17 Novembre 2010

Su Pisapia, sui diritti, sulla disciplina di coalizione e sulla vittoria elettorale a Milano

Appunti, Laicità, Milano

Ieri, maretta. Parto da Milano in mattinata per Roma e sull’aereo leggo delle dichiarazioni di Giuliano Pisapia che mi lasciano veramente stupefatto. Rispondendo a una domanda per la Stampa su come intenderà prendere i voti del centro, il nostro nuovo candidato sindaco risponde che “le posizioni eticamente sensibili resteranno fuori dall’agenda comunale”. Mi viene un colpo a vedere ancora una volta i diritti civili essere la prima cosa che si dà via per motivi elettorali.

Chiamo lo staff di Pisapia (sono a questo punto le 11) e chiedo una smentita. Dopo una serie di telefonate, alle 17 mi arriva una precisazione che dice: “Penso … che le scelte per la buona amministrazione – e Milano ne ha bisogno come il pane – non sono subordinate all’intesa su questioni che richiedono una legge nazionale, anche perché implicano questioni di coscienza profonde, intime, personali. Su questo ho convinzioni e opinioni, che esprimo e continuerò ad esprimere, anche da sindaco se i milanesi mi eleggeranno, ma non sono né possono essere oggetto di programmi di governo locale”. Davanti alla smentita, in particolare davanti ai punti in neretto, insieme ad Aurelio Mancuso diramiamo questo comunicato stampa:

SCALFAROTTO E MANCUSO (PD) A PISAPIA: I DIRITTI CIVILI NON HANNO NULLA A CHE FARE CON L’ETICA
“E’ davvero molto grave che nel suo primo giorno da candidato sindaco Giuliano Pisapia dichiari a La Stampa che ‘le posizioni eticamente sensibili resteranno fuori dall’agenda comunale’”, hanno dichiarato Ivan Scalfarotto, vice presidente nazionale del Pd e Aurelio Mancuso, esponente del PD milanese e presidente di Equality Italia.
“Se Pisapia si riferiva ai diritti e alla valorizzazione nella vita cittadina della comunità gay milanese, o al fine vita, o anche alla sostanziale impossibilità per le donne a Milano di ricorrere alla legge 194, vogliamo ricordargli che non qui non si tratta di etica o di coscienza ma dei diritti delle persone. Proprio ieri la città di Torino e il sindaco PD Sergio Chiamparino hanno varato il registro del testamento biologico, testimoniando quanto fondamentale sia il ruolo dei comuni in questo campo. Nello stesso giorno – proseguono i due esponenti democratici – il candidato scelto a Milano sotto le insegne delle parole ‘sinistra’ e ‘libertà’ ha invece confinato nella zona grigia dell’etica e fuori dall’agenda politica cittadina le istanze di laicità, l’apertura al mondo, la modernità che sono il patrimonio di Milano distrutto da vent’anni di malgoverno della destra”.
“Con un candidato sindaco del centro-sinistra che si smarca dal tema dei diritti e una destra xenofoba e provinciale, Milano sembra purtroppo rinunciare dal giorno uno della campagna elettorale all’aspirazione di diventare una capitale europea”, hanno concluso Mancuso e Scalfarotto.

Metto il comunicato stampa su Facebook e si scatena un pandemonio. Chi non è d’accordo con noi accusa me e Aurelio di voler boicottare il candidato a nome del PD sconfitto, di minare l’unità della sinistra e di mettere a rischio la vittoria elettorale.

