…L’art. 2 Cost. dispone che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Orbene, per formazione sociale deve intendersi ogni forma di comunità, semplice o complessa, idonea a consentire e favorire il libero sviluppo della persona nella vita di relazione, nel contesto di una valorizzazione del modello pluralistico. In tale nozione è da annoverare anche l’unione omosessuale, intesa come stabile convivenza tra due persone dello stesso sesso, cui spetta il diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia, ottenendone – nei tempi, nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge – il riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri.
Corte Costituzionale Sentenza n. 138 del 14 aprile 2010 (Qui il commento del Professor Vittorio Angiolini, del collegio di difesa)
…Also uniquely affected are gay and lesbian Americans who are often barred from the bedsides of the partners with whom they may have spent decades of their lives – unable to be there for the person they love, and unable to act as a legal surrogate if their partner is incapacitated. For all of these Americans, the failure to have their wishes respected concerning who may visit them or make medical decisions on their behalf has real consequences. … And it means that all too often, people are made to suffer or even to pass away alone, denied the comfort of companionship in their final moments while a loved one is left worrying and pacing down the hall.
Presidential Memorandum – Hospital Visitation – April 15, 2010
5 risposte a “Parallele”
[…] Parallele http://www.ivanscalfarotto.it/?p=5435 […]
Fare una battaglia politica in tribunale è perdente. Le battaglie politiche si fanno nel terreno e con i mezzi della politica.
Bizzarri, quello che dici è storicamente falso. Basti vedere la storia dei diritti civili dei neri negli USA, o della uguaglianza della donna in Italia.
@Anelli
Storicamente i diritti sono disponibili quando c’è una maggioranza sufficientemente ampia di persone che li riconoscono come tale. Questo è l’unico modo di ottenere quello che tu vuoi: convincere abbastanza italiani che la cosa che vuoi è giusta.
Se lo ottieni tramite un giudice, un giudice te lo potrà levare tramite un’interpretazione “autentica” della legge.
Bizzarri, sì siamo d’accordo su quale sia la via maestra. Ma se ottieni qualcosa tramite un Tribunale Costituzionale (non un giudice: nove giudici supremi) sarà ben difficile che arrivi un altro Tribunale Costituzionale a togliere diritti concessi. E per fortuna!