Due riflessioni brevissime sul disastro di ieri a Roma.
1. Le violenze di ieri non hanno nulla a che vedere con uno dei vecchi e apparentemente irrisolvibili problemi italiani. In nessun altro paese i giovani sono stati così metodicamente maltrattati e abbandonati come da noi. La gerontocrazia imperante in Italia ha avuto come ovvio riflesso la mortificazione continua dei giovani. Questo è un paese dove la politica parla continuamente e ossessivamente di pensioni e mai della vita dei ragazzi. Su questo tema o si decide di fare qualcosa di serio e di continuativo, si cambia cioè radicalmente l’approccio metodologico e si riconosce che stiamo sistematicamente ammazzando il nostro futuro, oppure non se ne esce.
2. I disordini violenti stanno diventando una costante. Vedendo le immagini di ieri non ho potuto fare a meno di ripensare al G8 di Genova. Nei giorni scorsi ero a Roma e si sapeva benissimo che questo corteo sarebbe stato a rischio. Il ministero degli interni non pare essere in grado di gestire efficacemente questo genere di situazioni. Immagino che Maroni verrà a riferirne alle Camere e farà bene il PD a chiedergliene ragione.
5 risposte a “Una giornataccia, due problemi evidenti”
Ma possibile che nessuno dice che i violenti erano un’esigua minoranza rispetto a tutte le altre 200.000 persone? Persino a sinistra dobbiamo cadere nel tormentone mediatico?
Luigi, i violenti sono quelli che hanno distinto la manifestazione di Roma da quelle delle altre città del mondo. Poi le ragioni dei 200 mila sono tutte là, assolutamente.
Ivan, hai ragione quando dici che i violenti hanno contraddistinto la nostra manifestazione, ma ciò a mio avviso è avvenuto perchè vi è stato un tormentone mediatico che ha dato visibilità a loro piuttosto che agli altri, e vorrei che a sinistra si insistesse invece sul rimarcare i dovuti distinguo
Ciao Ivan,
tutto vero. Aggiungerei l’elemento assolutamente nuovo rappresentato dal fatto che, forse per la prima volta con dimensioni del genere, i manifestanti hanno alzato la voce conto i provocatori (chiamiamoli così).
Una mia breve cronaca di ieri (in http://alfredoferrante.wordpress.com/2011/10/15/fermiamoli/) e rflessioni di oggi (in http://alfredoferrante.wordpress.com/2011/10/16/piazza-pulita/).
Saluti
Alfredo Ferrante
http://www.TANTOPREMESSO.it
Il blog di un fannullone
i giovani che ieri hanno messo a ferro e fuoco Roma, nulla hanno a che vedere con gli indignati, i precari o con i disoccupati. Quelli erano dei teppisti e delinquenti, pronti a tutto pur di far casino. Quello che mi stupisce, ogni volta che succedono questi fatti, sono le indignazioni di circonstanza del giorno dopo. Si poteva immaginare che sarebbe successo qualcosa del genere, a parte qualche idrante e lacrimogeno, che cosa e’ stato fatto? Ho seguito la diretta su Skytg24, vedevo i poliziotti inermi, fermi, la potenza degli idranti era cosi’ bassa, che un black-blok, ha simulato una doccia. Se quelli sono delinquenti, come tutti il giorno dopo si sbellicano nel giudicarli, bisognava trattarli da deliquenti. Una linea dura e repressiva avrebbe creato meno danni alle cose, e piu’ danni a loro. Perche’ non sparare alle gambe proiettili paralizzanti? Cosi’ si prendono, si identificano e si puniscono.