In realtà non c’è nulla di tutto questo. Io ho appoggiato Boeri anche per le cose egregie che ha detto sulla comunità GLBT milanese (roba da futuro fantascientifico, a queste latitudini). Perché ha pronunciato la parola gay (anche per quello ci vuole coraggio), perché non si è lavato le mani della questione limitandosi al solito registro-delle-coppie-di-fatto (la formula risolvi problemi buona forse vent’anni fa), perché addirittura ha detto di capire e apprezzare il contributo della comunità GLBT milanese alla vita cittadina e ha addirittura riconosciuto la capacità dei gay di produrre fenomeni di “gentrification” o “gentrificazione” (ah, questi architetti!). Detto questo ho detto subito dopo le primarie che Pisapia era il mio candidato e così è. E così sarà in futuro. La mia campagna per Pisapia sarà assolutamente “pancia a terra” (come si dice oggi), farò tutto quello che posso per buttare fuori la Moratti e i suoi compari da Palazzo Marino e sono sicuro che Pisapia sarà un sindaco eccellente. Del resto non ho mai detto una parola contro di lui in campagna elettorale, e anzi ho sempre detto che i nostri quattro candidati erano tutti assolutamente straordinari. Cosa di cui sono convinto ancora

Ora. Detto questo io sconti su certe cose non ne faccio. Né a Bersani, né a Rosy Bindi, né a D’Alema (chi ha letto il mio libro lo sa). Non ne ho fatti a Vendola, e non ne farò a Pisapia. Devo dire che se rompo le scatole ai miei colleghi di partito mi guadagno la fama del coraggioso e se invece faccio rilevare qualcosa agli esponenti di SeL divento per qualche motivo un infame disfattista, ma certo questo non mi farà recedere.

Il punto è che l’Italia per certe cose è fuori dalla comunità degli stati civili. Correggere questa stortura, scusatemi, è molto più importante che vincere una singola elezione. Almeno lo è per me che sono uno che è tornato in Italia per fare politica in quanto (parafrasando Yoani Sanchez) “non volevo vivere in un altro paese, volevo vivere in un’altra Italia”. Se Milano è gestita da vent’anni quel mix micidiale dato dalla somma di Lega, CL e Berlusconi, non basta cambiare le persone al governo, bisogna cambiare soprattutto la cultura al governo. Mettere Pisapia al posto di Moratti non serve a nulla se poi Pisapia non fa di Milano un posto radicalmente diverso dalla Milano di oggi. Uno mi dirà: e questo lo vedi da come tratta i temi etici? Sì, lo vedo esattamente da quello, rispondo io. Perché se c’è una cosa dove il deficit di democrazia è evidente è proprio sulla possibilità per i cittadini adulti di questo paese di autodeterminare la propria vita. E allora è inutile che ci commuoviamo quando da Fazio e da Saviano parlano Beppino Englaro e Mina Welby, se poi il nostro candidato sindaco si scorda dei temi etici. Chiamparino, senza aspettare leggi nazionali o gestire casi di coscienza, ha sposato due lesbiche: un gesto di una portata simbolica rivoluzionaria. Come vedete i comuni possono fare tantissimo per i diritti civili.

Comunque, come tutte le storie anche questa ha un lieto fine. Pisapia in serata ha risposto a me e ad Aurelio con il comunicato che segue. Tutto è bene…

PRIMARIE MILANO:PISAPIA,GRANDE RILEVANZA A QUESTIONI ETICHE V. ‘PRIMARIE MILANO: SCALFAROTTO E MANCUSO…’ DELLE 18.00 (ANSA) – MILANO, 16 NOV – ‘Non ho mai pensato di tenere fuori dalla porta le questioni eticamente sensibili che assumono per me una grande rilevanza politica e civile’. Cosi’ il candidato a sindaco a Milano del centrosinistra, Giuliano Pisapia in replica alle affermazioni di Ivan Scalfarotto e Aurelio Mancuso.
‘Ho piu’ volte ripetuto in diverse occasioni pubbliche nel corso della campagna delle Primarie, trovando ampia accoglienza sulla stampa – aggiunge Pisapia – che tra i miei primi atti da sindaco vi sara’ tra l’altro l’istituzione del registro delle unioni civili e delle coppie di fatto. Considero essenziale questa scelta per lo sviluppo di una citta’ piu’ moderna e giusta. A partire dal registro verranno estesi gli interventi in campo sociale e culturale, nel senso piu’ ampio sostenuti dal comune’.
‘Ritengo questa scelta una battaglia di civilta’ – osserva Pisapia – che porterà a considerare le persone nella loro integrita’ e personalità, sconfiggendo così discriminazione, sessismo, intolleranza. Tutta la mia storia personale e politica e’ una storia di difesa dei diritti fondamentali dell’uomo tra cui il rispetto della personalita’ e degli orientamenti sessuali di ciascuno. Su questi aspetti ho convinzioni e opinioni che esprimo e continuerà ad esprimere anche da sindaco se i milanesi mi eleggeranno. Laicita’ e’ per me anche questo: saper distinguere gli ambiti, la competenza, la capacità di lavorare su quanto unisce o puo’ unire’.

