Il mio peregrinare di questi giorni mi ha portato ieri per qualche ora in Sicilia, a Burgio vicino Agrigento, per discutere con un gruppo di Giovani Democratici dei temi della modernità in politica e di come le nuove tecnologie possano allargare la partecipazione. Mancavo dalla Sicilia da moltissimo tempo, forse vent’anni, e nel viaggio da e per l’aeroporto le parole di chi mi accompagnava in macchina – persone diverse all’andata e al ritorno – sono state una specie di potentissimo campanello, di quelli che ti fanno sobbalzare nel letto anche dal sonno più profondo.
Parliamo tanto del sud, ma sentirlo raccontare dal vivo e sul posto fa tutto un altro effetto. Fare meno di cento chilometri in due ore per mancanza di strade che colleghino l’aeroporto alle città limitrofe; stare in coda dietro a un’autobotte perché l’acqua non arriva nelle case a duemila anni dall’invenzione dell’acquedotto; osservare tutt’intorno l’oggettiva arretratezza rispetto alle zone del Paese più ricche ed integrate in Europa; sentirsi dire che la mafia non la sconfiggeremo se non in qualche secolo perché in fondo tutti sanno che va così e deve andare così…
Per tutto il giorno, ieri e oggi, ho continuato a pensare che davvero non si spiega come questo Paese abbia acconsentito a lasciare tanta parte del territorio nazionale in mano alla criminalità organizzata, come possano tollerarlo l’Unione Europea e la comunità internazionale, e come non abbiamo saputo, di fatto, sollevare la testa, educare le coscienze, quanto meno conservare in vita l’anelito che sempre spinge gli esseri umani a lottare per la propria libertà. Nella mozione congressuale di Ignazio Marino si legge: “Sino a quando la legalità non sarà ristabilita nella totalità dei territori meridionali sottraendoli al controllo della criminalità organizzata, nessuno sviluppo potrà mai aver luogo: il PD deve ambire a costituire un simbolo di lotta alla mafia, senza se e senza ma”.
Poi oggi mi è capitato in mano quel numero di Repubblica di qualche giorno fa che raccontava dei tantissimi italiani che si stanno trasferendo a Barcellona, dove ormai sono diventati la prima comunità di stranieri per numero. Barcellona è una città dove è desiderabile vivere e capisco bene, essendo io stesso cresciuto al sud, quanta differenza faccia trasferirsi in un posto dove si possa provare a costruire la propria vita e, possibilmente, la propria felicità.
Non è soltanto una questione di principi alti, di parole con l’iniziale maiuscola come Libertà, Diritto, Giustizia o Democrazia. E’ una cosa che ha più semplicemente a che fare con la vita delle persone, con il diritto a star bene, a non aver paura, a sorridere e godere del proprio lavoro, dei propri affetti, della qualità della propria vita.
Non so come e quando, non so quale sarà il prezzo, ma certo su questo tema deve cambiarsi completamente la velocità di crociera, la modalità dell’approccio, la determinazione ad ottenere il risultato. Il tema della liberazione del Mezzogiorno d’Italia da tutte le mafie deve diventare il punto numero uno di qualsiasi programma di governo si voglia avere in mente e va realizzato subito e senza compromessi.
7 risposte a “Sveglia”
Vivere in una terra come la Nostra anzi la mia Sicilia richiede sacrificio e tanto amore da provocarmi emozioni su emozioni. Come ben hai visto, siamo stati dimenticati da tutti e da tutto, dove le aridità estive rendono difficile qualsiasi cosa anche respirare. Non demordiamo mai nello sperare che il sole che batte forte su ques’ isola potesse portare cambiamento e riflessione ed un’ ondata di vita nuova. E’ inutile dire di lottare contro un sistema che garantisce il sistema Mafioso se il Sistema è garantito dallo stesso Stato. Noi giovani o vecchi o quel che si voglia cercheremo con tutte le nostre forze di legalizzare il legale corrotto con la speranza che le nuove generazioni decidessero di cambiare fronte per una Sicilia ed un’ Italia dove la dignità dovrebbe essere il baluardo di ogni esistenza. Cordialmente Gianfranco Galvano
Il meridione deve diventare una “emergenza nazionale” e come tale affrontata. Pensare che le regioni del sud possano da sole sconfiggere il male che le pervade è illusione. Il sospetto è che le classi dirigenti nazionali (anche delle sinistra) abbiano rinunciato ad affrontare il problema. Ben ha fatto Marino a porre la questione in modo netto e preciso.
