Qualche tempo fa, era il 22 luglio, avevo scritto per “Il Post” un pezzo dal titolo “Il candidato che non c’è”, riferendomi alle elezioni per il Sindaco di Milano e anche un po’ alla situazione politica generale che minaccia elezioni anticipate in primavera. Nel frattempo le cose si sono mosse qui in città, e a Pisapia si sono affiancati due altri eccellenti candidati.
Io sosterrò Stefano Boeri, e lo farò con grande convinzione. Non per disistima per Giuliano Pisapia o Valerio Onida, mancherebbe. Per Onida, in particolare, provo un rispetto estremo, quasi una deferenza, poiché lo ritengo una delle coscienze più alte e limpide di questo nostro Paese.
Il motivo per cui sarò al fianco di Stefano è un altro.
E’ il bisogno di vedere Milano volare. E’ la voglia che ho di pensare per una volta alla mia città in positivo. Di lavorare a un progetto che abbia dentro di sé il seme della creatività, della voglia di inventare e di sperimentare, di una prospettiva affascinante e divertente di futuro. Boeri mi pare il candidato dei tre che meglio rappresenta la spinta verso il nuovo, l’inizio di una corsa a fare di Milano quello che dovrebbe essere e non è mai davvero stata: una capitale europea. Il nostro paese ha un disperato bisogno di legalità e di regole, si tratta di una priorità assoluta. Eppure credo che Milano, più di qualsiasi altro posto in Italia, abbia le potenzialità necessarie perché il rispetto delle regole diventi la conseguenza logica di una città che funziona e non il punto di partenza del lavoro da fare. L’effetto e non la causa di una comunità sana e viva.
Boeri conosce le città: come funzionano, come lavorano, come vivono. Milano è una città amministrata in modo pedestre eppure, nonostante l’assenza evidente di qualsiasi leadership e di qualsiasi visione, ha questa straordinaria capacità sorprendente di camminare da sola. Milano fa benino anche senza una guida, perché i milanesi sono così e la città ce la fa comunque. Ma, proprio per questo, pensate cosa potrebbe diventare!
A Milano può tornare la vita, la creatività, la produzione. “The buzz”, come dicono gli inglesi. Milano può e deve diventare uno straordinario laboratorio di arte, un catalizzatore di talento, un incredibile esperimento di integrazione. Milano deve essere il posto delle classi creative, il luogo dove intelligenze di tutto il mondo dovrebbero avere l’urgenza di vivere e lavorare. E Milano deve essere anche il luogo dove il centro-sinistra dimostra all’Italia cosa vuol dire essere un Paese del ventunesimo secolo, qual è il suo progetto forte di società. Una società creativa, aperta, inclusiva, desiderosa di crescere.
Io penso che Stefano sia la persona che ci può guidare in questo lavoro entusiasmante. Penso che sia il candidato intorno al quale si può coagulare e può crescere quel gruppo di persone (anzi, lo dico: di giovani) che riempiano finalmente d’aria i grandi polmoni asfittici di questa straordinaria città.
2 risposte a “Vedere Milano volare”
Si tratta precisamente di questo.
[…] il mio commento su Facebook al post con cui Ivan Scalfarotto si schiera per Boeri. Mi sembra in tema. Pensateci […]