25 Febbraio 2011

La vicenda Tedesco e le classi dirigenti del sud

Appunti

Leggendo i giornali di oggi mi tornava in mente una delle persone incontrate a Stoccolma mercoledì, che, tra le altre cose, mi ha detto: “Guarda io posso sopportare tutto, ma c’è una cosa sulla quale non posso passare che è la questione morale”. Aveva perfettamente ragione, su questo non si può scendere a compromessi in nessun caso. Per questo io credo che il Senatore Tedesco, che nel frattempo si è autosospeso dal partito, dovrebbe ora anche dimettersi anche dal suo seggio senatoriale – ottenuto peraltro perché subentrato all’unico parlamentare in carica che il PD abbia eletto alle scorse elezioni europee (si era stabilito che i parlamentari non potessero nemmeno candidarsi) – e dimostrare la sua estraneità ai fatti come un qualsiasi altro cittadino. Penso anche che sulla selezione di una classe dirigente trasparente, limpida e al di sopra di ogni sospetto si giochi la credibilità del PD, soprattutto nelle regioni del sud. Anche a costo di perdere del consenso elettorale, quello clientelare. E’ un lavoro duro, lo so, ma bisogna farlo e da subito.

16 risposte a “La vicenda Tedesco e le classi dirigenti del sud”

  1. cristiana alicata ha detto:

    Bravo, vicepresidente.

  2. gianluca ha detto:

    Bravo Ivan! è anche questo quello che mi aspetto dal PD

  3. Maurizio tricoli ha detto:

    Perfetto, e’ per questo che stiamo lavorando duro qui al sud, ma facciamo in modo che statuti e regolamenti del partito siano applicati e chi non livrispetta venga sbattuto fuori, senza possibilità di alcun rapporto col partito.

  4. Fernanda Gigliotti ha detto:

    è una battaglia dura quello della questione morale e della difesa della credibilità delle istiuzioni, ma non è giustizialismo, solo rispetto delle regole…

  5. Zanna Bianca ha detto:

    Buonasera a Tutti,
    innanzitutto l’autosospensione è un concetto tuttora oscuro, xchè uno come Tedesco autosospendendosi butta solo fumo negli occhi: continua infatti ad essere parlamentare ed a godere del’immunita dall’arresto e del sostanzioso stipendio. Avrebbe fatto bene a dimettersi da parlamentare, se proprio voleva dimostrare qualcosa.
    Nonostante questa gaffè, tipica xò per la razza politica nostrana, non si può non stigmatizzare che una richiesta di arresto a distanza di 2 anni dall’inizio dell’inchiesta, e che nella migliore delle ipotesi, qualora autorizzata, provocherà l’arresto in non meno di 30 gg., è a prima vista il classico colpo di teatro di una magistratura come quella italiana abituata da anni a tracimare dalle sue competenze; tracimazione che avviene, ovviamente, con l’abito lindo, pinto ed impeccabile di un atto giudiziario.
    E nondimeno mi stupisce che Ivan richieda che il senatore Tedesco si debba dimettere per il semplice fatto che ci sia un’inchiesta.
    Assurdo, xchè con la scusa dell’azione penale obbligatoria (un concetto assurdo che nella realtà si traduce in “ARBITRIO PURO DA PARTE DEL PM”, voi politici potreste farvi direttamente da parte, e lasciare che sia la magistratura a governare con la tecnica del “Tiro a Segno”; cioè, se non mi piaci ti impallino subito, tanto tu ti dimetti.
    Attenzione, non ho nulla a favore di Tedesco; anzi da pugliese ho salutato la sua nomina ad assessore alla sanità, come la fine della meteora Vendola. Tutti in Puglia sapevano che Tedesco da anni aveva aziende di famiglia che appaltavano ingenti commesse dell’Assessorato alla Sanità.
    Xò questo caso è di scuola: cedere sotto questo aspetto ad una amgistratura che più volte si è dimostrata immatura e non equilibrata al fortissimo potere costituzionalmente riconosciutogli, significherebbe abdicare per sempre al compito della politica, che è quello di “decidere ed amministrare”.
    Vi saluto

  6. […] parole di Ivan Scalfarotto, vice presidente del Pd, sullo scandalo della Sanità in Puglia, e sulla […]

  7. Lorenzo L. Gallo ha detto:

    Il commento di Zanna bianca è un esempio perfetto di notte in cui tutte le vacche sono grigie.
    Per evitare che la magistratura intervenga in modo indebito in politica, basta che i politici 1) le diano i mezzi per lavorare celermente (così il dimesso a torto può poi essere ricandidato in tempi brevi) 2) non commettano reati.
    Se non accettano queste condizione, dico: “Meh, ce cous’!” non vi voteremo più. Né alla regione Puglia, né al Parlamento.

