vivere lontano dalla nostra terra, lontano da tutti a vivere la nostra vita con il proprio compagno.
Quanti c’è ne siamo!!!!!
In Italia non cambiera’ mai niente, pero’ abbiamo il Vaticano, abbiamo la Binetti & la Carfagna, abbiamo il Partito Democratico.
Carissimo Ivan non voglio morire cattolico apostolico romano, almeno in questo saro’ padrone della mia vita, quante cattiverie e prepotenze in nome di quella croce.
CIAO DOMENICO !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
E stavolta siamo d’accordo.
http://www.anellidifumo.ilcannocchiale.it/post/2002979.html
E stavolta siamo d’accordo.
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