Ho seguito silenziosamente il dibattito seguito alle nozze di Paola e Ricarda che si è svolto su “Avvenire”, il giornale dei vescovi cattolici italiani, fino a che non mi è sembrato che si fosse passato il segno.
Riporto qui la lettera che ho scritto a Mario Tarquinio, direttore del giornale, e la sua risposta pubblicata sul numero di “Avvenire” di ieri sotto il titolo “Omosessuali e libertà di opinione”. In sostanza, a detta del direttore di “Avvenire”, va bene che i fondamentali diritti di alcuni cittadini possano essere limitati dalle libere e mutevoli opinioni di altri cittadini. E quindi concedere diritti ai cittadini lasciando quelle opinioni al ruolo che loro spetta (quello, appunto, di mere opinioni) sarebbe, secondo la definizione del Dottor Tarquinio, “un liberticida errore normativo”.
Lascio a voi giudicare questo carteggio che io trovo veramente surreale per gli standard di una democrazia occidentale. (Lasciatemi però esprimere un grazie di cuore al Jean-Léonard Touadi per le parole di solidarietà).
2 risposte a “Le surreali “opinioni” del Direttore di Avvenire”
le opinioni come quelle dell’avvenire mi ripugnano. la cosa più difficile però è avere a che fare con persone e gruppi portatrici di tali opinioni senza argomentare con un tautologico “tu sbagli perché hai torto”, spesso indotto dall’indignazione e dalla rabbia che la sola esistenza di tali persone suscitano. nel caso di specie, esclusivamente dal punto di vista logico, mi pare che abbia ragione tarquinio (se avessi scritto a mano, questa mi sarebbe tremata con quest’ultima frase…). non ho visto la lettera del lettore di avvenire, ma se è vero che – retoricamente, con l’esempio ‘forte’ della pena di morte – ha argomentato che il solo fatto dell’adozione di una legge in certi paesi che consideriamo (aprioristicamente peraltro) civili non depone a favore della bontà di tale legge, è un ragionamento puramente logico secondo me sostenibile. (io invece penso che siano per lo meno indizi che hanno un certo peso nella discussione. ho un’opinione diversa da quel lettore, quindi)
pure dire (se ho ben capito il senso post qui in commento) che tarquinio abbia definito “un liberticida errore normativo” l’eventuale scelta di dotarsi di legge su matrimoni gay (“concedere diritti ai cittadini”)mi pare un forzatura. mi pare che tarquinio abbia detto che la legge su omofobia avrebbe potuto avere l’effetto di essere liberticida, cioè di essere formalmente adottata per un fine ma segretamente avere l’effetto di limitare la libertà di opinione garantita costituzionalmente. questo mi pare dica tarquinio. cosa che, nel merito, io non capisco proprio, ancor prima di non condividerla. però è quello che ha detto.
al riguardo peraltro sarei molto curioso: come potrebbe un’aggravante penale, che si incastona su qualcosa che è già reato, al fine di aggravarlo, essere strumentalizzata per chiudere il becco a chi ha opinioni omofobe (queste ultime sono consentite, il reato no). cioè, qual è il loro argomento logico, per quanto deprecabile ed errato?
Affermare che “gli ebrei vogliono distruggere l’occidente” o che “i neri sono una razza inferiore” o che “le donne non possono guidare le automobili” non è esprimere una opinione, E’ ATTACCARE UN GRUPPO. La differenza credo è più chiara ed evidente che giustificare l’eterna verginità di Maria di Nazareth. Eppure ad avvenire difendono l’una e criticano l’altra. Credo ci sia bisogno di una reazione molto forte: non lasciamo passare quest’ennesima storpiatura, ovvero che criticare l’omosessualità sia lecito perché non si attaccano i singoli! Richiamo di giustificare chi attacca l’ “appartenenza ad una razzz” o il “professare una relgione” …