“Non ci risulta che nel palazzo abiti una persona di colore nero”… L’agghiacciante cartello affisso in un condominio milanese dice più di mille articoli e trattati dell’abisso razzista in cui sono precipitati questo nostro Paese e anche Milano, la città che ha costruito la sua fortuna di “capitale morale” sull’accoglienza e sull’apertura. E’ difficile anche descrivere l’orrore che fa la normalità piatta di questo pezzo di carta; è impossibile non farsi venire alla mente altri pezzi di carta, quelli con cui alla fine degli anni ’30 le persone venivano richieste di non entrare nei negozi per via della loro “razza”, versione antica ma non differente dal “colore” di oggi. Come abbiamo potuto consentire che tutto questo succedesse di nuovo, come possiamo non accorgerci che il razzismo è di nuovo qui tra noi, sdoganato da una politica che consente a se stessa, con l’assoluta impunità, di usare parole taglienti come lame. Che ha educato gli italiani a considerare legittima la violenza verbale, anche quella asciutta, di tono burocratico e amministrativo, di questo cartello nazista. Non sono solo le Santanchè e i Calderoli, i Borghezio e le Mussolini che blaterano in televisione. Sono anche quei rispettabili signori deputati e senatori che ti dicono in modo amabile che è questione di proteggere l’italianità, i nostri valori, e di conseguenza votano leggi ignobili come quelle che il Parlamento italiano ha sfornato (il reato di clandestinità, ve lo ricordate?) o impediscono che anche l’Italia affermi principi universali di civiltà in tema di cittadinanza e di rispetto (la legge Sarubbi-Granata è ferma ai box, e la legge contro l’omofobia di Paola Concia sappiamo bene com’è finita). L’omofobia, il razzismo, l’odio, la limitazione dei diritti altrui senza ragionevoli motivi sono diventate la norma, l’abitudine. Si è legittimata la preminenza del più forte, del cittadino di “colore bianco” direbbero in quel condominio, nella logica che la maggioranza vince: vince sulle regole, vince sulle leggi, vince sul buon senso, vince sulla civiltà. E’ il corollario di quindici anni di Berlusconismo, del lavacro del consenso che rende tutto legittimo e inarrestabile, della cura dell’interesse proprio, dell’eliminazione delle regole della civile convivenza basata sulla limitazione della propria libertà lì dove comincia quella degli altri.
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Ivan Scalfarotto
Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno nel Governo Draghi. Deputato di Italia Viva. Mi occupo di democrazia, di diritti e libertà, di enti locali, impresa e affari internazionali.
Ho fondato Parks - Liberi e Uguali.
14 risposte a “Colore nero”
[…] di Ivan Scalfarotto […]
Ecco chi era!
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/articolo/2123131
Ivan, quell’avviso è un reato. Bisogna denunciare alla polizia chi lo ha scritto e chi lo ha affisso in luogo pubblico. E’ chiaramente discriminante sulla base del colore della pelle, starà al giudice stabilire se ci sono anche gli estremi dell’istigazione all’odio razziale.
[…] sulla via del razzismo, no, no. Siamo un Paese razzista. Punto. La notizia è tratta dal blog di Ivan Scalfarotto, l’indignazione è […]
omini verdi ne sono stati avvistati in quel condominio?
[…] [Via Ivan] […]
[…] Colore nero “Non ci risulta che nel palazzo abiti una persona di colore nero” (tags: Razzismo Nero Milano Clandestini) […]
Guardi, Scalfarotto, che nelle societa’ multirazziali del futuro, il colore degli individui assumera’ sempre piu’ importanza. E’ un fatto inevitabile anche se capisco che alla Sinistra, quella preistorica, politicamente corretta e buonista che Lei rappresenta e che continua a perdere le elezioni, questo dia un po’ di fastidio.
Il colore, l’abbigliamento e perfino il comportamento sono caratteristiche che servono alla societa’ moderna per garantirsi tranquillita’ e sicurezza e per memorizzare situazioni che, in caso di necessita’, potrebbero essere utili per risolvere crimini come lo stupro, la rapina, la pedofilia, lo sfruttamento della prostituzione eccetera.
Quando si dice “colore” si intende anche quello bianco, ovviamente. E per abbigliamento ci si puo’ riferire al burka, alla caratteristica “camiza” islamica, al tipico copricapo nigeriano, alla gonna multicolore e svolazzante della zingara, al doppiopetto scuro e distinto del pedofilo, al biondo ossigenato innaturale del viados in minigonna, al vestitino succinto della D’Addario che passeggia, al taglio di capelli alla “marine” del fascistello picchiatore… fino al collanone d’oro massiccio del magnaccione meridionale.
