10 Dicembre 2011

Due mandati in parlamento (e non uno di più)

Appunti

Il mio post per Il Post.

Complice il ponte, mi sono riportato in pari con alcune cose da leggere o da vedere che mi ero perso negli ultimi tempi. Per esempio, grazie a Il Post, mi sono guardato il famoso servizio de “Gli intoccabili” sull’Onorevole Razzi. Quello che colpisce di tutto il materiale girato è la genuina preoccupazione per il proprio futuro dei parlamentari spiati in aula. Lo stesso Razzi a un certo punto dice: “Io ho un’età, se non mi rieleggono dove vado a lavorare?”.

Mettendo a fatica a tacere lo sdegno che montava, ho cercato di capire come rimuovere questo atteggiamento che, per quanto condannabile e certamente non condivisibile, è in qualche modo comprensibile mettendosi nei panni del Razzi. Lui è arrivato là, in qualche modo (è proprio il caso di dirlo), e di là deve cavare una sistemazione permanente che gli consenta di essere trattato economicamente come un alto magistrato o un dirigente di vertice per tutta la vita.

Allora la soluzione è semplice e viene prima e al di là dell’ammontare degli emolumenti dei parlamentari: oltre ad abolire i vitalizi, bisogna rendere per definizione transitorio il lavoro di parlamentare. Non creare aspettative. Chiarire ab initio che il lavoro di aula (e relativo trattamento economico) non è in nessun caso prolungabile oltre i due mandati parlamentari. Senza deroghe e stop. Non si creano aspettative per la vita, non si educa un ceto politico professionale e inamovibile, si spiega a tutti che la politica è una breve parentesi a servizio (e non sulle spalle) della propria comunità che si inizia e si finisce, tornando poi al proprio mestiere. Ce l’ha fatta Clinton, ce l’ha fatta Bush, ce l’ha fatta Aznar e ce la farà Zapatero. Coraggio: ce la possiamo fare anche noi.

2 risposte a “Due mandati in parlamento (e non uno di più)”

  1. Luca Venturini ha detto:

    Non sono completamente d’accordo. E’ vero che in questa maniera si dà un incentivo ai parlamentari a vedere il proprio periodo come transitorio, però è anche vero che così facendo si rischia di avere un parlamento fatto da persone piuttosto inesperte sul come funziona la camera (e quindi accrescere il potere di chi non ha cariche elettive ma è capace di coordinare e guidare azioni legislative dall’esterno – i.e. lobbisti). 10 anni in totale poi sembrano un po’ pochi, per apprendere una professione e riuscire ad esercitarla al meglio. Per non parlare del ridotto controllo degli elettori – qual è l’incentivo per un parlamentare al secondo mandato di effettivamente curare gli interessi dei propri elettori? Dovrebbe esserci un forte partito dietro che abbia interesse ad avere un buon parlamentare per non perdere le elezioni successive, ma qui in Italia i partiti al momento sembrano essere tutti a breve scadenza. In sua mancanza, un parlamentare al secondo mandato e “indipendente” rischiamo di vederlo agire per il proprio interesse (e quello di aziende che possono fornirgli un posto ben remunerato appena esce dall’aula). Ovviamente questa riflessione si scontra anche con la presenza in aula dei parlamentari senza obbligo di mandato, secondo Costituzione…nel momento in cui viene a cadere l’incentivo del fare bene il proprio lavoro per essere rieletti, cosa rimane? Non è in fondo esattamente quello che imputiamo alla legge Calderoli, di aver spinto i parlamentari a disinteressarsi degli elettori perché a fornire soldi e posti in lista erano direttamente i partiti?

    Oltre al fatto che ho sempre in mente l’esempio negativo della California, dove vige questa regola…e dove alla fine tra Schwarzenegger e il parlamento dello Stato il più esperto era lui, se non altro per anzianità di servizio!

    Ovviamente la situazione va cambiata il prima possibile, e bisogna modificare gli incentivi dei parlamentari, però siamo sicuri che in questa maniera otterremo quel che ci serve?

  2. Simone Cavallaro ha detto:

    CIao Ivan, Io concordo con la tua idea. Pero’ c’e’ da dire che Grillo (che non amo per i suoi metodi) da anni cerca di promuovere la scadenza dei due mandati. Tant’e’ che ha depositato pure una legge ad iniziativa popolare con tanto di 350 mila firme necessarie, che giacciono dal 2007 nel cassetto della Commissione Affari Costituzionali del Senato.
    La legge in questione non e’ mai stata calendarizzata al senato e se non lo sara’ entro la fine della legislatura, la proposta e le firme scadranno e non saranno piu’ utilizzabili.

    Si parla sempre di populismo e antipolitica, ma non credi che anche episodi di questo tipo fomentino questi atteggiamenti?