I 1200 membri della Società degli Amici – i Quaccheri – riunitisi a York hanno unanimemente (tutti e milleduecento, nemmeno uno con un malore o una telefonata urgente da fare) chiesto di poter celebrare matrimoni religiosi tra persone dello stesso sesso e hanno chiesto al governo britannico di estendere la pur comprensiva disciplina delle “Civil Partnerships” ad un vero e proprio matrimonio anche per i gay e le lesbiche.
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Ivan Scalfarotto
Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno nel Governo Draghi. Deputato di Italia Viva. Mi occupo di democrazia, di diritti e libertà, di enti locali, impresa e affari internazionali.
Ho fondato Parks - Liberi e Uguali.
2 risposte a “Quacchero a chi?”
D’altra parte i Quaccheri sono molto religiosi e nella Bibbia vi sono almeno tre brani che possono essere indicati come descrizioni positive (o quantomeno neutrali) di possibili relazioni omosessuali:
– Rut 1,16-20: il rapporto tra Rut e la suocera Noemi, in cui, per dire che la nuora si “unisce” a Noemi si usano le stesse parole che in Genesi 2 viene descritto il rapporto tra uomo e donna (in ebraico: davak).
– L’amicizia tra Davide e Gionata, che si trova in molti episodi del “ciclo” di re Davide (1Samuele 18,1.4; 1Samuele 20,30 e 2Samuele 1,26); da notare che in questi brani il verbo “amare” che viene usato (l’ebriaco ‘ahav) indica anche l’amore erotico.
– Per quanto riguarda in Nuovo Testamento abbiamo soprattutto Matteo 8,5-13 e Luca 7,1-12: guarigione del servo del centurione romano. In questo caso si tratterebbe di una deduzione indiretta, che si basa sul fatto che i militari romani avevano spesso dei servitori-amanti. Il fatto che Gesù guarisca il servitore, nonostante la sua possibile omosessualità, indicherebbe che colui il quale i cristiani considerano il Messia non esprime certo una condanna.
Ma anche su quei passi biblici in cui la Chiesa di Roma legge una condanna dell’omosessualità occorre una riflessione.
Uno tra i più famosi è Genesi 19, 1-25. E allora, quale fu il peccato di Sodoma?
Qualche predicatore non esita a dichiarare che Dio distrusse le antiche città di Sodoma e Gomorra a causa dell’omosessualità. Qualche teologo ha assimilato il peccato di Sodoma all’omosessualità ma una lettura più attenta e responsabile delle Scritture corregge questo errore.
Annunciando il giudizio di queste due città in Genesi 18, Dio invia due angeli a Sodoma dove il nipote di Abramo, Lot, li persuade a restare invitandoli a casa sua. Genesi 19 ricorda che “tutte le genti della città accerchiano la casa di Lot e gli chiedono di fare uscire i visitatori per fare la loro conoscenza”. La parola ebraica utilizzata qui per “conoscenza” è yadha e significa in genere “avere una conoscenza approfondita di”. Potrebbe anche significare l’intenzione di conoscere l’identità dei visitatori. Raramente il termine può implicare un rapporto sessuale eterosessuale e NON omosessuale. Se quest’ultimo senso era quello voluto dall’autore, allora avrebbe designato un caso di stupro collettivo.
Inorridito dalla violazione delle regole ancestrali dell’ospitalità, Lot tenta di proteggere i visitatori offrendo le sue due figlie alla folla in collera (ma se la Bibbia fosse l’esatta cronistoria degli eventi, perchè nessuno inorridisce di fronte a ciò?). Il popolo di Sodoma rifiuta ed è per questo che gli angeli li accecano. Lot e la sua famiglia si mettono in salvo mentre le città vengono distrutte.
Si devono fare parecchie ossservazioni. Innanzitutto, il giudizio che grava su queste città in virtù della loro cattiveria era stato annunciato prima di questo incidente. Poi, tutte le genti di Sodoma hanno partecipato all’accerchiamento della casa di Lot, sebbene ci sia solo una minoranza di persone omosessuali in una città. Inoltre, il fatto che Lot offra di fare uscire le sue figlie suggerisce che lui sa che i suoi vicini sono eterosessuali.
E poi, se il tema portante di questo episodio era di carattere sessuale, allora perché Dio avrebbe risparmiato Lot, proprio lui che commette un incesto con le sue due figlie (altro fatto su cui NON ci si sofferma, ma si guarda SOLO all’omosessualità: non vi sembra strano?).
Infine, cosa più importante, perché tutti i passaggi biblici che fanno riferimento a questo episodio non accennano mai all’omosessualità?
E allpra, quale fu il peccato di Sodoma?
