Il mio post per iMille.
Mi sveglio stamattina a Milano, una città con un sindaco progressista e per bene, un PD con tante belle facce pulite in consiglio comunale, e con una giunta comunale che non avrà assessori razzisti, fascisti e ciellini. E’ un buon giorno, si vede chiaramente dal mattino. Ed è un buon giorno anche per quello che è successo nel resto d’Italia. A Napoli, dove il bisogno di discontinuità non ha significato buttarsi tra le braccia dei casalesi, anzi. A Cagliari, dove contro ogni aspettativa, Zedda ha vinto largamente. E poi Novara, Trieste, Pavia, abbiamo vinto anche a Gallarate.
Magari mi sbaglio, ma mi pare che l’Italia si sia ripresa il diritto a una politica dignitosa. Europea. Che abbia detto “basta” al più grande venditore di tappeti che la storia ricordi e al suo modo di stare sulla scena. Che ieri i cittadini abbiano in modo molto pragmatico bocciato un modo di fare politica che non ha risolto i problemi né in Italia né nei comuni e nelle province, e che abbiano scelto persone che appaiono più affidabili sulle cose da fare, tanto a livello locale che a livello nazionale. Che – stanchi delle Ruby, dei conflitti di interesse, della politica messa nelle mani dei Borghezio, delle Santanchè e dei La Russa – abbiano rivendicato anche il diritto a una classe dirigente “normale”, rappresentata così bene da Pisapia, uno da cui compreresti sicuramente un’auto usata.
Anche il trionfo di De Magistris è stato un modo molto chiaro di esprimere un bisogno fortissimo di cambiamento. Il centrosinistra ha governato Napoli non male, malissimo. De Magistris non è stato il mio candidato, all’inizio. Non amo “l’uomo forte” in nessuna circostanza, anche se so riconoscere uno per bene da uno (molto) meno per bene. Però riconosco che De Magistris con questa vittoria così travolgente potrà avere poteri da commissario e governare senza dipendere dalle oligarchie malate dei partiti locali. A Napoli, ieri, il simbolo del PD non era nemmeno presente sulla scheda elettorale. Spero il mio partito costruisca sul cazzotto che ha preso e dia luogo alla più radicale opera di rinnovamento che si ricordi. E che da Napoli cominci lo stesso cammino in tutto il sud. Condizione necessaria è che il commissario Andrea Orlando non lasci la città e che non si vada ora ad un congresso provinciale fatto su un tesseramento di assai dubbia genuinità che avrebbe tutto il sapore di una resa di conti tra componenti interne, tutte sconfitte. Sarebbe tutto il contrario della rifondazione morale e politica di cui abbiamo bisogno.
Se ce n’era ancora bisogno, ieri abbiamo avuto la conferma definitiva che delle primarie non si può fare a meno. I nostri candidati erano forti, riconoscibili, legittimati dal mandato degli elettori. Lo stesso derby tra Morcone e De Magistris ha avuto in qualche un valore di primaria e il fatto che a Napoli le primarie tra Ranieri e Cozzolino si siano risolte in quell’esercizio pedestre a cui abbiamo dovuto assistere è stato concausa della sconfitta di Morcone – candidato sostenuto dal PD, ma, al contrario degli altri, scelto con una decisione dall’alto. Anche qui voglio dire una cosa su Boeri, Onida e Sacerdoti, gli sfidanti di Pisapia alle primarie che sono stati suoi straordinari supporter durante la campagna. Io credo che anche questa dimostrazione di compattezza e di lealtà, il fatto di aver mostrato che le primarie sono una cosa seria e che chi le perde seriamente lavora per chi vince sia stato grandemente apprezzato dagli elettori.
Fatte così le cose, le alleanze sono un posterius delle primarie. Non un appiccicare forze politiche disomogenee le une alle altre ma un’alleanza solida che si fortifica e si compatta lungo il cammino. Questo è il modello, ed è un modello che rafforza la logica bipolare. Che assicura coerenza e consente di presentarsi compatti all’elettorato. In questo schema non c’è più bisogno di ricorrere a un terzo polo che si mette nella posizione di praticare la politica dei due forni. Che qualcuno si preoccupi oggi dell’UDC e porti a esempio Macerata mi pare francamente lunare.
Ultima cosa. Ieri al TG4 Vivana Beccalossi del PdL si lamentava del fatto che la gente in Piazza Duomo ieri sera cantasse “Oh bella ciao” e Emilio Fede ha ribattuto che a lui “Oh bella ciao” come canzone non dispiace davvero. Devo dire la verità: anche a me non dispiace come canzone e sono molto affezionato alla guerra partigiana, alla resistenza, alla liberazione. Mi considero un antifascista tutto d’un pezzo. Ma credo anche che la storia italiana debba fare uno sforzo per guardare avanti. Non per rinnegare l’antifascismo o mettere sullo stesso piano fascismo e antifascismo, al contrario. Quella che dobbiamo costruire è una repubblica dove l’antifascismo – non solo in senso storico, ma in senso politico e culturale – sia il dato di partenza comune e condiviso. Come in Germania. Fare un serio esame di coscienza collettivo sulle nostre responsabilità collettive e ripartire tutti insieme come paese, con una destra e una sinistra ugualmente e profondamente democratiche e antifasciste. Finché non ci saremo riusciti non sarà possibile guardare avanti per davvero.
Ieri sul palco a Milano c’erano gli “Stormy Six”, storico gruppo della sinistra extraparlamentare degli anni 70. Quelli di qualche anno più grandi di me cantavano le loro canzoni a memoria e uno accanto a me, vedendoli salire sul palco, ha detto a un amico: “Mi pare che mi stia sparendo la pancia e mi stiano ricrescendo i capelli”. Dato che la prima cosa comporta grandi sforzi e la seconda è impossibile – come ha giustamente risposto il suo interlocutore al mio nostalgico vicino – cerchiamo, con questa vittoria, di non cominciare subito rincorrendo il passato e di non dimenticare l’inarrestabile sete di futuro che hanno espresso gli italiani in questo indimenticabile fine settimana.
2 risposte a “Il mio commento al voto”
piacevole la lettura del suo post….io non voglio farne questione di destra o di sinistra…credo comunque stando ai risultati di queste amministrative che qualcosa forse stia cambiando anche se temo che nel momento in cui la lega si sganci dal Cavaliere ops dal Primo Ministro possa recuperare i suoi voti….ad ogni modo speriamo che questa situazione di inerzia che vive il nostro Paese possa smuoversi un pò…!
[…] Ivan Scalfarotto Condividi […]