Le dichiarazioni di Massimo D’Alema mi hanno veramente colpito. Non solo per quello che ha detto, ma – dato che le abbiamo ascoltate direttamente dal video – anche per come ha detto ciò che ha detto. La serenità e la convinzione adamantina con la quale un uomo del suo livello ha inanellato stereotipi, pregiudizi, inesattezze e falsi miti mi hanno convinto che sia a questo punto necessario da un lato rompere gli indugi e dall’altro che bisogna cominciare a “dire” per educare. Rappresentare una posizione netta a favore del matrimonio gay affinché parta un dibattito che serva, come nel caso nato dalle dichiarazioni di D’Alema, a informare e a far riflettere un Paese che su questo tema non ha mai avuto accesso alle informazioni necessarie per farsi davvero un’opinione.
Sono convinto che tra i militanti del PD sui temi detti “etici” (così detti per farli restare irrisolti) ci sia una consapevolezza e una maturità che non ha nulla a che vedere con i tatticismi che il Partito esprime. Credo che se mai si facesse una consultazione tra gli iscritti (e figuriamoci tra gli elettori) testamenti biologici, procreazioni medicalmente assistite e matrimoni gay non avrebbero nessun problema ad essere approvati e anzi penso che il nostro nicchiare su questi temi sia causa di un’enorme frustrazione tra chi ci segue.
Ne abbiamo discusso dunque con Sergio Lo Giudice, con Cristiana Alicata, Carlo Santacroce e altri amici e compagni e abbiamo deciso di partire proprio dal matrimonio gay e mettere insieme tutte quelle persone che nel partito su questo tema hanno una posizione in linea con quella degli altri partiti socialisti, democratici e progressisti europei (e non solo) e che non avrebbero problemi a vedere il PD sostenere la linea semplice e chiara della piena uguaglianza dei diritti.
La finalità è chiara: dare corpo a una posizione politica chiara e netta che esiste e che è gravemente sottorappresentata. E’ uno di quei momenti in cui ciascuno può passare all’azione, una di quelle volte in cui ciascun singolo può influire. Niente deleghe: se non siete d’accordo con le tesi di D’Alema questa volta potete metterci il vostro nome e cognome.
Per aderire al manifesto (che trovate qui sotto insieme al comunicato stampa), basta scrivere a dirittiugualipertutti@gmail.com.
GAY/PD – SCALFAROTTO E LO GIUDICE (PD) “SI’ AL MATRIMONIO GAY. FACCIAMO EMERGERE IL PD CHE SUI DIRITTI E’ IN LINEA CON L’EUROPA”
“Il fatto che persino una persona colta e avveduta come Massimo D’Alema confonda matrimonio civile e religioso e consideri l’istituto matrimoniale come ‘un’unione tra persone di sesso diverso, finalizzata alla procreazione’ dimostra un’esigenza non più procrastinabile: che venga alla luce quella parte del Partito Democratico che – portando il PD ad allinearsi con i partiti progressisti, socialisti democratici e con la legislazioni più avanzate nel mondo – è a favore del matrimonio e che a sostegno di questi democratici si schierino le associazioni nazionali lgbt e tutto il movimento gay e lesbico italiano” Lo dichiarano in una nota congiunta il vicepresidente del PD Ivan Scalfarotto e il capogruppo del PD al Comune di Bologna Sergio Lo Giudice.
I due esponenti democratici hanno iniziato una raccolta di adesioni a un manifesto per uno standard europeo dei diritti delle persone omosessuali e transessuali in Italia: matrimonio, riconoscimento delle famiglie omogenitoriali, gestione della transizione per le persone transessuali ed estensione della legge Mancino contro l’odio omofobico. “Proprio adesso, in questo momento di crisi economica in cui è fondamentale ridare speranza al Paese e con il PD chiamato a divenire asse portante dell’alternativa di governo – continuano in coro Cristiana Alicata (PD Lazio) e Carlo Santacroce (associazione 3D) – è importante che il PD rappresenti quelle istanze di modernità che non sono secondarie, nemmeno economicamente, ma rappresentano la natura di un Paese che guarda al futuro e non al passato. Un paese dove tutti possono assumersi doveri e dove tutti sono uguali è un paese più moderno, un paese dove valga la pena restare per contribuire, un paese in cui riconoscersi.”