Lei capisce che se si descrive un individuo di colore nero, si esclude che sia bianco, giallo, rossiccio, abbronzato o marrone. E questo puo’ semplificare le cose, quando necessario.
E mi sembra giusto ricordare che quando si spedisce una domanda di qualsiasi genere alle pubbliche autorita’ dei cosiddetti paesi civili, esiste sempre la colonnina in cui ti si chiede se sei frocio, ambidestro o…”naturale”,
Se sei bianco, nero o viola. Se credi in Dio o se invece te ne sbatti. E se credi in Dio che Dio e’? Quello bianco cristiano, quello marroncino islamico del Medio Oriente, quello giallino con la panzetta e gli occhi a mandorla dell’Estremo Oriente e via dicendo. Dicono che serve per le rivelazioni statistiche e per far girare meglio le moderne societa’ multirazziali.
Perche’ la Sinistra continua a dare importanza alle scemenze, come quella riportata in questo post, invece di fare intelligente campagna di opposizione? Mistero.
Per quanto riguardo il comunicato interno di quel condominio, per evitare “malintesi di sinistra” IO l’AVREI SCRITTO COSI, considerando che ci sono un sacco di cre-tini che vogliono metterci la malizia anche dove non c’e’.
“Distinti e Cari Condomini,
Un individuo, sconosciuto ad altri condomini che lo hanno descritto “di colore nero”, e’ stato visto uscire dagli scantinati del condominio. Non risultando a noi, amministratori del condominio, che nessuno dei presenti condomini puo’ essere descritto “di colore nero” e non risultando che nessun lavoro di manutenzione sia stato di recente commissionato ad “esterni”, ricordiamo a tutti di usare la massima attenzione e di segnalare, per la tranquillita’ di tutti, l’eventuale presenza nel condominio di ospiti di colore nero onde identificare quella presenza come perfettamente legittima e, naturalmente, sempre gradita. L’individuo di “colore nero” ha suscitato qualche sospetto per avere guadagnato accesso, apparentemente senza motivo, negli scantinati del nostro condominio.
Purtroppo, cari condomini, vivamo tempi difficili e la prudenza non e’ mai troppa. Il dettaglio del colore, nella descrizione dello sconosciuto, emerge proprio perche’ nel nostro condominio non vivono persone che possano essere identificate come “di colore” (come si usa ancor oggi informalmente descriverli negli stati ex-razzisti del Canada, dell’America e del Regno Unito, oggi molto progressisti), ed e’ proprio per questo motivo che lo sconosciuto di colore nero che usciva dagli scantinati ha sollevato una certa perplessita’.
Noi amministratori di questo condominio, tra parentesi, vorremmo inoltre ricordare ai nostri cari condomini ad “alta sensibilita’ razziale”, che nei paesi cosiddetti “civili”, quelli cioe’ che hanno impiegato duecento anni per sbarazzarsi della legislazione razzista che discriminava su coloro che un tempo venivano chiamati “negroes” e che venivano impiegati come schiavi nelle piantagioni di cotone pur essendo investiti di diritti ritenuti fondamentali nelle “bianchissime” Carte Costituzionali di quegli stessi Paesi, diritti che per secoli non furono mai riconosciuti se non, di recente, con un Presidente “di colore nero” di nome Barak Obama, in questi “civilissimi” paesi, si diceva, esistono schemi/progetti di reciproca sorveglianza e sicurezza che vengono chiamati (anche nel Canada di Anelli di Fumo (Sciltian Gastaldi) e negli altri paesi ex razzisti di lingua anglosassone) :
“NEIGHBOURHOOD WATCHING SCHEMES”.
Tradotto in Italiano per italiani un po’ idioti e politicamente corretti vuol dire:
“Progetti di reciproca sorveglianza nel contesto del vicinato”.
In tutto il civilissimo (ex razzista) mondo anglosassone questi “progetti” sono stati ideati e incoraggiati dalle polizie locali al fine di riportare…”suspicious activities in the neighbourhood such as bogus callers, anti-social behaviour or vandalism..”, che tradotto per gli italiani che parlano solo il dialetto preistorico della Sinistra Progressista Antifascista, vuol dire ” per riportare alla Polizia attivita’ sospette nel proprio vicinato come, per esempio: visitatori che appaiano “non genuini”, oppure segnalare comportamenti anti-sociali o atti di vandalismo…”
Si fa inoltre notare agli italiani come Schiltian Gastaldi, emigrati in Canada con la qualifica di “profughi antifascisti in volontario esilio”, che a Toronto, quando si chiama la polizia per un’emergenza di qualunque tipo si e’ immediatamente richiesti di fornire una descrizione degli individui sospetti e la prima domanda riguarda proprio il colore, seguito dal sesso, dall’eta’ e all’altezza.