Nel libro del profeta Ezechiele 16, 48-50, viene detto chiaramente che il popolo di Sodoma, come molte altre persone oggi, possedeva beni materiali in abbondanza. Ma esso rifiutò di provvedere ai bisogni dei poveri e venerava gli idoli, ecco la natura del suo peccato e le cause della sua distruzione. La mancanza di amore legata all’ingiustizia e all’idolatria tormenta ogni generazione. Ci mettiamo allo steso livello se crediamo in falsi dei e se trattiamo il nostro prossimo ingiustamente.
Un altro passo molto discusso: Levitico 18, 22 e 20, 13
I cristiani di oggi NON seguono le regole e i riti pronunciati nel libro del Levitico. Allora perchè mai citare in maniera perentoria il Levitico per condannare gli omosessuali? Un tale abuso delle Scritture deforma il senso della Torah e soprattutto nega il messaggio, che per i cristiani dovrebbe essere fondante, del Nuovo Testamento. “E non devi giacere con un maschio come giaci con una donna. È un abominio”.
Queste parole compaiono unicamente nel codice sacro del Levitico, un manuale di rituali per i sacerdoti di Israele, fino a quando è esistito il Tempio. Il loro senso può essere compreso a pieno solo nel contesto storico-sociale dell’antico popolo ebraico. Israele, che godeva di una posizione esclusiva in quanto popolo eletto da Dio, non doveva darsi alle pratiche di altri popoli e ai culti pagani.
La religione ebraica, costituita dalla rivelazione di un unico Dio, era in continuo conflitto con la religione dei vicini Cananei, i quali adoravano molteplici dei della fertilità. Il culto pagano dei Cananei era caratterizzato da una prostituzione di tempio sia maschile che femminile.
Questa pratica viene esplicitata in Deuteronomio 23, 17 e comprometteva a più riprese la lealtà di Israele verso Dio. La parola ebraica che significa prostituzione di tempio maschile, qadesh, viene tradotta erroneamente con sodomia in alcune versioni della Bibbia; si tratta di una cattiva traduzione e interpretazione della parola.
Che cos’è un abominio?
Un abominio è ciò che Dio trova detestabile perché comporta macchia, slealtà e ingiustizia. Parecchie parole ebraiche traducono questi termini. Le troviamo ad esempio nel Levitico sotto il nome di “toevah”, parola di solito associata all’idolatria, come nel libro di Ezechiele in cui compare parecchie volte.
Data la stretta associazione della parola “toevah” per designare una relazione omosessuale maschile, esso rimette in discussione le conclusioni che porterebbero alla condanna di tutte le relazioni omosessuali fondate sull’amore e sul rispetto.
Un certo numero di riti e regole citati nella Torah è stato dato per preservare le caratteristiche tipiche della religione e della cultura di Israele. Ma, come viene detto nella lettera ai Galati 3, 22-25, i cristiani non sono più legati alle leggi di Israele. Altrimenti perchè non si astengono dal consumo di carne di maiale, di coniglio, di cavallo, di struzzo? Perchè non evitano la mescolanza di carne e latte, perchè non rispettano il riposo del sabato e non celebrano Kippur?
Consideriamo anche La lettera ai Romani 1, 24-27
La maggior parte dei libri del Nuovo Testamento, compresi i quattro Vangeli, non parlano dell’omosessualità e Paolo è l’unico autore a farvi riferimento.
L’affermazione piuttosto negativa di Paolo nei confronti dell’omosessualità si trova nella lettera ai Romani 1, 24-27. Nel contesto di una spiegazione più ampia sul bisogno che tutti hanno di rivolgersi al vangelo di Gesù Cristo, certi comportamenti omosessuali vengono citati come esempio dell’impurità dei pagani idolatri.
Questo passaggio riguarda tutti i rapporti omosessuali oppure solo alcuni comportamenti omosessuali conosciuti dai lettori di Paolo? La lettera ai Romani si rivolge ai cristiani di origine ebraica e non ebraica di Roma, che probabilmente erano abituati agli abusi sessuali praticati dai loro contemporanei, soprattutto dagli imperatori romani. Forse erano consapevoli delle tensioni che esistevano nella chiesa originaria tra i pagani e l’osservanza delle leggi ebraiche. Ciò viene menzionato negli Atti 15 e nella lettera di Paolo ai Galati. Le leggi ebraiche del Lievitico menzionano i rapporti omosessuali nel contesto dell’idolatria.
Che cos’è “naturale”?
Il significato del discorso di Paolo è che i pagani impuri abbandonavano ciò che era naturale –phusin, nel testo greco- per ciò che andava “contro natura” –paraphusin. Il termine “contro natura” in questi passaggi non si riferisce alla violazione della suddetta legge di natura quanto piuttosto ad un’azione che va contro la natura di ciascuno. In questa prospettiva, possiamo notare che è contro natura per una persona omosessuale cercare di vivere come un eterosessuale.