22 risposte a “Su Pisapia, sui diritti, sulla disciplina di coalizione e sulla vittoria elettorale a Milano”

  1. Lorenzo L. Gallo ha detto:

    comincia il killeraggio? Vai così, che magari alle prossime elezioni ti candidano in posizione eleggibile. O forse no, e avrai perso anche i voti di quelli che veramente ti ritenevano un candidato “di rottura”.

  2. scalpha ha detto:

    Lorenzo, eppure scrivo in italiano…

  3. […] Post riprende il mio post di ieri, e mi “virgoletta” in homepage. Piazza della Loggia, […]

  4. ale ha detto:

    Sí, Scalpha, Lei scrive in italiano. Si infervora se Pisapia dice che la battaglia per i diritti delle coppie gay non è locale, ma nazionale, e lo accusa di pavidità. Tutto giusto. Però Lei è vicepresidente di un partito che coi diritti civili dei gay ci si pulisce il didietro, nei fatti; e inoltre se ne va a battere le mani a Renzi, quello che non ha mandato il gonfalone di Firenze al Gay Pride nonostante il consiglio comunale avesse votato per mandarcelo. Poi può anche dire di non fare sconti a nessuno, ma all’accusa di incoerenza non si può sottrarre, temo.

  5. alberto torricelli ha detto:

    Ale, solo per chiedere se Lei c’era a Firenze, ovvero se – avendo visto l’intervento che circola in rete – puo’, in tutta onestà, confermare che Scalfarotto abbia “battuto le mani”??

  6. […] This post was mentioned on Twitter by Massimiliano Aroffo, Corrado Truffi. Corrado Truffi said: Che fatica, e quanto ha ragione Ivan…http://is.gd/hlJk6 […]

  7. Fulvio ha detto:

    Trovo che Ivan abbia fatto bene a chiedee a Pisapia una precisazione. forse s enon l’avesse fatto non ci sarebbe stata l’ultima rettifica di Pisapia.
    Mi rendo conto che Pisapia debba avere i voti anche dei cattolici di sinistra e del centro, ma non è ch eocn questo si possa avallare il clima di clericalismo ch egrava come un cappa sulla società italiana

  8. ale ha detto:

    Ha ragione, Torricelli, non c’ero e ho usato impropriamente quel “battere le mani”. Allora formuliamola così: Scalfarotto fa parte con Renzi e Civati del gruppo di giovani che vuole “uccidere il padre”, come dissero loro a suo tempo. Si scandalizza per la posizione tiepida di Pisapia (e pure io ne sono deluso, anche se mi tocca il giusto, visto che non vivo a Milano e neppure in Italia), ma poi, lo ripeto, sta in un partito ancora più tiepido e non ha problemi a collaborare con Renzi. Meglio, così?

  9. gianluca ha detto:

    secondo me il problema non è Ivan,lui fa bene a ricordare a Pisapia che i diritti non sono dettagli nell’agenda politica, di qualunque politico, sindaco o un ministro non importa.. il problema è che il pd ascolta poco scalfarotto su questi temi perchè non gli conviene!! a volte quando Ivan parla mi sembra di ascoltare uno del partito radicale e non lo dico come insulto anzi…
    è sicuramente un bene che anche dai dirigenti del pd si ascoltino parole come quelle che dice inva, io però mi chiedo: se al mio prossimo collegio elettorale votare pd significa eleggere la bindi, ma perchè dovrei votare un’omofoba (senza troppi giri di parole)?

