Ieri, alla Direzione Provinciale del PD di Milano abbiamo deciso di non approvare il bilancio preventivo. Io ho condiviso questa soluzione perché il bilancio è in rosso (un rosso ereditato da segreterie antecedenti a questa e in via di costante crescita) e non ho capito bene come pensiamo di rientrare. Spero il tesoriere ce lo racconti alla prossima riunione.

Quello che però ho capito molto bene è che alcuni parlamentari eletti a Milano non hanno mai versato i loro contributi alla federazione provinciale e che, se lo avessero fatto, il bilancio oggi sarebbe perfettamente a posto. Mi pare un vero scandalo, una vergogna. I parlamentari eletti a Milano non hanno dovuto fare, con questa schifezza di legge elettorale, nessuno sforzo per essere eletti. Sono stati messi là, e, in forza della posizione in lista, si sono trovati alla Camera e al Senato.

Questo meccanismo dovrebbe raddoppiare e non diminuire il legame tra eletti (nominati) e il partito che li ha messi là. Tra eletti (nominati) e i territori che in teoria dovrebbero rappresentare. E’ veramente insopportabile che alcuni dei nostri eletti si siano presi senza muovere un dito il seggio e siano fuggiti. E che lo abbiano fatto lasciando in braghe di tela il partito che li ha nominati, e i suoi militanti. Costretti a fare politica sul territorio e nei circoli facendo i salti mortali anche per pagare l’affitto.

Poi uno dice Lusi. Certo, ci sono i grandi imbroglioni. Ma pure i piccoli imbroglioni fanno la loro parte nello sfacelo generale.