“Chiamiamo a raccolta – continuano insieme – chi vuole contribuire al progetto del PD in termini di innovazione. Noi crediamo in questo progetto, consapevoli degli ostacoli posti anche all’interno del nostro partito da un forte ritardo culturale e da una prevalenza di posizioni più attente alle ragioni dell’alleanza con partiti confessionali ed omofobi come l’UDC che a quelle della parte sana del Paese. Abbiamo il compito – concludono – di dare speranza a tutti i cittadini italiani. Prendere una posizione chiara sui diritti delle persone omosessuali significa avere il coraggio di prendere decisioni e guadagnare anche la fiducia di chi, pur non essendo omosessuale, non vuole vivere in un Paese che limita i diritti dei suoi cittadini.”
DIRITTI E DIGNITÀ LGBT: UNA RETE PER IL PD
L’Italia appare sempre più caratterizzata da un complessivo arretramento politico, sociale, economico e culturale. La politica risulta ostaggio di una maggioranza illiberale, che mina in tutti i campi il principio costituzionale di laicità, rendendo così volontariamente impossibile la collaborazione e la crescita comune tra culture diverse.
L’arretratezza dell’Italia nella tutela dei diritti e della dignità delle persone lesbiche, gay, bisessuali e trans è uno dei sintomi di tale arretramento, ma è un fenomeno che ha anche proprie, negative, specificità.
Il Parlamento, non solo si è dimostrato incapace di elaborare qualsiasi soluzione legislativa per riconoscere i diritti negati alle persone gay, lesbiche e trans, ma ha anzi affermato, con un voto surreale e indegno di un paese civile, l’incostituzionalità di una semplice legge contro le violenze nei loro confronti.
Lo stesso centrosinistra appare, tuttavia, incapace di proporre una propria complessiva visione dei diritti delle persone Lgbt e le strategie opportune per realizzarla.
Noi, militanti, simpatizzanti, elettori, potenziali sostenitori del Partito Democratico non ci arrendiamo di fronte al fallimento della politica sulle questioni relative ai diritti umani fondamentali di una parte importante della popolazione, tematiche imprescindibili per uno sviluppo completo e complessivo di una società che la politica ha il dovere di affrontare organicamente.
La politica ha la possibilità e il dovere di agire in Parlamento, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nelle Pubbliche amministrazioni e ovunque nella società per guidare, e non frenare come avviene oggi, quella crescita culturale che rappresenta la sola strada per garantire il definitivo superamento di ogni discriminazione e, di conseguenza, di ogni violenza.
Per questa ragione riteniamo necessaria la nascita di una rete nazionale permanente di azione sul e nel Partito Democratico che unisca tutti e tutte coloro, iscritti o meno al Partito Democratico, che condividano i nostri stessi obiettivi.
Riteniamo, in particolare, che il PD debba urgentemente affrontare alcuni temi fondamentali:
– l’estensione del matrimonio civile alle coppie dello stesso sesso, come richiesto dal Parlamento Europeo a partire dalla Risoluzione del 1994 – e già presente in molti stati – attraverso iniziative legislative adeguate che quantomeno diano una risposta alla sentenza 138 del 2010 della Corte costituzionale, nella quale la Corte ha chiesto al Parlamento italiano di garantire alle unioni tra persone dello stesso sesso “il diritto fondamentale di vivere una condizione di coppia, ottenendone il riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri”. In assenza di un’adeguata e rapida soluzione programmatica condivisa, crediamo che la strada giusta sia quella di coinvolgere la base attraverso lo strumento della consultazione diretta degli iscritti, dando loro la possibilità di esprimersi su un tema che nel paese oggi trova un consenso crescente;
– la prevenzione e il contrasto alla violenza omofobica e transfobica, attraverso l’estensione della legge Mancino, ai casi di discriminazione e ai crimini d’odio motivati da orientamento sessuale e identità di genere;
– la tutela delle famiglie omogenitoriali a cui viene limitata la possibilità di esercitare in una forma giuridicamente riconosciuta i doveri e le responsabilità genitoriali, con pesanti ripercussioni sui diritti delle bambine e dei bambini;
– i diritti e la dignità delle persone transessuali e transgender che furono oggetto di una legge innovativa nel 1982 ma che oggi necessitano di nuove misure legislative e di politiche attive che assicurino il superamento del grave livello di discriminazione a cui sono sottoposte nella società e in particolare nel lavoro.
Con la costituzione di questa rete nazionale permanente ci proponiamo – anche collaborando con il mondo associativo, e in particolare con le associazioni LGBT che costituiscono un prezioso patrimonio di volontariato ed impegno – di favorire il confronto, contribuire all’approfondimento e alla crescita culturale, monitorare e stimolare le necessarie azioni positive da parte del Partito Democratico.
