Doveva accadere ed è accaduto. L’affaire Penati si gonfia ogni giorno che passa e prima o poi uno che diceva che “il PD non poteva non sapere” doveva arrivare. E così oggi il Sindaco di Napoli De Magistris ha risposto in questo modo a Concita De Gregorio: Penati era il capo della segreteria di Bersani e “i leader sanno sempre benissimo ciò che accade nel loro cerchio stretto”. Bene. Che fare adesso?
Abbiamo secondo me davanti a noi due strade. Una è difenderci. Dire che non lo sapevamo, che da noi sono casi isolati, che noi siamo diversi perché quando uno di noi ci casca poi fa un passo indietro e rinuncia pure alla prescrizione e noi in ogni caso non attacchiamo mai la magistratura. Ecco: secondo me questo è il modo migliore per fare harakiri. Avere un percorso per gestire i postumi dello scandalo è positivo, figuriamoci, ma il problema vero è come convinciamo l’opinione pubblica che siamo un partito di gente affidabile e per bene. Che non candidiamo corrotti e corruttori, non che li espelliamo dopo che li abbiamo (tardivamente) scoperti.
La seconda possibilità è dunque prendere molto sul serio la vicenda Penati, assumersene collettivamente la responsabilità politica – e comincio io che vivo a Milano e con me lo faccia tutto il gruppo dirigente milanese – e costruire su questo tragico e devastante episodio una casa di vetro. Cominciamo per esempio a diventare rigorosissimi sui tesseramenti e sulle regole interne (in particolare a Napoli e nel mezzogiorno), cominciamo a chiedere davvero a tutti un passo indietro quando si è indagati, evitiamo di avere nelle nostre liste e tra i nostri eletti a tutti i livelli personaggi magari incensurati ma chiacchierati, intrallazzoni e pluririciclati, applichiamo tassativamente a tutti i livelli la regola dei due mandati, facciamo le primarie per i nostri parlamentari e per le cariche monocratiche.
Nella stessa intervista a Repubblica De Magistris oggi ricorda Enrico Berlinguer. Un nome e un cognome per ricordare che sulla questione morale l’unica cosa che conta è l’esempio che si dà con le cose che si fanno.
16 risposte a “La questione morale nel PD”
Bravo Ivan.
Bah. . . . ! Sì, Ivan, fare attenzione agli aspiranti tesserati! Va bene. E che fai? Indagini discrete e approfondite sulle voci che li circondano? Il certificato del casellario giudiziale? Non credo, non mi pare proprio possibile una rigorosa selezione preventiva. Certo un indagato lo si lascia fuori. Ma sai quante volte può capitare che una persona dal passato irreprensibile, davanti a una tentazione reale, si faccia prendere la mano? Io credo che sia sufficiente, ma necessario, che, una volta accertato il misfatto, sia pur solo politico e ancorché non penale, segua la espulsione con ignominia. Rapida e inappellabile. Ho tuttavia un incubo: sicuro che Penati non prendesse i soldi per il partito? Diversamente siamo tranquilli: o rinuncia alla prescrizione e si fa giudicare, ovvero fuori dai piedi.
Vorrei ricordare a tutti il caso di Giorgio Nugnes. Io lo avevo dimenticato ma lo ha ricordato l’altro giorno il mitico segretario della federqzione di Roma Miccoli. Nugnes era uno degli assessori della Giunta JERVOLINO incriminato per corruzione nell’ambito della vicenda dell’imprenditore Romeo. Una vicenda che fece fare i titoloni sul PD e sulla questione morale che lo riguardava, anche allora si disse lambendo i vertici. I titoli dei giornali erano simili a quelli che leggiamo in questi giorni sui giornali:” Pd nella BUfera…..la questione morale colpisce il PD, finita la diversità del PD” e tutto l’armamentario che conosciamo. Anche all’epoca furono pubblicate intercettazioni e i verbali accusatori dei PM, a piene mani.Nugnes si suicidò. Dopo la sua morte l’indagine arrivò alla conclusione di assolvere tutti i politici coinvolti. NUgnes era però già morto. Racconto questa storia per dire a De MAgistris, invece di rilasciare interviste che accusano idirigenti di un partito alleato al suo , di andare a deporre un fiore sulla tomba di Giorgio Nugnes. E poi perchè, caro Ivan, da quello che scrivi sembra che Penati sia già stato condannato mentre le indagini sono in corso e nonsi è svolto ancora alcun processo. QUalìè il modo di reagire? Tenere la schiena diritta nella consapevolezza che siamo un partito sano, con forti anticorpi. La gente saprà apprezzare dipiù se reagiamo colpo su colpo alle calunnie ed alle superficialità dicerta stamap e dicerti politici. La gente non è scema. Dopodichè tutti gli accorgimenti che tu suggerisci sono tutti da accogliere perchè giusti.
