Davvero non importa che sia stato reato oppure no aver impedito a Ignazio Marino di operare al Sant’Orsola di Bologna per “motivi politici”. Quello che conta è smantellare, è il caso di dirlo: chirurgicamente, questa logica di appartenenza, di cordata (vogliamo dire di clan?) che pervade tutta la società italiana e – come hanno in questo caso accertato i giudici di Bologna – duole dirlo, anche il nostro partito. Completamente inutile poi utilizzare belle parole come “merito”, “democrazia” o “partecipazione”, se non estirpiamo dai comportamenti pubblici, a partire da noi stessi, questa mentalità profondamente malata.
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Ivan Scalfarotto
Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno nel Governo Draghi. Deputato di Italia Viva. Mi occupo di democrazia, di diritti e libertà, di enti locali, impresa e affari internazionali.
Ho fondato Parks - Liberi e Uguali.
2 risposte a “Tutto il contrario del merito”
[…] non si fa lavorare un professionista per discriminazione politica è sempre (sempre) una brutta cosa, ma un giornalista RAI può fare tante cose oltre che condurre un TG. E se ha […]
“Partire da noi stessi” è un principio sacrosanto e che ci salverebbe dall’affermazione, spesso ripetuta da chi vive fuori dai circuiti degli addetti ai lavori, che “tanto sono tutti uguali”.
A me viene in mente un piccolo provvedimento – teoricamente molto banale e di facile attuazione – che potrebbe far distinguere il PD dagli “altri”, ovvero far sì che tutti i parlamentari PD mettano in regola i propri collaboratori, stipulando un contratto “normale” e pagando loro una retribuzione “normale”. Se non fai questo, come puoi poi parlare di diritti dei lavoratori, flexicurity e via discorrendo?