Sui blog e sulla stampa si è molto parlato dell’intervento di Luca Sofri alla Direzione Nazionale del PD. Finora non ne ho detto nulla ma ho naturalmente letto i commenti lasciati in calce al mio post, ne ho parlato con Federico e con gli amici, ci ho pensato un po’ su durante il fine settimana e l’ho riletto ancora a mente fredda. Passato qualche giorno, il mio sostegno per le parole e per l’intenzione di Luca restano assolutamente integri, in particolare per una frase tra le tante condivisibili che ha detto: “La politica oggi si fa in modo rivoluzionario, o si perde, e si perde prima di tutto con se stessi”.
Il progetto del PD è stato un progetto oggettivamente coraggioso e rivoluzionario. Lo sono state le sue origini, il modo di fare politica delle persone che per più di 10 anni hanno spinto per portare insieme nel nostro Paese la sinistra riformista e il cattolicesimo democratico in un partito che fosse finalmente cittadino del nostro tempo. La nascita stessa del PD – nonostante i ritardi colpevoli e le troppe timidezze – è stata rivoluzionaria, e rivoluzionaria la semplificazione del quadro politico che la sua fondazione ha comportato, a sinistra come a destra.
14 risposte a “Ciò che ci pare utile, ciò che ci pare giusto”
Condivido la tua riflessione: se smettessimo di pensare alle prossime elezioni e cominciassimo a pensare alle prossime generazioni…
Come cerco di spiegare anche qui, il PD ne avrebbe tutto da guadagnare!
Ma per “utile” intendi “utile al partito”. No perché detta così sembra che il partito faccia anche qualcosa di utile per i cittadini.
Quel discorso di Luca Sofri non mi è piaciuto affatto, non serve nessuna rivoluzione, basterebbe che il partito lavorasse nell’interesse dei cittadini per essere votato dalla maggioranza. Certamente, è molto più complicato fingere di farlo mentre si lavora per altri interessi, ma non a caso la dirigenza è composta da persone di grande intelligenza…
Questo post dimostra la stessa incapacita’ di Sofri a leggere la societa’ civile. Sofri, e ora anche il padrone di casa, usano molto del loro tempo e dei loro interventi a parlare di forma partito, correnti, sfilamenti di cadreghe e cooptazioni.
La’ fuori si parla di sicurezza, lavoro, crisi, risparmi che corrono il rischiano di andare in fumo. Si attendono proposte concrete e credibili e si disdegnano i giri di parole generici (“passare il tempo a farsi venire delle idee” (…), “la politica oggi si fa in modo rivoluzionario” (…)).
– Signor Mario Rossi, ci sa dire cosa sta facendo il PD?
– Nulla. Dicono che nel PD passino il tempo a parlare di loro e tra di loro.
Appunto.
Sig. Scalfarotto,
le prassi che lei denuncia e che nella sua interpretazione sarebbero tornate in auge solo all’indomani della sconfitta elettorale in realta’ non sono state mai abbandonate. E’ singolare che proprio lei, che io considero di fatto una vittima “primaria” di queste stesse prassi, non riesca a comprenderlo. La rivoluzione, intesa alla latina, nel senso di rivoltare quindi, non solo non si e’ mai compiuta ma non e’ stata mai avviata, perche’ promossa da un apparato che ha posto come condizione imprescindibile la conservazione di se stesso. Sarebbe a mio avviso meglio parlare di una mutazione, di un processo di adattamento ambientale: l’apparato ha dovuto trasformarsi per sopravvivere al cambiamento, ha dovuto indossare gli abiti trasparenti, labili ed inesistenti della demagogia, della apparenza e della comunicazione per adattarsi ai nuovi canoni stilistici imposti da sarti artigiani assai piu’ esperti e berlusconi.
Non si puo’ parlare quindi di rivoluzione, quanto di trasformazione (sempre alla latina), di semplificazione, di un cambiamento di forma e di vestito finalizzato al successo elettorale o comunque alla conservazione del proprio sistema di potere.