Vogliamo dare forza così al nostro impegno per giungere rapidamente a soluzioni concrete, per dare forma ad una società che riconosce a tutte e tutti piena cittadinanza con diritti e doveri specifici e condivisi, per rendere l’Italia un paese civile ed accogliente, al passo con gli altri paesi europei.
21 risposte a “Il PD dei diritti civili”
Aderisco senza alcun dubbio, è ora di finirla con gli stereotipi ed i tatticismi pseudoreligiosi, la dirigenza si fermi davvero ad ascoltare i propri militanti e votanti ed agisca di conseguenza, se non ha l’elasticità mentale adeguata, che se ne vada a casa!!! Louise
Lodevole iniziativa. Peccato che sia rivolta a un partito che dovrebbe già aver fatto proprie tali istanze e tali valori, in quanto partito di sinista.
Caro Ivan,
Appoggio la tua lodevole iniziativa in favore dei diritti delle coppie omosessuali e contro l’omofobia, pur essendo eterosessuale.
Ma vogliamo parlare di questo PD, di un partito che non ha più a cuore gli interessi dei lavoratori, dove esponenti di Confindustria siedno nel direttivo. PD che vede ancora tra i suoi dirigenti Bassolino, responsabile e rinviato a giudizio per il malaffare e la corruzione in Campania riguardo ai rifiuti anche tossici, ed un D’Alema, inciucista col PDL sin dai tempi della bicamerale.Cosa dire poi di Renzi, che va a discutere a corte da Berlusconi, proprio in quella residenza privata , dove si sono celebrati festini , nache con minorenni?
Da Bruxelles, dove per fortuna vivo da molto tempo e dove comunque mi batto per un’Italia migliore, mi viene in mente il profetico urlo di Nanni Moretti a Piazza di Spagna “con questi dirigenti la sinistra non vincerà mai”.
Grazie per l’attenzione.
ottima iniziativa, purtroppo ho paura che la classe dirigente del Pd abbia in buona parte lo stesso problema di D’Alema: vogliamo chiedere a Bindi, Bersani, Fassino, Renzi, ecc.?
Ivan, ho provato a mandare la mia adesione all’indirizzo da te indicato (dirittiugualipertutti@gmail.com), ma l’e-mail non parte e appare la scritta: nessuna corrispondenza per dirittiugualipertutti@gmail.com…puoi verificare?
Da iscritto al Pd e da eterosessuale aderisco con forza al manifesto.
Sarebbe di parlare con voce forte e chiara anche all’interno del Pd.
Questa è una buona iniziativa per fare chiarezza
Mauro
Ciao Claudio, email verificata: da quello che vedo funziona perfettamente.
Giuseppe, io non credo che siano problemi diversi ma tutte facce del medesimo problema.
La premessa è lodevole. Il manifesto, scusate se lo dico, fa letteralmente cadere le braccia talmente è vago e timido. Come ho umilmente fatto notare sul blog di Alicata, il punto 1) è ricco di confusione tra la questione matrimoniale e la questione relativa alle convivenze, e si può sintetizzare così: vogliamo lavorare affinché il PD affronti il tema (affronti il tema! che è cosa molto diversa dal dire sì!) dell’estensione del matrimonio civile; l’importante è che il PD dica sì a un qualche riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali (il “quantomeno” presente nel testo parla da sé) per cui anche se il PD si rifiuta di dire sì all’estensione del matrimonio civile la cosa ci può andare bene lo stesso. Nel manifesto, inoltre, è clamorosamente assente la questione della possibilità di adottare bambini e di accedere alla procreazione assistita; al punto 3) infatti si parla meramente di “doveri e responsabilità genitoriali” delle (già esistenti) famiglie omogenitoriali, cosa che non per forza vuol dire via libera all’adozione del figlio del partner né tanto meno via libera all’adozione congiunta e all’estensione dell’accesso alla procreazione assistita. Persino il punto 4) sui diritti dei/delle trans è penosamente e scandalosamente vago… non si parla affatto di cambio di nome e genere sui documenti senza bisogno di intervento chirurgico, ma di “nuove misure legislative” e “politiche attive”. Direi che non ci siamo proprio.
Ok, spedita l’adesione.
Il PD di Scalfarotto, pero’, dovrebbe anche opporsi alla costruzione della Grande Moschea di Milano, o, in alternativa, alle centinaia di piccole moschee di quartiere che, sull’esempio di Milano e della giunta di Sinistra di Pisapia, verranno inaugurate in tutta Italia dove esistono comunita’ islamiche.
Perche’ e’ assai contradditorio, oltre che ridicolo, auspicare legislazioni liberali in materia di omosessualita’ e, contemporaneamente, auspicare il dialogo con l’Islam omofobo e patriarcale e dargli luoghi ufficiali di culto dai quali pontificare in modo omofobico e patriarcale.
