1 Aprile 2010

Contestatori

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In vent’anni di carriera nelle risorse umane e nel management raramente ho letto una definizione di leadership efficace, nella sua ossuta brevità, come quella del rigo e mezzo di Federico Rampini in prima pagina su Repubblica di oggi. Parlando di Steve Jobs, Rampini condensa in 13 parole ciò che fa di un semplice capoufficio (o anche di un capopopolo) un leader planetario: “Jobs esige una fedeltà assoluta ma vuol essere contestato, non sopporta gli yes-men”. Poi, continuando a leggere l’articolo, si scopre anche che le persone dalle quali Jobs vuole essere contestato non sono proprio banalissime ma sono scelte sulla base della loro massima capacità e talento. Ecco: mi chiedessero una consulenza col mio cappello HR, persa ogni speranza per il passato, proporrei questa efficace e semplice verifica come prova obbligatoria per tutti gli aspiranti leader del futuro.

14 risposte a “Contestatori”

  1. Paolo Bizzarri ha detto:

    Mi permetto di osservare che i risultati della selezione del personale nelle banche e nel mondo finanziario anglosassone e statunitense non depone a favore di chi ha fatto la propria carriera professionale nel settore.

  2. ciro ha detto:

    Tutto quello che si dice intorno ad Apple, Steve Jobs e prodotti relativi va preso con un pizzico di grain of salt (reality distortion field). Motivazione e stamina vincono su talento e capacita’. Una domanda retorica: considerando la premessa degli yesman (va pluralizzato in italiano?) VS contestatori come ci si spiega Berlusconi? Concludendo: com’e’ che nessuno in Apple ha detto a Steve Jobs che tutte le foto di lui con l’Ipad inducono l’illusione di uno gnomo che regge un Iphone? (Once you see it, it can’t be unseen). Qual’era il tema del post?

  3. scalpha ha detto:

    @Paolo: nelle banche e nel mondo finanziario anglosassone lavorano tra le migliori intelligenze prodotte dalle migliori università del mondo. Come poi siano state messe a lavorare queste intelligenze, quanto i controllori (anche pubblici) abbiano controllato, e quali siano le cause dei disastri della finanza anglosassone possiamo discuterlo. A meno che non si voglia dire, come mi pare fai tu, che lì dentro ci lavorassero solo dei fessi o degli sprovveduti o che milioni di dipendenti di BoA, Citi, Goldman Sachs, JPMorgan ecc. fossero tutti dei disonesti. Senza offesa la tua osservazione mi pare piuttosto qualunquista e non particolarmente informata.

  4. Paolo Bizzarri ha detto:

    @Ivan
    Visto che ti piace parlare di meritocrazia, saprai che il merito si misura sui risultati, e non sulle chiacchiere. Il risultato della selezione della classe dirigente del mondo bancario anglosassone è una enorme crisi finanziaria.

    A proposito di dirigenti delle stesse, vorrei ricordare che questi simpatici signori si sono riempiti di bonus multimilionari, mentre andavano a chiedere soldi allo stato. Ottimoe esempio di efficienza, indipendenza, moralità e trasparenza.

    A me sembra che sia tu quello poco informato. Comunque, ti ripeto il consiglio: di questo periodo, andare a raccontare in giro che sei stato dirigente di una banca inglese è una pessima idea. Non fa molto uomo di sinistra.

  5. scalpha ha detto:

    @Paolo: ribadisco che la tua analisi della crisi finanziaria basata sugli errori di recruiting mi pare francamente un po’ limitata. Quanto a me, mi trovo nella splendida situazione di non aver nulla da nascondere, il che secondo me – di questi tempi – fa moltissimo uomo di sinistra.

  6. Paolo Bizzarri ha detto:

    “Quanto a me, mi trovo nella splendida situazione di non aver nulla da nascondere, il che secondo me – di questi tempi – fa moltissimo uomo di sinistra.”

    Congratulazioni. Hai appena detto a tutti quelli che votano a destra di essere persone di dubbie caratteristiche morali. Sei effettivamente un perfetto politico di sinistra: dai dell’evasore, del imbroglione, del ladro o del tangentista all’elettore di destra e poi ti stupisci perchè non ti vota.

    Sei anche un perfetto politico di sinistra nella tua analisi del crollo del sistema bancario inglese: i dirigenti hanno ovviamente fallito (e hanno fallito IN MASSA) ma non c’è alcun problema nella loro scelta e selezione.

    In altre parole:

    – l’economia inglese va bene -> è merito della classe dirigente del settore finanziario anglosassone, che è il più fico e il più bello del mondo;

    – l’economia inglese va a puttane -> è colpa del sistema dei controlli pubblici che non ha funzionato, e che la classe dirigente di cui sopra ha SEMPRE osteggiato in modo feroce.

    Scommetto sei anche sicuro che il governo Berlusconi sta crollando, vero?

