28 Febbraio 2009

Marta stacca (e riattacca)

Diario

Marta Meo.jpg“Io purtroppo sono portata a fare una correlazione forse banale tra la cautela di tutte le scelte compiute in merito al pd e la sua perdita di consenso costante.” Ieri Marta Meo ha messo nero su bianco quello che molti di noi pensano e ha annunciato di voler staccare la spina per un po’. Sulle prime mi sono preoccupato, devo ammettere. Ci siamo persi già un 30% di elettori e gente come Irene Tinagli senza fare una piega, e Marta è sicuramente una di quelle che ha delle cose da dire in questo partito. Per fortuna sono un assiduo lettore de L’Unità e sfogliando il mio giornale questa mattina ho trovato le riflessioni di Marta sulle cose da fare. Nessuna paura: è sempre lei.

5 risposte a “Marta stacca (e riattacca)”

  1. gunther ha detto:

    tutti bravi però manca un idea di futuro, una visione, tante belle analisi, parole magnifiche, ma mancano di semplicità e praticità, va elaborata una sintesi, volate troppo in alto, le persone che votano sono su un piano più basso.

  2. Selfs. ha detto:

    Gunther, se uno ha da dire, vuol dire che sa anche farsi capire. Diversamente da te, io credo nella democrazia, inclusi i suoi misteri e i suoi paradossi. Credo che le persone che votano (non i singoli, ma nel loro insieme) siano sempre su un piano più alto rispetto a quelli che sono votati. Se Marta Meo è una di quelle che *hanno* delle cose da dire, le dirà. E gli elettori le capiranno.

  3. Luca Romeo ha detto:

    Però effettivamente io ho fatto grande fatica a seguire il filo del discorso…poi voglio dire, queste sono analisi che si possono fare in un gruppo di lavoro, una riunione ristretta. Per essere fatte proprie dalle persone devono essere contestualizzate, rese reali altrimenti rischiamo sempre di non colmare mai la voragine tra elettore e dirigenza politica (in carica o in nuce)

  4. renato ricci ha detto:

    Generico fatuo inconcludente narcisista… deprimente….a destra sono ancora migliori per adesso putroppo…

  5. Selfs. ha detto:

    Esiste in effetti un’altra possibiltà: che ci si renda incomprensibili pur di non vincere. Non basta avere delle buone idee per volerle condividere in una proposta politica. In effetti la situazione della sinistra si riduce a questo: lo spreco di idee buone.