Il mio pezzo per L’Unità, oggi (e sul sito del giornale c’è un forum aperto, se volete dire la vostra).
È stato un grande weekend. Sabato mattina ero a Roma, all’Assemblea nazionale dei circoli del Pd, poi nel pomeriggio sono corso a Firenze all’evento organizzato da Renzi e Civati. È stato un grande weekend perché ho visto con i miei occhi e toccato con mano che il Pd è vivo, presente, pieno di energie, di entusiasmo, di competenze. Una buona notizia, dati i tempacci che viviamo. Ci siamo, questo è chiaro. E ci siamo con forze fresche, con proposte forti, con gambe capaci di farle correre. A Roma giovani dirigenti di circolo di tutta Italia hanno raccontato il lavoro che siamo in grado di fare capillarmente in tutta Italia. A Firenze centinaia di militanti hanno utilizzato i cinque minuti a loro disposizione dandoci uno spaccato di come la nostra gente sia in grado di fare politica e innovazione in modi magari meno “classici” eppure così intimamente legati al nostro presente: la rete, le associazioni, i luoghi della ricerca. Solo il Partito democratico, nel mondo così asfittico, polveroso e provinciale della politica italiana, è in grado di mettere in campo ad un tempo l’organizzazione e l’innovazione, il territorio e la rete, il porta a porta e internet. Il Pd di Roma e quello di Firenze sono la stessa cosa, metterli in contrapposizione è miope, vuol dire perdere un’incredibile opportunità. La nostra forza si moltiplica se siamo in grado di mettere questi due modi di fare politica in condizione di essere complementari e di valorizzarsi a vicenda. Ma ci sono due messaggi che giungono da Firenze e da Roma molto chiaramente. Il primo è che gli spazi di espressione di tutta questa energia sono ancora pochi. Nico Stumpo ha detto a Roma che l’80% dei segretari locali del Pd ha meno di quarant’anni. È un dato eccellente, un dato che si fa ancora migliore però quando si fa seguire da una concreta possibilità per questi nuovi dirigenti di farsi ascoltare. L’anno scorso tra i segretari di circolo emerse prepotente la figura di Debora Serracchiani: sabato a Roma un giovane avvocato di Milano che coordina uno dei circoli della mia città, Cosimo Palazzo, ha fatto a me la stessa grande impressione che mi fece Debora un anno fa. E a Firenze ho visto succedere la stessa cosa: centinaia di esperienze condivise in una grande arena davanti a migliaia di persone. Rinnovamento vuol anche dire dunque dare opportunità al partito di esprimersi attraverso la voce di quei giovani dirigenti e militanti che possono raccontare, in forme più o meno tipiche della politica “tradizionale”, le innumerevoli iniziative e la buona politica di cui siamo indubbiamente capaci. Il secondo messaggio è dunque la conseguenza del primo. Diamo a questo nuovo Pd, in entrambe le modalità, la responsabilità di diventare sempre di più la nostra copertina, la nostra faccia.
Una risposta a “I giovani e il partito: Roma, Firenze e le voci nuove del Pd”
Hallo!
c’entro veramente poco con il PD ma ho apprezzato i toni del tuo intervento a Firenze.
Sono giorni intensi e noi espatriati, anche se lontani, partecipiamo piuttosto intensamente; francamente non credo che chi fa politica possa fare diversamente in un momento simile.
Per questa ragione, più che per le – molte – altre, mi stupisce che lo spazio dei commenti a questo post sia bianco, deserto: che significa?
Forse adesso, per quello che Firenze ha espresso, è già troppo tardi e inoltre, ci sono visioni che per passare dalla cartapesta fin dentro le ossa hanno bisogno di lunghe pratiche esistenziali
Abbracci
Nishanga
piesse / il mio punto di vista
http://nishangainberlin.blogspot.com/2010/11/anche-per-oggi-non-si-vola.html