  10. Strade di Francia ha detto:

    Non son d’accordo sul killerraggio, Pisapia andava reguardito eccome no, e lo dico io che se avessi potuto probabilmente avrei votato per lui. Certo nel PD Ivan non ha la vita facile su ‘sti temi (anche se durante l’anno un pò di pulizie sono state fatte, vero Cicò?)

  11. alberto torricelli ha detto:

    Ale, sì, così va meglio. Vorrei però aggiungere che Ivan Scalfarotto ha “passato una Vita” a rispondere alla domanda “ma come fai a stare nello stesso partito della Binetti?”. Non credo quindi che abbia problemi a chiarire perché sta con Renzi (e con la Bindi, come dice gianluca). Anzi, penso che la risposta la possiate trovare proprio nell’intervento a Firenze, se avete la pazienza di (ri)guardarlo http://www.youdem.tv/VideoDetails.aspx?id_video=fe566b96-0510-4bd2-8a25-d98b609ad2db
    Dura 5 minuti esatti.

  12. […] sulle dichiarazioni di Pisapia (sintetizzate con spirito creativo dalla Stampa) proseguono qua e là sulla rete alcuni tentativi di trascinare SEL nella confusione e nella incertezza che aleggia fra […]

  13. ale ha detto:

    Scusi Torricelli, ma la risposta in quell’intervento non la trovo. Condivido tutto quello che Scalfarotto dice sul lavoro e sul riconoscimento delle coppie di fatto, ma da qui lui salta a dire di essere orgoglioso di essere vicepresidente “di questo Partito Democratico”. Perché? Non mi sembra che “questo” PD abbia espresso posizioni in linea con quanto Scalfarotto reclama (con ragione, lo ripeto). E allora, orgoglioso perché?

  14. alberto torricelli ha detto:

    Orgoglioso perché “questo partito democratico” – come lo vediamo in molti – è l’insieme di chi vive ogni giorno nei circoli, e fatica sul territorio e nei municipi, che tiene aperte le porte di quei circoli ai migranti e va nei mercati a fare “la vecchia propaganda” con i volantini e di quelli che “lavorano in rete” o che, nei modi più disparati, rappresentano un nuovo e diverso contatto con la contemporaneità e chiedono che proprio la contemporaneità pervada il partito prima e la società italiana poi (e questo è il senso ultimo di “uccidere il padre”). E’ così che devono stare insieme – per usare una sintesi imperfetta – “l’apparato” e le “esigenze di cambiamento generazionale” (Bindi e Renzi – attribuendo molto superficialmente dei nomi). E io credo, pur comprendendo le altre rispettabilissime opinioni, che il PD o sarà questa sintesi o non sarà. Che poi l’apparato possa degenerare in cordate e conventicole e la voglia di cambiare in puro opportunismo e sterile “nuovismo generazionale” lo so benissimo ma – a differenza di altri – credo ostinatamente che l’uomo possa cambiare la realtà che lo circonda e che, infine, se ciascuno fosse esclusivamente giudicato solo per i propri “compagni di viaggio”, senza guardare al percorso che intraprende, ci troveremmo in un mondo dove ciascuno cammina da solo o, al massimo, in una sicura e calda (ma piccolissima) combriccola di amici che passano il tempo a dirsi come sono bravi loro e cattivi gli altri.

