22 Marzo 2010

Eguali davanti alla legge

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Domattina la Corte Costituzionale, relatore il Giudice Alessandro Criscuolo, decide se sia conforme alla Costituzione il fatto che il matrimonio sia un privilegio di alcuni e non un diritto di tutti. Nel silenzio generale (provate a cercare su Google “corte costituzionale matrimonio gay” e vedrete che incredibilmente, alla vigilia di una possibile storica e rivoluzionaria decisione, ne parlano solo siti di costituzionalisti, di radicali e di gay) ne parlo qui con City, il free press. Qui, invece, l’appello da firmare.

2 risposte a “Eguali davanti alla legge”

  1. Guido ha detto:

    Ivan, a prescindere dalla visione di ognuno di noi sul tema dei diritti civili, ti pare sensato che su questioni così delicate si debba procedere per sentenze anzichè far sì che se ne occupino dei parlamentari degni di questo nome? Non rappresenta una enorme sconfitta per il potere legislativo? Tu sei il vice presidente del principale partito di opposizione, non dovresti esigere qualcosa in più dai “tuoi” parlamentari!? Lo dico con affetto ma anche con profondo rammarico. Se la Corte dirà NO, l’argomento sarà chiuso per sempre, se dirà SI, si creerà il solito vuoto legislativo all’italiana…

  2. Zanna Bianca ha detto:

    Guido, forse il modo più limpido per far passare una legge del genere in Italia richiede una sentenza della Corte Costituzionale.
    E’ vero, si tratta di un iter lungo e macchinoso, ma perlomeno pulito e cristallino sugli obbiettivi a cui tende.
    E’ vero si che se la corte dovesse accettare l’ipotesi di incostituzionalità, non credo che dal giorno dopo si potranno celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso; sarebbero necessarie leggi, regolamenti di attuazione, recepimenti ecc. ecc.
    D’altro lato però il parlamento, di sua sponte ha già dimostrato cosa è in grado di fare:nulla!
    Solo quel ridicolo disegno di legge sui DICO, di cui tutti hanno disconosciuto la paternità, mentre quei pochi che l’hanno rivendicata spergiuravano non si trattasse di un provvedimento per unire persone dello stesso sesso, ma per tutelare la nonna con il nipote, la badante con l’assistito, il leone con la gazzella e altre fesserie del genere.
    Quindi ben venga la corte a creare una vacatio legis; quanto meno per costringere il parlamento a legiferare su un oggetto ben definito: “il matrimonio tra cittadini dello stesso sesso”.