  7. Filippo ha detto:

    Ancora a fargli caso a questo Paolo (che evindetemente non ha altro da fare) e che ce l’ha con gli inglesi causa di tutti i mali dell’universo, sempre e comunque (e faccio notare che lo dice qualcuno che con gli inglesi non è esattamente “pappa e ciccia”).

    Ivan: ce vò pazienza con questi Trolls!

  8. Paolo Bizzarri ha detto:

    @Filippo

    In politica non esistono i troll. Esistono gli elettori. Io sono uno di quelli che deve decidere se votare destra o sinistra.

    Quanto agli anglosassoni: l’esempio portato è relativo a un personaggio statunitense.

  9. Filippo ha detto:

    Mi degno di rispondere e so che faccio male. Catastrofe finanziaria a parte. E da quando mondo e mondo che si sà che i potenti, spesso, preferiscono circondarsi di mediocri obbedienti piuttosto che di abili e fini collaboratori che li possano contestare e forse oscurare. Insomma è la storia del “cretino obbediente”che si ripete all’infinito.

  10. Paolo Bizzarri ha detto:

    @Filippo

    Posso capire che per la cultura anglosassone la definizione di Jobs possa apparire “significativa”. Uno che in Italia abbia completato un medio liceo classico potrebbe ricordare il Principe di Macchiavelli, in particolare il cap. 21.

    http://www.classicitaliani.it/machiav/mac13.htm#cap23

    Se invece uno ha giusto la cultura dei corsi di formazione aziendale, suppongo che la definizione di Jobs sia utile.

  11. Filippo ha detto:

    Paolo, che vuoi che ti dica? Che tutti quelli che escono dai Licei Classici sono degli illuminati allievi di Machiavelli? Magari.

    Detto questo, vedo, che coincidiamo. Io citavo un esempio tratto della vita di Mussolini, tu citi Machiavelli. No? I “cretini obbendienti” del Benito non sono che una delle tante categorie di adulatori di cui parla il Niccolò.

    Ora capisco che ti stiano sulle balle gli anglosassoni, ed una certa loro supponenaza, ma citando Jobs, Ivan in fondo voleva dire lo stesso. Il succo è quello. E forse lo diceva rivolgendosi all’Italia ingenerale, e, nel caso specifico, alla classe dirigente del PD.

    PS.: Detto questo per quanto sia fondamentale l’insegnamento di Machiavelli, ripetuto da 1000 altre persone e contro esempi, noto che l’uomo 500 anni dopo continua spesso a comportarsi nel modo opposto. E’ così.

  12. Paolo Bizzarri ha detto:

    @Filippo

    A me stanno sulle balle non gli anglosassoni. Stanno sulle balle quelli convinti che siccome una fesseria è detta in inglese (o in americano) allora è una cosa significativa. Citare Jobs su una banalità del genere è esattamente questo: come dicevi anche tu, queste cose sono note e stranote, e il fatto che in periodi diversi i potenti ci cadano dentro è un segno di come sia difficile l’equilibrio fra critici e adulatori.

    Che poi, citare uno come Jobs, aka il costruttore di costosi giocattoloni tecnologici fa molto fighetto di sinistra.

    Già me lo immagino, uno a fare il comizio agli operai di Santa Croce citando Jobs. Perfetto, guarda. Una valanga di voti prende. La Lega, dico, mica il PD.

  13. Anellidifum0 ha detto:

    Ciro, i nomi inglesi di uso comune in italiano non vanno mai pluralizzati all’inglese. Pensaci: dici “mi piacciono gli sport dello sci e del calcio” o mi piacciono “gli sports” ecc.? Penso si possa applicare anche ai nomi inglesi con plurale irregolare, anche se in effetti poni una domanda interessante, perché “gli yesmen” non suona mica male, ti dirò. Questa regola alcuni ritengono di applicarla a tutti i termini stranieri d’uso comune in italiano, anche il latino. Quindi “i curriculum” sarebbe meglio di “i curricula”. Tuttavia, siccome il latino è molto più studiato nella scuola italiana dell’inglese (lo so che è ridicolo, ma è così), l’uso del plurale latino quando si parla in italiano è ritenuto da alcuni obbligatorio, da altri tollerabile. Diciamo che valgono sia “i curriculum” che “i curricula”. Diventa meno intuitivo quando il termine è greco antico: “il topos” ok, ma “i topoi” secondo me non è più comprensibile dalla grande maggioranza degli italiani laureati, che sono chiaramente un’esigua minoranza già di loro.

    In compenso, “qual’era” con l’apostrofo, è un errore, dal momento che esiste la parola “qual” che è altra rispetto a “quale”. Quindi, non c’è bisogno di alcun apostrofo. E bada come ho scritto “alcun apostrofo”!

    Depongo la penna rossa. Per ora.