Sono a Londra. Ho letto i giornali italiani in volo e poi quelli inglesi una volta arrivato qui. La situazione vista da fuori è ancora più preoccupante. La “normalità” del dibattito politico negli altri paesi fa specie: qui niente intercettazioni, niente battone, niente politici ignudi, niente compravendita di parlamentari. Al massimo ci si scazza sul cambio della legge elettorale.
L’altroieri è uscito questo mio pezzetto su L’Unità. Lo pubblico anche qui, con ancora maggior convinzione di quando l’ho scritto.
La cosa che mi faceva pensare, domenica scorsa, davanti a una stupenda Piazza Castello stipata di gente era che quelle persone non erano lì, come potrebbe succedere in qualsiasi paese del mondo, a contestare un punto politico o a chiedere il ritiro di una legge o la rivendicazione di un diritto. No: decine di migliaia di persone si erano riunite, a Milano come in tante altre città italiane, per dichiarare un fondamentale e integrale dissenso sulla concezione dello Stato e della democrazia come si sono sviluppati in Italia negli ultimi anni. E così li guardavo e mi chiedevo quale possibile punto di sintesi si possa mai trovare tra quella marea di persone e quelli che si erano riuniti il giorno prima sotto le mutande con Ferrara a Milano ovvero le tante persone che amano Berlusconi – perché di questo si tratta: una forma d’attaccamento non prevista in una democrazia liberale – che la televisione sovente ci mostra. Siamo arrivati a un punto nel quale la spaccatura tra l’Italia “pro” (quella che non si fa scalfire nemmeno dalle accuse più infamanti e per la quale ogni ragionevolezza si infrange sulla persecuzione giudiziaria) e la parte contro (che vorrebbe un’Italia più simile ad ogni grande democrazia europea) non è più sanabile. E’ questa l’ultima ragione per chiedere a Berlusconi di andarsene subito, di fare un gesto di responsabilità. Di evitare la situazione di blocco le cui conseguenze il Presidente Napolitano ha ben spiegato a livello istituzionale ma che, al livello della partecipazione popolare, sta già creando una frattura nel Paese che non ha nulla di sano. Berlusconi non ha in alcun interesse la salubrità del clima politico, altrimenti risulterebbe chiaro anche a lui che la cosa più opportuna che oggi può fare per l’Italia è svelenire questo angosciante clima politico lasciando al più presto la scena.
3 risposte a “Come due eserciti”
Non per riportarti a contatto con la cruda realta’ britannica, ma solo per amor di correttezza dell’informazione vorrei sottolineare che a Londra ci si SCAZZA non solo per il cambio della legge elettorale, ma anche per i disoccupati che viaggiano baldanzosi verso i tre milioni, per l’inflazione che viaggia baldanzosa verso il 5%, per il milione e mezzo di giovani sotto i 25 anni senza lavoro, per il ritorno alla serieta’ dopo la bancarotta socialiste, per i problemi del Medio Oriente, per i biglietti falsi delle Olimpiadi del 2012 e per il matrimonio del principe Williams in Aprile, evento nazionale che dovrebbe portare un po’ di soldi nelle casse completamente asciutte dello Stato.
Capisco che scrivere balle fa parte della tradidizione della Pravda/Verita’, ma oggi la gente i giornali li legge tutti, italiani e stranieri.
Tra l’altro il “tuo” Daily Telegraph ha pubblicato donnine seminude come un volgarissimo tabloid parlando di Berlusconim con lo scopo, attraverso un razzismo sottilissimo di cui i tuoi Inglesi sono veri maestri, di consolare i sudditi della Regina della loro tristissima realta’.
La trasparenza non sembra essere il tuo forte.
Favolosi i commenti dei troll a libro paga del regime, che mischiano acutamente fondi di verità (il pregiudizio anti-italiano degli Inglesi) con plateali bugie (che tu abbia qualcosa a che fare con la Pravda – l’amico dei comunisti è semmai proprio il nostro premier, che prende ordini da Putin).
Il troll è sempre lo stesso, caro Lorenzo, cambia nome ma è ospite fisso.