Chi scende a compromesso con l’apparato, per ottenere visibilita’ , ruolo politico e forza per la sua iniziativa, compie una operazione del tutto legittima ed onesta ma che non ha nulla di rivoluzionario. Chi si colloca in questa scia e’ funzionale ad essa e non puo’ vantare nessuna cultura di rottura, di contrapposizione. E’ un politico assimilato alla struttura della quale ha scelto di far parte. Non un rivoluzionario.
Lei ha citato la favola di Andersen ed ha sorvolato sull’elemento metaforico, a mio avviso, piu’ importante della narrazione.
Da dove arriva il grido liberatorio: “Ma il re e’ nudo!”?
Da un cortigiano? Da un sub-ministro? Da un lacche’? Da un villano plaudente che inneggia alla figura del re ad ogni suo passaggio?
No!
Da un un bambino, da colui che e’ estraneo ad ogni forma di contaminazione, da colui che l’ingenuita’, l’eta’ e la semplicita’ intellettuale pongono ancora al riparo da ogni compromesso con il potere. E’ a lui che Andersen affida la rivoluzione non ad un convitato eccentrico.
Non c’e’ stata alcuna rivoluzione, Sig. Scalfarotto, tutto e’ rimasto come prima e quel sussurro tanto liberatorio che lei ha creduto di sentire a corte e’ una tale ovvieta’ per noi villici del borgo che quando Walter re scende per strada facciamo a spintoni pur di schiaffeggiarli il sedere. Ma lui, sorridente e compiaciuto, continua a scambiare le sculacciate per applausi e il suo sedere rosso per l’indice di gradimento.
ivan è ora di smuovere un pò di più le coscienze sul problema droga, che ne dici???
il mio blog cerca di fare questo: http://stopdrug.wordpress.com/
Ivan, questo post contiene più considerazioni utili al Pd di quante non ne contenga l’intervento di Sofri. E considerando che è lungo un quinto… 🙂
Una delle cose migliori (scusate se insisto, ma non mi appare come cosa da poco) sta proprio in quell’uso del noi al posto del voi.
Proprio perchè ti stimo e apprezzo quello che scrivi, vorrei sommessamente invitarti a non ignorare le parole di Perutz (in tutti i suoi commenti, non solo in questo). Perchè a mio avviso è la chiave per uscire dal pantano.
Il re è nudo, ma al freddo ci sta chi ha creduto nel progetto.
Bene, slogan per slogan, il giorno in cui smetterete di fare quello che vi pare e comincerete a fare quello che vi pare giusto (sperando paia giusto anche a me: fino a oggi non è stato così), fammi un fischio, che magari vi voto. Fino ad allora, vi meritate – soprattutto voi piddini – un bel governo Berlusconi.
Caro Ivan, quello che a me pare giusto coincide con quello che lo è per te?
Per me sarebbe giusto dare risposta almeno agli interventi meritevoli.
Per esempio Leo Perutz ha fatto un bellissimo intervento e mi pare giusto che tu, Ivan, gli dia una meritata risposta.
E forse sarebbe giusto ascoltare anche gli avventori del blog delle volte.
Che bello sarebbe leggere una replica tua ad AnellidiFumo o a Biraghi.
Del resto l’acidità di alcuni interventi mi sembrano indice del fatto che alcuni avventori del blog si sentano impossibilitati al dialogo.
Non ci fù possibilità di comunicazione quando si scelse di appoggiare Veltroni.
Lo so che tu ritieni giusto non inserire ulteriori commenti al tuo post. Il che significherebbe non essere stato in grado di comunicare in maniera esaustiva quello che volevi dire.
Il punto è che non ti si chiede di commentare il tuo post, ma bensí i commenti al tuo post.
In definitiva il ‘giusto’ non si possiede ed è ‘utile’ avere l’incertezza di una risposta – piuttosto che la sicurezza dell’inascolto.
E’ sempre antipatico citarsi. Ma al tempo di “Io partecipo!” ti dissi che mi piaceva come la pensavi e il tuo modo di porti. Descrissi te e il tuo messaggio come “Puto, pulito, rivoluzionario”. Non era uno slogan e non ho cambiato idea.
Capisco la scelta strategica di supportare il PD (che ho votato forzatamente eper solo senso del dovere, in tutta onesta’).