Romani 1, 26 è l’unico passaggio in cui compare nella Bibbia un possibile riferimento ad un atteggiamento saffico, sebbene il senso di questo versetto non sia proprio chiaro. Alcuni autori hanno visto in questo passaggio un riferimento ad una donna che adotta un ruolo dominante in un rapporto eterosessuale. Data l’importanza culturale che pesava sulla donna all’epoca di Paolo, questo senso può essere plausibile.
Le pratiche omosessuali citate in Romani 1, 24-27 venivano considerate il risultato dell’idolatria e associate alle pesanti offese segnalate in Romani 1. Presi in un contesto più ampio, oggi sembra evidente che questi atti sono diversi dai rapporti omosessuali responsabili e pieni di amore.
1 Corinzi 6, 9 e 1 Timoteo 1, 10
La valutazione delle affermazioni del Nuovo Testamento concernenti i rapporti omosessuali deve tener conto in maniera scrupolosa del contesto socio-culturale greco-romano, che era quello dell’apostolo Paolo. La prostituzione e la pederastia (rapporto sessuale di un uomo adulto con un bambino) costituivano i rapporti più diffusi tra persone dello stesso sesso.
Nella tradizione della Bibbia di Re Giacomo, possiamo leggere nella prima lettera ai Corinzi 6, 9 che Paolo accusa gli “effeminati” e gli “abietti”. Purtroppo, alcune traduzioni contemporanee sono peggiori poiché al posto delle sue parole usano il termine “omosessuale”. Recenti ricerche smascherano l’omofobia dietro queste cattive traduzioni. La prima parola –nel testo greco: “malakos”- tradotta con effeminato si riferisce probabilmente a qualcuno che manca di disciplina e di autocontrollo. Questa parola viene adoperata in altri passaggi del Nuovo Testamento senza MAI riferirsi alla sessualità.
La seconda parola greca riscontrata (“abietto” nella versione di re Giacomo) è “arsenokoitai”. Viene utilizzata una volta nella prima lettera ai Corinzi e una volta nella lettera a Timoteo ma in nessun’altra parte in altri testi dell’epoca. Essa deriva da due parole greche, l’una che significa “maschio, uomo” e l’altra che significa “letto”.
Questa parola è dunque un eufemismo per parlare di un rapporto sessuale. Esistevano altre parole greche per descrivere un comportamento omosessuale ma non compaiono da nessun’ altra parte nei testi del Nuovo Testamento.
Il più ampio contesto di 1 Corinzi 6 mostra che Paolo è molto preoccupato della prostituzione e quindi è possibile che egli si riferisca alla prostituzione maschile. Di qualunque cosa si tratti, molti eruditi giungono ad una conclusione semplice: il senso preciso di queste parole è incerto.
Nessuna legge contro l’Amore.
Vista l’incertezza delle traduzioni e considerata la Bibbia NON come una fedele cronistoria dei fatti accaduti, possimo dedurne soltanto una certezza, che Paolo riprende dal grande Maestro talmudico Hillel e fa sua nella lettera ai Galati 5, 14: “Poiché l’intera legge è adempiuta in una sola parola, cioè: devi amare il tuo prossimo come te stesso”.
Altre riflessioni:
“L’omosessualità che il Nuovo Testamento critica è la pederastia [quella che oggi chiamiamo pedofilia]nella cultura greco-romana”, Robin Scroggs, professore di teologia presso lo Union theological Seminary. New York
“Nessuno può essere assolutamente certo che le due parole chiave in 1 Corinzi 6, 9 facciano riferimento ad un comportamento omosessuale maschile”. Victor Paul Furnish, professore del Nuovo Testamento presso la Perkins School of Theology. Dallas, Texas
“Una lettura più approfondita della parola di Paolo concernente gli atti omosessuali nella prima lettera ai Romani rimette in discussione l’interpretazione moderna di questo passaggio. Paolo non negava l’esistenza di una distinzione tra puro e impuro e presupponeva anche che i nuovi cristiani allevati nel giudaismo speravano di continuare ad osservare il codice di purezza. Tuttavia egli si trattiene sia dal concettualizzare un’impurità fisica e peccaminosa sia dall’obbligare i pagani di recente convertiti ad aderire a questo codice di purezza”, William Countryman, professore del Nuovo Testamento presso la scuola Church Divinity of Pacific, Berkeley.
“La parola ebraica “toevah”, qui tradotta con “abominio”, di solito non indica qualcosa di intrinsecamente cattivo come possono esserlo lo stupro, il furto (citati nel Levitico) bensì qualcosa che è sempre impuro per gli ebrei, come ad esempio mangiare la carne di maiale, avere rapporti sessuali durante il ciclo mestruale. Questi due punti sono vietati negli stessi capitoli”, John Boswell, professore di storia all’università di Yale, New Haven.
I quaccheri riconoscono il matrim onio gay e questo stupido si perde in polemiche elttorali! (e mi ha pure estromesso dai suopi commenti!!!)
http://tinyurl.com/lx9nvp
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