Ecco un esempio tipico di telefonata di emergenza presso una stazione di polizia di Toronto, di New York e di Londra, cioe’ di tre grandi citta’ multiculturali di tre grandi Paesi ex-razzisti da poco diventati civilissimi, come il Canada, l’America e il Regno dis-Unito.
“Pronto, Polizia? Ho visto degli sconosciuti scavalcare il muro del giardino del mio vicino: sono neri-bianchi-asiatici, di sesso maschile-femminile, sui 20 anni, uno e’ magro, alto circa un metro e ottanta con un naso adunco e le orecchie a sventola; l’altro e’ piccoletto, grassottello e pelato come Sciltian Gastaldi, sul metro e sessanta. E ambedue portano una maglietta bianca con su scritto: “Gay di tutto il mondo, uniamoci”….”.
Una descrizione, invero, non politicamente corretta, ma essenziale alla polizia per correre dietro alle persone giuste e non alla casalinga pensionata che si trova per caso nelle vicinanze.
Temo che le elezioni si perdano anche per l’eccessiva imbecillita’ della cosidetta Sinistra Progressista.
EUGENIO MASTROVILLANI.
Caro Ivan Scalfarotto,
L’intervento di Eugenio mi sembra perfetto: la gente delle moderne societa’ multirazziali, come sta diventando velocemente anche la nostra, si riconosce “anche” per il colore della pelle.
Se in quel condominio nessuno con la la pelle nera risulta autorizzato ad accedere gli scantinati e’ perfettamente legittimo segnalarlo tramite avviso, raccomandando ai residenti, dei quali nessuno risulta essere di razza nera, a vigilare nell’eventualita’ che “estranei” siano in grado di guadagnare accesso a parti del condominio dove di solito non si ricevono ospiti, non si recapitano pacchi, non viene lasciata la posta, non bussano i venditori di enciclopedie.
In quei locali del condominio si possono trovare i garages delle macchine o le cantine dove i condomini tengono le attrezzature sportive (gli sci, le slitte dei bambini, le biciclette etc). In quei locali ci sono anche caldaie, contatori, cisterne, centraline elettriche che possono essere visitati solo da personale autorizzato.
Quindi la segnalazione di un estraneo, sconosciuto, “di colore nero”, puo’ essere utilissima sotto diversi punti di vista, tra i quali la sicurezza dei residenti e delle residenti. Puo’ succedere infatti che un malintezionato “di colore bianco”, ma anche “di colore nero”, si nasconda dietro la porta che apre agli cantinati per uscirne fuori quando scorge la vittima del suo prossimo stupro. E la vittima del suo prossimo stupro potrebbe essere, tocchiamo ferro, sua madre o sua sorella, caro Scalfarotto.
Succede a Londra, a New York e a Toronto.
A proposito dell’intervento di Anelli di fum0 che scrive:
“Ivan, quell’avviso è un reato. Bisogna denunciare alla polizia chi lo ha scritto e chi lo ha affisso in luogo pubblico. E’ chiaramente discriminante sulla base del colore della pelle, starà al giudice stabilire se ci sono anche gli estremi dell’istigazione all’odio razziale..”
sorge immediata la domanda: dove ha studiato giurisprudenza il signor Sciltian Gastaldi? A Trani? Dove si ignora cosa sia il reato di “concussione”?
E perche’ non viene lui, in Italia, a denunciare gli amministratori di quel condominio? Forse perche’, nel profondo, sa che farebbe una colossale figura di me-rda.
S’impone a questo punto una totale riforma delle Facolta’ di Giurisprudenza delle Universita’ italiane.
DARIO MARCHESELLI
E guarda un po’ Dario, per puro purissimo caso, l’avviso si concentra proprio su uno “di colore nero”. Hai ragione, siamo noi che siamo malpensanti. Sono certo che tra qualche giorno nello stesso condominio saranno allarmatissimi per il passaggio di uno sconosciuto dall’aria svedese. Se poi il condominio fa un annuncio di questo tipo faccelo sapere: mi raccomando, eh, che noi siamo qui che aspettiamo…
SCALPHA
Non hai capito la classica min-chia: rileggi il mio post e cerca di digerirlo adagio senza pregiudizi politicamente razzisti.