  15. ale ha detto:

    Caro Torricelli, le Sue sono parole belle e condivisibili, ma il punto è un altro: qual’è in concreto la posizione del PD sulle questioni sollevate da Scalfarotto? Non mi sembra che tali questioni siano nel programma del partito e non mi sembra che ci sia molta disponibilità a mettercele da parte di chi quel partito al momento lo rappresenta ai massimi livelli. Leggendo il Suo intervento mi venivano in mente certi miei amici cattolici che quando chiedi loro come fanno a restare nella Chiesa con un papa come Ratzinger o Woytila ti dicono che la Chiesa è fatta anche di preti in lotta su fronti difficili, ecc. Tutto vero, però poi chi riceve visibilità, credibilità e potere è comunque quel papa che dicono di non appoggiare, ma la cui posizione rafforzano restando nella Chiesa. Se uno sta in un partito che non lo prende sul serio (ossia: non prende sul serio le sue idee), fa il gioco di chi è ai vertici di quel partito e basta. Ma mi sa che abbiamo idee molto diverse su cosa significa stare in un partito – e anche su cosa significa votare un partito: io da gay il PD non lo voterei, ora come ora. Lei pensa che Scalfarotto possa cambiarlo? Forse. Ma se nel PD continua ad esserci spazio per le Bindi e i Renzi (sempre tanto per fare nomi), dubito che il cambiamento andrà nella direzione che Scalfarotto si auspica, per lo meno in tema di diritti civili. In realtà nel PD ci sono un’anima cattolica e una laica incompatibili, secondo me; come lo sono la componente liberale (e quasi liberista) cui appartiene Ivan e quella vetero-sindacalista. Dove Lei e altri vedono una ricchezza, io ci vedo una debolezza fatale. Spero di sbagliare, perché vorrei che ci fosse un partito progressista forte. Ma, lo ripeto, non vedo nessun progresso in senso civico nelle idee di Renzi o della Bindi (per non parlare dei vertici e delle eminenze grigie tipo D’Alema e Veltroni).
    E poi un’altra questione: Nel 2005 Scalfarotto ha potuto presentarsi come indipendente alle primarie. Potrebbe farlo ora da vicepresidente del PD, se il PD candiderà Bersani? Se sì, allora sarà davvero il segno di un possibile rinnovamento (ma anche di un partito spaccato), sennò torniamo al discorso dei miei amici cattolici di cui sopra, con Scalfarotto a dare legittimità a dei vertici che non prendono sul serio le sue idee. Comunque, contento lui…

  16. alberto torricelli ha detto:

    Credo che ormai le nostre posizioni – e la loro sostanziale “incompatibilità” – siano ormai chiare. Sono comunque molto contento che il chiarimento derivi, come si dice, da un confronto “concreto e approfondito”(per quanto lo consenta il mezzo). Spero di ritrovarLa più avanti, se il PD cambierà (il che non è affatto detto). Ma se ciò avverrà sarà per l’impegno di gente come Ivan e – chiedo scusa per l’immodestia – come me. Arrivederci a quel momento.

  17. ale ha detto:

    Arrivederci e buona fortuna, caro Torricelli. Mi auguro sinceramente che abbiate successo.

  18. gianluca ha detto:

    Torricelli, scusami tanto: tu sei d’accordo con la Bindi quando dice che per un bambino africano è meglio stare in africa che essere adottato da una coppia gay? perchè queste sono le sue parole, e queste sono parole piene di omofobia e di pregiudizi, poche storie! hai letto bene il testo dei “dico”? io non dico la “Bindi” attribuendo superficialmente dei nomi, dico nomi e cognomi di persone che si permettono di decidere che io, in quanto omosessuale, sono un cittadino di serie B! e che mi chiedono di votare il PD in quanto partito del cambiamento e del progresso… bhè insomma, un po’ di coerenza la pretendo! il pd è (era?) il più grosso partito di centro sinistra del paese, quello con il quale tutti gli altri partiti, volenti e nolenti, devono entrare in relazione! ed io ho fatto la tessera del pd per la mozione marino, ho fatto militanza e volantinaggio nelle piazze e nei mercati come dici tu perchè secondo me un pd meno moralista e più laico fa bene a tutti, non solo a me! poi però la binetti e rutelli (e anche qua non faccio nomi a caso) se ne sono andati loro, nessuno li ha cacciati in quanto omofobi, per carità, anche questa è democrazia! partito democratico ok, ma democratico nei confronti di chi?? questa è la domanda da un milione di dollari!! e comunque ripeto, fincheè potrò appoggiare scalfarotto lo farò..