  8. Zanna Bianca ha detto:

    Gentile Lorenzo, a mio avviso lei non riesce a cogliere alcune sfumature a mio avviso importanti.
    Quello che si coglie dalle sue parole è che in Italia esiste una sorta di sancta santorum inviolabile chiamata magistratura.
    A mio avviso invece, il fatto che la politica italiana faccia schifo, non ci autorizza a pensare che la magistratura sia il toccasana per tutti i mali italiani.
    La magistratura, come la politica e come tante altre istituzioni italiane richiede di essere riformata, xchè presenta al suo interno i vizi tipici della gente italica: nepotismo, burocrazia, inefficenza.
    Lei crede davvero che un magistrato italiano non riesca a lavorare xchè oberato di lavoro? L’inefficenza della magistratura italina è proverbiale: una marea di gg. di ferie all’anno e nessun obbligo di presenziare in tribunale.
    In sintesi: è vero che i soldi non ci sono, ma è anche vero che loro non fanno nessun sacrificio xchè la situazione si sblocchi, proprio xchè sono una casta di intoccabili.
    Ovviamente il tutto con le debite eccezioni, ma come sempre basta poco per rovinare un’intera categoria.
    Infine, la invito a pensare che se i padri costituenti inserirono l’immunità parlamentare, forse un motivo c’era; ed era proprio un motivo storico legato alla necessità di mantenere la supremazia del potere legislativo sul giudiziario.
    Saluti

  9. Mauro ha detto:

    La questione morale?
    Nell’Italia odierna che cos’è la questione morale, un’opinione astratta da definirsi come luogo comune?
    Cosa vera e recriminabile è il comportamento del cittadino in uno stato di diritto che non rispetta le norme giuridiche.
    La costituzione la nostra a mio avviso è la più bella del mondo. Se così è, ne consegue che gli esecutivi garantiscono fra di loro un perfetto equilibrio.
    Ritengo che la soluzione, sia l’educazione e l’erudizione del cittadino che conseguentemente attiva le proprie scelte con conoscenza e con coscienza dei propri obbiettivi e delle proprie aspirazioni.
    Con affetto a pugno chiuso.

  10. antonello paciolla ha detto:

    grazie per queste parole nette e chiare, davvero.scrivo da bari, spero che riescano a pronunciarne anche i dirigenti locali del pd della mia regione.

  11. pierluigi ha detto:

    Caro Zanna Bianca,
    io riprendo una tua citazione “Tutti in Puglia sapevano che Tedesco da anni aveva aziende di famiglia che appaltavano ingenti commesse dell’Assessorato alla Sanità.” Sono pugliese anch’io e lo sapevo anche io. La domanda sorge spontanea: possibile che il PD non abbia saputo esprimere un altro Assessore? Io non questiono la innocenza di Tedesco o la buona fede dei magistrati. Io dico che la politica deve essere kilometri davanti e al di sopra della magistratura. Noi sosteniamo da tempo che Berlusconi é “unfit”, non era e non é adatto a fare il Presidente del Consiglio. Lo stesso pensai di Tedesco quando fu nominato assessore. Dal PD che io voto mi aspetto questo: faccia della questione morale e del conflitto di interessi una bandiera vera. Questo si che sarebbe di sinistra e pagherebbe anche in termini elettorali perché pescherebbe a larghe mani dal partito dell’astensione.

  12. pietro_d ha detto:

    campa cavallo che l’erba cresce…

  13. Zanna Bianca ha detto:

    Ciao Pierluigi,
    sono daccordo cone te; possibile che il PD (e anche Niki Vendola direi) tra tutte le persone possibili abbiano scelto un personggione come Tedesco (e Frisullo) a gestire l’Assessorato più strategico di una Regione come la Puglia? Per chi non lo sapesse l’assessorato alla sanità nelle regioni assorbe oltre il 70% del bilancio regionale.
    Il problema che tu giustamente poni è politico e tutto interno al PD/SEL.

    Diversa è la questione di principio che pone Scalpha; come si può pensare che il mettere sotto inchiesta qualcuno possa far sorgere il diritto alle dimissioni di un eletto?
    Accettare questo dogma significa dare ad una magistratura il diritto di scegliere a proprio piacimento chi deve/non deve governare; sopratutto poi se si pensa che ai lunghissimi tempi giudiziari italiani (a mio avviso artificiosamente incancreniti sulla fase prelimerare/mediatica) e sulla mancanza di una legge attuativa della responsabilità civile per i magistrati ce sbagliano.
    Anni fà ci fu un referendum il cui esito non è mai stato tradotto in legge,….chissà come mai!

  14. pierluigi ha detto:

    Come chiosa sulla questione morale, io sogno il giorno in cui saranno i partiti a fare pulizia al loro interno e i magistrati saranno lasciati ad occuparsi di altro. Corruzione e clientelismo sono il cancro della nostra societá. La terapia deve iniziare da qualche parte. Sono troppo ingenuo a sognare che parta dalla politica? E ancora, chi se non a sinistra dovrebbe fare della battaglia alla corruzione e al clientelismo una bandiera?

  15. Lorenzo L. Gallo ha detto:

    L’immunità parlamentare fu pensata per tutt’altri scopi.
    Vedere applicata l’immunità parlamentare come è stato fatto negli ultimi decenni è qualcosa che fa di certo rivoltare nella tomba i padri costituenti.
    Non c’è un obbligo formale di dimissioni per gli indagati, è solo una questione di decenza. Non basta che la moglie di Cesare sia ineccepibile; deve anche sembrarlo, perché ha il dovere di dare l’esempio.
    Oggi in Italia alcuni ritengono che le cariche pubbliche conferiscano dignità a chi le riveste, ma non capiscono che vale anche il contrario: chi occupa una carica pubblica dovrebbe preoccuparsi di essere e persino di sembrare all’altezza.
    E non si può delegittimare la magistratura. Se ne possono denunziare i guasti. si può pretendere rigore, ma non si può limitare un potere dello Stato, soprattutto quando è rimasto l’unico contropotere all’arroganza dei potenti.