[…] alicata IMPOLITICO, IVAN SCALFAROTTO Lascia un commento …Un Ivan Scalfarotto che ha ragione. Ovviamente. Like this:LikeBe the first to like this […]
si. bene tesseriamo solo gente onesta, fuori dagli intrallazzi, ma per i vertici? Sono sempre i vertci che non permettonomai ai giovani di emergere, alle persone meno mnote di farsi strada, ricordi le primarie per il segretario PD? doveva essere per forza Bersani, imposto dall’alto, venivano a votare dicendo “bravo quel Marino, però io voto Bersani”… Dobbiamo mandare a casa la NomenKlatura del PD: Penati, Bersani, D’alema…
Ivan,magari immettendo in circolo la classe operaia, quella che deve solo far il lavoro “sporco”(e parlo di feste, volontariato,etc)Per una volta le facce pulite cercatele anche lì!
Ivan comincio a dire che ti fa onore affrontare un nodo così spinoso, però mi permetto di ribadire che questo eccesso di ingenuità è ormai inescusabile, Bersani oltre che palesemente il mandante politico di Penati nello sperpero di denaro milanese è anche l’uomo che ha vinto le primarie col 90% dei voti calabresi ( regione immediatemente dopo persa dal PD ) politicamente stiamo parlando di voti della Ndrangheta, quello degli affari degli inceneritori , quello di qualsiasi accordo con i Poteri forti è buono , pensare che ci possa essere una soluzione allo scandalo Penati, diversa e minore delle dimissioni da Parlamentare e leader del PD di Bersani , vuol dire illudersi, è il minimo in uno stato degno di questo nome oggi Bersani sarebbe già sulla lista catturandi delle forze dell’ordine.
Da noi invece il più atroce dei crimini, la corruzione si prescrive in 7 anni e mezzo, e la durata media di un processo penale e di 8 anni , guardacaso.
Caro Ivan:
condivido le tue proposte. Ne manca una: più democrazia nel partito, meno peso alle oligarchie, più peso alle assemblee degli iscritti a tutti i livelli, più rapporto con gli elettori. Insomma un partito controllato dal basso. Con stima, Franco Quadrifoglio
Caro Ivan,
non c’entra con la questione morale, ma come vice-presidente del PD, puoi fare una sollecitazione a chi di dovere, che è ora di mettersi d’accordo con SEL e IdV su un programma condiviso e non presentarsi con proposte diverse (e spesso modeste) sulla manovra? O continuiamo ad aspettare Casini? O ci prepariamo a sostenere Montezemolo? Mandi, Franco Quadrifoglio
E che dire di Burlando? sei mesi di galera per nulla. niente. De Magistris non poteva non sapere di Scilipoti e De Gregorio??? Attenti alle parole. Ricordiamoci che la vicenda Penati è servita strumentalmente a IDV per mettere in difficoltà Pisapia e la sua giunta. Il neo sindaco è stato costretto a chiedere le scuse a Di Pietro pena l’esclusione dalla maggioranza.
Se ci crediamo davvero, ci riusciamo… Dare un volto e un’anima pulita al PD è realizzabile attuando ciò che scrivi… ma lo permetteranno mai?
Portando alle sue logiche conseguenze il ragionamento, dovrebbero dimettersi tutti gli esponenti di spicco del Pd milanese, che non potevano non sapere. Incluso ovviamente Ivan Scalfarotto.
De Magistris nel rilasciare quelle dichiarazioni si e’ fatto influenzare probabilmente dall’osservazione diretta di azioni e comportamenti del PD napoletano, che e’ stato giustamente “piallato” da un elettorato nauseato oltre ogni limite.
Va quindi capito, almeno lui.
Gia’ le primarie in quella citta’ avevano portato alla ribalta quella Questione Morale che mi sembra la segreteria abbia preferito per quieto vivere accantonare, preferendo invece prendere spunto da quell’osceno teatrino, che avrebbe dovuto vedere l’espulsione di tutti gli organizzatori e candidati, per rimettere in discussione la validita’ stessa di quel tipo di consultazione.
Voglio rispondere a Omar Supio. Io credo che in ogni comunità le persone abbiano una reputazione. Se uno è stato irreprensibile tuta la vita e poi, diventato un politico, si mette a rubare: ok, non ci possiamo fare nulla. Però quello che possiamo fare è cercare di candidare a sindaco la persona considerata fino a quel momento la più trasparente e onesta del paese e non il maneggione che ha vissuto tutta la vita facendo affari border line. Possiamo creare una cultura per cui ai nostri congressi nessun candidato prenda mai il 97,5% dei voti perché è chiaro che quel voto non è un voto libero ma condizionato da una mentalità da clan familistico e militarmente controllato. Insomma, io penso che ci sono tante cose semplici che possiamo fare agendo anche secondo il comune buon senso. Sarebbero comprese dalla gente e ci darebbero un’identità come partito che combatte per la legalità nel Paese in modo credibile, perché prima di tutto è pulito a casa sua.
“Possiamo creare una cultura per cui ai nostri congressi nessun candidato prenda mai il 97,5% dei voti . . . .”
Certo, giusto. Ma come? quanto tempo ti ci vuole? chi ti sostiene a livello di partito? quello che sta li dove si trova, perché ha avuto il 97,5% dei voti? L’utopia è la gravidanza della grande politica, ma ce l’abbiamo il tempo per fare questo? D’accordo con te su tutto quel che dici, ma queste mie riserve offuscano l’orizzionte.