“L’esclusione del matrimonio tra persone dello stesso sesso è il prodotto di un tempo in cui uomini e donne erano considerati avere ruoli differenti nella società e nel matrimonio. Quel tempo non esiste più.”
Il giudice Vaughn Walker ha sancito ieri l’incostituzionalità della “Proposition 8” che aveva bandito i matrimoni gay dalla California. Una sentenza che chiude soltanto temporaneamente una storia tortuosa che finirà sicuramente davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti e che aveva lasciato le 18 mila coppie che avevano fatto in tempo a sposarsi, nei quattro mesi e mezzo in cui era stato legalmente possibile in California, in una specie di limbo. Leggere la sentenza del giudice Walker è un’esperienza veramente interessante: tutti i pregiudizi e gli stereotipi sul matrimonio gay sono smontati senza nessuna pietà, uno per uno, per quelli che sono: pregiudizi moralistici basati sulla superiorità morale della maggioranza eterosessuale sulla minoranza omosessuale.
Eppure la cosa che mi ha affascinato di più di tutto è che Walker dice alla fine una cosa che trovo profondamente giusta e di cui non si discute mai abbastanza: che il matrimonio doveva essere necessariamente ed esclusivamente tra due persone di sesso diverso quando la diversità dei sessi, e la subordinazione della donna all’uomo, era la base stessa del matrimonio e della società. In una società dove la donna non aveva nemmeno la possibilità di stipulare negozi giuridici senza l’autorizzazione maritale, una donna senza marito era una specie di controsenso. Oggi che i coniugi sono pari, e che le donne contano (almeno sulla carta) quanto gli uomini, non si spiega più perché non sia possibile sposarsi tra uguali. Ecco, io credo che il giudice Walker abbia spiegato benissimo con questo passaggio per quale motivo la battaglia per il matrimonio gay sia una battaglia per una società più giusta ed equa in generale, e per una società meno maschilista in particolare. Chi si batte contro la possibilità che i gay sposino chi vogliono (scelta riconosciuta in modo indiscusso a tutte le persone eterosessuali) si batte per la famiglia tradizionale anche nel preservarne pervicacemente il suo carattere smaccatamente patriarcale: basti considerare che chi è contro il matrimonio gay è normalmente anche contro l’aborto, l’inseminazione artificiale, il divorzio e contro tutte le conquiste che hanno consentito l’emancipazione delle donne nel mondo occidentale, la loro autodeterminazione e l’affermazione della loro piena dignità.
4 risposte a “Un tempo che non esiste più”
ehh Ivan: l’uso del buon senso non portera’ mai niente di buono ad un politico in Italia.
[…] avere ruoli differenti nella società e nel matrimonio. Quel tempo non esiste più.” …. qui il post originale ….. Il giudice Vaughn Walker ha sancito ieri l’incostituzionalità della […]
http://www.laicitaediritti.org/?p=608
Ivan ho postato anche qui!
L
[…] tempo che non esiste più http://www.ivanscalfarotto.it/?p=5773 "Leggere la sentenza del giudice Walker è un’esperienza veramente interessante: […]