Per far capire quanto sia distorto il dibattito sui diritti civili nel nostro paese, ho pensato di pubblicare uno scambio di email che ho intrattenuto in queste ore con un lettore di “In nessun paese” (il nome è di fantasia). Tutto è nato da una mail che voleva essere di complimenti, ma che conteneva pure uno schiaffo a cinque dita destinato alla mia faccia. Uno schiaffo dato, quello che è più incredibile, in totale buona fede. Fedele al motto di Eleanor Roosevelt “Nessuno può farci sentire inferiori senza il nostro consenso”, ho voluto rispondere al mio lettore. E per lo stesso motivo pubblico, perché questa conversazione mi pare veramente rappresentativa di quanto in Italia il pregiudizio sia profondamente radicato tra le persone e di quanto si dia per normale e scontato poter discriminare il proprio prossimo sentendosi anche perfettamente a posto con la coscienza.
On 10/01/10 5:14 AM, Mario Rossi wrote:
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Ivan,
Apprezzo la chiarezza ed il coraggio con cui sono espressi i tuoi punti e pur non condividendo tutti i contenuti (es. adozione di minori da parte di coppie omosessuali) penso faccia bene a tutto il paese identificare degli aspetti precisi e qualificanti del dibattito civile.
Mario
On 10/01/10 6:22 AM, Ivan Scalfarotto wrote:
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Grazie Mario per il tuo messaggio.
Lascia solo che dica una cosa: l’accordo o il disaccordo di singoli o gruppi sui diritti degli altri, in un paese civile dovrebbero essere totalmente irrilevanti.
Se, per esempio io non fossi d’accordo che i neri potessero sposare i bianchi lo Stato farebbe benissimo (come per fortuna fa) a non tenere in nessuna considerazione le mie opinioni.
Così, ascolto il tuo disaccordo (anche se mi piacerebbe conoscerne le motivazioni: la scienza dice con chiarezza che l’omogenitorialità non è certamente nociva per i minori, e se il disaccordo non si basa sulla scienza allora non può che basarsi sul pregiudizio) ma trovo davvero sconcertante che la legge si basi su di esso.
Un saluto cordiale,
Ivan
On 10/01/10 6:48 AM, Mario Rossi wrote:
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Grazie della risposta sollecita, cortese e puntuale.
Il mio non è un pregiudizio ma una constatazione di prudenza non sapendo che ci fossero delle evidenze scientifiche in materia. Quindi la mia posizione è/era: non essendoci elementi oggettivo pro o contro, non sperimentiamo in un ambito così delicato, soprattutto in un paese così pronto a creare fazioni e barriere strumentalizzando situazioni e persone coinvolte.
Definirei la mia ignoranza, quindi, più che pregiudizio. Leggerò con attenzione quindi i riferimenti che vorrai inviarmi per farmi un’idea più completa.
Lasciami comunque chiarire che il significato di fondo del mio messaggio andava esattamente nella direzione che hai puntualizzato tu: io non sono (ero?) d’accordo su quell’idea ma penso che sia sacrosanto discutere ed affermare dei principi che lascino i singoli liberi di decidere senza imposizioni o esclusioni pregiudiziali da parte dello stato.
Anzi, sono convinto che proprio in queste condizioni che assumono maggior rilievo eventuali scelte individuali (di fare o non fare) fatte in nome della coscienza.
ciao
Mario
On 10/02/10 5:44 AM, Ivan Scalfarotto wrote:
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Caro Mario,
il fatto è che dato il clima culturale in Italia, anche persone dotate del massimo buon senso, come sei certamente tu, non si fanno scrupoli di dire con grande immediatezza e in modo assai diretto – come fosse la cosa più normale e naturale del mondo – quanto persone come me siano secondo loro inadatte a fare una certa qual cosa, e per quale motivo sia quindi perfettamente normale e quasi ovvio che la legge li discrimini apertamente.
E questo accade anche quando poi si scopre che le loro opinioni sono basate, come dici tu, sull’ignoranza. In fondo gli studi sull’omogenitorialità sono a disposizione di tutti alla distanza di un click di google (qui ce n’è uno: http://aappolicy.aappublications.org/cgi/content/full/pediatrics;109/2/341) e uno si aspetterebbe che le persone si informassero prima e non dopo di decidere che è giusto che tu sia considerato un cittadino inferiore agli altri…
Proprio questa superficialità, e l’assoluta buona fede con cui si infligge la crudeltà di un messaggio come quello che mi hai mandato tu (scusami se insisto, ma provo a farti vedere in modo un po’ brutale l’altro lato delle cose) ti fa capire quanto ci sia da lavorare.
Però hai ragione: l’unica cosa da fare è parlarne.
Un caro saluto,
Ivan
6 risposte a “E allora, parliamone”
Bravo Ivan…ci vorrebbero tutti i giorni 2 ore di educazione scientifica in TV a canali unificati a cura di Chiara Lalli che snocciola dati dalla letteratura internazionale, tipo maestro Manzi degli anni ’60.. ma temo che anche questo ancora non basterebbe ad aprire la mente ai benpensanti!
Bravo Ivan, come dice Ayaan (http://www.youtube.com/watch?v=BeYGC0yHeHg) “what can I do? I will not let you rest until I convince you”.
Il problema piu’ grande che ho riscontrato è che i pregiudizi e le opinioni personali assumono il rango di certezze assolute, diverse persone non credono alle ricerche scientifiche (ti dicono che sono state fatte in paesi diversi dal nostro, come se cambiasse qualcosa, oppure che i soggetti analizzati sono solo un piccolo numero, o che le ricerche non sono esaustive, insomma ne ho sentite tante).
Alla base c’è la presunzione di avere la ragione in tasca e soprattutto nessuna voglia di approfondire. La mia domanda è, come rendere maggiormente fruibili i risultati di queste ricerche quando anche un clic del mouse pare troppo difficile? Come arrivare alla gente? Anche nel nostro partito.. dove continuo a trovare difficoltà.. 🙁
Gli Italiani sono allergici ai dati scientifici..basta andare ad un congresso medico internazionale: “Sì vabbè quello ha una casistica di 10.000 casi ma vuoi mettere? Io ne vedo solo 1 all’anno ma sono mooolto più intelligente di lui! Perchè dovrei cambiare il mio comportamento clinico”
Caro Ivan,
condivido in pieno quanto da te scritto e le tue argomentazioni.
Però purtroppo devo dire amaramente che conosco persino dei gay che sono contrari alle adozioni alle coppie omosessuali…
E la motivazione che portano non è che i gay siano dei mostri incapaci di crescere dei figli, bensì che “un bambino ha il diritto di avere una figura paterna e una figura materna, ha bisogno di entrambe le figure genitoriali”. Purtroppo l’ho sentito dire più volte anche da miei amici gay…
[…] giorno fa ho pubblicato uno scambio di email con un lettore per mostrare quanto il pregiudizio dorma tra quattro guanciali poggiando sulla buona […]