Ci sono un po’ di persone su Facebook che sostengono – giustamente – il fatto che a Strasburgo serve l’inglese: per questo motivo gli animatori di questo gruppo stanno chiedendo ai candidati alle europee di fornire una prova della loro conoscenza della lingua. Penso che si tratti di un’iniziativa meritoria: è vero che durante i lavori d’aula esiste un servizio di traduzione simultanea, ma è vero anche che questo servizio non esiste nelle sale riunioni, nei bar, nei corridoi, negli uffici e nelle stanze nelle quali si chiudono gli accordi, si stringono alleanze, si elaborano le strategie. Credo che questo sia uno dei motivi per cui – tranne qualche meritoria eccezione – la delegazione italiana al parlamento europeo è di fatto estromessa ed emarginata da tutte le cose che contano. Segue il video che ho registrato per il gruppo “A Strasburgo serve l’inglese”: più candidati risponderanno positivamente al loro invito, più speranze avremo di portare in Europa una classe politica diversa dal passato.
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Ivan Scalfarotto
Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno nel Governo Draghi. Deputato di Italia Viva. Mi occupo di democrazia, di diritti e libertà, di enti locali, impresa e affari internazionali.
Ho fondato Parks - Liberi e Uguali.
13 risposte a “Vote Scalfarotto”
Scusa la facile battuta, ma non resisto: e se alcuni di loro imparassero almeno l’italiano?
Pronto anche per la camera dei Lords! 🙂
In proposito, ho scritto una specie di decalogo del candidato su http://www.litaliacelafara.it
Ti riconosci?
l’accento molto british e’ fantastico. Come si dice? Naice, veri naice 🙂
Mi dispiace dover fare una precisazione un po’ antipatica:
premesso che l’inglese va saputo, un deputato europeo deve (dovrebbe) sapere anche altre lingue (o almeno capirle). L’europa a 27 non puo’ essere governata da 1 sola lingua (che peraltro è quella di un paese piuttosto restio a impegnarsi decisamente per l’europa)… e comunque l’italiano non e’ ignorato come si potrebbe credere tra i parlamentari europei.
Saluti
Gent.le Ivan Scalfarotto,
non avendo trovato riferimento nei post precedenti, mi permetto di chiedere la sua posizione sul nucleare e sulla sciagurata, anacronistica ed antieconomica (per un numero schiacciante di economisti) ipotesi d’installare nuove antidiluviane (la tecnologia è obsoleta da qualche decina d’anni) centrali.
Grazie
Cordiali Saluti
Sergio
Dall’intervista di Ivan a Scelgodemocratico:
http://www.scelgodemocratico.eu/nord-ovest/ivan-scalfarotto/#intervista
Un’ottima conoscenza dell’inglese è assolutamente sufficiente agli scopi prefissati.
Una buona competenza in francese ed eventualmente in tedesco sarebbe almeno auspicabile, tanto più per un paese come il nostro che ha minoranze linguistiche storicamente importanti.
Ma è inutile sognare: contentiamoci dell’inglese – ma su quello non si transiga.
Ciao Lorenzo
sono sostanzialmente d’accordo con te. Ma ricordiamoci che in Europa la diversità linguistica è una caratteristica peculiare.
L’inglese in europa, e non solo al PE, è una specie di lingua franca, saputa un po’ da tutti e davvero davvero bene da pochi. Un’altra lingua e’ sicuramente un vantaggio per un deputato come per chiunque dovesse lavorare in Europa.
complimenti per “l’accenta inglesa”. questo aiuterà.
1) Anche se bisogna ricordarsi del multilinguismo, il monolignuismo che sta conquistando Bruxelles é alquanto preoccupante (penso alle numerose offerte che cercano “english mother tongue”, solo il problema é la maggior parte degli europei mother tongue inglesi non sono).
Lo so si tratta di un’altro paio di maniche e ri schio di andare fuori tema… Pare che a Torino da qualche anno vi sia un solo liceo dove insegnano il francese: eppure la Francia é uno dei primi partner economici del Piemonte. Vivo in zona di frontiera (non il Piemonte) ed é drammatico vedere come due popoli che parlano lingue simili, non si capiscano e sono costretti a comunicare in un inglese precario….
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=1152&ID_sezione=&sezione=
2) Poi a chi dice che bisogna sapere altre 3 o 4 lingue, beh insomma, mica cerchiamo degli interpreti ma degli italiani europeisti capaci di farsi capire di lottare per le proprie idee e per un Europa piu’ unita. Politici volenterosi e determinati, capaci di farsi capire.
http://www.elmundo.es/elmundo/2009/05/26/union_europea/1243292777.html
Scusate se non dispongo di una traduzione. Fra le cose citate nell’articolo, pare che piu’ del 70% dei documenti della Commissione sarebbero scritti solo in inglese.
Son perfettamente cosciente che l’inglese è importante parlarlo e capirlo, ma sono anche consapevole che una Unione Europea che parla solo in inglese (la massa di documenti sul net) non fa altro che allontanarsi dai cittadini, dal territorio. Quella del mulitlinguismo é una sifda.
E paraddoslamente penso, che, anche per difendere una Europa mulitlingue ci sia bisogno di parlare l’inglese…. pero’ per difendere un’altra visione….
Scusate il fuori tema.
COncordo pienamente con quello che dici (in questo come nell’altro post)e sinceramente non mi sembra poi cosi’ fuori tema.
Penso che alla volontà e alla determinazione per far valere le proprie idee sapere lalingua del proprio interlocutore non sia proprio uno svantaggio.
Domandina:
Ma i parlamentari britannici si chiederanno se sia il caso di imparare una lingua diversa dalla loro per comunicare con i loro colleghi?
Francesco, temo proprio di no…. That’s the question ( che poi é uno dei numerosi problemi legati alla complessa questione plurilinguismo europeo)