Nonostante la mia immutata stima nella tua persona e nelle tue idee, pur sentendomi di sinistra, non mi identifico con Veltroni o con il PD.
Forse si puo’ ritenere il progetto elettorale del PD come un progetto rivoluzionario. Forse. Dopo le elezioni mi pare che quella spinta si sia persa e, dopo mesi, non se ne vede piu’ traccia.
Una rivoluzione i cui effetti scompaiono dopo pochi mesi non mi pare una grande rivoluzione. Poi, come puntualizzi molto bene, “si sono riproposti tutti i siamo tornati al minuscolo cabotaggio di una politica fatta di mezzucci, di compromessi, di cooptazioni, di cadreghe da sfilarsi a vicenda, di primarie finte o negate, di un correntismo peggiore di quello della peggior DC”. E qui manca la purezza, la pulizia che Leo nel suo commento esprime meravigliosamente bene.
Per questi motivi, capisco e condivido la delusione di Anellidifumo e le sue conclusioni
Tranquilli ragazzi, Ivan ha spiegato più volte che non ama e non reputa importante rispondere ai commenti del suo blog. Il dialogo con chi non la pensa come lui (ma in generale anche con chi la pensa come lui) non è il suo punto di forza. Andiamo sul concetto di lesa maestà, per come l’ho capita io.
A me va benissimo così. Nei miei commenti uso la logica e la buona predispozione verso Ivan e il PD, che sennò non verrei qui a leggere e commentare, così come non vado a leggere e commentare sistematicamente i blogger ultrà del PDL. So bene anche io che il PD è uno dei tre attori possibili del centrosinistra italiano, ed è lì che il mio voto prima o poi tornerà, dopo aver soggiornato per qualche anno nel limbo degli astensionisti. Di quei tre attori, uno è il PD, uno è IDV e uno è in costruzione (Sinistra). Ne rimangono dunque due e, per il momento, IDV pare meritarsi il mio piccolo consenso. Speriamo che prima o poi il PD cambi – in modo profondo – politica, uomini, progetto e visione e che divenga di nuovo possibile dargli credito con qualche speranza. In fondo Obama c’è riuscito. Certo, se il DP americano avesse ricandidato Kerry alla presidenza le cose oggi sarebbero diverse…
Preciso a scanso di equivoci che la scelta di Ivan di non rispondere ai commenti se non con un post successivo è assolutamente legittima e IMHO per niente dettata dalle motivazioni addotte da anelli.
Lo stesso post che stiamo commentando adesso nasce dalla lettura dei commenti al post precedente…
Nel mio chiedere una risposta a Leo Perutz, intendevo semplicemente dire che mi interessa l’opinione di Ivan sul punto. Che la scriva in un post o nei commenti poco importa.
@Anellidifumo: Beh io facevo degli esempi, tra cui cadeva con rispetto anche il tuo nickname. Tuttavia la prossima volta mi ricorderò di non menzionarti.
@Champ: Parlavo a titolo personale, cmq hai fatto benissimo a precisare. Del resto aver nominato Perutz ti fa onore: molto spesso non parliamo tra noi.
@Scalpha: Grazie per aver pubblicato il mio commento (non lo dico ironicamente).
“fare ciò che ci pare giusto e non ciò che ci pare utile”: sta tutta qui l’essenza di un vero partito democratico, o comunque di ciò che il Partito democratico dovrebbe essere e che ha portato tanti a sostenerne la fondazione. Ma, ultimamente, qualche messaggio che il Pd forse, magari, stia prendendo questa direzione, mi pare stia arrivando.
Antonio, ma figurati, puoi menzionarmi quanto ti pare, o non menzionarmi affatto. La blogosfera è luogo di libertà.
Champ, cosa sei, il portavoce del blogger? hahahahha fantastico.
Chiaro che Ivan può fare come più gli pare, riguardo al rispondere o non rispondere ai commenti. E’ proprio quanto ho detto io, e la libertà della blogosfera vale anche per Ivan, ci mancherebbe.
Poi, ognuno è anche libero di farsi una sua opinione su chi non risponde come su chi commenta, ma questo è ancora più ovvio.