Oggi è stato il giorno di Bersani, Franceschini e Marino. Lo dico subito: ho trovato Bersani mortalmente prevedibile, il cliché di se stesso. Uno stile comunicativo letale, veramente arduo da seguire. Quindi bravo, direbbe quella certa mentalità italiana (quella che non ha mai veramente accettato il Concilio Vaticano Secondo) per la quale più il celebrante è incomprensibile più è autorevole. Considerato che più della metà della platea aveva votato per lui, dai flebili e diradatissimi applausi si sarebbe detto che i suoi delegati dormivano già dopo il terzo minuto. La rievocazione del fantasma dell’Ulivo deve poi avere fatto il resto. Molto bravo Franceschini, invece. Un discorso scoppiettante, a braccio, che ha infiammato le sue già piuttosto infiammabili truppe. Doveva essere il discorso della vita, il discorso “pistola-alla-tempia” avrebbe detto Daria Bignardi, e lo è stato. Peccato che poco di quello che ha detto oggi stia scritto nella sua mozione e moltissimo nella nostra. E peccato che in caso di vittoria dovrà guardarsi da almeno metà della sua mozione, a partire da Franco Marini che ha già detto che se Bersani e Franceschini vanno al ballottaggio lui voterà in ogni caso per quello che arriva primo: come si dice in questi casi? Dagli amici mi guardi Iddio. Ignazio Marino non le ha mandate a dire a nessuno. Sono in conflitto di interessi, ma mi pare che il suo discorso sia stato bellissimo anche se il nostro eroe scontava la difficoltà di parlare davanti ad una platea che gli era chiaramente contraria (a partire dall’arcigno tavolo di presidenza). Ignazio ha parlato di ricambio, di coraggio, di imparare a scommettere su se stessi. Alla fine col suo otto per cento di delegati ha preso molti più applausi di Bersani, che mi pare il grande sconfitto di oggi. Avere il 56 per cento dei voti e non dimostrarli: non il miglior modo per prendere in mano un partito che ha bisogno di acquistare profilo, personalità e un’idea di futuro.
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Ivan Scalfarotto
Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno nel Governo Draghi. Deputato di Italia Viva. Mi occupo di democrazia, di diritti e libertà, di enti locali, impresa e affari internazionali.
Ho fondato Parks - Liberi e Uguali.
8 risposte a “Tre uomini al Marriott”
Ho ascoltato il discorso di Marino (mi riprometto di ascoltare anche gli altri due più tardi) assieme ai miei genitori. So solo che li ha convinti definitivamente ad andare a votare alle primarie del PD, partito che non votano più da qualche anno, e a votare per lui. Quindi, penso di avergli guadagnato due voti non sicuri 🙂
Il discorso di Marino è stato davvero molto buono, e questo lo dico a prescindere dal fatto che ne condivido i contenuti in 99 casi su 100. E’ stato un discorso denso, ricco di contenuti, di idee, di spunti, di soluzioni, di proposte. E anche ben scritto e benissimo letto. Marino ha dimostrato che quando si ha passione e si crede in ciò che si fa, si può anche diventare dei bravi retori, pur avendo un carattere mite. Mi ha ricordato, per certi versi, la retorica di Enrico Berlinguer.
Il dramma del PD è che ha tre candidati che sono: uno socialdemocratico, uno cattolico democratico e uno socialista liberale. Ossia, sono idee che basterebbero per tre partiti, non per uno solo. Chiunque vincerà farà sentire gli altri due inutili, sbagliati e fuori posto. E se rimarranno tutti nello stesso contenitore, lo faranno come sono rimasti nel PD fino a oggi: fratelli coltelli.
Anche per questo, la Destra italiana risulterà più compatta all’elettorato.
puntuale e precisa come sempre la tua analisi!
la mozione Marino si fa grande di persone come te!
Ovviamente mi auguro che le primarie ci siano favorevoli il più possibile, ma facendo l’ipotesi peggiore, spererei, almeno, che tutto quello di buono che ho visto in questi mesi, partecipando nel mio piccolo alla campagna per Marino, non vada nè perduto nè disperso!
Dove si possono rivedere gli interventi?
Io credo che Anellidifumo abbia ragione nelle sue conclusioni. E’ stato un errore di Veltroni (o magari non e’ stato un errore, dipende dai suoi fini) voler annientare le formazioni politiche minori con il “Corro da solo”, inglobando nel PD tutte le anime della sinistra con la filosofia del voto utile. Il punto e’ che ora, il PD, deve necessariamente scegliere se fare davvero politica (e quindi, cosa che sta piu’ a cuore a tutti noi italiani che credono nella democrazia, combattere davvero Berlusconi) oppure continuare a rappresentare nessuno con l’intenzione di rappresentare tutti. Non si puo’, ad esempio, essere a favore e contrari al testamento biologico contemporaneamente. O meglio, si’ che si puo’, ma solo se non si dice chiaro quale sia la propria posizione a riguardo.
Marino ha secondo me il pregio di dire chiari si’ e chiari no. Ma questa temo che sara’ la sua tomba politica in un partito dove convivono persone che vorrebbero dei no dove lui dice chiari si’ e dei si’ dove lui dice chiari no. Questo, secondo me e’ il problema. Ed e’ anche il motivo per il quale, chiunque vincera’ le primarie, alle prossime politiche Berlusconi vincera’ ancora.
Scusate per il messaggio troppo lungo
ciao
dario
Franceschini ha fatto veramente un bel discorso: nell’ultimo mese ha dato una sterzata netta alla sua linea politica avvicinandosi ai temi dalla mozione Marino. Un esempio: Franceschini ha detto che lo stato deve stare fuori dalla stanza di un ammalato, che è un suo diritto decidere se morire in un letto di ospedale o casa propria, che questi sono valori che gli ha trasmesso la sua famiglia CATTOLICA. Lo avesse spiegato mesi fa alla Binetti, avesse usato gli stessi toni risoluti quando alcuni membri del PD avevano dichiarato la loro intenzione di votare con Berlusconi un provvedimento vergognoso, totalmente privo di qualsiasi traccia di carità cristiana, fatto contro Beppino Englaro in sfregio al suo dramma familiare, oggi sarebbe stato più credibile.
Marino ha già avuto il grande merito di accendere il dibattito dentro a questo partito.
Bersani male e l’ombra di Dalema alle sue spalle LETALE: pensano ad un partito socialdemocratico da XX secolo, ad un partito con il 25% che grazie alle grandi capacità tattiche e strategiche dei suoi leader stringe alleanze con i Mastella ed i Turigliatto di turno. Evidentemente per ripetere i grandi successi di cui si sono resi protagonisti negli ultimi 15 anni: il siluramento di Prodi, il siluramento di Veltroni, una bella bicamerale a TUTELA del conflitto di interessi di Berlusconi ecc..
Credo sia ora di cambiare. Per questo darò il mio voto convinto a Marino.
[…] Tre uomini al Marriott […]
Ovviamente, tornerò nella mia vecchia sezione dopo anni di assenza al solo scopo di votare Marino.
Poi, quando avrà vinto il candidato peggiore possibile, ovverosia il “delfino” Bersani, me ne andrò definitivamente nell’IdV e non mi vedrete più… Fino a che non ci entrerete anche voi, in IdV, lasciando definitivamente il partito a Bindi & Binetti che già vi comandano 🙂
E dopo il voto omofobico della Binetti di oggi, questa è l’ultima campanella per il PD: o la espellete subito, oppure Ivan e i mariniani farebbero meglio a prendere atto che il PD è anche e soprattutto il SUO partito.