Io credo che chiunque nel Partito democratico si trovasse nelle condizioni di Tedesco o di Penati farebbe bene a dimettersi dagli incarichi istituzionali e di partito e dedicarsi a provare la propria assoluta estraneità ai fatti. Sarebbe un bel segnale da dare al paese: quello di un partito in cui in prima linea non ci sono indagati e anche, che è ugualmente importante, quello di un partito in cui nessun singolo è indispensabile. Lo ha detto bene Bersani durante la campagna elettorale: non siamo tutti uguali. Questa è un’ottima occasione per dimostrarlo.
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Ivan Scalfarotto
Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno nel Governo Draghi. Deputato di Italia Viva. Mi occupo di democrazia, di diritti e libertà, di enti locali, impresa e affari internazionali.
Ho fondato Parks - Liberi e Uguali.
11 risposte a “Indagini e politica”
d’accordissimo, Ivan! mi fa molto piacre che tu la pensi così.. 🙂 Questa cosa di Tedesco mi ha dato parecchio fastidio, come elettrice del PD: perchè poi naturalmente non dobbiamo stupirci se i meno accorti pensano “sono tutti uguali”.. spero persone come te e Marino abbiano il “sopravvento”, in vista delle prossime elezioni. Basta con gli impresentabili, almeno a sinistra!
“sarebbe” è il bellissimo dove vive il PD, Ivan, a parte te, Pippo e pochi altri 🙁
era saltata una parola:
“sarebbe” è il bellissimo limbo dove vive il PD, Ivan, a parte te, Pippo e pochi altri
NON sono d’accordo con Te Ivan.
Il Paese ha bisogno non solo di segnali ma di concretezza e trasparenza dalla Politica.
Per quanto riguarda la vicenda in cui è coinvolto Filippo Penati, credo basti veramente poco per far avviare un’indagine a carico di qualcuno (lo dico per esperienza diretta: da consumatore truffato sono in un attimo passato a consumato querelato per diffamazione ed estorsione! ho pubblicato su FB il trattamento ricevuto da un commerciante).
Credo vada trovata un’altra via per dare concretezza e trasparenza al paese, non quella dell’immediata resa a fronte di una querela e di un avviso di avvio indagini.
Credo che il Paese abbia bisogno di chiarezza, molta chiarezza. facciamo capire che differenza passata tra un’avviso di avvio indagini, una condanna in 1o grado e una condanna definitiva. Se c’è chiarezza su questo, e fermezza su chi ha condanne definitive, credo che il Paese sarà meno generalista, e meno “forcaiolo” con chi ha un’indagine avviata a proprio carico.
un saluto
andrea
Che impressionante sciocchezza. In pratica fai decidere alle procure chi siede in Parlamento e chi no.
Ma…in Inghilterra chi comandava: Tony Blair e Rupert Murdoch?
Ma… l’Inghilterra non era quel paese tutto trasparente dove i sudditi vedono tutto quello che succede dietro il Palazzo?
E allora perche’ Murdoch da 40 anni entrava sempre dalla porta di servizio della casa del Primo Ministro?
Forse tanto tasparente il Regno dis-Unito non e’.
E in una parte del Regno dis-unito hanno ricominciato a menarsele di santa ragione fra cattolici e protestanti.
Ma non avevano fatto la pace?
Ma se non riescono a fare la pace in casa loro perche’ gli Inglesi vogliono portare la pace nel Medio Oriente?
Io lascerei quel compito a Berlusconi. Lui si che saprebbe come rendere malleabile l’intransigenza araba: farebbe un party con la Ruby e dopo una settimana avremmo la pace in Medio Oriente.
Fa di piu’ un pelo di fi-ca che un esercito di carri armati.
Non sono convinto: non sono convinto che la magistratura sia così onesta e spoliticizzata da permettere quel che tu dici. Senza neppure una prima sentenza uno è costretto a dimettersi.. ci vuol poco per fare fuori politicamente qualcuno. Si tratta di una semplificazione esagerata, bisogna invece decidere caso per caso, carte alla mano e bisogna essere capaci di sostenere ragionamenti complessi di fronte agli elettori. E poi è una proposta che non tiene conto della realtà in cui viviamo: c’è una guerra in atto fra parte della magistratura e parte della politica. Vogliamo dirlo? Si tratta di DUE caste, con tutte le eccezzioni che si vuole, ma due caste!
nella posizione di Tedesco e Penati..e senza se e senza ma…chiunque dovrebbe dimettersi. Non fosse altro che per togliere il partito dall’imbarazzo. Nel caso poi di Tedesco..beh.che stiamo a discutere…il Pd ha fatto una meschina figura!
Mah, mi pare che non soi possano attendere o tre gradi di giudizio, per sapere se uno è onesto o no. E nemmeno il solo primo grado. Se sei “inquisito” manco imputato, ti metti da parte e pensi a difenderti, da cittadino. Doversamente, che facciamo? La persona ritenuta marcia dopo i tre gradi di giudizio, magari dopo 15 anni che ha ricoperto posti di responsabilità,ci diciamo: ERA un disonesto. E, nel frattempo, ci ha rappresentati, ci ha diretti (come governo o come opposizione). No, non può andare. Al più si deve fare in modo che, una volta inquisito, il politico abbia diritto al giudizio rapidissimo. Qui sì, il processo breve.
in dubio pro reo.
101 indagati http://zappingdemocratico.blogspot.com/