Un passo avanti e un passo indietro.
Ma l’Islam omofobo e patriarcale avanza e si moltiplica.
E il PD di Scalfarotto cosa dice, in proposito?
Ho cercato di aderirte al manifesto all’indirizzo dirittiugualiper tutti@gmail.com ma non riesco ad aprirlo.
Renato, si tratta di un indirizzò mail a cui scrivere la propria adesione. Non è un sito.
Non sono iscritta al PD e sono etero, ma, naturalmente, aderisco!
[…] per raccogliere tutte le persone che nel partito la pensano come noi. Il testo è reperibile qui e la mail per aderirvi è […]
[…] per raccogliere tutte le persone che nel partito la pensano come noi. Il testo è reperibile qui e la mail per aderirvi è […]
[…] subito con convinzione il manifesto proposto da Ivan Scalfarotto perché il PD assuma finalmente una posizione chiara a favore dei diritti civili, spiegando a […]
[…] alla coesione sociale o all’ordine pubblico». Essì che son ragione forti, il Pd deve decidere che fare da grande. Di tempo ne è passato, tocca darsi finalmente una mossa, ed è chiaro che […]
Franco, tutti hanno diritto di essere omofobi e patriarcali, in un paese democratico. Se si dovesse vietare la costruzione di luoghi di culto per religioni omofobe e patriarcali, si dovrebbe partire vietando la costruzione di chiese cattoliche… Ma uno stato del genere sarebbe comunque illiberale, non ci vorrei vivere. In base alle regole democratiche, accetto che chi mi considera immorale possa continuare a farlo (ma senza incitare alla violenza o alla discriminazione), tuttavia non accetto che sfrutti il suo potere politico per negarmi diritti fondamentali. Per questo, se ne avessi il potere, , non vorrei proibire la costruzione di chiese, moschee o pagode per i cittadini che ne sentissero il bisogno. Non è l’islam il nemico delle democrazie occidentali, bensì l’integralismo : che può essere cattolico, protestante, islamico o anche ateo (l’UAAR, l’associazione italiana degli atei, è un ‘ottimo’ esempio in tal senso).
Cordiali saluti.
Sarebbe “integralismo” distinguere fra matrimonio eterosessuale e “matrimonio” omosessuale?
Sarebbe “integralismo” dissentire da chi intende privare un individuo del diritto fondamentale di godere (quando questo sia possibiie) di due punti di riferimeno, quello maschile e quello femminile, cioe’ una mamma e un papa, nel perioso di formazione della sua personalita’?
Per me integralismo e’ impiccare gli omosessuali, costringerli alla rieducazione, perseguitarli, emarginarli, considerarli individui inferiori, diversi e depravati meritevoli di punizioni divine.
Questo insegna l’Islam nelle moschee.
(Mi si smentisca se se ne ha il coraggio!)
Questo NON si insegna nelle Chiese o nelle Pagode.
Se lei vuole un’Italia (o un’Europa) dove ovunque ci sia una comunita’ islamica ci sia un centro di aggregazione “culturale” (Moschea o Comunista’ di Quartiere) dove si insegna a condannare la diversita’ sessuale e a perseguitarla, fa fare alla civilta’ occidentale un bel passo indietro in nome della cosiddetta apertura “liberale” alla diversita’ delle opinioni.
In Italia si vieta la ricostituzione del Partito Fascista.
In Germania quella del Partito Nazista.
In cosa differisce l’Islam (e mi riferisco a quello “moderato”) dal razzismo anti-semita e l’intolleranza omofoba delle argomentazioni tipiche delle “ideologie nazi-fasciste?
Pero’ lei vuole le moschee in ogni quartiere perche’ questo e’ un diritto democratico, sapendo in anticipo che quei quartieri diventeranno “No Gay Area” e ghetti dis-integrati e anti-cristiani, facendosi beffa della democrazia liberale.
Voi omosessuali di Sinistra siete piuttosto confusi e dovreste rivedere le vostre strategie.
Sapete benissimo infatti che con il diffondersi del multiculturalismo, di cui la componente islamica e’ largamente maggioritaria, si diffonde anche la propagande omofobica.
Se pensate che la Primavera Araba di cui si “ciancia” in questo periodo porti anche una ventata di “omofilia” nell’Islam state prendendo un grossissimo granchio.
Continuate a prendervela con i Cattolici: fra non molto sarete costretti a trasformavi in difensori dell’Occidente Cristiano e delle Democrazie liberali che la “cristianita’” ha, per fortuna di tutti noi, partorito.
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