  19. Lorenzo L. Gallo ha detto:

    Mh, fatto sta che Scalfarotto attacca Pisapia, molto più della Bindi. Posso dire che non ci vedo coerenza? E lo dico da esterno, da persona che pur di non votare il PD così com’è (zeppo di sindacalisti e di democristianisti, due tendenze assolutamente deteriori e antidemocratiche che rovinano il paese) sarebbe piuttosto disposto a votare Fini. Nella speranza che da lui nasca una destra (almeno un po’) laica. Almeno Fini è a capo di qualcosa, non è l’eterno giovane come Scalfarotto, il delfino che resta sempre a fare il principe Carlo della situazione.

  20. alberto torricelli ha detto:

    Gianluca, certo che NON sono d’accordo con la Bindi! Al riguardo mi ha convinto nel profondo la posizione di Scalfarotto – facendomi superare qualche mia obiezione “vetero” – quando dice che basta pensare al dolore di un solo bimbo che perde la possibilità di avere una famiglia che lo possa scaldare per giustificare l’adozione da parte di una coppia gay. Fermo restando che tutti: gay, etero e anche single vanno valutati rigorosissimamente ex ante, ma partendo da criteri uniformi. Senza parlare delle basi scientifiche che, in argomento di famiglie omogenitoriali, si leggono nel libro di Chiara Lalli.
    Ebbene, questa posizione la sostengo in un circolo del PD, dove magari mi guardano “strano” ma posso instillare un minimo dubbio in quella molecola del partito, convincendo qualcuno che Scalfarotto ha ragione e la Bindi ha torto e che – lentamente e faticosamente – tutto il PD dovrebbe sposare questa posizione di civiltà. Se dicesse “ciao Bindi” sinceramente non credo che la battaglia sull’adozione gay farebbe un solo passo avanti. E, più in generale, è stato proprio un incontro con Scalfarotto che mi ha interrogato – certo troppo tardi – sulla questione dei diritti dei gay. Perciò non posso che concordare in toto con la tua affermazione finale.
    A proposito, proprio in quel circolo, al congresso di oggi, è “passata all’unanimità” la mozione sulla consulta “PD Rainbow” promossa da componenti della comunità GLBT romana.
    Lorenzo Gallo, visto che le nostre posizioni di base sono praticamente agli antipodi (io voto PD e tu non lo voteresti mai) penso che – salvo ulteriori considerazioni – manchino le condizioni “minime di base” per un colloquio non sterile che porti ad una nostra reciproca crescita. Penso di poter solo dire con una battuta: “dai nemici (in questo caso interni: la Bindi) mi guardo io, dagli amici (in questo caso esterni: Sel, teoricamente “libertario” e con un leader gay) mi guardi Iddio. Più seriamente, penso che Scalfarotto sia rimasto assai “scottato” dalla differenza fra la posizione di Pisapia e quella di Boeri. Altrettanto “scottato”, o probabilmente di più – lo dico per anticipare successive obiezioni – penso sia stato da quanto detto al riguardo da Bersani nell’ultima assemblea.
    Adesso però non riditemi “allora se ne deve andare…” !

  21. Lorenzo L. Gallo ha detto:

    Mi pare giusto, sig. Torricelli. Il PD non è un partito democratico, dunque non c’è confronto possibile. Come disse qualcuno: “Non dalle loro parole, ma dalle loro azioni li riconoscerete”. Infatti.

  22. alberto torricelli ha detto:

    Assolutamente d’accordo.
    Sulla seconda frase.