Non accettare leggi ingiuste, dice il Papa. Ingiuste secondo lui, è chiaro. Ma che cavolo significa accettare la legge? Se si può decidere se accettare o meno leggi che non ci piacciono, viene da chiedersi allora se sia altrettanto legittimo rifiutarsi di accettare anche l’ingiusta assenza di leggi che considereremmo giuste e comportarsi come se esistessero. Purtroppo però i diritti si negano con maggior semplicità di quanta ne sia richiesta per affermarli e quindi ciccia. Insomma mi pare che l’invito papale alla fine si risolva anch’esso in un “facciamo un po’ quel cavolo che ci pare” che è poi la sintesi ultima di questi quindici anni oscuri che hanno fatto a letteralmente pezzi il senso civico di una nazione.
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Ivan Scalfarotto
Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno nel Governo Draghi. Deputato di Italia Viva. Mi occupo di democrazia, di diritti e libertà, di enti locali, impresa e affari internazionali.
Ho fondato Parks - Liberi e Uguali.
3 risposte a “L'insostenibile opinabilità della legge”
Il papa è un religioso: ritiene che esista un principio superiore alla legge, a cui la legge debba conformarsi. Se esiste un contrasto tra tale principio e la legge, è la legge ad avere la peggio. A differenza di un laico, per il quale non esiste un principio superiore alla legge.
Il Vaticano ha nostalgia del suo potere temporale, che sarebbe più facile da riottenere se l’Italia si spezzasse in tre republichette. Da qui, la lotta alla supremazia della legge, un concetto che ha distinto il medioevo dall’evo moderno, ma che per alcuni italiani, come per esempio il signor Bizzarri qui sopra, è ancora fantascienza.
Non mi piace chi mi mette in bocca cosa che non ho detto. Ratzinger esprime le sue posizioni come capo della religione cattolica; questo non vuol dire che siano le mie.