Uno svedese biondissimo che, sconosciuto ai condomini, esca dagli scantinati dove entrano solo i condomini in quanto proprietari, con chiavi d’accesso ai garages e alle cantine, oppure personale tecnico per la manutenzione autorizzato dagli amministratori, avrebbe suscitato le stesse perplessita’. Non e’ il colore nero della pelle la ragione dell’avviso di segnalazione affisso in quel condominio, ma la circostanza insolita, inusuale, sospetta dal momento che nel condominio non vivono “neri” e nemmeno “svedesi” e se venissero ricevuti legittimissimamente dai residenti che sono liberissimi di portarsi in casa chi vogliono, neri, gialli, arancioni e viola, si presume che prendano l’ascensore o usino le scale: certamente non passano per gli scantinati.
A meno che una condomina che stava facendo cornuto il marito con uno stallone di colore nero (beata lei, direbbero milioni di donne nel mondo) per evitare di essere colta in flagrante adulterio dal marito tornato anticipatamente a casa abbia suggerito allo stallone di colore nero di nascondersi nello scantinato per non incrociare il marito che rientrava.
In ogni caso una situazione “sospetta” che, con i tempi che corrono, costituisce motivo di perplessita’ e di responsabile investigazione da parte degli amministratori.
Comunque, in caso di violenza carnale, cioe’ in caso di stupro, sia femminile che maschile da parte di neri, di bianchi e di viola, la gente che la pensa come te, su richiesta di fornire una descrizione dell’assalitore/trice alla Polizia si rifiuterebbe di rispondere alla domanda riguardo il colore dell’agressore/ice perche’, come dice Anelli di fum0, “sarebbe discrimante sulla base del colore della pelle e potrebbero esserci anche gli estremi dell’istigazione all’odio razziale..”
Infatti mica tutti i neri sono neri uguali, come non lo sono i bianchi: ci sono infatti i neri di pelle molto nera, meno nera, marroncino, cappuccino e caffelatte e i bianchi possono essere cadaverici, pallidi, rosei, caucasici, mediterranei, olivastri etc etc.
Perche’ allora soffermarsi sui dettagli razziali? Si rischierebbe di gettare fango su qualche categoria e poi comincerebbero le solite generalizzazioni. I settentrionali di pelle piu’ chiara, i meridionali di pelle scura, gli appartenti alla razza anemica, sempre piuttosto palliducci e quelli di razza ebraica, con certe quasi impercettibili sfumature epidermiche che danno sul verdino, si sentirebbero giustamente perseguitati.
Meglio allora non riferirsi al colore della pelle, cosi la polizia continuerebbe a brancolare nel buio con forte incremento degli stupri da parte di stupratori che non possono essere individuati perche’ il colore della pelle non puo’ essere fornito per ragioni di etica razziale.
Allora poi le elezioni le vincono i fascisti che, essendo razzisti, elimirebbero la legge “democratica anti-razzista” guadagnando ampi consensi di massa.
Ed e’ cosi i democratici antirazzisti della sinistra perdono le elezioni e s’incazzano neri. (Questo e’ un modo di dire e con il razzismo non c’entra nulla)
Saluti
Scalpha, ogni tanto bisogna ammetterlo e non c’è niente di male a farlo.
Questo post è un passo falso e il tono della tua risposta ne è una prova.
Quel cartello l’unica cosa che mette in evidenza è una gran paura verso l’estraneo che entra nel tuo condominio, manco fosse un castello con il fossato attorno; ma si sa a Milano è così.
Il resto sono tutte pippe mentali, alla ricerca del facile applauso di una platea ansiosa di sentire che sta tornando il fascismo, il nazismo, l’olio di ricino e altre amenità di questo tipo.
E condivido anche le critiche ad Anelli che vuole piegare a proprio vantaggio solo una parte della cultura nordamericana; chiunque ha vissuto lì sa bene che in caso di emergenza/intrusione in proprietà privata, il 911 chiede informazioni su sesso, colore della pelle, razza, altezza e segni particolari di qualsiasi tipo.
E che mi risulti, a nessuna associazione di afroamerican o di zoppi o di mutilati, insomma a chiunque abbia qualche caratteristica fisica facilmente distinguibile e catalogabile, sia mai venuto in testa di chiedere i danni al 911 per trattamento discriminatorio.
E’ vero, siamo in campagna elettorale ed i toni sono esacerbati.
Ma sappi che la tua strategia è ormai chiara: a te di far crescere il PD non interessa proprio nulla; a te interessa solo portare avanti te stesso dentro il PD, rosicchiando all’interno voti qua e la.
Il che scusami, è cosa ben diversa.
[…] [Via Ivan] 45.988815 12.707528 […]
E tu vorresti essere il nuovo della sinistra? Per carità .