L’Italia ha bisogno di cambiamenti radicali e tutto il Paese è chiamato alla legalità,laicità e meritocrazia.
Un forte impegno da parte di tutti i cittadini e delle Istituzioni (che hanno abbandonato il Paese ai soliti interessi personali) per trasformare il nostro Paese in uno Stato Civile.
Da troppo tempo tempo il cittadino è schiacciato dal potere politico ed economico…sfruttato nel mondo del lavoro,sfruttato come cittadino.
Marino rappresenta lo slangio necessario per avviare delle riforme urgenti e non dobbiamo negare il nostro impegno .
Ivan, da siciliano, per quanto emigrato, posso dirti solo grazie 🙂
Caro Ivan,
la mafia, così come tutti gli altri fenomeni criminali che purtroppo inquinano il meridione d’Italia e non solo, e’ anche, ed a mio avviso soprattutto, un problema culturale. Se e’ cosi’ difficile sconfiggerla e’ perché la mafia esiste prima di tutto nella testa delle persone che costituiscono la società sul territorio. E l’unico modo che abbiamo per poter prosciugare quel vivaio da cui la mafia attinge continuamente manovalanza, e liberare poi tutti gli altri, e’ utilizzare, accanto ad una repressione fortissima di ogni comportamento criminale, quegli unici strumenti che potranno rendere libere le persone di scegliere: l’istruzione, l’educazione, la cultura. E’ l’unico modo che abbiamo per poter pensare di dargli una qualsivoglia speranza. Se invece cerchiamo di far passare il messaggio, diciamolo chiaramente, caro Ivan, per cui con la semplice elezione di X al posto di Y tutto andrà meglio, stiamo, a mio parere, soltanto vendendo sogni così come fanno continuamente tutti coloro che la mafia non vogliono davvero sconfiggerla, e che noi cerchiamo di contrastare.
Lo so, e’ molto più semplice ed elettoralmente più remunerativo affermare che tutto può essere risolto magari aumentando le unità di polizia, approvando leggi che rendano sempre più difficile le infiltrazioni mafiose ai vari livelli, ma sappiamo benissimo, per quanto sino ad ora vissuto, che questi rappresenteranno strumenti sicuramente importanti e fondamentali, ma assolutamente non sufficienti per cambiare davvero le cose in un futuro purtroppo probabilmente lontano.
Allora, se vogliamo davvero avere un approccio diverso rispetto alla vecchia classe politica, cominciamo a dire le cose come stanno per davvero, mettendo le persone difronte alle proprie responsabilità e difronte al lavoro certamente duro che le aspetta, senza aver paura che possano apparire ardue. La società e’ fatta proprio da quelle persone che con i loro comportamenti, spesso incoscienti perché apparentemente naturali per una realtà condizionata dall’inquinamento mafioso, non fanno altro che alimentare la criminalità. E’ lì che dobbiamo intervenire.
7 fatti laici.
http://www.italialaica.it/cgi-bin/news/view.pl?id=008293
Sottoscriviamo?
Caro Ivan,
io domani ci ritorno per le vacanze in Sicilia come ogni anno.
Da piccolo ci ritornavo dalla Germania con i miei genitori e adesso ci ritorno dall’Emilia con mia moglie e i miei figli.
In 42 anni sono stato per 20 emigrato.
Sono d’accordo con te quando dici che bisognerebbe viverci e parlare direttamente con le persone e farsi sbiegare tutto da loro, peccato che chi ci và ci stà solo per qualche ora come te.
Saluti, Calogero.