Non potrei essere più d’accordo con Francesco Costa che sul suo blog sostiene che a questo punto l’unica cosa da fare è chiedere subito le elezioni e prepararci alle medesime. Non penso però che sia soltanto una questione di mancanza di alternative. E’ vero che le elezioni anticipate non sono di certo l’ideale in questa situazione, con la speculazione internazionale che già ci guarda minacciosamente, ma vero è anche che stanti così le cose anche un improbabilissimo governo di transizione non sarebbe in grado di offrire quell’autorevolezza e quella stabilità politica di cui adesso ci sarebbe un disperato bisogno. Davanti a questo sfacelo (politico, economico e anche morale) e a un parlamento che sarà d’ora innanzi sostanzialmente una specie di Vietnam, credo dunque sia precisa responsabilità di un partito come il nostro quello di candidarsi a guidare il paese. Siamo nelle condizioni ideali per farlo? Probabilmente no, ma non dispero che la necessità ci spinga a diventare ciò che per lunghi periodi probabilmente non siamo stati: un partito capace di avere una visione univoca e originale e in grado (il che non rappresenta un mero dettaglio) di comunicarla efficacemente.
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Ivan Scalfarotto
Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno nel Governo Draghi. Deputato di Italia Viva. Mi occupo di democrazia, di diritti e libertà, di enti locali, impresa e affari internazionali.
Ho fondato Parks - Liberi e Uguali.
Una risposta a “Candidarsi a guidare il paese”
[…] volta, era il 18 febbraio 2009. Update: vedo che cose simili le dicono Civati, Lerner, Luca Sofri, Ivan Scalfarotto, Francesco Costa. I soliti insomma. La pensa diversamente invece Marco Bracconi su […]