4 Agosto 2009

Via il dente, resterà il dolore

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“Even when Mr Berlusconi does finally leave – and despite some fall in support there is no reason to believe his departure is imminent – there is little hope that the cross-party collaboration needed to introduce a new electoral system, more public accountability, greater media independence, and more competition to open up markets, will follow.”

Un pesante articolo sull’Italia e la sua classe dirigente, uscito venerdì scorso sulle colonne del Financial Times.

2 risposte a “Via il dente, resterà il dolore”

  1. Daniela Santus ha detto:

    Che dire? Quando la depressione mi coglie anch’io non posso fare a meno di fare i medesimi ragionamenti del Financial Times e, ultimamente, la depressione mi coglie ogni qualvolta leggo i quotidiani… ovvero più volte al giorno.
    Tuttavia, quando riesco a trovare in me quel residuo di forza che i maestri del Talmud avevano attribuito proprio a noi donne, riassumibile nella parola ebraica bi’nah, ovvero “vedere oltre”, la speranza si riaccende. E la speranza, per come la concepisco, è qualcosa che si irrobustisce grazie al coraggio, alla forza, al cuore e alla mente di chi la concepisce.
    Ormai, chi mi legge, conosce il mio sogno: Kadima. E kadima non è soltanto il partito fortemente voluto da Ariel Sharon, in Israele, e costituito grazie al comune impegno di donne e uomini provenienti dal likud (destra) e al labour (sinistra). Kadima è il ragionare attorno al benessere dei cittadini del proprio paese, è un progetto di pace, è uno sguardo verso il futuro, è un progetto di accoglienza e di sicurezza. Soprattutto è rinnovamento. Purtroppo qualsiasi progetto ottimo sulla carta ha necessità di linfa vitale per piantare salde le proprie radici: questo non è stato possibile in Israele a causa degli improvvisi problemi di salute che hanno gettato Sharon, giusto all’indomani del TOTALE disimpegno dalla Striscia di Gaza, in un coma da cui non si è mai più ripreso.
    In Italia questo progetto non soltanto è possibile, ma sarebbe l’unico vincente… anche alla luce delle riflessioni del Financial Times.
    Vi sono sensibilità che non sono di destra o di sinistra: lavoriamo su quelle. Gianfranco Fini sta andando, a mio parere, in una direzione molto interessante. E così, mentre Maroni si prepara a sfornare il meglio della sua attività politica, le ronde, e Di Pietro coccola Grillo, il Presidente della Camera lancia un altolà sull’utilizzo da parte del governo della formula dei maxi-emendamenti, e delle successive richieste di fiducia, che rischia di «esautorare il Parlamento».
    Non soltanto, a leggere le righe de la Stampa, Fini si prepara a una nuova battaglia sul Testamento Biologico, questa volta supportato da Giorgia Meloni, da Stefania Prestigiacomo, da Benedetto Della Vedova e da alcuni altri.
    Col PD, con Dario Franceschini attualmente e con chi lo guiderà dopo il congresso, vorrei condividere un poco della mia bi’nah, della mia voglia (se non proprio capacità) di vedere oltre: soltanto attraverso la condivisione di progetti, soltanto con la modestia che deriva dal sedersi attorno a un tavolo per lavorare insieme deriverà la possibilità di creare e rafforzare la speranza di quest’Italia malata. Gianfranco Fini ci sta mettendo la faccia, la mente e il cuore: non lasciamolo solo!

  2. oneenergydream ha detto:

    Concordo che si può uscire dalla nostra situzaione solo andando a collaborare in maniera trasversale alle forze politiche. Basta partiti partitini, etc, andiamo a collaborare!