4 Febbraio 2009

Saper farsi ascoltare

Diario

merkel.jpgCi sono paesi e governi che aspettano quotidianamente di ascoltare il Papa ma ci sono anche paesi e governi che, quando è il caso, sanno farsi ascoltare dal Papa. 

Il governo e il popolo tedesco fanno chiaramente parte del secondo gruppo.

7 risposte a “Saper farsi ascoltare”

  1. Omar Supio ha detto:

    Con un papa TeTesco!

  2. sam ha detto:

    Quanto c’è da imparare…

  3. marco ha detto:

    ricordate la Riforma? era il 1525 Lutero inchiodava, no dico, inchiodava i punti della sua protesta nella carne della Chiesa, dopo gli anni, i secoli trascorsi da allora, noi diamo i soldi, no dico, i soldi ad un principe e alla sua corte…noi non abbiamo bisogno di un cambiamento, roba da americani, ma di una rivolta

  4. Sandra Savaglio ha detto:

    Angie ha chiesto chiaramente al papa di risolvere il disastro che ha fatto, e ora il papa sembra essere seccato per questo.
    Non e’ solo positivo che Angie abbia preso una posizione cosi’ forte sulla questione, ma che il popolo tedesco l’abbia appoggiata pienamente. Quello che e’ successo e’ follia pura. Viene naturale chiedersi se il papa sia in grado di intendere e volere.

  5. piergiorgio ha detto:

    Madonna!
    Da noi invece assistiamo all’oscenità, non so come altro si possa chiamare, della “rivolta” del potere rispetto al diritto nel caso Englaro.
    ‘E un accanimento che non si è mai visto, addirittura il governo si sogna di poter fare un decreto d’urgenza ad hoc! per bloccare l’esercizio di un diritto riconosciuto da una sentenza passata in giudicato! Capite? il potere politico, sobillato apertamente dal potere ecclesiastico, che fa leggi ad hoc contro un singolo cittadino, una singola persona!!
    ‘E la violenza e il sopruso più inaudito che si possa immaginare.
    E la cosa peggiore è che per la maggior parte della gente questa cosa passa inosservata, come se niente fosse, magari perchè se ne condivide il merito.
    Ma vi rendete conto di cosa vuol dire? da oggi in italia il diritto non esiste più e nessun cittadino può più aver certezza di nulla.

  6. jr. ha detto:

    copia ed incolla da un altro blog, lo posto perchè, in un momento di grande eresia, mi sembra davvero “una luce”.
    Non sparate sul pianista.
    Parlare di Eluana significa affrontare il problema di Dio: chi è Dio è il fulcro di tutte le religioni, cristianesimo compreso. L’a­spetto decisamente grave, soprattutto nelle religioni è che “le violenze contro le persone sono tanto più pericolose quanto più è nobile il motivo per cui si commettono”. Infatti il motivo più alto e più nobile che si possa utilizzare per qualsiasi cosa è invocare il nome di Dio per giustificare ciò che si sta facendo. “Fanatismo” viene da “fanum” e “fa­num” è il “sacro”, chi agisce per fanatismo, “per Dio”, lo fa per la realtà più assoluta ed intoccabile che possa esservi in questo mondo ed oltre. Si comprende perciò bene come le religioni, cattolica compresa, siano incorse in tante contrad­dizioni ed abbiano commesso tanti soprusi, oggi come già in passato. Le persone pie naturalmente hanno fatto ciò con la coscienza tranquilla ed anche con la coscienza che così si dovevano comportare: per la ragione più chiara e forte che si possa accampare in questa vita: “è la volontà di Dio”. Qui sta il pericolo che ha giustificato e continua a giustificare tante condotte aberranti. E’ evidente che un Dio siffatto non ha e non può avere alcun rapporto con l’aspirazione più grande degli esseri umani: l’aspirazione ad essere felici nella vita. Non è più sopportabile un Dio nel cui nome e con la cui presunta autorità si caricano pesanti fardelli sulle spalle della gente (Mt 23,4; Lc 11,46), si “divorano le case delle vedove col pretesto di lunghe preghiere”(Mc 12,40;Lc 20,47) o si passa lontani dal povero disgraziato che si sta dis­sanguando sul ciglio della strada perché il rappresentante di Dio possa arrivare puro al tempio (Lc 10,31-32). Dire “Gesù è Dio” può essere fuorviante, a meno di non avere prima chiaro qualcosa di più fondamentale e determinante, ovvero che “Dio è Gesù”. Al di là delle regole delle frasi predicative, il problema sta nello stabilire se Gesù lo com­prendiamo a partire da Dio o al contrario comprendiamo Dio a partire da Gesù. Quando diciamo “Gesù è Dio”, in real­tà stiamo affermando che già sappiamo chi è e com’è Dio ed al tempo stesso indichiamo che (senza rendercene conto) non conosciamo Gesù. E’ quindi Dio che viene a spiegarci chi è Gesù e com’è Gesù. Quindi si capovolge e si intende al contrario ciò che il Nuovo Testamento afferma chiaramente ” Dio nessuno l’ha mai visto” (Gv 1,18), oppure “il Padre lo conosce solo il Figlio” (Mt11,27). Ovvero Dio non è alla nostra portata e pertanto non possiamo conoscerlo. Da qui la necessità di un “Rivelatore”, Gesù che ci fa conoscere Dio (Mt 11,27 par.). Neppure la teodicea ci viene in aiuto: se partiamo dall’idea di un Dio infinitamente buono e potente come possiamo conciliare l’idea di un tale Dio col fatto di tanto male, tanta disgrazia e sofferenza come ne troviamo in questo mondo? La scappatoia che alcuni teologi trovano, di fronte a tale domanda è di sostenere che Dio non vuole il male, ma lo permette per trarne un bene maggiore come per esempio la salvezza delle anime o la loro santificazione, giacché come assicurano alcuni esperti in cose religiose, la sofferenza santifica e salva. Vale a dire come un dentista dovesse estrarre un dente al figlio cui vuole bene. Natural­mente deve fargli male e quindi il padre permette questo male per ottenere un bene maggiore che è la cura del figlio. Tale ragionamento in prima battuta sembra risolvere il problema, in realtà non produce nulla. Infatti l’unica cosa che dimostra è che il dentista non è onnipotente, se lo fosse guarirebbe il dente senza neppure estrarlo e senza alcun dolore, se fa male al figlio significa che non è onnipotente o che non vuole bene al figlio come dovrebbe. La teodicea tradizio­nale oggi ci si mostra quindi come un compito semplicemente impossibile. Purtroppo si è capovolto il problema, ovve­ro da una “teodicea impossibile” ci si fa un’idea di chi è Dio e di com’è Dio. Poi a partire dalla nostra incapacità di co­noscere il trascendente ci mettiamo a spiegare chi è stato Gesù e com’è stato Gesù. Per questo il Dio che si è fatto co­noscere nella persona, nella vita e nella storia di Gesù di Nazaret non entra nella nostra testa. Abbiamo tagliato la stra­da a questo Dio che risulta insopportabile. Ci facciamo quindi un Dio a nostra misura ed in accordo alle nostre conve­nienze ed a partire da una tale montatura ideologica “interpretiamo” anche Gesù, ovvero liquidiamo Dio e Gesù in un sol colpo, semplicemente e tragicamente. Questo spiega bene come mai il Dio che si è fatto debolezza per farci cono­scere il Dio invisibile (affermazione fondamentale della Rivelazione divina), non ha condizionato e, ancora meno, de­terminato la teologia dogmatica, la morale, la spiritualità e la Chiesa, cui importa più il Dio della teodicea impossibile anziché il Dio che ci si è rivelato in Gesù. L’onnipotente e sempiterno Dio delle formule liturgiche (quello che entra nella testa delle persone) non lascia spazio alla debolezza di Dio, che ci si è rivelata nella croce. Quindi Dio è Gesù perché nel suo modo di essere e di vivere ci ha dato a conoscere chi è Dio e com’è Dio. Il problema è che Dio si è rive­lato nell’umano, quando una persona si disumanizza, magari nel trascendente, per quanto religiosa sia, in realtà avvie­ne che crede in un Dio che è un fantasma, un idolo o anche un ve­ro mostro.
    Per questo Eluana.

  7. Giovanni ha detto:

    Ma il nostro e’ ancora un paese sovrano?
    Il Vaticano, la Cei, Buttiglione & C. la nostra Binetti che starnazzano di continuo su tutto e tutti, di questa invasione di campo non se ne puo piu.
    Le loro chiese sono sempre piu’ vuote, ma con arroganza pretendono e ottengono di comandare grazie ad una classe politica che continua ad abbassarsi le braghe di fronte al clero cattolico!!!